La prima stella
By Silvio Mia
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La prima stella - Silvio Mia
italiano.
1905
E’ il primo scudetto che la Juventus cuce sulle proprie maglie, dopo appena 8 anni dalla sua fondazione, datata primo novembre 1897.Nel 1905, il Campionato di Calcio, era denominato Prima Categoria, per la seconda volta, poiché il Torneo era all’ottava edizione. Era organizzato dalla Federazione Italiana Football (FIF).Lo svolgimento del Torneo era previsto dal 5 febbraio al 9 aprile e le squadre partecipanti erano 6.Si giocava con la formula che prevedeva le Eliminatorie Regionali e quindi un Girone Finale.Al termine del Girone Finale, la Juventus si laureerà per la sua prima volta, Campione d’Italia, seguita dal Genoa e dall’US Milanese.L’Unione Sportiva Milanese, partecipa per la prima volta al campionato, utilizzando diversi giocatori della Mediolanum, che nel frattempo si è disciolta.La FIF, constatato il grande successo delle prime sette edizioni e appena ammessa alla FIFA, nel 1904, dà al campionato una formula più organica.Inserisce, al posto delle gare a eliminazione diretta, le partite che comprendono lo svolgimento dell’andata e del ritorno delle stesse e viene mantenuta la suddivisione fra le eliminatorie regionali e la fase nazionale. Viene abolito il sistema del Challenge Round e così i Campioni in carica del Genoa, sono obbligati a superare la fase eliminatoria, come tutte le altre squadre. Un’altra novità è che il titolo, non è più assegnato giocando una finale, ma con un triangolare, da disputare con le squadre campioni, dei tre tornei regionali.Il Challenge Round, applicato anche nel tennis, prevedeva che il vincitoredella precedente edizione del torneo, aspettasse in finale, la squadra, o il giocatore, che dopo aver superato i turni eliminatori si fosse qualificato per la stessa, dando così un grande vantaggio ai campioni uscenti che disputavano soltanto la partita conclusiva, senza aver fatto la fatica che gli sfidanti avevano dovuto sostenere, per qualificarsi all’atto decisivo.All’edizione dell’anno 1905, partecipano cinque squadre, infatti la Torinese, rinunciando a giocare lo scontro diretto con la Juventus, futura vincitrice, dà l’opportunità ai bianconeri di passare il turno con due risultati di 2 a 0 a tavolino. Il campionato mette in palio un nuovo trofeo, la Coppa Spensley, più medaglie e targhe in ricordo della manifestazione.Il Genoa, che come detto in questa edizione non aveva più goduto del Challenge Round, si era dovuto misurare con i concittadini dell’Andrea Doria nel girone ligure, aveva passato il turnonon senza faticare, il 19 febbraio data dell’incontro di ritorno.Il girone lombardo, forniva un risultato a sorpresa, in quanto la matricola US Milanese, eliminando il Milan in una doppia sfida piena di goal, aveva generato un risultato storico per le reti segnate in una sola partita: ben tredici.
Girone finale
Dopo due anni,nei quali la vittoria era stata solo sfiorata, nel 1905 la Juventus riesce a cogliere il suo primo titolo italiano. La nuova formula delle finali nazionali mette di fronte tutti e tre i campioni regionali.La sorpresa arriva dalla Lombardia, dove un Milan, che sta cambiando molti dei suoi effettivi, vistol'addio di molti dei suoi fondatori inglesi, viene per la prima volta eliminato dalla US Milanese in due gare molto spettacolari, come sovente in quell’epoca, poteva accadere.Nel girone finale però la US Milanese evidenzia tutta la sua poca esperienza a giocare partite così importanti e perde i primi tre incontri, mentre gli scontri diretti tra la Juventus e il Genoa terminano entrambi con risultati di parità.All'ultima giornata il Genoa ospita la US Milanese, con il pronostico che pende sicuramente e vistosamente dalla propria parte. I genoani sono sicuri di poter ottenere una facile vittoria che permetterebbe loro di disputare la partita di spareggio con la Juventus.La partita fra Genoa e US Milanese a sorpresa termina con un risultato di parità 2 a 2, che consegna per la prima volta nella sua storia lo scudetto alla Juventus. All’epoca la vittoria del campionato, non si chiamava ancora così, ma in palio c’era la targhetta, il simbolo del successo.Erano i tempi dei giocatori con i baffoni a manubrio, dalle divise di gioco simili, ma non uguali e dei tanti stranieri in campo, un po' come oggi avviene, dopo la legge Bosman. La Juventus, non ancora targata Famiglia Agnelli, che vedrà Edoardo diventare Presidente nel 1923, giocava al Motovelodromo Umberto I, sito in Corso Re Umberto. A quei tempi il Presidente era Alfredo Dick, un imprenditore svizzero, a Torino per lavoro, proprietario di un’industria tessile.Da quanto si sa del Presidente, pare fosse un uomo dal carattere autoritario, che in breve era venuto allo scontro con i soci che avevano fondato la Juventus il primo novembre 1897. Alla fine, messo in minoranza, nel 1906, Dick lascerà la Juventus per fondare il Torino, realizzando una vendetta che aveva promesso ai bianconeri. Al posto del Presidente uscente, il sostituto eletto è Carlo Vittorio Varetti.
Squadre partecipanti
1925-1926
La Juventus vince il suo secondo scudetto al termine della stagione 1925-26, ventiseiesima edizione del campionato italiano di calcio di Prima Divisione. Lo svolgimento del torneo,è programmato dal 4 ottobre 1925, al 22 agosto 1926.L’epilogo degli ultimi due campionati, stava obbligando a riconsiderare la struttura del Progetto Pozzo, che prevedeva la disputa, di una doppia finale per l’assegnazione del titolo. Il motivo era dovuto al fatto che queste partite, con il passare del tempo si erano caricate di tensione e portavano ad avere problemi di ordine pubblico.Quindi si stava pensando di istituire una Divisione d’Onore, che si sarebbe giocata a Girone Unico con la partecipazione di 16 squadre. Questa proposta aveva nel suo intento di favorire gli scontri diretti fra le maggiori Società nazionali, che si erano ridotti dopo la divisione in due gironi.Il nuovo piano di ristrutturazione del campionato, avrebbe però significato la riduzione del numero di partecipanti e dunque nell’Assemblea Federale del 17 agosto 1925, si era deciso che a fine stagione, quattro squadre sarebbero retrocesse, per ogni girone della Lega Nord.Nell’Assemblea della Lega Sud, che si era tenuta il 20 luglio 1925, le società della regione Campania, avevano messo ai voti, il superamento dei tornei regionali e la riduzione delle iscrizioni, in modo da applicare anche al Sud, lo stesso modello del Nord, proposto cinque anni prima dal Progetto Pozzo, in cui erano previsti due gironi subnazionali di otto squadre ciascuno.A questo assetto del torneo, che avrebbe previsto la retrocessione delle squadre che si fossero classificate oltre il quarto posto, avevano votato contro, le squadre pugliesi, bloccando di fatto ogni decisione definitiva. Questo fatto accade nell’Assemblea del 17 agosto, nello stesso giorno, nel quale al Nord si delibera per il girone unico, da cui a quel punto, ci sarebbe stata l’esclusione delle squadre del Sud.La Commissione dei tredici, conferma le decisioni dell’Assemblea Federale e stabilisce che la nuova massima serie, sarà a Girone Unico. La Divisione Nazionale 1926-27, comprenderà solo le 16 squadre che provengono dalla Lega Nord, escludendo quelle appartenenti alla Lega Sud, dove il campionato nella stagione 1926-27, sarà parificato al nuovo secondo livello calcistico. Quindi soltanto la vincitrice della finalissima tra le squadre della Prima Divisione Nord e della Prima Divisione Sud, sarà promossa in Divisione Nazionale, dove prenderà il posto della squadra ultima classificata nel Girone Unico.Viene stabilito dalla Commissione dei tredici, sia al Nord, che al Sud, la scissione della Lega Nord e della Lega Sud in una Lega delle Società maggiori di Prima e Seconda Divisione e in una Lega delle Società minori di Terza e Quarta Divisione.La sede della Lega Nord, per volere delle Società maggiori, si era stabilito avesse il suo Quartier Generale a Torino, nell’Assemblea del 20 settembre 1925. L’esclusione delle squadre centro-meridionali dalla Divisione Nazionale, provoca la protesta dell’Alba Roma, che chiede l’allargamento della Divisione Nazionale da 16 a 17 squadre, con l’inclusione della squadra vincitrice del Girone Sud 1925-26.Questa proposta era stata accettata, ben prima della Carta di Viareggio, il documento, pubblicato a Viareggio il 2 agosto 1926, che organizzava il mondo del calcio italiano a livello nazionale. La Carta riformava in maniera profonda l’ordinamento calcistico, sia per quanto riguardava lo statuto dei calciatori, sia dal punto di vista dell’organizzazione della Federazione e dei campionati.Nonostante Mussolini fosse poco interessato alle competizioni di squadra, il regime aveva fortemente appoggiato l’intero piano.L’interesse verso il calcio di diversi gerarchi, porta a far si che essi stessi diventino tifosi, oppure addirittura dirigenti di Società, dove, in più occasioni, cercano di intervenire a favore delle proprie compagini, creando in prima persona disordini e problemi di ordine pubblico. Addirittura Leandro Arpinati, riesce ad arrivare alla presidenza della Federazione Italiana Gioco Calcio, dove, con la Carta di Viareggio, attuerà una ristrutturazione pesante dell’organizzazione del sistema calcio. La struttura della Lega Nord, si componeva di due gironi interregionali di 12 squadre ciascuno, in cui la prima classificata si qualificava per la finale e le ultime quattro erano retrocesse. Le due finaliste si sfidavano in gare di andata e ritorno e la vincitrice, conquistava la possibilità di giocare la finalissima contro la squadra campione della Lega Sud, sempre con doppia