Poesie dal campo di concentramento
By Josef Capek
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L’ascesa della Germania nazional-socialista non lo colse impreparato, il suo impegno civile contro il dilagare del fascismo si fece caricatura per le testate giornalistiche dell’epoca. Per via del suo orientamento politico venne arrestato nel 1939 e rinchiuso in un lager nazista. Sarà qui che Josef Čapek si affiderà per la prima volta alla poesia. Prima che finisse la guerra, alcuni componimenti riuscirono a raggiungere Praga, per mano di studenti universitari che da Sachsenhausen nel 1943 fecero ritorno nella capitale boema. A questi si aggiunsero le copie delle poesie che alcuni detenuti vicini allo scrittore riportarono in patria dopo la guerra. Il 25 febbraio del 1945 Josef Čapek venne trasportato nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì, probabilmente a causa dell’epidemia di tifo che decimò i prigionieri rimasti nel lager, pochi giorni prima dell’arrivo delle truppe inglesi. Čapek scrisse la sua ultima poesia „Prima del grande viaggio“ (Před velikou cestou) nel campo di concentramento di Sachsenhausen in prossimità dell’ultimo trasporto. Le edizioni La prima edizione delle poesie risale al 1946 (Fr. Borový, Praha) e si deve alla cura del poeta Vladimír Holan, al quale, Jarmila Čapek, moglie di Josef, aveva dato in lettura le poesie ricevute durante la guerra. Le edizioni successive (Odeon, Praga, 1980 – Triáda, Praga, 2010), curate dal critico letterario Jiří Opelík, presentano una ricostruzione puntuale e completa dell’intera raccolta che conta in tutto 121 poesie. Di recente in Germania è stata pubblicata in traduzione (con testo a fronte) una scelta di poesie (Josef Čapek, Gedichte aus dem KZ, Arco, Wuppertal, 2016), curata da Urs Heftrich – che ne è anche il traduttore – e Jiří Opelík. L’edizione tedesca contiene 44 poesie. La traduzione italiana è condotta sul testo dell’edizione ceca del 2010 (così come quella tedesca). Intendiamo presentare al pubblico italiano un numero significativo di poesie che sia rappresentativo dell’intera raccolta.
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Book preview
Poesie dal campo di concentramento - Josef Capek
Tavola dei Contenuti (TOC)
Introduzione
di Lara Fortunato
Nota editoriale
Poesie dal campo di concentramento
Na spánek
Al sonno
Rozbřesk
Si fa giorno
Vězeňská procházka I
La passeggiata dei prigionieri I
Tíseň
Oppressione
Šílený
Pazzo
Vězeňská procházka II
La passeggiata dei prigionieri II
Básníci
Poeti
Čas příliš pomalý
Lento si trascina il tempo
Den i noc
Giorno e notte
Ráno
Mattino
Z jara
Di primavera
Cvrček
Il grillo
V předjaří
Prima della primavera
Oblaka
Nuvole
Sem a tam
Avanti e indietro
Zpěvák
Il cantante
Verše
Versi
K Rilkově básni
Su una poesia di Rilke
Ty
Tu
Mrtví z Heinkel
I morti di Heinkel
Zbědovaný
Un misero
Pátý rok
Il quinto anno
Pět roku
Cinque anni
Podzimu namále
Fine autunno
Stříbrným krajkovím
Di un merletto d’argento
Té ohavnosti
Di questa infamia
Píseň
Canzone
Prosinec 1944
Dicembre 1944
Na popraviště šel
Al patibolo andava
V zlatavé záři
Nel dorato splendore
Rakví
Bare
Byť i po noci
Se dopo la notte
Poslední sníh
L’ultima neve
Čekání
Attesa
Před velikou cestou
Prima del grande viaggio
Note alle poesie
janus|giano
( 4 )
© 2019 Miraggi edizioni
via Mazzini 46 – 10123 Torino
www.miraggiedizioni.it
Titolo originale
Básně z koncentračního tábora
Translation of this book was realized with the support of the Ministry of Culture of the Czech Republic
Ringraziamo il Ministero della Cultura
della Repubblica Ceca per il sostegno
alla traduzione e alla pubblicazione
La traduzioni di questo volume sono state in parte realizzate grazie al sostegno
della Biblioteca regionale della Moravia MZK – Centro letterario ceco, nell’ambito di un soggiorno di studi a Praga.
L’Editore ringrazia gli eredi Čapek per la disponibilità e per il materiale
iconografico riprodotto dall’archivio di famiglia.
Progetto grafico Miraggi
Finito di stampare a Chivasso nel mese di marzo 2019
da A4 Servizi Grafici snc per conto di Miraggi edizioni
su Carta da Edizioni Avorio – Book Cream 80 gr
e Carta Fedrigoni Woodstok Materica Verdigris 180 gr
Prima edizione digitale: aprile 2019
isbn
978-88-3386-050-3
Prima edizione cartacea: marzo 2019
isbn
978-88-3386-027-5
josef e karel čapek,
1930, památník národního písemnictví (museo della letteratura nazionale), praga.
Introduzione
di Lara Fortunato
Josef Čapek (1887-1945) appartiene alla stessa generazione di Franz Kafka (1883-1924) e Jaroslav Hašek (1883-1923). A differenza dei due più conosciuti autori boemi, Čapek va incontro alla seconda guerra mondiale per morire, poco meno che sessantenne, in un lager nazista, dove fu imprigionato per via del suo aperto antifascismo. Josef appartenne alla schiera di intellettuali che contribuirono a forgiare la tempra culturale della Prima Repubblica Cecoslovacca (1918-1938) e, diversamente dal più celebre fratello minore, Karel Čapek (1890-1938), fu primariamente pittore, scenografo, critico d’arte e giornalista. Lo scrittore Josef Čapek è difficilmente classificabile, diversi sono i generi e le forme letterarie in cui si cimenta nell’arco della vita per affidare infine alla scrittura, nella seconda metà degli anni Trenta, un pensiero che fosse anche rimedio ai conflitti dei tempi moderni.
Figlio di un medico e di madre discendente da una famiglia di mugnai della Boemia del nord, destinato a diventare operaio tessile, dopo i primi anni di apprendistato in una fabbrica di provincia, Josef Čapek si trasferisce a Praga per studiare presso l’Accademia di arti applicate. La vocazione di pittore lo porta a Parigi, agli inizi degli anni Dieci, ad apprendervi la lezione di postimpressionisti e cubisti, per diventare, tornato in patria, promotore, insieme ad altri giovani architetti e pittori cechi, di una corrente cubista boema. Sulle pagine dell’organo di stampa che il gruppo si era dato, il « Umělecký měsíčník » ( Mensile d’arte
) comincerà a esercitare il mestiere di redattore e critico d’arte. Durante gli anni del primo conflitto mondiale, per il quale Josef viene riformato a causa dei problemi alla vista, si guadagna l’attenzione degli espressionisti tedeschi: nel 1917 la rivista di Franz Pfemfert « Die Aktion » gli dedica un numero speciale. A questi anni risale anche il suo primo racconto autonomo, che porta il titolo di Lelio (1917). Gli esordi letterari di Josef sono infatti legati al nome dell’inseparabile fratello Karel, col quale aveva scritto i racconti, pubblicati su diverse testate giornalistiche, Krakonošova zahrada ( Il giardino di Krakonoš
, 1918), Zářivé hlubiny a jiné prózy ( Abissi splendenti e altre prose
, 1916) e la pièce teatrale Lásky hra osudná ( Un fatal gioco d’amore
, 1916).
Nel 1918 Josef è tra i fondatori del gruppo dei Tvrdošíjní (Testardi), una cerchia di artisti che continuavano ad assumere come proprio punto di riferimento la lezione del postimpressionismo, piuttosto che aderire a una lettura ortodossa del cubismo o fiondarsi nel crogiolo delle avanguardie del dopoguerra che intendevano riformulare in via definitiva i principi stessi della creazione artistica. Il giovane Josef considerava l’arte come un esercizio, una pratica di espressione del mondo interiore. In un articolo del 1918 così Josef riconsiderava e restituiva