GORA - Appunti di un'infanzia nel dopoguerra
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GORA - Appunti di un'infanzia nel dopoguerra - Miriam Maria Santucci
Indice
GORA
GORA
INTRODUZIONE
PREFAZIONE
1944
Verso la liberazione
1945
L'alleato nascosto
1946
Monarchia o Repubblica?
1947
Le prime disavventure
1948
Lupi e aquile
1949
La fine di un incubo
Le stanze del casolare
Matrimonio a sorpresa
I cacciatori
1950
Zia a cinque anni
1951
Trebbiatura
Il profumo del fieno
Il cagnolino abbandonato
Arriva la radio
La prima maestra
Natale
La Scartocciatura
Campi arati
1952
Cresima e Comunione
L'incidente scampato
1953
Giochi
Feste grandi
Pecorelle
Chiocciole e lumache
Una nuova famiglia
Addio al nipotino
La castagna gigante
La nascita del vitellino
I calzoncini corti...
1954
La recita di Natale
Le grida del maiale
1955
Il fischio del treno
Appuntamento con le luci
La cabina elettrica
Uliveti e vigneti
La nuova maestra
La letterina incompiuta
1956
Addio alla scuola
62 anni dopo...
2018
Il progresso...
Le tre case di Gora
Biografia
Miriam Maria Santucci
GORA
Appunti di un'infanzia nel dopoguerra
Ai miei genitori che vissero due guerre e mi concepirono
nell'Italia della speranza e alle mie figlie e nipoti
con l'augurio di ritrovarla e preservarla
TITOLO | GORA - Appunti di un'infanzia nel dopoguerra
AUTORE | Miriam Maria Santucci
ISBN | 978-88-31684-29-3
In copertina foto dell’autrice, elaborazione grafica di Andrea Bassani Sis, www.cybstudio.it
Prefazione di Pier Carlo Lava
©2021 Tutti i diritti riservati all’Autore
Questa opera è pubblicata direttamente dall’Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l’Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
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INTRODUZIONE
L'Autrice, che conosco e apprezzo da tempo, con GORA
ha dimostrato di essere non solo una splendida poetessa, autrice di diversi libri di poesie, ma anche una grande scrittrice. Uno spaccato di vita del secondo dopoguerra, nel quale si racconta la storia di Gora
sugli Appennini, con un finale a sorpresa... La lettura di GORA
è piacevole, scorrevole e per quelli della mia generazione fa rivivere i tempi difficili ma pieni di entusiasmo e speranze nel futuro, del primo decennio dopo la fine della seconda guerra mondiale. La lettura di GORA
è consigliata anche alle generazioni successive sino a quella attuale, perché dà modo di comprendere, quasi come lo si stesse vivendo, un periodo importante della storia del nostro Paese. Occorre ricordare chi eravamo per capire dove dobbiamo andare
. La lettura di GORA
è un'oasi di serenità e relax in un'epoca di grande stress come la nostra.
Pier Carlo Lava
Pier Carlo Lava – Nato e residente ad Alessandria, ex Dirigente Industriale e Consulente Commerciale con grande esperienza in Marketing, ora Blogger.
PREFAZIONE
Miriam Maria Santucci ci riapre ancora una volta lo scrigno di ricordi da cui aveva estratto tempo fa i suoi quattro libri di poesie, offrendoci questa volta GORA
, un breve romanzo autobiografico. Il 1944-1956 è uno spicchio di Storia spesso relegato in secondo piano o quasi dimenticato. La voce narrante presenta la dura infanzia di Gora, con gli occhi e la mente della piccola, che nasce e vive in quel difficile periodo di transizione, tra la fine del secondo conflitto mondiale e l'arrivo del progresso, quando tutto era da ricostruire e il disagio regnava in tutte le categorie sociali e in tutti i settori produttivi. Il mondo rurale era estremamente povero ma la forza di volontà spingeva tutti verso la conquista di un mondo migliore e la speranza illuminava l'animo di ogni essere umano.
GORA
ci racconta la nostra grande cultura contadina, ricca di saggezza e di semplicità, ricordando e descrivendo un mondo che, con la costante urbanizzazione, è andato purtroppo lentamente e inesorabilmente scomparendo. Grazie, Miriam, per regalarci questi momenti struggenti di emozioni, di dolcezza e di lezioni di vita per le nuove generazioni.
Nicola Minervini
Nicola Minervini – Consulente, formatore e autore di numerosi libri di internazionalizzazione, adottati nelle principali Università Latino-Americane.
1944
Verso la liberazione
L'anno stava giungendo alla fine. Gli alleati avevano già liberato il Sud e stavano avanzando velocemente verso il Centro-Nord. I punti più strategici, occupati da tempo dall'esercito tedesco, erano costantemente bombardati. Quando qualcuno dava l'allarme, tutti nella famiglia di Gora sapevano che dovevano mettersi al sicuro nel rifugio, anche i più piccini.
Esisteva da tempo il letto di un piccolo torrente che divideva alcune proprietà agricole: passava tra vari appezzamenti di frumento, di granturco e di foraggio fino a raggiungere l'orto dietro il casolare, dove abitava la famiglia di Gora. Perciò il tratto di torrente accanto alla casa fu ricoperto da vecchie tavole, e sopra vi fu cosparso abbondante terreno e sorse così, in continuazione dell'orto già esistente, un secondo orticello di cicoria, zucche e cavolfiori.
Il rifugio era del tutto invisibile. Vi si accedeva da una bassa apertura che permetteva di entrare solo carponi, uno alla volta. Lì dentro la famiglia poteva mangiare e dormire tranquillamente, senza il timore di essere scoperti da pattuglie di Tedeschi, alla costante ricerca di cibo, né di essere visti dall'alto, magari scambiati per nazisti, dai cacciabombardieri alleati, diretti verso l'altro lato degli Appennini.
I bambini più piccoli erano quelli che meno di tutti avevano paura: ben nascosti nell'ampio rifugio, nell'incoscienza della loro età, si divertivano a contare gli aerei che passavano sopra le loro teste.
1945
L'alleato nascosto
La famiglia di Gora contava già sei figli: cinque maschi e una femmina, e Gora sarebbe nata da lì a pochi mesi. Il maggiore dei fratelli fu chiamato al servizio militare giovanissimo ma tornò ben presto a casa, pochi mesi dopo lo sbarco degli Inglesi. Il ragazzo giunse giusto in tempo per conoscerne uno, tenuto nascosto nel fienile dietro casa. L'Inglese era capitato lì una sera, ferito al petto e al volto, braccato dai Tedeschi che proliferavano ancora in quella zona degli Appennini. Il babbo lo accolse e lo nascose nell'ampio fienile, col soffitto molto alto e con un sottotetto di tavole che potevano facilmente celare un uomo, nell'eventualità che ci fossero state delle perquisizioni. E non mancavano le occasioni per essere spesso perquisiti. La fame spingeva i soldati tedeschi a saccheggiare frequentemente quei casolari sperduti nelle campagne e non se ne andavano mai a mani vuote. Cercavano per lo più salami, prosciutti e pane e se avessero trovato anche una sola pagnotta nascosta, era un motivo più che sufficiente per sparare a chi si era permesso di non consegnarla. Nessuno aveva il coraggio di affrontarli: vigeva la ferrea legge che, per ogni tedesco ucciso, dieci Italiani, presi a caso, fossero fucilati!
Solo i genitori e i due figli maggiori sapevano del militare inglese nascosto nel fienile. Se i Tedeschi avessero dubitato della presenza di qualche alleato nei dintorni, sarebbe stata passata al setaccio l'intera zona e qualora fosse stato trovato, sarebbe stata sterminata l'intera famiglia che lo aveva nascosto e tutte le altre famiglie che avevano la sfortuna di abitare lì vicino.
Un giorno di febbraio il temuto saccheggio toccò al casolare della famiglia di Gora. Era già sera e si trovavano tutti in casa attorno al focolare e Gora nel pancione di sua madre. Fu allora che tre militari