Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Alla conquista delle stelle
Alla conquista delle stelle
Alla conquista delle stelle
Ebook138 pages1 hour

Alla conquista delle stelle

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Il libro è stato scritto per portare il lettore ad una crescita personale. È suddiviso in due parti. La prima è una raccolta di dialoghi tra persone, tra animali, tra elementi della natura. Sono parole che portano a riflessioni, a far nascere intuizioni, a far emergere ricordi. Ogni singolo termine è stato scelto con cura per portare un’immagine in grado di far nascere un movimento interiore. Possono essere vissuti anche come dialoghi interiori, tra la parte più saggia di noi e quella più bisognosa di conforto, tra noi stessi e il nostro maestro interiore, tra la nostra essenza di adulti e quella bambina. I personaggi scelti nei dialoghi sono una nonna e una nipote, un maestro e un discepolo, un lupo e un cane ma anche altri animali ed elementi della natura come il sole e la luna. Nei dialoghi vengono utilizzate principalmente metafore e simboli per trattare varie tematiche della vita. La seconda parte del libro è caratterizzata principalmente da racconti e scritti che guidano il lettore, mediante un linguaggio più comune, a riflettere sul tema della solitudine, della pazienza, della tristezza.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 22, 2020
ISBN9788831680219
Alla conquista delle stelle

Related to Alla conquista delle stelle

Related ebooks

Personal Growth For You

View More

Related articles

Reviews for Alla conquista delle stelle

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Alla conquista delle stelle - Elena Bernabè

    noi.

    Introduzione

    Da bam­bi­ni, ma so­lo da bam­bi­ni, av­vie­ne un in­con­tro ma­gi­co. Una sor­ta di pic­co­lo ful­mi­ne di con­sa­pe­vo­lez­za ci col­pi­sce per un bre­ve pe­rio­do di tem­po. Per un mo­men­to ci vie­ne con­ces­so di sa­pe­re qual è il no­stro ta­len­to da far sboc­cia­re, ci vie­ne mo­stra­ta la no­stra mis­sio­ne di vi­ta, il no­stro do­no in­te­rio­re, la no­stra ghian­da.

    La teo­ria del­la ghian­da è sta­ta for­mu­la­ta da Ja­mes Hill­man¹, fa­mo­so psi­coa­na­li­sta e sag­gi­sta sta­tu­ni­ten­se.

    Se­con­do Hill­man co­me la ghian­da rac­chiu­de in sé una quer­cia in di­ve­ni­re, ognu­no di noi na­sce con un ta­len­to in­na­to che pre­me per es­se­re sco­per­to e rea­liz­za­to. Co­me la ghian­da può non di­ven­ta­re quer­cia per va­ri ac­ca­di­men­ti (a cau­sa per esem­pio di ma­lat­tie o agen­ti at­mo­sfe­ri­ci av­ver­si), co­sì an­che il no­stro ta­len­to può ri­ma­ne­re la­ten­te a vi­ta. Per una mi­ria­de di mo­ti­va­zio­ni: fa­mi­lia­ri, so­cia­li, am­bien­ta­li, emo­ti­ve.

    L’uni­co pun­to fer­mo che ac­com­pa­gna ogni in­di­vi­duo è che la rea­liz­za­zio­ne o me­no di que­sto no­stro ta­len­to di­pen­de so­lo ed esclu­si­va­men­te da noi stes­si.

    L’in­fan­zia è an­co­ra un pon­te tra mon­di, si me­sco­la­no nel bam­bi­no ele­men­ti di real­tà con­cre­ta ad al­tri più so­gnan­ti e fia­be­schi. Ed è pro­prio in que­sto pe­rio­do del­la no­stra vi­ta che sen­za sfor­zo, ri­cer­ca o pre­oc­cu­pa­zio­ne ve­nia­mo co­me at­ti­ra­ti da qual­co­sa che vo­glia­mo fa­re. E, spes­so, lo fac­cia­mo.

    Dan­za­re, scri­ve­re, suo­na­re, di­pin­ge­re, co­strui­re, in­ven­ta­re. In mo­do con­ti­nua­ti­vo e ori­gi­na­le. Qual­co­sa nel­le no­stre gior­na­te da bam­bi­no si co­lo­ra di noi, di un aspet­to che ci con­trad­di­stin­gue, che non po­treb­be ap­par­te­ne­re a nes­sun al­tro. Non in quel mo­do al­me­no. Po­treb­be an­che non ri­guar­da­re un’at­ti­vi­tà ma so­lo una par­te del no­stro es­se­re co­me un mo­do di pen­sa­re, di re­la­zio­nar­ci, di vi­ve­re il tem­po li­be­ro.

    È la no­stra ghian­da che si è mo­stra­ta ed il bam­bi­no, sen­za con­di­zio­na­men­ti, ti­mo­ri o pen­sie­ri l’ha na­tu­ral­men­te ac­col­ta per­ché il ri­chia­mo al­la vi­ta per lui è trop­po for­te e vor­reb­be an­naf­fia­re tut­ti i gior­ni quel se­me co­sì par­ti­co­la­re e ap­pa­gan­te per far­lo sboc­cia­re e frut­ta­re.

    È un qual­co­sa che lo fa sta­re be­ne, che gli do­na cal­ma, gio­ia, bel­lez­za.

    Ma quan­te co­se ac­ca­do­no nell’in­fan­zia che non ven­go­no ascol­ta­te! Co­sì suc­ce­de spes­so che que­sto ful­mi­ne di con­sa­pe­vo­lez­za ven­ga spen­to e che que­sto se­me ric­co di vi­ta ven­ga se­pol­to trop­po in pro­fon­di­tà nel­la ter­ra.

    E ce ne di­men­ti­chia­mo.

    O me­glio: la no­stra esi­sten­za pro­se­gue co­me se que­sto in­con­tro non fos­se mai av­ve­nu­to. La no­stra men­te ci in­gan­na, gior­no do­po gior­no, an­no do­po an­no. Ma il no­stro cuo­re in­ve­ce fa di tut­to per far­si ascol­ta­re e per ri­por­tar­ci a quell’in­con­tro.

    Scri­ve­re un li­bro è un so­gno che ho nel cas­set­to da quan­do, a no­ve an­ni, chie­si ai miei ge­ni­to­ri per re­ga­lo una mac­chi­na da scri­ve­re. La scrit­tu­ra mi ha ac­com­pa­gna­to de­li­ca­ta­men­te in tut­ti que­sti an­ni tra­sfor­man­do­si con me e di­ve­nen­do lo spec­chio del­la mia in­te­rio­ri­tà.

    Du­ran­te la qua­ran­te­na im­po­sta per con­te­ne­re il dif­fon­der­si del CO­VID-19, la scrit­tu­ra si è im­pa­dro­ni­ta di me e dei miei sen­si. È co­me se tut­ta la mia vi­ta vis­su­ta pri­ma di que­sto iso­la­men­to fos­se ser­vi­ta per sfo­cia­re in mo­do tra­vol­gen­te in un li­bro.

    Gra­zie al­le mi­glia­ia di per­so­ne che han­no let­to i miei scrit­ti pub­bli­ca­ti sul mio pro­fi­lo Fa­ce­book ho com­pre­so che era giun­to il mo­men­to di rea­liz­za­re que­sto so­gno. Era ar­ri­va­to il tem­po di pub­bli­ca­re il mio pri­mo li­bro.

    Lo pen­so e lo scri­vo con im­men­sa emo­zio­ne. È sta­ta una lun­ga at­te­sa, stra­col­ma di espe­rien­ze, idee e pro­get­ti. Un’at­te­sa che pe­rò ave­va un po’ in­sab­bia­to que­sto mio de­si­de­rio in­fan­ti­le. Con­trad­di­stin­ta dal­la ri­cer­ca smi­su­ra­ta di chis­sà cos’al­tro che mi po­tes­se co­ro­na­re. Que­sto mio fer­mar­si ha spaz­za­to via ogni fu­ga da me stes­sa e ha fat­to emer­ge­re con pre­po­ten­za que­sto so­gno se­pol­to, for­se per pau­ra di non riu­sci­re a rea­liz­zar­lo. Ho ab­brac­cia­to amo­re­vol­men­te il sen­ti­re di me bam­bi­na e ho scel­to di ac­co­glie­re que­sta mia spin­ta che ar­ri­va da un pas­sa­to co­sì lon­ta­no, ma che rac­chiu­de in sé la sag­gez­za che ogni bam­bi­no cu­sto­di­sce den­tro.

    Que­sta qua­ran­te­na ha sca­va­to den­tro di me e ha por­ta­to al­lo sco­per­to il te­so­ro di una scrit­tu­ra nuo­va, crea­ti­va, pro­fon­da. Che ho vo­lu­to con­di­vi­de­re nel mio pro­fi­lo Fa­ce­book e nei miei ar­ti­co­li pub­bli­ca­ti su Eti­ca­men­te, il blog che ge­sti­sco dal 2011. I ri­scon­tri so­no sta­ti tal­men­te tan­ti e tra­boc­can­ti di emo­zio­ni che mi so­no fat­ta tra­vol­ge­re da una ma­rea di ener­gia co­strut­ti­va. E que­st’on­da mi ha por­ta­to a rac­co­glie­re tut­ti i miei scrit­ti in que­sto li­bro. Che vuo­le es­se­re un in­vi­to a viag­gia­re sem­pre den­tro di sé. Per­ché è pro­prio nel­le no­stre pro­fon­di­tà che si sco­pro­no i ve­ri te­so­ri, i ve­ri do­ni pre­zio­si, le no­stre gem­me.

    La pri­ma par­te del li­bro è una rac­col­ta di dia­lo­ghi che af­fron­ta­no le più sva­ria­te te­ma­ti­che del­la vi­ta. La se­con­da è un viag­gio nei vis­su­ti emer­si du­ran­te il pe­rio­do del­la qua­ran­te­na, che pos­so­no pe­rò an­che es­se­re tra­spor­ta­ti a tut­te le si­tua­zio­ni di iso­la­men­to che ogni per­so­na può vi­ve­re nel­la pro­pria esi­sten­za co­me il car­ce­re, un pe­rio­do lun­go di ospe­da­liz­za­zio­ne ma an­che un sen­so di so­li­tu­di­ne o un tem­po par­ti­co­la­re de­di­ca­to al­la ri­cer­ca del­le pro­prie ve­ri­tà.

    La mag­gior par­te de­gli scrit­ti so­no dia­lo­ghi. Tra un mae­stro e il suo di­sce­po­lo, tra una non­na e sua ni­po­te, tra ani­ma­li. In ognu­no vi è qual­co­sa che ho vis­su­to per­so­nal­men­te: sen­sa­zio­ni, ri­fles­sio­ni, even­ti ve­ri. Per­ché so­no con­vin­ta che so­lo l’espe­rien­za di­ret­ta pos­sa por­ta­re ad una ve­ra e pro­pria ela­bo­ra­zio­ne. Che può av­ve­ni­re tra­mi­te un di­pin­to, un can­to, un ri­ca­mo. Nel mio ca­so, tra­mi­te la scrit­tu­ra.

    Io so­no riu­sci­ta a viag­gia­re tra­mi­te i miei scrit­ti. Pur ri­ma­nen­do in ca­sa per ol­tre due me­si. Non ho mai viag­gia­to tan­to in vi­ta mia. Spe­ro che an­che il let­to­re rie­sca ad in­tra­pren­de­re me­ra­vi­glio­si cam­mi­ni. E a sco­pri­re pre­zio­si te­so­ri.

    Dialoghi sulla vita

    Que­sta pri­ma par­te del li­bro è una rac­col­ta di dia­lo­ghi tra per­so­ne, tra ani­ma­li, tra ele­men­ti del­la na­tu­ra. So­no pa­ro­le che por­ta­no a ri­fles­sio­ni, a far na­sce­re in­tui­zio­ni, a far emer­ge­re ri­cor­di. Ad ac­ca­rez­za­re l’ani­ma di ogni per­so­na che li leg­ge.

    Ogni sin­go­lo ter­mi­ne è sta­to scel­to con cu­ra per por­ta­re un’im­ma­gi­ne in gra­do di far na­sce­re un mo­vi­men­to in­te­rio­re.

    Pos­so­no es­se­re vis­su­ti an­che co­me dia­lo­ghi in­te­rio­ri, tra la par­te più sag­gia di noi e quel­la più bi­so­gno­sa di con­for­to, tra noi stes­si e il no­stro mae­stro in­te­rio­re, tra la no­stra es­sen­za di adul­ti e quel­la bam­bi­na.

    Cosa si fa quando si è disperati?

    Non­na, co­sa si fa se si è di­spe­ra­ti?

    Si cu­ce bam­bi­na mia. A ma­no, len­ta­men­te. Gu­stan­do­si ogni on­da crea­ta con le pro­prie di­ta.

    Cu­ci­re fa al­lon­ta­na­re la di­spe­ra­zio­ne?

    No. Cu­cen­do tu la de­co­ri. La guar­di in fac­cia. L'af­fron­ti. Le dai for­ma. L'at­tra­ver­si. E vai ol­tre.

    Dav­ve­ro è co­sì po­ten­te cu­ci­re a ma­no?

    "Cer­to ca­ra. La gen­te non cu­ce più e per que­sto è di­spe­ra­ta. Le sar­te san­no che con ago e fi­lo puoi af­fron­ta­re qual­sia­si si­tua­zio­ne buia riu­scen­do an­che a crea­re dei me­ra­vi­glio­si ca­po­la­vo­ri. Men­tre muo­vi le tue ma­ni è co­me se muo­ves­si la tua ani­ma in mo­do crea­ti­vo. Se ti la­sci

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1