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Scegliere le proprie emozioni: Per risolvere i conflitti interiori
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Ebook76 pages56 minutes

Scegliere le proprie emozioni: Per risolvere i conflitti interiori

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Le emozioni colorano la nostra vita e permettono di esprimere i diversi aspetti della nostra personalità. Viverle appieno significa condurre un'esistenza intensa, a condizione di non cedere loro i comandi. Dobbiamo allora arginare queste emozioni che quotidianamente irrompono nella nostra vita? No, è meglio sceglierle! Spesso le emozioni ci aiutano a prendere decisioni e ci permettono di risolvere conflitti interiori; influenzano inoltre la nostra idea di felicità o infelicità, nonché le direzioni che prendiamo. Un noto psicoterapeuta ci insegna in modo semplice e facile a trovare le emozioni che ci sono più utili e a modellarle secondo il nostro volere. Lasciare che si esprimano al momento giusto, per un motivo giusto e con la persona giusta e prendere in considerazione emozioni diverse per il medesimo evento vissuto significa ampliare il nostro punto di vista, incanalare le energie positive, ridurre l'impatto di quelle negative e potenziare il nostro capitale più prezioso: il benessere.
LanguageItaliano
Release dateSep 13, 2011
ISBN9788880937784
Scegliere le proprie emozioni: Per risolvere i conflitti interiori

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    Scegliere le proprie emozioni - Bernard Raquin

    d'animo.

    Subire o esprimere

    le proprie emozioni

    Le emozioni ci colorano la vita e permettono di esprimere i diversi aspetti della nostra personalità. Viverle appieno significa condurre un'esistenza intensa, a condizione di non cedere loro i comandi. Spesso esse ci aiutano a prendere decisioni e ci permettono di risolvere conflitti interiori. Influiscono anche sui nostri orientamenti e sul modo di concepire la felicità o l'infelicità. In ambiti antichi e moderni quali la saggezza, la spiritualità o le terapie, l'abilità di gestire o controllare le emozioni per conseguire l'equilibrio psicologico svolge un ruolo di spicco.

    Il mondo esterno spesso diventa l'eco di quello interno. Attiriamo a noi persone che risvegliano le emozioni ricercate per tranquillizzarci, rassicurarci, indignarci o darci piacere. Esse svolgono inoltre un ruolo relazionale, giacché le persone irascibili, scorbutiche e ostili sono tenute in disparte. Le si invita di meno, le si evita, le si critica alle spalle. Al contrario, si apprezza chi è sempre allegro.

    Nel corso dell'esistenza, le nostre emozioni possono essere delle fedeli alleate... o le peggiori nemiche. Una dopo l'altra, danno tono alle giornate. Saremo allegri, leggeri, colmi di curiosità o di buoni sentimenti? Saremo tristi, pesanti, preoccupati, frementi di rabbia? A chi tocca stabilirlo? A noi? Agli eventi? Agli altri? E se, invece di essere vittime passive, avessimo la possibilità di scegliere?

    Ecco lo scopo di questo libro: conoscere le emozioni, capirle, metterne a nudo la struttura per dare la preferenza a quelle che ci sono utili.

    Un'emozione è un'informazione fisica che permette di esperire e quindi di dare un senso a ciò che si vive. Per la maggior parte del tempo, ci accorgiamo a malapena di quelle che ci attraversano. Al ritmo dei pensieri, secondo ciò che udiamo o vediamo, esse vengono suscitate dagli stimoli. Per esempio, leggere il giornale e guardare la televisione possono risvegliare collera, tristezza, ammirazione, compassione ecc. Una storia sui pompieri ci avvince ed ecco che amiamo i vigili del fuoco. Uno squallido fatto di cronaca ci sconvolge e ne detestiamo gli autori. Un reportage sul salvataggio di un bambino ci commuove e proviamo compassione. Un'inchiesta sullo sperpero del pubblico denaro ci urta i nervi. Subiamo inoltre l'influsso della pubblicità, delle canzoni, dei discorsi politici e tutto questo ci fa reagire emotivamente, piuttosto che razionalmente.

    Le nostre emozioni possono fungere da bussola. In genere, quando una di esse ci domina troppo di frequente o si dimostra spropositata, non viene suscitata dal presente, bensì riattivata dal passato: un incidente risveglia in noi un'impronta inconscia, impadronendosi dei comandi. Le emozioni si ancorano e sono memorizzate nell'inconscio, sempre pronte a tornare in superficie.

    Possiamo riconoscere il tentativo di esprimersi delle emozioni allorché avvertiamo un fastidio. Ci sentiamo spenti, senza entusiasmo per nulla. Qual è il bisogno insoddisfatto? Generalmente parlando, la mancanza di desiderio deriva dal fatto di aver desiderato troppo senza ricevere nulla oppure dall'essere stati repressi nel momento in cui si desiderava. Abbiamo assimilato il desiderio al disappunto. Molte cose hanno la facoltà di tentarci e, dal momento che il desiderio è inestinguibile e inappagabile, rischiamo di passare la vita a cercare di appagarlo... senza risultati.

    Un buon approccio è quello di mirare all'emozione desiderata mediante mezzi diversi. Si progredisce grazie agli ostacoli e alle regole. Sono i limiti che trasmettono senso e piacere, lo dimostrano tutti i giochi di società (individuali e collettivi) e tutte le forme di creatività. Lo sviluppo inizia là dove comincia la regola. Tirar calci a un pallone è noioso; farlo con il divieto di oltrepassare determinate linee diventa interessante. Spostare a caso delle pedine su una scacchiera è assurdo, ma quando ci sono regole precise, ecco che sorgono passione e divertimento. I limiti ci strutturano.

    Analogamente, possiamo individuare le emozioni nascoste quando avvertiamo frustrazione, che può anche sfociare in delusione, amarezza o collera. Si tratta quindi di un segnale che spinge a chiedersi cos'è possibile fare, ossia è qualcosa che dipende unicamente da noi. La domanda In cosa mi può essere utile questo? permette di uscire dal senso di frustrazione e d'impotenza. Volgendo lo sguardo verso il futuro, mettiamo in moto le nostre risorse e favoriamo la creazione di strade diverse.

    Tuttavia, teniamo a mente che le nostre emozioni talvolta si mescolano tra loro o si nascondono una dietro l'altra. A volte esitiamo sul tipo di emozione da manifestare. Quando un amico fa un commento negativo, ne deduciamo che sta scherzando o ci sta prendendo in giro. Se invece a farlo è qualcuno che non ci piace, prendiamo male quello stesso commento. Qualche volta gli amici ci aiutano a reinterpretare parole irritanti, a guardarle con distacco.

    Se le emozioni sono confuse, possiamo andare alla ricerca dell'emozione principale o di quella a lungo termine più favorevole. Possiamo anche metterle in scala, annotandole su un

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