Le sbalorditive capacità del cervello: Come nutrirlo, svilupparlo e guarirlo.
By Marie Delecroix and Jean
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Le sbalorditive capacità del cervello - Marie Delecroix
RENARD
Prima parte
IL NOSTRO CERVELLO È UNICO
Il nostro cervello è unico 1.1
Come impieghiamo tutto questo tempo?
Jean Viard è un famoso sociologo francese direttore della ricerca al CNRS (Centro nazionale di ricerca scientifica). Dice: "Prima del 1914 vivevamo cinquecentomila ore, di cui duecentomila trascorse a lavorare e altre duecentomila a dormire. Rimanevano in media centomila ore per fare tutto il resto: imparare, combattere, amare, passeggiare ecc.
Oggi in Francia l’aspettativa media di vita è di settecentomila ore. La durata legale del lavoro è di sessantatremila ore. Studiamo per trentamila ore e dormiamo due ore in meno al giorno.
Risultato: quando ho finito di dormire e lavorare, mi restano quattrocentomila ore per fare altro [...] e centomila davanti alla televisione...¹
Quattrocentomila ore per fare cosa? Ho l’abitudine di introdurre l’argomento in questo modo: Qual è la tua Creazione?
. Siamo venuti sulla terra per proseguire la creazione. Contrariamente a quanto spesso si dice, abbiamo parecchio tempo. Che cosa creiamo?
Diffidare dell’ego
Uff, sono strapieno di impegni!
. Lo raccontiamo agli altri, lo raccontiamo a noi stessi e finiamo con il crederci, programmando così il nostro cervello. Finiamo con il diventare inefficienti, strapieni di... nulla. Tanti pensionati ripetono in continuazione che non hanno il tempo di fare niente
. Quando ci raccontano in dettaglio la loro mattinata, veniamo a sapere che sono andati a comprare il pane, che hanno letto il giornale e che c’è una lumaca che li segue fin dalla stazione, tanto lenti camminano! Andare a raccontare in giro di essere indaffaratissimi è assai spesso un modo che l’ego ha di pavoneggiarsi. Ci si attribuisce importanza.
In pensione
Che brutta parola! La pensione sembra quasi una ritirata
, un evento storico, una disfatta militare. È un ritiro, un ripiegamento, lo smettere di lavorare, certo, ma anche mancanza di attività, ospizio, allontanamento.
Un’indagine pubblicata nel 2010 sul Journal of Economic Literature e condotta da due ricercatori, Susan Rohwedder e Robert Willis dell’Università del Michigan, ha concluso che il lavoro stimola il cervello, mentre l’inattività lo indebolisce. Questo studio è stato svolto attraverso una strumentazione analitica e statistica. Esso dimostra che il lavoro rafforza le funzioni del pensiero e di tutto ciò che vi è associato (in particolare la gestione delle emozioni), mentre l’inattività riduce queste facoltà. I due scienziati si spingono ancora più lontano nelle conclusioni, precisando che non vi sono prove scientifiche a sostegno dell’idea che svolgere regolarmente ‘esercizi mentali’ (cruciverba, sudoku, giochi di carte ecc.) impedisca alle capacità cognitive di indebolirsi man mano che invecchiamo. Di contro, il lavoro eserciterebbe questo effetto stimolante
.
Moisés Naím, della fondazione Carnegie, spiega che questa conclusione si basa sull’analisi dei dati statistici e sugli esiti dei test psicologici svolti su soggetti di oltre sessant’anni negli Stati Uniti, in Inghilterra e in altri undici paesi europei
. I ricercatori hanno per esempio constatato che nei paesi in cui gli uomini lavorano più a lungo i risultati dei test cognitivi sono ampiamente superiori a quelli dei paesi dove la popolazione attiva va in pensione prima. Negli Stati Uniti, in Danimarca, in Svezia o in Svizzera, dove l’età pensionabile è più elevata, questi risultati sono per esempio due volte migliori di quelli di paesi come Francia, Austria, Belgio e Olanda, che presentano un’età pensionabile più bassa. L’Italia e la Spagna occupano una posizione intermedia, tra questi due estremi.
Susan Rohwedder e Robert Willis non si sono limitati a confrontare i risultati dei test cognitivi tra i paesi in cui l’età pensionabile è diversa, ma anche quelli, nelle persone dello stesso paese e della stessa età, tra i soggetti in pensione e quelli ancora in attività. I pensionati (per essere più precisi, individui che hanno cessato l’attività e percepiscono comunque una remunerazione
) riportano risultati del 20% inferiori a quelli dei coetanei che lavorano ancora.
La vita dopo il lavoro
Tra i principali suicidi in Francia compaiono pensionati e disoccupati. Quando ricevo in terapia dei pensionati, chiedo loro come impiegano il tempo. Mi spiegano che si tengono occupati, vanno a prendere i nipotini a scuola, fanno parte di associazioni, vanno in vacanza con agenzie poco costose per ammazzare il tempo, preparano i pasti, leggono, passeggiano, fanno giardinaggio e bricolage. Quando chiedo loro se in generale sono felici, spesso tergiversano e rispondono: Mi tengo occupato come posso (per non annoiarmi)
. Vengono da me con dolori e patologie varie. La malattia è però un’informazione che occorre decodificare. Io spiego loro che tenersi occupati, non annoiarsi, non vuol dire essere felici. Per rimanere in buona salute bisogna essere attivi.
È necessario dare un senso alla propria vita attraverso un’attività lavorativa. Per essere felici è indispensabile ESERCITARE I PROPRI TALENTI.
La pensione va preparata fin dai cinquant’anni. Ho amici che, appena compiuti cinquant’anni, hanno organizzato la loro pensione. Alcuni si sono accordati con il datore di lavoro per lavorare come freelance (lavoratore indipendente, consulente) per l’azienda, una volta andati in pensione. Prendete dei contatti, riflettete prima possibile su ciò che farete.
Io stesso a cinquant’anni ho dato una svolta. Dalla direzione di grosse aziende per mettere a frutto
la mia laurea in ingegneria sono passato, a tempo più che pieno, al sostegno e alla guarigione. Il mio credo è che la vita dev’essere ricca e che il denaro non può costituire un criterio di scelta.
Ci colpisce un grave dato: il tasso di mortalità aumenta pochi mesi dopo essere andati in pensione. È incontestabile.
Il nostro cervello è unico 1.2
Facciamo conoscenza con il cervello
Il peso del cervello è compreso tra 1,4 e 1,5 kg, per cui rappresenta il 2% del peso complessivo del corpo. Ciononostante, consuma il 20% degli ingredienti utili che forniamo al corpo. Il cibo principale del cervello è lo zucchero. Per avere un buon cervello, occorre quindi consumare zuccheri buoni (sono diplomato in naturopatia, medicina cinese ecc., ma soprattutto in buonsenso!). Gli zuccheri buoni si trovano nella frutta, soprattutto la migliore: fragole e mele.
Il cervello è costituito per il 75% da acqua, fin dalla nascita. Inoltre, il corpo racchiude un quinto di materia grassa, di cui un terzo nel cervello. Occorre pertanto smettere di dire che i grassi fanno male alla salute
. Sotto forma di omega-3 o omega-9, i grassi sono essenziali per la vita del cervello e del cuore.
Nella gerarchia funzionale del sistema nervoso centrale, il cervello è al livello più elevato. Fa parte dell’encefalo (dal greco enképhalos, ciò che è nella testa
), costituito anche da cervelletto e tronco encefalico.
Il cervelletto è ubicato sotto il cervello. Si tratta di un centro nervoso che contiene il 50% dei neuroni presenti nella testa. Si occupa soprattutto di gestire l’equilibrio e la coordinazione dei movimenti.
Il tronco encefalico si prolunga attraverso il midollo spinale nella colonna vertebrale. Mediante il tronco encefalico, la corrente elettrica viene inviata dal cervello al resto del corpo. Esso gestisce, assieme all’ipotalamo (struttura che fa parte del cervello), il sistema neurovegetativo.
Protetto dalla scatola cranica, il cervello è ricoperto da tre meningi, simili a membrane o pelle: dura madre, aracnoide e pia madre. È inoltre costituito da due emisferi, destro e sinistro. L’emisfero destro governa il lato sinistro del corpo. Una delle sue funzioni è la rappresentazione dello spazio. L’emisfero sinistro governa il lato destro del corpo e agisce sul linguaggio. Occorre sottolineare che ciò si applica ai destrimani, ossia che per i mancini l’emisfero destro governa invece il lato destro, mentre l’emisfero sinistro il lato sinistro.
Le quattro parti che compongono ciascun emisfero sono chiamate lobi. Anzitutto il lobo frontale (a livello della fronte) che, tra le altre cose, agisce sul ragionamento, sulle funzioni motorie, sui comportamenti sociali e sul linguaggio. Segue quindi il lobo temporale (a livello delle tempie), che si occupa del linguaggio, della memoria, delle emozioni e dell’udito. C’è poi il lobo parietale (verso la sommità del cranio), che riguarda la rappresentazione dello spazio, il tatto, la memorizzazione dei movimenti. Infine, il lobo occipitale (alla base del cranio), che gestisce la vista.
La corteccia è la parte esterna del cervello e viene anche chiamata semplicemente cervello
o materia grigia, per il suo colore. Costituita da sei strati di neuroni, trasmette e riceve informazioni dalle cellule nervose. La corteccia contiene all’incirca dieci miliardi di neuroni e più o meno un milione di miliardi di connessioni. È la sede del pensiero. In fisica quantistica e soprattutto grazie all’aiuto di apparecchi come il Physioscan (v. cap. "Il Physioscan"), la corteccia rappresenta dunque una parte essenziale del cervello, sulla quale lavorare in terapia. Una specie di carta geografica della corteccia divide quest’ultima in zone ben delimitate. Per esempio, in alto a sinistra si trova la zona che riguarda l’ipoglicemia, mentre in basso quella riferita agli occhi.
Scendendo in profondità nel cervello troviamo la sostanza bianca, costituita da assoni, cioè dal prolungamento dei neuroni. Gli assoni sono protetti da una guaina isolante chiamata mielina. Sono come dei fili elettrici che permettono tra le altre cose la comunicazione tra la corteccia e il resto del sistema nervoso.
Nella sostanza bianca, situata quasi al centro del cervello, si trovano i nuclei o gangli della base. Tra loro il nucleo caudato, il putamen e il globus pallidus, chiamati corpi striati o striatum, che contribuiscono alla regolazione dei movimenti e all’acquisizione degli automatismi. Si attivano in questa gestione dei movimenti grazie alla dopamina, un neurotrasmettitore che viene loro inviato dalla sostanza nera nel tronco encefalico. I nuclei della base comunicano anche con la corteccia. Ricevono da questa informazioni e gliene inviano attraverso il talamo. Quest’ultimo ritrasmette le informazioni provenienti soprattutto dall’udito, dalla vista e dal gusto. Vero e proprio centro di smistamento, riceve e invia informazioni alla corteccia. È costituito da vari nuclei.
Al centro del cervello si trovano quattro cavità chiamate ventricoli, nelle quali circola il liquido cefalorachidiano. Sono i ventricoli laterali, il terzo ventricolo e il quarto ventricolo. Quest’ultimo è ubicato a livello del tronco encefalico. In fisica quantistica e soprattutto grazie all’aiuto del Physioscan, si tratta di una zona sulla quale il terapeuta lavora regolarmente, perché è da lì che partono gli ordini in direzione degli organi.
Il liquido cefalorachidiano trasporta il cibo delle cellule nervose. Funge inoltre da pattumiera
, perché espelle le scorie prodotte e le immette nel sangue tramite delle piccole porosità craniche. Un adulto produce mezzo litro al giorno di liquido cefalorachidiano, il che permette al liquido di rinnovarsi quattro volte al giorno (supponendo che il cervello ne contenga circa 150 ml).
Il cervello è isolato dalla circolazione sanguigna grazie a una barriera a tenuta stagna costituita dalle pareti dei capillari (i vasi sanguigni più piccoli) e chiamata "barriera ematoencefalica".
Questa membrana cellulare, situata tra la circolazione sanguigna e il sistema nervoso centrale, permette soltanto all’acqua, agli ioni e ad altri composti solubili di passare. Si tratta di una vera e propria barriera immunologica senza la quale il cervello non potrebbe contrastare eventuali aggressori. Permette dunque di proteggere il cervello dalla circolazione sanguigna e dalle potenziali tossine o da altri agenti patogeni che vi si possono trovare. La sua funzione è di filtro. Le sostanze nutritive necessarie al cervello attraversano la barriera secondo un rigido processo di sorveglianza. Il passaggio è controllato e quindi permesso da specifici vettori, cioè proteine. Grazie a questi vettori, gli alimenti solubili e i peptidi varcano la barriera.
Il cervello si nutre nella fattispecie di zuccheri buoni e di ossigeno. Ha a disposizione scarse riserve, contrariamente agli altri organi del corpo. Di conseguenza, il ruolo della barriera ematoencefalica è fondamentale. Deve assicurare nello stesso tempo la protezione, il trasporto degli alimenti e dell’ossigeno al cervello, come pure l’eliminazione delle scorie. Attraverso di essa vengono eliminati i rifiuti del cervello, i quali sono numerosi, perché il cervello è un gran consumatore di energia e quindi produce scorie.
Alcuni capillari del cervello non fanno parte della barriera ematoencefalica. Si tratta in particolare di quelli che trasportano ormoni e che devono rimanere in comunicazione con la circolazione sanguigna.
Quattro arterie vascolarizzano il cervello. Sono le due carotidi e le due vertebrali che escono dall’aorta, quest’ultima proveniente dalla parte sinistra del cuore. Le quattro arterie confluiscono nel poligono di Willis, un circolo arterioso che permette l’apporto di sangue al cervello e che si trova alla base di quest’ultimo. Il poligono mette in comunicazione tra loro le seguenti arterie: carotide interna, arteria basilare, arteria cerebrale, arteria comunicante anteriore e arteria comunicante posteriore. Costituisce inoltre una specie di banca del sangue che permette di sopperire, qualora necessario, a un difetto nel funzionamento di una delle arterie del collo. È per lo più il poligono di Willis a fornire al cervello ossigeno e sostanze nutritive.
Tra i due emisferi, sopra il terzo ventricolo, si trova il diencefalo. Esso comprende essenzialmente il talamo, l’ipotalamo e l’epitalamo (che include nella fattispecie l’epifisi). Composto da dodici nuclei dalle funzioni ben definite, l’ipotalamo svolge un ruolo preponderante nella gestione delle emozioni. Governa altresì le funzioni vegetative come il piacere sessuale, l’appetito, il sonno e la temperatura corporea. Grazie agli ormoni nel circolo sanguigno e a quelli secreti dai neuroni, l’ipotalamo comunica con gli organi del corpo. Assieme al tronco encefalico gestisce il sistema nervoso autonomo (SNA) o vegetativo, composto dal sistema nervoso simpatico e dal parasimpatico. I nervi che si dipartono dall’SNA sono collegati a cuore, polmoni, tubo digerente, vasi sanguigni e sfinteri. Questo sistema regola pertanto le funzioni autonome quali la circolazione arteriosa e venosa, la pressione arteriosa, la respirazione, la digestione, la secrezione e l’escrezione. I suoi centri di regolazione sono ubicati nel midollo spinale, nel cervello e nel tronco encefalico.
L’SNA comprende:
I due emisferi
C’è un fatto che ci ha sempre incuriosito, che ha richiamato la nostra attenzione: i due emisferi non svolgono le medesime funzioni.
Il seguente riepilogo è stato tratto dallo splendido libro The Edge Effect.²
Funzioni governate dall’emisfero sinistro:
– Lato destro del corpo
– Ragionamento deduttivo
– Pensiero logico
– Analisi pragmatica
– Riconoscimento dei dettagli