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Cuori Segnati
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Cuori Segnati

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About this ebook

Claudine Leighton è una donna che lavora, che desiderava molte cose dalla vita, tra cui un uomo che si prendesse cura di lei, che le desse una famiglia e la rendesse felice, ma nulla di tutto ciò è stato reso possibile, nel momento in cui ha ricevuto la notizia della morte del marito e ha dovuto prendere in consegna una proprietà che non era sua. Fra pochi giorni il vero proprietario arriverà e lei non sa dove dovrà andare con i figli.

Lord Alexander, Visconte di Hylton, è un uomo tormentato dal proprio passato, come se ne fosse un po’ segnato. Ha perso tutta la famiglia in un incendio e ora è prigioniero nella sua stessa casa, poiché si rifiuta di uscire se non quando è indispensabile, dal momento che non ha lo spirito per poter sopportare le dicerie e i commenti sul suo volto sfigurato. Non crede più alla felicità e ancora meno all’amore, e per questo decide di andarsene lontano dalla capitale, per poter vivere senza gente attorno che lo possa disturbare o gli faccia domande indiscrete.

Lungo la strada, questi due cuori segnati dalla vita si incontreranno, ma non inizieranno con il piede giusto, e solo loro potranno dare un finale felice a questa storia d’amore.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJul 21, 2020
ISBN9781071557044
Cuori Segnati
Author

Amaya Evans

Amaya Evans es una escritora de género romántico con tintes eróticos. Le encanta hacer novelas con temas contemporáneos, históricos y también suele integrar en sus novelas los viajes en el tiempo, ya que es un tema que siempre le ha apasionado. Ha escrito series contemporáneas como Masajes a Domicilio, que ha gustado mucho tanto a lectores europeos como a lectores americanos. Entre sus novelas históricas de regencia tiene algunos títulos como Amor a Segunda Vista, Me Acuerdo y Corazones Marcados. También entre sus novelas históricas del Oeste Americano ha escrito la serie Novias Del Oeste, que habla sobre el tema de las novias por correo de aquella época, pero incluyendo el viaje en el tiempo. Amaya, adora escribir a cualquier hora y en cualquier lugar y siempre lleva su pequeña libreta de anotaciones por si alguna idea pasa por su mente o si ve algo que la inspira para una nueva novela. Vive feliz con su familia en un pequeño pueblo cerca de la capital, le encanta hacer postres y tiene un huerto que es su orgullo. Estoy casi segura de que si tuviera una casa enorme, tendría 20 gatos y 20 perros, porque odia salir a la calle y ver tantos animalitos sin hogar.

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    Cuori Segnati - Amaya Evans

    Capitolo 1

    1.810

    Era una bellissima mattina di maggio, erano in piena primavera e i fiori di lavanda in completa fioritura offrivano la loro bellezza e il loro profumo delizioso a tutti coloro che vi passavano accanto. In quel momento il sole era molto caldo e Claudine Leighton ne stava approfittando per raccogliere alcune fragole dall’orto che tanto curava e con cui sosteneva la sua famiglia in quel periodo. Avrebbe voluto fare delle torte perché sapeva che si sarebbero vendute bene alla fiera cittadina, che era proprio quel fine settimana. Sicuramente con il ricavato delle torte e di alcuni altri prodotti che aveva intenzione di cuocere, avrebbe raccolto il denaro necessario per una delle tre rate scadute che doveva pagare per il maledetto prestito. Non voleva che quel vecchio schifoso di Collins venisse a chiederle i soldi a casa sua e che suo figlio lo vedesse. L'ultima volta, le aveva detto che era sul punto di inviare il pagamento al proprietario della tenuta, se lei avesse continuato a non pagare; lei gli aveva detto che il mese successivo gli avrebbe dato i soldi, ma sapeva benissimo che era difficile mettere insieme il denaro di tre rate. Sperava che quando avesse visto i soldi di almeno una rata, le avrebbe dato un’altra proroga. Anche se quel vecchio era un usuraio e faceva pagare gli interessi sui prestiti quasi il doppio del loro importo iniziale. Ricordava ancora come il suo defunto marito Bastien, gli avesse chiesto un prestito per comprare semi e altre cose per la coltivazione delle fragole e il vecchio felice gli aveva detto subito di sì. Il problema fu che suo marito fece ben poche cose per il terreno, perché pensò che giocandosi i soldi gli sarebbe andata meglio; poi, quando scoppiò la guerra e dovette andarsene, promise a Claudine che sarebbe venuto con i soldi e avrebbe pagato tutto ciò che doveva, in modo che potessero avere un nuovo inizio; lei, come sempre, gli aveva creduto, ma era morto due anni dopo e le aveva lasciato solo problemi e molti debiti. Ora toccava a lei cavarsela per mantenere i suoi figli, Julia, di un anno, suo figlio Alfonse, di sei anni, oltre alla tenuta e ai tre domestici che sicuramente non sarebbero andati via perché erano molto affezionati a lei e ai bambini. Era difficile e spesso non sapeva come avrebbe potuto farcela, ma comunque tiravano avanti e potevano almeno mangiare e avere un tetto. Era dovuta diventare un’insegnante di francese per le signorine della buona società: grazie a Dio la lingua del suo paese era così di moda in Inghilterra. È vero che nella campagna inglese la società non si comportava come a Londra, ma molte ragazze per bene erano ansiose di imparare a parlare francese per dare un'idea di classe e raffinatezza di fronte ai signori che le corteggiavano. Inoltre, senza che nessuno lo sapesse, preparava deliziose torte di fragole e marmellate, che ricavava dalle estese colture che si trovavano nella tenuta. Il nonno di suo marito aveva piantato le fragolaie, già molti anni prima, e ce n'erano così tante, che spesso regalava i frutti perché non si sprecassero, dato che era difficile e costoso assumere manodopera che la aiutasse nella raccolta. Faceva torte e marmellate nei giorni in cui non lavorava come insegnante e di solito Rosalind le confezionava e Matilda le portava a casa di sua sorella Bertha, una donna povera ma laboriosa, che le aiutava vendendole alle fiere nelle città vicine oppure le vendeva nel villaggio a diverse famiglie, che già sapevano delle torte e delle marmellate e facevano il loro ordine una volta alla settimana o ogni quindici giorni. Claudine divideva i profitti con la donna e quindi tutti erano contenti. Nessuno avrebbe potuto scoprire che la padrona di casa, che insegnava francese alle ragazze della buona società, preparava torte per venderle: ciò avrebbe significato che era caduta in disgrazia e la gente non avrebbe visto la cosa di buon occhio, che una donna della sua posizione lavorasse in quel modo, già era abbastanza negativo che lavorasse come insegnante. Essendo una donna con un certo livello sociale, non avrebbe dovuto farlo, ma la sua condizione di vedova di un uomo che aveva servito lealmente il re, morendo sul campo di battaglia, le conferiva alcuni privilegi agli occhi della società.

    — Signora, vuole che porti le marmellate a casa di mia sorella questo pomeriggio?

    — Sì, Matilda, sembra che Rosalind non potrà farlo, ci sono troppe cose da fare oggi e dopodomani c’è la fiera.

    La donna sorrise — Sono sicura che tutto ciò che farete oggi verrà venduto.

    — Che Dio ti ascolti, Matilda, perché abbiamo bisogno di soldi per comprare carne, pancetta, altra farina e molte altre cose.

    — Non si dimentichi la lisciva e il sapone da bagno... — le ricordò la domestica.

    Pensò che la lista era tanto lunga che non sapeva cosa comprare prima — Adesso vediamo cosa fare, ma non posso promettere di portare tutto.

    — Non si preoccupi, le cose si risolveranno—le disse la donna con ottimismo ed entrò di nuovo in casa.

    Il delizioso odore del cibo arrivò fin dove si trovava lei. Rosalind stava cucinando e preparando l'impasto per le torte. Ancora una volta si chiese cosa avrebbe fatto senza di loro. Benjamin, il giardiniere, era sicuramente nell’orto a raccogliere alcune verdure per il pranzo. Ogni giorno ringraziava Dio per loro, non avrebbe potuto andare avanti senza quegli angeli con sé.

    Accanto a lei mentre raccoglieva le fragole, Josephine, la figlia di Rosalind, una ragazzina di tredici anni molto carina, aiutava sua madre in tutto e le diceva che un giorno avrebbe voluto diventare l’ancella di una signora dell'alta società. Quindi, per il momento, si esercitava con lei, sebbene non fosse esattamente una donna di alto rango. Claudine le insegnava come truccare e realizzare bellissime acconciature insieme ad altre cose che avrebbe dovuto sapere. La sua piccola Julia era tra le braccia di Josephine, mentre raccoglieva i frutti e l'altro suo figlio Alfonse stava giocando a cavalcioni su un albero.

    — Mamma—gridò suo figlio dalla cima della grande quercia che era di fronte alla casa — Guarda, riesco a vedere fino alla fine del mondo da qui.

    — Figliolo, vieni giù da lì — gli disse preoccupata — ho bisogno che mi aiuti a raccogliere altre mele.

    — Sì, mamma — rispose il bambino senza molto entusiasmo.

    — Signora, credo che la piccola sia bagnata —disse Josephine.

    Claudine guardò la bambina — È successo un piccolo incidente, tesoro? — la bimba la guardò e cominciò a fare il broncio. — Bimba mia bellissima, lo sai che una signora non deve fare certe cose — cominciò a parlarle, ridendo con lei. La bimba sembrava non aver voglia di scherzare, quindi iniziò a farsi rossa in viso e sua madre capì cosa sarebbe successo. — Vieni tesoro, andiamo a cambiare questo pannolino, comunque credo che già abbiamo raccolto abbastanza — diede il cestino alla ragazza perché lo mettesse sul carretto improvvisato che le aveva fatto Benjamin. Con un po'di legno e alcune vecchie ruote di carro, aveva fatto un ottimo lavoro e così potevano metterci i cestini riempiti con le fragole che raccoglievano; in questo modo evitavano di portarli uno per uno a casa e risparmiavano tempo. Arrivarono a casa e lei salì le scale fino alla sua stanza, lì mise la bimba sul letto e le cambiò il pannolino di stoffa inzuppato con uno pulito. La bambina rise e cominciò a fare balbettii; Claudine, guardò sua figlia, così bella: aveva bellissimi occhi azzurri e capelli biondi come suo padre, il naso era minuscolo e aveva una boccuccia ben delineata a forma di cuore, le guance paffute e la pelle bianca come il latte. Sapeva che sua figlia sarebbe stata bella, si sentiva tanto triste nel sapere che quando sarebbe diventata grande e in età da marito, gli uomini non l'avrebbero nemmeno guardata, essendo lei una donna senza dote; suo figlio avrebbe sicuramente avuto più fortuna, dal momento che a quei tempi un uomo poteva costruirsi il proprio destino e la propria fortuna, ma le donne dipendevano solo ed esclusivamente dalla loro posizione e dal loro denaro. Le sue manine e le sue piccole gambette iniziarono a muoversi, voleva essere presa in braccio e, così lei fece, l'abbracciò sentendo il suo corpicino caldo e il suo delizioso profumo di bebè.

    — Figlia mia, ti amo così tanto, lavorerò sodo per te, perché tu non debba subire la mancanza di rispetto di coloro che ti circondano — fu la promessa che fece a sua figlia e che fece anche a sé stessa.

    Scese con la piccola in braccio e la lasciò nuovamente a Josephine — Prendi, cara, ti lascio la bimba perché devo andare a vedere come va la marmellata e per favore controlla anche Alfonse.

    — Sì, signora.

    Si mise al lavoro, arrivò in cucina e vide Matilda che mescolava un'enorme pentola di zucchero e pezzi di fragole; si avvicinò per assaggiarla e aggiunse un pizzico di cannella — È deliziosa, penso che dopo aver mescolato così a lungo, sia ora che tu la lasci a me.

    —Sì, signora, finisco di preparare l'impasto per la torta — annuì e si rivolse all’altra donna che stava lavando alcuni recipienti — Rosalind, per favore, taglia a pezzetti le fragole da mettere nella torta — la donna si mise subito all’opera.

    Claudine se la stava sbrigando bene in cucina, finì di rimescolare con il cucchiaio la pentola dove si trovava la marmellata, la lasciò riposare, così che Matilda la potesse mettere poi nei vasetti di vetro. Quindi andò a preparare le torte che farcì con cura, le mise nel forno e attese che il delizioso profumo le dicesse che erano pronte.

    Continuò facendo un po' di tutto e il tempo passò rapidamente fino a quando arrivò la sera. Quando lasciò la cucina, tutto il corpo le faceva male e ancora non avevano finito, ma era così tardi che lasciarono quello che restava da fare per il giorno successivo: si erano portate abbastanza avanti col lavoro e molto probabilmente verso le tre o le quattro del pomeriggio avrebbero già finito. Salì nella sua stanza e trovò la piccolina che dormiva nel suo letto e Josephine che faceva lo stesso su una sedia. Si avvicinò per svegliare la ragazza. — Josephine, alzati, tesoro, — la ragazza aprì lentamente gli occhi e si sollevò mettendosi a sedere — Mi sono addormentata, mi scusi.

    — Non c’è nulla di cui scusarsi, tesoro, è molto tardi e sarai stanca.

    — Sì, signora, un po’ — guardò la bimba — era agitata, ma si è addormentata appena l’ho messa a letto.

    — Meno male — disse alla ragazza con gratitudine — Vai a dormire, domani bisogna alzarsi presto per portare tutto a casa di Bertha.

    — Sì, signora, buon riposo — uscì facendo attenzione a non svegliare la bambina.

    Claudine la guardò per un momento e pensò che stava già diventando una giovane donna: che peccato non poter fare di più per lei, perché potesse avere un buon futuro. Non poteva fare a meno di pensare a sua figlia. Doveva lavorare sodo, se voleva dare ai suoi figli un buon futuro. Con quel pensiero andò a dormire fino a quando non abbandonò la battaglia per la stanchezza.

    La mattina dopo la cucina era tutta una confusione di piatti, pentole in ebollizione, borse e cestini. Stavano imballando tutto, in modo tale che Matilda non facesse tardi per andare a casa di sua sorella a consegnarle i prodotti. Le torte erano in un cestino coperto di panni e la marmellata era in vasetti di vetro ben chiusi e con un piccolo nastro di stoffa rossa sul coperchio. Era sicura che avrebbero venduto tutto e che avrebbero guadagnato abbastanza per saldare la rata di quel mese, sarebbero avanzati persino un po' di soldi per comprare alcune cose di base. Mentre stavano preparando tutto, fecero anche colazione e Josephine si mise a correre da una parte all'altra, prendendo dalla dispensa le verdure che avevano sotto la cucina, dove mettevano gli alimenti da conservare. La piccola scatola di pietra era molto utile, per conservare carne e verdure.

    Dopo che tutti ebbero mangiato e le cose furono finalmente imballate, Matilda andò a prendere i prodotti e quasi subito vide Benjamin, il giardiniere, mentre rientrava in casa.

    — Signora

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