Storie di Fate, Streghe, Gnomi e Folletti
By AA. VV.
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About this ebook
Questo libro raccoglie le fiabe del mondo incantato, dove sono protagoniste fate, streghe, e i loro amici gnomi e folletti, che sempre appassionano i fanciulli di ogni età.
I genitori possono leggere queste favole ai loro bambini di 3 anni in poi.
AA. VV.
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Storie di Fate, Streghe, Gnomi e Folletti - AA. VV.
FIABE DI FATE
Le fate e il cappello bianco
fairy.jpgC’era una volta un ragazzo che tornando a casa, una sera, si allontanò senza accorgersene dal sentiero perdendosi nella grande foresta. Quando giunse la notte il ragazzo, stanco del lungo cammino, si stese sotto un albero e si addormentò. Al risveglio, alcune ore più tardi, si accorse che un grande orso era disteso accanto a lui con la testa appoggiata ai suoi vestiti. Il ragazzo in un primo momento si spaventò, ma quando si accorse che l'orso in realtà era mite, si lasciò condurre da lui attraverso il bosco finché vide una luce provenire da una piccola capanna fatta di zolle erbose. Bussò alla porta e una piccola donna gli aprì e lo invitò gentilmente a entrare. Nella capanna, seduta accanto al fuoco, c'era un'altra piccola donna. Dopo avergli offerto una buona cena gli dissero che avrebbe dovuto dividere con loro l'unico letto della capanna.
Appena coricato il ragazzo sprofondò in un sonno pesante ma si risvegliò bruscamente al suono del pendolo che batteva la mezzanotte. Vide le due piccole donne alzarsi e infilarsi dei cappelli bianchi appesi alla spalliera del letto. La prima disse: «io vado» e l'altra aggiunse: «io ti seguo» e improvvisamente scomparvero.
Spaventato all'idea di restare solo nella capanna, e vedendo un altro cappello bianco appeso alla spalliera, lo indossò dicendo: «io ti seguo». Ed ecco che immediatamente una forza misteriosa lo portò al cerchio delle Fate dove tante piccole donne danzavano allegramente. A un certo punto una di loro disse: «io vado alla casa di un gentiluomo» e tutte le altre: «io ti seguo». Il ragazzo fece altrettanto e si ritrovò su un tetto, vicino a un alto camino.
La prima fata, poiché proprio di Fate si trattava, disse: «Giù dal camino!» e le altre, ripetendo la solita formula, la seguirono prima attraverso la cucina e poi giù fino alla cantina. Qui cominciarono a prendere delle bottiglie di vino da portare via, poi ne aprirono una e la porsero al ragazzo il quale bevve così avidamente che cadde in un sonno profondo. Al risveglio si trovò solo, e tutto tremante ritornò nella cucina dove incontrò dei servi che lo condussero dinnanzi al padrone di casa; dato che non sapeva dare una valida spiegazione circa la sua presenza lì fu condannato all'impiccagione.
Quando già si trovava sul patibolo vide una delle piccole donne farsi largo tra la folla; in mano teneva un cappello bianco simile a quello che lei aveva in capo. La fata chiese al giudice di lasciare indossare il cappello al ragazzo prima di impiccarlo e il giudice, non vedendo cosa ci potesse essere di male, acconsentì.
La fata si arrampicò allora sul patibolo e mise il cappello sul capo del ragazzo dicendo: «io vado!» e il ragazzo, rapidamente, rispose: «io ti seguo!». Veloci come fulmini volarono fino alla piccola capanna nel bosco. La fata gli spiegò allora quanto si fosse offesa nello scoprire che si era appropriato del cappello bianco e aggiunse che, se voleva essere amico delle creature fatate del bosco, non avrebbe mai più dovuto prendere le cose di loro proprietà.
Il ragazzo promise e, dopo una buona cena, gli fu concesso di tornare alla sua casa.
Il principe Gabriele e la fata Verdina
fata_verde_by_blue_rose.gif_480_480_0_64000_0_1_0.gifC’era una volta un principe di nome Gabriele che viveva in un bel castello, che si trovava in mezzo ad una foresta abitata da lupi e streghe. Insieme al principe viveva la principessa Jennifer, sua promessa sposa.
Mancavano pochi giorni al matrimonio e tutti gli invitati stavano arrivando castello. Gabriele, in groppa al suo cavallo bianco, andava per la foresta per accertarsi se i suoi ospiti viaggiassero senza pericoli.
Mentre galoppava per la foresta vide una casetta vecchia e brutta. Sulla porta c’era la strega Amanda che accarezzava un lupo dall’aspetto feroce. La strega disse al principe: - Vorrei essere invitata al tuo matrimonio. So che ci sono anche tante fate amiche della tua principessa.
Gabriele rispose: - Non posso invitare al castello una persona sconosciuta, che poi, come vedo, è amica di lupi feroci. Non è possibile.
La strega allora fece finta di niente e lo invitò a riposarsi un po’; gli offrì un bel bicchiere di vino a cui, però aveva mescolato, un filtro magico. Il principe bevve tutto d’un fiato, ma cominciò a sentirsi male. Improvvisamente si trasformò in un maialino nero.
Amanda sorrise crudelmente ed esclamò: - Adesso non ci saranno più invitati al tuo castello, visto che non ci sarà nemmeno il matrimonio.
Dette queste parole ordinò al suo lupo di divorare il maiale – principe, ma questi riuscì a nascondersi in una buca che c’era alla base di un tronco d’albero. Il lupo aspettò un po’, ma poi andò via, tanto ormai il povero Gabriele non aveva ormai scampo.
Il maialino nero iniziò a lamentarsi: - Povero me, che stupido sono stato ad accettare quel bicchiere di vino. La sete mi ha giocato proprio un brutto scherzo. Adesso come farò?
Ad un tratto, l’albero cominciò a muoversi e a parlare: - Non preoccuparti, io sono l’Albero delle Fate dei Boschi. Mi muoverò pian piano e ti porterò dalla mia protettrice, la Fata