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È Rossana. Diario di una vita con il mio Angelo
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Ebook122 pages1 hour

È Rossana. Diario di una vita con il mio Angelo

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About this ebook

Quando si comincia a essere madre? Maria Teresa ricorda il momento esatto in cui ha sentito di esserlo, ancora prima di saperlo. Ed è da quel primo istante che si stabilisce fra lei e la creatura in arrivo un legame unico e profondo: Rossana è Rossana da subito. Nasce, cresce, diventa una bambina spensierata, una bella ragazza piena di una vitalità e un’energia contagiose, innamorata della vita, della pallavolo e della sua dalmata Mati. Fino al giorno in cui, a ventitré anni, il mondo si ferma e la vita prende un nuovo corso: la diagnosi di una terribile malattia trasforma la sua esistenza in una battaglia, in una corsa alla ricerca del futuro. Se ne va a ventisei anni, dopo una lotta condotta con coraggio e determinazione. Non se ne va il legame, però, quel legame nato con lei, nel primo istante, dalla prima cellula di vita ancora non dichiarata. Con È Rossana, Maria Teresa ci racconta il percorso di una madre che, provata da una perdita innaturale, trova una ragione per andare oltre il dolore e riconoscere la forza dell’amore, la forza del dono che le è stato riservato: il dono di Rossana.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJun 5, 2020
ISBN9788831676342
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    È Rossana. Diario di una vita con il mio Angelo - Maria Teresa Innocente

    Indice

    Rossana, un dono

    Perché

    L’arrivo e la partenza

    L’arrivo

    La partenza

    Prima e seconda vita

    La mia piccola. Il primo anno

    Primavera 2015. Shock

    La mia piccola. Da uno a tre anni

    Primavera 2015. Shock

    La mia piccola. Da tre a sei anni

    Primavera 2015. Shock

    La mia piccola un po’ più grande. Gli anni delle elementari

    Primavera 2015. Shock

    La mia bambina sempre più grande. Alle medie

    Primavera 2015. Shock

    Sei diventata grande. Al liceo, chi ti vede più?

    Primavera 2015. Finalmente a casa

    Uno, due, tre

    Due anni e mezzo di vita piena

    Il nuovo amore

    Ormai una donna

    I nostri ultimi mesi

    Oltre la vita

    Oggi

    Il dono di Rossana

    Ringraziamenti

    Ma­ria Te­re­sa In­no­cen­te

    È Ros­sa­na

    Dia­rio di una vi­ta con il mio An­ge­lo

    È Ros­sa­na. Dia­rio di una vi­ta con il mio An­ge­lo

    © 2020 Ma­ria Te­re­sa In­no­cen­te

    ISBN | 978-88-31676-34-2

    I di­rit­ti d’au­to­re del pre­sen­te vo­lu­me sa­ran­no de­vo­lu­ti in be­ne­fi­cien­za all’as­so­cia­zio­ne di vo­lon­ta­ria­to Il do­no di Ros­sa­na.

    Co­sti­tui­ta nel 2018, è na­ta per ri­cor­da­re Ros­sa­na Mi­laz­zo, sen­si­bi­liz­za­re sull’im­por­tan­za e la ne­ces­si­tà di so­ste­ne­re la ri­cer­ca scien­ti­fi­ca e rac­co­glie­re fon­di da de­sti­na­re in par­ti­co­la­re al­la ri­cer­ca sui tu­mo­ri ce­re­bra­li per­ché al­tri gio­va­ni, col­pi­ti dal­la stes­sa ma­lat­tia di Ros­sa­na, pos­sa­no ave­re la spe­ran­za di gua­ri­re.

    www.il­do­no­di­ros­sa­na.it

    © 2020 - Tut­ti i di­rit­ti ri­ser­va­ti all'Au­to­re

    Que­sta ope­ra è pub­bli­ca­ta di­ret­ta­men­te dall'Au­to­re tra­mi­te la piat­ta­for­ma di sel­fpu­bli­shing You­can­print e l'Au­to­re de­tie­ne ogni di­rit­to del­la stes­sa in ma­nie­ra esclu­si­va. Nes­su­na par­te di que­sto li­bro può es­se­re per­tan­to ri­pro­dot­ta sen­za il pre­ven­ti­vo as­sen­so dell'Au­to­re.

    You­can­print

    Via Mar­co Bia­gi 6, 73100  Lec­ce

    www.you­can­print.it

    in­fo@you­can­print.it

    È Ros­sa­na

    Dia­rio di una vi­ta con il mio An­ge­lo

    A Ros­sa­na, ovun­que sia.

    A mio ma­ri­to Ma­rio,

    con me in que­sto dif­fi­ci­le cam­mi­no at­tra­ver­so la vi­ta.

    A Ma­ti e Ale per­ché ci so­no.

    Ho un An­ge­lo in cie­lo,

    è sem­pre con me,

    mi in­di­riz­za e so­stie­ne

    nel­la quo­ti­dia­na fa­ti­ca di con­ti­nua­re

    an­che sen­za di Lei.

    Que­sta è la sto­ria del­la sua vi­ta.

    Ros­sa­na, un do­no

    Si di­ce che i do­lo­ri più gran­di non rie­sca­no a tro­va­re le pa­ro­le. Che ti tra­vol­ga­no, ti som­mer­ga­no, e ti por­ti­no nel buio più buio. Do­ve non c’è lu­ce, né suo­no. E do­ve, chi è col­pi­to, può so­lo co­strui­re una ta­na in cui ri­fu­giar­si, re­sta­re na­sco­sto, in at­te­sa del nien­te.

    Ma­ria Te­re­sa è sta­ta col­pi­ta dal do­lo­re più gran­de, quel­lo che non ha nep­pu­re un no­me: la mor­te del­la gio­va­ne fi­glia Ros­sa­na, per tu­mo­re ce­re­bra­le. Ep­pu­re le pa­ro­le le ha tro­va­te. Non si è ri­fu­gia­ta nel buio, nel si­len­zio, nel­la ta­na del lut­to, do­ve tut­to si con­ser­va, la vi­ta è so­lo l’au­to­ma­ti­smo del tuo re­spi­ro e gli al­tri so­no om­bre. Ha vo­lu­to rac­con­ta­re a tut­ti noi gli an­ni del­lo stra­zio e an­che quel­li del­la gio­ia, del­la spe­ran­za, la bre­ve e in­ten­sa vi­ta del­la sua Ros­sa­na, la fi­glia che ha de­si­de­ra­to, che ha ama­to, che ha fat­to cre­sce­re, che ha se­gui­to an­che quan­do era di­ven­ta­ta una gio­va­ne au­to­no­ma don­na. Ha tro­va­to pa­ro­le per par­lar­ci di una bim­ba che an­da­va a scuo­la, sco­pri­va le ami­ci­zie, i viag­gi, gli amo­ri. E del­lo straor­di­na­rio le­ga­me che le le­ga sem­pre – an­che nei mo­men­ti dif­fi­ci­li che in una cre­sci­ta non man­ca­no – una ma­dre a una fi­glia.

    Per­ché?, si chie­de al­la fi­ne del li­bro Ma­ria Te­re­sa. Per­ché ha vo­lu­to scri­ve­re? Per me per te e per tut­ti quel­li che con noi han­no vis­su­to tut­to que­sto, per con­ti­nua­re con i ri­cor­di ciò che non do­ve­va in­ter­rom­per­si. Per pro­va­re a tra­smet­te­re dei pen­sie­ri e del­le ri­fles­sio­ni che que­sta no­stra vi­ta ha ge­ne­ra­to ri­spon­de. La mam­ma, col­pi­ta dal do­lo­re più gran­de, è tut­ta­via con­sa­pe­vo­le che quel­la fi­glia le ha da­to mol­to, mol­tis­si­mo. Ma­ria Te­re­sa ha vis­su­to tre vi­te: La pri­ma – scri­ve – da quan­do sei ar­ri­va­ta, un do­no me­ra­vi­glio­so, il mio uni­co gran­de amo­re, la se­con­da quel­la do­po la dia­gno­si del­la tua ma­lat­tia, apri­le 2015, e la vi­ta ora, da quan­do ci hai la­scia­to.

    Mi ac­cor­go men­tre scri­vo que­sta bre­ve in­tro­du­zio­ne che il do­lo­re di Ma­ria Te­re­sa può rac­con­tar­lo sol­tan­to lei. Ogni no­stra pa­ro­la suo­na inu­ti­le e ba­na­le. So­lo lei può tro­va­re, e ha tro­va­to, le pa­ro­le per far­lo. Per dir­ci di quel mo­men­to in cui tut­to crol­la e ci si stu­pi­sce di po­ter con­ti­nua­re a re­spi­ra­re. Noi pos­sia­mo ascol­ta­re so­lo le sue pa­ro­le: So­no at­tac­ca­ta a te, hai gli oc­chi ri­vol­ti all’in­sù, con una ca­rez­za ti ab­bas­so le pal­pe­bre, ti ab­brac­cio, ti ba­cio, ti strin­go a me. Non an­da­re, Ros­sa­na, non la­sciar­mi, la mia bam­bi­na.

    Nel mo­men­to in cui tut­to fi­ni­sce, in cui il buio ti so­vra­sta, qual­co­sa co­min­cia. Un do­no ar­ri­va. Ma­ria Te­re­sa con il ma­ri­to Ma­rio ha fon­da­to un’as­so­cia­zio­ne, Il do­no di Ros­sa­na, che rac­co­glie fon­di per la ri­cer­ca scien­ti­fi­ca sui tu­mo­ri ce­re­bra­li. La spe­ran­za è che la mor­te del­la gio­va­ne fi­glia pos­sa aiu­tar­la a do­na­re qual­co­sa a chi è col­pi­to dal­lo stes­so ma­le. Che Ros­sa­na, do­vun­que si tro­vi, pos­sa con­ti­nua­re a elar­gi­re il suo amo­re co­me ha fat­to du­ran­te la vi­ta.

    È un do­no gran­de, che – spe­ria­mo – di­ven­ti an­co­ra più gran­de, e pos­sa por­ta­re un aiu­to a chi sof­fre.

    Ma Ros­sa­na al­tri do­ni li ha già elar­gi­ti. So­no un do­no le pa­ro­le del­la sua mam­ma, la ca­pa­ci­tà di tra­smet­te­re, di rac­con­ta­re lo stra­zio più gran­de. È un do­no il co­rag­gio che l’ha fat­ta com­bat­te­re fi­no al­la fi­ne. È un do­no quel­lo che que­ste pa­gi­ne ci han­no fat­to ca­pi­re: che il do­lo­re può tro­va­re, se non un sol­lie­vo, al­me­no una ra­gio­ne se di­ven­ta amo­re per gli al­tri, se non si ri­fu­gia in una ta­na ma esce al­lo sco­per­to, par­la, ab­brac­cia, è ca­pa­ce di tra­sfor­mar­si in amo­re. Ma­ria Te­re­sa ci è riu­sci­ta. Non pos­sia­mo che rin­gra­ziar­la.

    Ri­tan­na Ar­me­ni, mag­gio 2020

    Per­ché

    L’espres­sio­ne un po’ im­bron­cia­ta è in con­tra­sto con la lu­ce dei pro­fon­di oc­chi ca­sta­ni. Uno dei due è leg­ger­men­te più chia­ro dell’al­tro. Il so­le di que­sta mat­ti­na d’esta­te gli dà una lu­ce d’am­bra.

    Si è av­vi­ci­na­ta al ban­chet­to del­la no­stra as­so­cia­zio­ne e fin­ge in­te­res­se per i gad­get, ma si ve­de che ha al­tro per la te­sta.

    Al­ta, ma­gra, pen­so su­bi­to che sia una pal­la­vo­li­sta. Il vi­so leg­ger­men­te al­lun­ga­to è in­cor­ni­cia­to dai lun­ghi ca­pel­li ca­sta­ni che le scen­do­no sul­le spal­le.

    Buon­gior­no le di­co.

    Lei sor­ri­de e pren­de un bel re­spi­ro pri­ma di chie­de­re: Chi è Ros­sa­na?.

    Le rac­con­to di te, è in­te­res­sa­ta al­la tua, al­la no­stra sto­ria.

    Le rac­con­to del­la no­stra as­so­cia­zio­ne di vo­lon­ta­ria­to che si pre­fig­ge di rac­co­glie­re fon­di per la ri­cer­ca scien­ti­fi­ca sui tu­mo­ri ce­re­bra­li.

    Mi fis­sa un istan­te in si­len­zio e poi but­ta fuo­ri: La mia ami­ca del cuo­re si chia­ma­va Ma­ri­na.

    E co­min­cia la sua di sto­ria.

    Ma­ri­na se n’è an­da­ta un an­no fa a cau­sa di un tu­mo­re.

    Lei, rac­con­ta, non ha ca­pi­to co­sa le stes­se suc­ce­den­do dav­ve­ro ed è sta­ta su­per­fi­cia­le, ha spes­so di­men­ti­ca­to di chia­mar­la, non ha tro­va­to il tem­po di star­le vi­ci­no, di par­lar­le, di con­so­lar­la, di aiu­tar­la in quel per­cor­so fa­ti­co­so.

    "For­se og­gi nes­su­no se

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