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La legge di Attrazione e il Gioco dell'Abbondanza
La legge di Attrazione e il Gioco dell'Abbondanza
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La legge di Attrazione e il Gioco dell'Abbondanza

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About this ebook

Come mai una nidiata di 15 pulcini è riuscita a modificare la realtà circostante con la sola forza del pensiero? Come mai esseri umani, in stato di sonno REM, sono riusciti a modificare con il loro inconscio il movimento di un robot, allontanandolo dai letti e dirigendolo verso la parte opposta della stanza? Come mai la Legge di Attrazione produce i suoi effetti in modo discontinuo e solo in casi sporadici?

Questo ebook è un’avventura in punta di parole. Si parte da prove sperimentali, che dimostrano l’efficacia di pensiero ed emozione come fattori determinanti per modificare la realtà. E si prosegue con l’individuazione e la discussione di quali siano i fattori determinanti per causare e per accelerare l’attrazione, rendendola parte integrante della nostra vita quotidiana. L’attrazione è il frutto di una sapiente interazione tra pensiero, emozione, aspettativa e azione ispirata che, nel complesso, favoriscono e incrementano di molto il successo per la realizzazione dei nostri sogni. Una volta comprese le dinamiche specifiche di ogni singola parte, saremo in grado di utilizzarle al meglio e rendere tutto il processo di attrazione come un automatismo da praticare tutte le volte che si vuole. Diventa un abito mentale a cui affidarsi con fiducia e certezza del risultato.

Per rendere la comprensione immediata a diretta, l’ultima parte del presente lavoro spiega e commenta passo passo un metodo, che promette di rendere l’intero processo attrattivo così facile e divertente da presentarlo come un gioco, recuperando quell’allegria e quella spensieratezza che sono propri dei bambini, che inventano nuove avventure partendo da semplici oggetti e dal loro sconfinato entusiasmo.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 12, 2020
ISBN9788831678100
La legge di Attrazione e il Gioco dell'Abbondanza

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    La legge di Attrazione e il Gioco dell'Abbondanza - Alfonso Spagnuolo

    na­po­le­ta­no

    PREFAZIONE

    Ne­gli an­ni 2007-2008, fu pub­bli­ca­to qui in Ita­lia il li­bro The Se­cret e il dvd omo­ni­mo. Co­min­ciò un fe­no­me­no edi­to­ria­le tra i più lon­ge­vi e ric­chi de­gli ul­ti­mi de­cen­ni, aven­do ven­du­to nel mon­do più di 3 mi­lio­ni di co­pie, sen­za con­ta­re le ri­stam­pe e le edi­zio­ni di tut­ti i ti­pi che an­co­ra og­gi con­ti­nua­no ad es­se­re pre­sen­ti nei ca­ta­lo­ghi di tut­to il mon­do. E, di se­gui­to, tut­ta una mes­se di li­bri le­ga­ti al­lo stes­so ge­ne­re, scrit­ti da au­to­ri co­no­sciu­ti so­lo in una ri­stret­ta cer­chia di ap­pas­sio­na­ti. All’im­prov­vi­so, nel mon­do co­min­ciò a par­lar­si di Leg­ge di At­tra­zio­ne.

    A di­re il ve­ro, di ener­gia men­ta­le e dei po­te­ri at­trat­ti­vi del­la men­te uma­na se ne par­la­va an­che agli ini­zi del se­co­lo cor­so con la cor­ren­te del Nuo­vo Pen­sie­ro (New Thought), ma ri­ma­ne­va co­mun­que un fe­no­me­no li­mi­ta­to al mer­ca­to ame­ri­ca­no e a quei cir­co­li di ap­pas­sio­na­ti che prov­ve­de­va­no a dif­fon­de­re co­pie o ad or­ga­niz­za­re in­con­tri con gli au­to­ri più af­fer­ma­ti di quel pe­rio­do, tra cui Flo­ren­ce Sco­vel Shinn, Wal­la­ce Wat­tles, Ma­ry Ba­ker Ed­dy e tan­ti al­tri. No­mi sco­no­sciu­ti al­la mag­gio­ran­za, ma non per chi se­gui­va già e cer­ca­va di ca­pi­re le po­ten­zia­li­tà del pen­sie­ro uma­no e di co­me sca­te­nar­le al me­glio.

    Qua­li fu­ro­no le cau­se di que­sto suc­ces­so edi­to­ria­le? Co­me mai mi­lio­ni di per­so­ne al mon­do – me com­pre­so – de­ci­se­ro di spen­de­re sol­di e di in­ve­sti­re tem­po ed ener­gie per av­vi­ci­nar­si a un fe­no­me­no che pro­met­te­va mi­ra­co­li, sem­pli­ce­men­te usan­do le po­ten­zia­li­tà ine­spres­se del pen­sie­ro uma­no?

    Da par­te mia, non sa­pe­vo as­so­lu­ta­men­te nien­te di Leg­ge di At­tra­zio­ne, vi­bra­zio­ni, fi­si­ca quan­ti­sti­ca e tut­to quan­to fa­ce­va par­te di The Se­cret e di quel­la pro­du­zio­ne let­te­ra­ria col­le­ga­ta che sta­va con­qui­stan­do il mon­do.

    Sco­prii il si­to Il Giar­di­no dei Li­bri e mi piac­que su­bi­to. Na­vi­gan­do tra le pa­gi­ne del si­to, per ca­so tro­vai un’in­te­ra se­rie di pa­gi­ne sul­la Leg­ge di At­tra­zio­ne (LdA) e i va­ri li­bri di­spo­ni­bi­li, i cd e i dvd che ca­rat­te­riz­za­va­no que­sto nuo­vo mo­do di pen­sa­re la real­tà, di cui non co­no­sce­vo nul­la.

    Mi ri­cor­do an­co­ra che av­ver­tii chia­ra­men­te una sen­sa­zio­ne fi­si­ca, co­me se qual­cu­no mi strin­ges­se lo sto­ma­co per dir­mi...FER­MA­TI E LEG­GI! Ave­vo vo­glia di ca­pir­ne di più, di in­for­mar­mi e ap­pro­fon­di­re una ma­te­ria per me oscu­ra e mi­ste­rio­sa.

    E fu co­sì che co­min­ciai a leg­ge­re, in­for­mar­mi, di­rei qua­si di­vo­ra­re li­bri, cd e dvd e con­te­nu­ti va­ri, tan­to da scon­vol­ge­re il mio mo­do di pen­sa­re e di af­fron­ta­re la real­tà, co­me al­lo­ra la con­ce­pi­vo.

    Mi ri­te­ne­vo pro­fon­da­men­te ra­zio­na­le se­con­do una vi­sio­ne new­to­nia­na del prin­ci­pio di cau­sa-ef­fet­to, mo­ti­vo per cui ogni pro­ble­ma per me an­da­va af­fron­ta­to in mo­do ri­go­ro­sa­men­te lo­gi­co, ac­qui­sen­do da­ti e in­for­ma­zio­ni che poi avreb­be­ro pro­dot­to un ri­sul­ta­to. E non c’è dub­bio che, in mol­ti con­te­sti che vi­via­mo, sia co­sì:

    se cado (causa), mi faccio male (effetto)

    se si fulmina la lampadina (causa), la cambio per avere la luce (effetto)

    se metto insieme gli ingredienti per preparare la torta al cioccolato (causa), allora mangerò qualcosa di buono che mi piace molto (effetto)

    Ec­co il prin­ci­pio di cau­sa-ef­fet­to. Se c’è una cau­sa, so­no in gra­do di sta­bi­li­re qua­le sa­rà l’ef­fet­to cor­ri­spon­den­te, quin­di sa­rà una mia pre­ci­sa scel­ta fa­re una cer­ta azio­ne se vo­glio ot­te­ne­re un cer­to ri­sul­ta­to. E non c’è dub­bio che gran par­te del­la vi­ta fun­zio­na co­sì.

    Al­tri esem­pi:

    Se prendo la macchina o l’autobus per andare al mare (causa), allora sono certo di arrivare a destinazione e vivere una bella giornata a prendere il sole e a fare il bagno (effetto)

    Se chiamo Luca per invitarlo a cena (causa), allora mi organizzo per preparare tutto al meglio e vivere una serata in allegria (effetto)

    Se scrivo ai miei contatti virtuali perché voglio creare un gruppo Facebook sulla legge di Attrazione (causa), allora sono certo di trovare tanti appassionati come me che condivideranno le loro storie sulla mia pagina (effetto)

    Il prin­ci­pio cau­sa-ef­fet­to lo ri­tro­via­mo sem­pre nel­la no­stra vi­ta quo­ti­dia­na. Ogni vol­ta che fac­cia­mo qual­co­sa (cau­sa), pro­du­cia­mo un ef­fet­to e sa­pre­mo co­sa aspet­tar­ci.

    Se c’è pri­ma una cau­sa a cui se­gue un ef­fet­to, al­lo­ra di­ven­ta tut­to mol­to pre­ve­di­bi­le. Se pos­so sa­pe­re tut­to in an­ti­ci­po, sem­pli­ce­men­te co­no­scen­do la cau­sa di quan­to ac­ca­de in­tor­no a me, al­lo­ra non po­trò aspet­tar­mi al­cu­na sor­pre­sa, nes­su­na me­ra­vi­glia se non una se­rie in­fi­ni­ta di ef­fet­ti pre­de­ter­mi­na­ti in re­la­zio­ne al­le cau­se pro­dot­te. E non mi pa­re una pro­spet­ti­va mol­to al­let­tan­te, se dav­ve­ro non pos­so in­ven­ta­re nul­la e non pos­so crea­re in­ten­zio­nal­men­te tut­to ciò che cor­ri­spon­de al­le mie più in­ti­me pas­sio­ni.

    C’è da chie­der­si al­lo­ra: è dav­ve­ro tut­to qui?

    Non c’è al­tro da sco­pri­re?

    E’ so­lo que­sta la vi­ta?

    Dav­ve­ro la vi­ta è una se­rie in­fi­ni­ta di azio­ni ed ef­fet­ti cor­ri­spon­den­ti?

    E se in­ve­ce pro­vas­si­mo a in­ver­ti­re que­sto prin­ci­pio, par­ten­do pro­prio da­gli ef­fet­ti?

    Co­sa ac­ca­de al­la mia vi­ta se mi con­cen­tro su chi vo­glio di­ven­ta­re, sen­za pre­oc­cu­par­mi di co­me ac­ca­drà?

    Io, in quan­to es­se­re uma­no, do­ta­to di lo­gi­ca e sen­ti­men­ti, so­no in gra­do op­pu­re no di CAU­SA­RE ciò che vo­glio ve­ra­men­te?

    De­vo so­lo ras­se­gnar­mi a su­bi­re la vi­ta e gli even­ti che mi suc­ce­do­no?

    Op­pu­re so­no an­che in gra­do di de­ter­mi­na­re la vi­ta? Di im­ma­gi­na­re la vi­ta co­me pia­ce a me?

    Senz’al­tro ci so­no mo­men­ti nei qua­li l’ef­fet­to pre­ce­de e an­ti­ci­pa una cau­sa. Pen­sia­mo ad esem­pio a un in­ven­to­re, che crea nel­la sua im­ma­gi­na­zio­ne e svi­lup­pa in­te­ri pro­get­ti, par­ten­do pro­prio da un ri­sul­ta­to fi­na­le e pro­van­do a ri­co­strui­re l’in­te­ro pro­ces­so cau­sa­ti­vo al con­tra­rio, os­sia ini­zian­do da un ri­sul­ta­to e poi an­dan­do a ri­tro­so fi­no ad ar­ri­va­re al mo­do con cui crea­re e in­ven­ta­re nuo­ve so­lu­zio­ni tec­no­lo­gi­che. Al­tri­men­ti l’idea stes­sa di pro­gres­so non avreb­be nes­su­na pos­si­bi­li­tà di esi­ste­re e non mi pa­re che l’evo­lu­zio­ne uma­na si sia mai fer­ma­ta.

    Pro­via­mo al­lo­ra ad in­ver­ti­re il prin­ci­pio di cau­sa-ef­fet­to in mo­do più pro­po­si­ti­vo, par­ten­do pro­prio da­gli ef­fet­ti che vo­glia­mo ot­te­ne­re:

    Se io sogno di diventare ricco (effetto), cosa devo fare per far si che accada (causa)?

    Se voglio incontrare una donna/un uomo da amare (effetto), come mi devo comportare? Quali azioni devo fare (causa)?

    Se voglio fare un lavoro che mi piace (effetto), come mi devo muovere e che cosa devo fare per realizzare questo sogno (causa)?

    So­no do­man­de che ca­rat­te­riz­za­no un pro­get­to di vi­ta, un pro­po­si­to di in­tra­pren­de­re tut­te le azio­ni ne­ces­sa­rie uni­ca­men­te gui­da­ti dall’idea di rea­liz­za­re un ef­fet­to fi­na­le, quel ri­sul­ta­to che tan­to spe­ria­mo di ot­te­ne­re co­me con­se­guen­za dei no­stri sfor­zi.

    La Leg­ge di At­tra­zio­ne ci di­ce pro­prio que­sto: de­vi par­ti­re dall’ef­fet­to e non ti de­vi pre­oc­cu­pa­re del­la cau­sa. E’ un nuo­vo mo­do di con­ce­pi­re la vi­ta, che ci sfi­da a cam­bia­re le re­go­le: pen­sia­mo pri­ma all’ef­fet­to e non ci pre­oc­cu­pia­mo del­la cau­sa che sca­te­ne­rà que­sto ef­fet­to.

    Il mio pri­mo com­pi­to sa­rà quel­lo di pen­sa­re, im­ma­gi­na­re, nu­trir­mi del so­gno che vo­glio rea­liz­za­re. Del­la cau­sa non mi de­vo pre­oc­cu­pa­re, per­ché ci sa­ran­no mol­ti mo­di per rea­liz­za­re il mio so­gno, che io non pos­so co­no­sce­re tut­ti in­sie­me.

    De­vo so­lo VE­STIR­MI DEL MIO SO­GNO, fa­re in mo­do che di­ven­ti la mia se­con­da pel­le e la­scia­re che ac­ca­da…

    Ec­co co­sa in­se­gna­no i li­bri sul­la Leg­ge di At­tra­zio­ne, che pro­met­to­no mi­ra­co­li se so­lo si ha il co­rag­gio di spe­ri­men­ta­re una via di­ver­sa: par­ti­re dall’ef­fet­to che si vuo­le vi­ve­re e non con­cen­trar­si sul­la cau­sa de­ter­mi­nan­te.

    In que­gli an­ni or­mai lon­ta­ni, io pe­rò non lo ave­vo ca­pi­to o for­se non lo ac­cet­ta­vo com­ple­ta­men­te. Non ave­vo an­co­ra com­pre­so che al ver­ti­ce del­la mia real­tà c’era il PEN­SIE­RO CREA­TO­RE. Cre­de­vo che il pen­sie­ro ser­vis­se so­lo per ana­liz­za­re, ra­gio­na­re, sche­ma­tiz­za­re e pro­por­re so­lu­zio­ni ai va­ri pro­ble­mi del­la vi­ta quo­ti­dia­na.

    Ma poi, ap­pro­fon­den­do, ho im­pa­ra­to che IL PEN­SIE­RO CREA e mo­del­la la real­tà co­me con­se­guen­za dei no­stri de­si­de­ri e del­le no­stre emo­zio­ni più sin­ce­re. Per me era una ve­ri­tà scon­vol­gen­te e ho re­si­sti­to mol­to per ac­cet­ta­re que­sta ve­ri­tà. Tan­to è ve­ro che, do­po una pri­ma let­tu­ra di The Se­cret e di al­tri vo­lu­mi le­ga­ti a que­sto nuo­vo mo­do di in­ten­de­re la real­tà, ne ri­ma­si de­lu­so, non mi pa­re­va ve­ro che un ta­le po­te­re po­tes­se es­se­re sca­te­na­to dall’es­se­re uma­no.

    Ma poi, den­tro di me, pia­no pia­no ma­tu­rò una nuo­va con­sa­pe­vo­lez­za. Non ero pron­to, a quel tem­po, per as­si­mi­la­re cer­te ve­ri­tà, do­ve­vo an­co­ra fa­re al­tre espe­rien­ze. E fu co­sì che mi riav­vi­ci­nai al­la Leg­ge di At­tra­zio­ne (LdA), do­po mol­to tem­po ma con uno spi­ri­to nuo­vo, più pro­po­si­ti­vo e più en­tu­sia­sta. E da al­lo­ra ho ap­pro­fon­di­to tan­to, fi­no ad ar­ri­va­re a cer­te con­vin­zio­ni che han­no dav­ve­ro cam­bia­to la mia vi­ta: io at­trag­go a me ciò su cui so­no fo­ca­liz­za­to e più so­no con­cen­tra­to e at­ten­to a ciò che vo­glio, più so­no in gra­do di av­vi­ci­nar­mi al ti­po di real­tà che vo­glio ma­ni­fe­sta­re.

    Tut­ta­via, la gran par­te del­la pro­du­zio­ne edi­to­ria­le non of­fri­va gros­se no­vi­tà, an­zi ri­scon­tra­vo so­lo una ri­pe­ti­zio­ne di con­cet­ti e idee che, al­la fi­ne, an­no­ia­va­no per quan­to fos­se­ro sem­pre at­ti­nen­ti a una ma­te­ria che mi pia­ce­va.

    Mol­ti au­to­ri, per nul­la ori­gi­na­li, si li­mi­ta­va­no a ri­ba­di­re che "i pen­sie­ri so­no co­se" op­pu­re che "il si­mi­le at­trae il si­mi­le" e che oc­cor­re fo­ca­liz­zar­si su un obiet­ti­vo e com­por­tar­si "co­me se" tut­to fos­se già ac­ca­du­to. Io cer­ca­vo qual­co­sa di più sem­pli­ce e im­me­dia­to, ero con­vin­to che l’in­te­ro pro­ces­so di at­tra­zio­ne po­tes­se es­se­re at­ti­va­to in mo­do mol­to più ra­pi­do e con ef­fet­ti ri­scon­tra­bi­li in bre­ve tem­po, sen­za do­ver per for­za ri­spet­ta­re lo sche­ma pro­po­sto da The Se­cret: CHIE­DI, CRE­DI, RI­CE­VI.

    Con que­sto non vo­glio con­te­sta­re la bel­lez­za di que­sta sem­pli­ce tri­par­ti­zio­ne del pro­ces­so. La con­di­vi­do an­che io e le mi­glia­ia di te­sti­mo­nian­ze di suc­ces­si e tra­guar­di rag­giun­ti in tut­to il mon­do suf­fra­ga­no in mo­do con­vin­cen­te que­sta im­po­sta­zio­ne di me­to­do.

    Ma io cer­ca­vo qual­co­sa di più…

    Mi in­te­res­sa­va un mo­do sem­pli­ce e di­ret­to per ac­ce­de­re al po­te­re crea­to­re del­la men­te uma­na. Cer­ca­vo la for­mu­la ma­gi­ca, un mo­do per coor­di­na­re pen­sie­ro ed emo­zio­ne e crea­re un sen­ti­men­to che po­tes­se mo­del­la­re la real­tà a mi­su­ra dei miei so­gni più bel­li.

    In que­sto ebook, mi pro­pon­go di de­li­nea­re le mie con­vin­zio­ni, ma cer­can­do di ar­ri­va­re a un me­to­do pra­ti­co, fa­ci­le e di­ver­ten­te, che può dav­ve­ro es­se­re pra­ti­ca­to da chiun­que.

    Per quan­to The Se­cret sia sta­to ri­ve­la­to­re, ho pro­va­to a sem­pli­fi­ca­re l’in­te­ro pro­ces­so, sul­la ba­se del­le tan­tis­si­me let­tu­re fat­te e del­le mie espe­rien­ze pra­ti­che, scar­tan­do ciò che me­no mi con­vin­ce­va e pro­van­do a mo­di­fi­ca­re al­cu­ni pas­sag­gi, ren­den­do­li più frui­bi­li e con­cre­ti.

    Non se­gui­rò la clas­si­ca espo­si­zio­ne dei tan­ti ma­nua­li in cir­co­la­zio­ne, che spie­ga­no le ori­gi­ni del se­gre­to, ne com­men­ta­no le re­go­le e poi ne de­scri­vo­no i ca­si pra­ti­ci, a te­sti­mo­nian­za di quan­to af­fer­ma­to e a di­mo­stra­zio­ne di ve­ri­tà teo­ri­che che pos­so­no se­dur­re, ma che poi de­vo­no tro­va­re un’im­me­dia­ta ap­pli­ca­bi­li­tà pra­ti­ca.

    Io par­to dal­la scien­za, il ve­ro ban­co di pro­va per ve­ri­fi­ca­re l’at­ten­di­bi­li­tà di cer­te con­clu­sio­ni. La mia sto­ria pren­de le mos­se da un pul­ci­no, an­zi da una ni­dia­ta di 15 pul­ci­ni e da co­me que­sta espe­rien­za mi aprì gli oc­chi su un mon­do ma­gi­co, fat­to di in­fi­ni­te pos­si­bi­li­tà…

    INTRODUZIONE

    Mi so­no sem­pre chie­sto co­me mai la Leg­ge di At­tra­zio­ne mi ha en­tu­sia­sma­to fin dal pri­mo mo­men­to. Che co­sa ha po­tu­to sca­te­na­re den­tro di me la vo­glia e il de­si­de­rio di ca­pi­re di più, di com­pren­de­re me­glio le ra­gio­ni scien­ti­fi­che per le qua­li il pen­sie­ro crea e mo­del­la la real­tà in ba­se al­le no­stre con­vin­zio­ni? E la ri­spo­sta che so­no riu­sci­to a tro­va­re è che NON SA­PE­VO DI PO­TER SCE­GLIE­RE!

    Am­met­to che, in pas­sa­to, ave­vo una men­ta­li­tà piut­to­sto fa­ta­li­sta del­la vi­ta. L’es­se­re uma­no rea­gi­sce agli even­ti, nei con­fron­ti dei qua­li non ha nes­sun con­trol­lo e non può de­ter­mi­na­re cau­se ed ef­fet­ti che pos­so­no an­che tra­vol­ger­lo. Quin­di, non ri­ma­ne al­tro che im­pa­ra­re ad af­fron­ta­re la vi­ta co­me se fos­se un’eter­na lot­ta, una se­rie di sfi­de e di pro­ve, an­che im­pe­gna­ti­ve, che poi pro­dur­ran­no dei ri­sul­ta­ti in ba­se al­le azio­ni e al­le scel­te fat­te.

    Ho do­vu­to fa­ti­ca­re pa­rec­chio pri­ma di ac­cet­ta­re l’ine­vi­ta­bi­le, os­sia che il pen­sie­ro crea e che, se sup­por­ta­to da emo­zio­ne e im­ma­gi­na­zio­ne gui­da­ta, può dav­ve­ro fa­re la dif­fe­ren­za tra un’esi­sten­za so­lo su­bi­ta nei suoi ef­fet­ti e un ti­po di vi­ta nel­la qua­le l’es­se­re uma­no pro­va ad im­ma­gi­na­re se stes­so, i suoi tra­guar­di, i suoi obiet­ti­vi, CO­ME SE li aves­se già rag­giun­ti e pro­van­do a mo­del­la­re una real­tà a mi­su­ra del­le sue pro­spet­ti­ve più am­bi­zio­se.

    Un cam­bia­men­to ra­di­ca­le di pen­sie­ro, una nuo­va fi­lo­so­fia di vi­ta che ha ri­chie­sto mol­to tem­po per es­se­re as­si­mi­la­ta a do­ve­re e poi im­ple­men­ta­ta nel­la mia vi­ta di tut­ti i gior­ni. Ma, co­me re­ci­ta un fa­mo­so det­to zen, "quan­do l’al­lie­vo è pron­to, il mae­stro ap­pa­re

    Ho de­ci­so di pub­bli­ca­re que­sto mio la­vo­ro, vo­len­do fa­re una sin­te­si ra­gio­na­ta sia del­le mie espe­rien­ze per­so­na­li con la Leg­ge di At­tra­zio­ne sia del­la mia col­la­bo­ra­zio­ne a un fan­ta­sti­co grup­po di la­vo­ro, che po­te­te tro­va­re su Fa­ce­book. Si chia­ma La Leg­ge di At­tra­zio­ne e il Gio­co dell’Ab­bon­dan­za,

    Per­ché, a mio mo­do di ve­de­re, la ve­ra cre­sci­ta spi­ri­tua­le di noi tut­ti sta nel con­di­vi­de­re espe­rien­ze e pun­ti di vi­sta, col­la­bo­ran­do nel­la ri­cer­ca del mo­do mi­glio­re per af­fron­ta­re la vi­ta a vi­so aper­to, sen­za te­me­re nul­la ma con quel­la sa­na vo­glia di im­ma­gi­na­re un mon­do più giu­sto e più ri­spet­to­so del­le re­ci­pro­che di­ver­si­tà.

    Que­sto ebook è un viag­gio idea­le, che por­te­rà il let­to­re al­la sco­per­ta di un mon­do di in­fi­ni­te pos­si­bi­li­tà. I tan­ti li­bri in cir­co­la­zio­ne sul­la LdA pro­pon­go­no sem­pre di par­ti­re dall’idea spe­ci­fi­ca e pre­ci­sa di co­sa si vuo­le ot­te­ne­re, par­ten­do dall’im­ma­gi­na­zio­ne e pre­ci­san­do­ne ca­rat­te­ri­sti­che e mo­da­li­tà per ot­te­ne­re ri­sul­ta­ti ot­ti­ma­li. Poi si pas­sa al­la fe­de,

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