Aspartame e dolcificanti artificiali: I rischi per la salute, le alternative naturali.
By Luc Darrigol and Jean
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Book preview
Aspartame e dolcificanti artificiali - Luc Darrigol
sorprese!
Prima parte
L'ASPARTAME
Desidero rendere omaggio a due donne che attualmente portano in alto il vessillo della rivolta contro l'aspartame: Betty Martini, a capo dell'associazione Mission Possible World Health International di Duluth, Georgia, i cui articoli sono pubblicati sul sito dorway.com, e Corinne Gouget, che porta avanti la battaglia in Francia con il libro Guida tascabile agli additivi alimentari (ed. Macro, 2009) e con il sito santeendanger.net.
Nulla di rassicurante
L'aspartame venne scoperto in maniera casuale nel 1965 da James Schlatter, chimico presso i laboratori G.D. Searle & Co., che lavorava all'elaborazione di un nuovo farmaco destinato ad alleviare l'ulcera gastrica. Manipolando senza guanti una polvere intermedia durante una fase della ricerca, la sua attenzione fu attratta dall'odore. Portandosi un dito in bocca, Schlatter rimase molto sorpreso dal sapore assai dolce.
Era nato l'aspartame.
Dopo nove anni di forti pressioni da parte della G.D. Searle & Co., la FDA (Food and Drug Administration) ne autorizzò l'immissione sul mercato nel 1974, prima di vietarlo qualche mese dopo per l'insistenza di un gran numero di scienziati, i quali ne denunciavano già chiaro e forte gli effetti tossici (soprattutto a livello cerebrale) e cancerogeni.
Il divieto non ebbe vita lunga. Una potente lobby ribaltò la situazione e, nel 1981, la FDA ne autorizzò nuovamente la commercializzazione. La Francia seguì a ruota, autorizzando l'aspartame nel 1988.
Nel frattempo, il produttore aveva cambiato nome. Il primo ottobre 1985 infatti la G.D. Searle & Co. venne acquisita dalla... Monsanto per 2,7 miliardi di dollari!
La Monsanto: vi dice nulla questo nome?
È proprio quell'azienda che, come una piovra, punta a estendere il suo dominio sul pianeta acquisendo a suon di miliardi di dollari le imprese che ne intralciano l'espansione. È quell'azienda che mira a far suo il mercato mondiale delle sementi di cereali, avendo disattivato i geni che permettono la naturale riproduzione dei chicchi e quindi la loro fertilità. È quell'azienda che pilota il mercato mondiale degli organismi geneticamente modificati. Quell'azienda che produce ormoni della crescita stimolando artificialmente la produzione di carne bovina e suina. Quell'azienda che produce il terribile erbicida Roundup e, peggio ancora, che durante la guerra in Vietnam ha prodotto il BPC, un defoliante soprannominato agente arancio
nebulizzato dagli americani sulle foreste. Il BPC ha prodotto decine di migliaia di morti e, da allora, varie generazioni di bambini sono nate con terribili malformazioni.
Ve lo dico in tutta onestà, che l'aspartame sia prodotto dalla Monsanto non mi rassicura del tutto. E voi?
Quando la Monsanto acquisì la G.D. Searle & Co., ne separò l'attività farmaceutica (Searle Pharmaceuticals), creando una filiale per la produzione dell'aspartame, la NutraSweet Company. Questa filiale fu in seguito rivenduta a... precedenti dirigenti della Monsanto. E così la gallina dalle uova d'oro
rimase in famiglia.
Proprio con questo nome (NutraSweet) l'aspartame viene venduto negli Stati Uniti come edulcorante da tavola. In Francia è commercializzato con il nome di Canderel.
Per concludere il capitolo, come non denunciare il modo in cui la FDA ha attuato il repentino cambio di posizione nel 1981, autorizzando l'aspartame nonostante la forte opposizione al suo interno. Guarda caso (ma possiamo davvero parlare di caso
?), il presidente statunitense Ronald Reagan era amico (è chiaro il significato di questo genere di amicizie)... del presidente della G.D. Searle & Co.
Forte del parere dato dagli esperti del suo comitato valutativo, il commissario generale della FDA aveva fermamente rifiutato l'autorizzazione dell'aspartame. Fu allora cacciato e Arthur Hull Hayes, un prestanome messo al suo posto, appoggiò l'autorizzazione a immettere sul mercato l'aspartame. Presa la decisione, diede le dimissioni per entrare – volete scommettere? – alla... G.D. Searle & Co. con uno stipendio astronomico.
Questo esempio illustra in maniera patetica come le lobby siano onnipresenti sul mercato degli edulcoranti e lo scoprirete nel corso di questo libro. Manipolazioni e disinformazione rendono corrotto l'argomento degli edulcoranti. Una ragione in più per evitare di consumarli.
Il killer silenzioso
L'edulcorante più utilizzato nell'industria agroalimentare e presente in più di seimila prodotti è anche il più pericoloso per l'organismo umano.
Si tratta di una contraddizione ampiamente riscontrabile in internet. Digitando la parola aspartame
, Google dà accesso a più di due milioni di siti. In Rete però gli viene attribuito un soprannome malefico: il killer silenzioso.
Sì, lo affermano tacitamente tantissimi scienziati: l'aspartame uccide!
Quest'accusa è di una gravità tale che ho deciso di dedicare tutta la prima parte del libro unicamente all'aspartame.
L'aspartame presenta la seguente composizione: L-aspartil-L-fenilalanina metilestere. Si tratta di una proteina costituita da una catena molecolare di aminoacidi uniti tra loro da due legami peptidici, ragion per cui l'aspartame viene classificato come dipeptide.
Quando assorbiamo aspartame, attraverso una compressa edulcorante da tavola per dolcificare una bevanda (per esempio il caffè) oppure in un alimento che lo contiene, si verifica ciò che chiamiamo idrolisi, ossia una scomposizione effettuata dall'acqua contenuta nel tubo digerente, in associazione a vari enzimi digestivi. L'acqua e gli enzimi scindono le diverse componenti dell'aspartame. L'idrolisi dell'aspartame spezza i due legami peptidici che uniscono gli aminoacidi e da questa scomposizione emergono tre elementi:
Fenilalanina
Acido aspartico
Metanolo
Una volta assorbiti dai villi nella mucosa dell'intestino tenue, questi elementi provenienti dall'idrolisi dell'aspartame penetrano nella vena porta che conduce al fegato. Cosa ne è di loro, a quel punto?
La fenilalanina
La fenilalanina costituisce il cinquanta per cento della massa dei tre elementi scaturiti dall'idrolisi dell'aspartame. Si tratta di un aminoacido definito essenziale, perché non può essere sintetizzato dall'organismo umano e dev'essere per forza di cose fornito dagli alimenti. Tutte le proteine che assorbiamo (carne, pesce, latte, uova ecc.) contengono tale aminoacido.
La fenilalanina svolge un ruolo importante a livello cerebrale, stimolando la produzione di due principali neurotrasmettitori, la dopamina e l'adrenalina, i quali svolgono soprattutto un ruolo nella veglia, la vigilanza e la concentrazione. Questo a dosi... ragionevoli. Una quantità eccessiva di fenilalanina infatti diventa neurotossica e rischia addirittura di provocare tumori cerebrali, come denunciano gli scienziati che si battono per l'interdizione dell'aspartame.
Nel suo notevole libro Excitotoxins: The Taste That Kills, Russell L. Blaylock descrive per l'appunto questa neurotossicità. L'assorbimento della fenilalanina avviene a livello epatico. Il fegato secerne un enzima, l'idrossilasi (chiamata anche PHA), che metabolizza la fenilalanina trasformandola in tirosina e poi in melanina, il pigmento che colora la pelle.
Purtroppo, alcuni soffrono di una malattia genetica, la fenilchetonuria, che non permette loro di rendere attivo l'enzima PHA. La fenilalanina da loro assorbita non viene pertanto metabolizzata; si concentra nel sangue e nel cervello, provocando disturbi gravissimi. A questo argomento ho dedicato un capitolo. Il rischio corso da un fenilchetonurico consumando un prodotto contenente aspartame è di una gravità tale che sulla confezione di qualsiasi prodotto contenente l'edulcorante in questione deve comparire per legge la dicitura: contiene una fonte di fenilalanina
.
L'acido aspartico
L'acido aspartico rappresenta il quaranta per cento della massa dei tre elementi scaturiti dall'idrolisi dell'aspartame. Come la fenilalanina, è un aminoacido. Non è essenziale, giacché l'organismo è in grado di sintetizzarlo.
L'acido aspartico viene metabolizzato sotto forma di aspartato, che svolge un ruolo importante nel cervello perché stimola la neuromediazione, processo altresì chiamato neurotrasmissione giacché consiste nell'agevolare la trasmissione delle informazioni da neurone a neurone a livello di sinapsi tra i dendriti, le terminazioni degli assoni che prolungano il corpo cellulare