Cuori Scatenati: I Baroni del Petrolio, #7

Indice

Prologo

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Epilogo

La serie Baroni del Petrolio

Circa l’autore

Prologo

Atterreremo ad Andrews, capitano Shearer. Come tutti i sottufficiali che lo avevano considerato come se fosse un maniaco del baraccone nella settimana da quando aveva iniziato il suo viaggio di ritorno alla vita ufficiale da ucciso in azione, lo steward su questo elegante T-43 equipaggiato con i VIP ha trattato Brian con una sorta di rispetto distante. L’atteggiamento deferente non gli stava accanto.

Cavolo, avevano appena bloccato le sbarre del capitano sulle spalle ieri a Ramstein. E gli consegnò il vestito per lo spettacolo di cani e pony che apparentemente lo attendeva ad Andrews.

Saluta l’eroe conquistatore.

Solo Brian non si sentiva molto eroico. Dopotutto, si era fatto sparare dal suo aereo e catturato, e dovette fuggire dopo undici lunghi anni non per la sua intelligenza ma per l’ingegnosità del suo compagno di prigionia e per l’uccisione a occhio morto di un vecchio nel fuoco del fuoco nel deserto che aveva seguito la fuga.

Zayed.

Brian non avrebbe mai dimenticato il venerabile Marsh Arab che era morto la prima notte della loro liberazione dal macellaio di Baghdad. Brian tirò fuori il ciondolo ossessivamente bello che era stato l’eredità morente di Zayed e lo studiò quando l’aereo iniziò il suo approccio finale.

Era un pezzo unico di arte mediorientale – della storia, suppose. Il suo unico ricordo della sua vacanza di undici anni all’inferno, a meno che non volesse contare le cicatrici, cosa che non ha fatto. L’occhio azzurro cielo, ossessivamente bello, lo fissò dalla sua cornice ornata, dall’aspetto esotico.

Fu allora che notò il difetto. Brillare quasi come un diamante nel bianco perlato dell’occhio era ciò che sembrava una lacrima.

Era sempre stato lì che se ne accorse solo ora, quando era a pochi minuti dalla consegna della collana alla sua amata Diane?

O la lacrima era un’illusione ottica?

Aveva la sensazione di affondare, non quando era sceso dall’aereo e non la vide lì.

* * *

La maledetta collana aveva in qualche modo predetto il dolore di Brian.

La sua angoscia quando era sceso da quell’aereo. Il crepacuore si era dovuto nascondere mentre stringeva la mano del presidente e accettava i saluti da una lunga fila di ottoni militari, i cui volti si confondevano nel suo mare di disperazione.

Il colpo finale era arrivato quando il ricevimento era finalmente finito e un cappellano dell’Aeronautica dalla faccia triste lo aveva fatto sedere e gli aveva spiegato l’assenza di Diane. La sua sposa, la donna con cui aveva lottato per tornare per undici anni angosciosi, aveva sposato un altro uomo due anni dopo che l’Aeronautica lo aveva dichiarato morto. Aveva i figli che avevano pianificato una volta con un marito e un padre che non erano lui. E apparentemente aveva deciso che sarebbe stato troppo doloroso vederlo ora.

Giaceva su un solitario letto oltremisura nella suite nuziale dell’hotel a cinque stelle di Washington che l’ottone superiore gli aveva procurato per la sua prima notte a casa – e si chiedeva come diavolo sarebbe riuscito a continuare. L’agonia, la tortura. Tutto quello che aveva sopportato era stato per niente.

Brian Shearer era vivo, ma al momento desiderava essere morto. Poiché non aveva più la casa e la famiglia per cui aveva lottato per sopravvivere.

Capitolo primo

Galveston, Texas, poche settimane dopo

La marea in arrivo spazzò delicatamente il Golfo del Messico, lambendo i piedi nudi di Brian mentre passeggiava sull’isola deserta della barriera, lungo la stessa spiaggia dove lui e Diane avevano fatto l’amore per la prima volta. Strano, il ricordo che lo aveva sostenuto durante la sua lunga prigionia ora sembrava una vita fa.

Fissò oltre il frangiflutti verso il rustico cottage sulla riva dove era cresciuto fino all’età adulta. La sua casa, il luogo in cui era tornato mille volte nei suoi sogni solitari.

No, non era a casa. Non più.

Dannazione, non aveva una casa. O una vita che vale la pena vivere.

Un pellicano si tuffò nell’acqua schiumosa e si avvicinò con il suo pasto a base di pesce. I gabbiani sbattevano le ali sopra di loro, in moto perpetuo, ma sembra non andare da nessuna parte.

Non diversamente da se stesso.

Oltre l’isola c’erano le due enormi piattaforme offshore che Jake Green aveva detto a Brian di cercare quando tornò a casa. Quelle erano le piattaforme su cui non vedeva l’ora di lavorare quando aveva ancora pensato a Galveston come a casa. Quando aveva pensato che Diane lo avrebbe aspettato qui.

Diane. Era venuto qui con l’intenzione di affrontarla, di chiedere... diavolo, non sapeva cosa. Un’ultima caduta tra le lenzuola per l’amor dei vecchi tempi?

Per cominciare, ha indovinato. E pochi minuti prima era stato sulla strada per affrontarla e farsi scopare, quando l’aveva vista da mezzo isolato di distanza, un bambino tra le braccia. Stava salutando una bambina sorridente mentre il bambino si arrampicava su uno scuolabus.

Brian allora si era reso conto che non avrebbe potuto interrompere la vita di quel bambino che ride anche se Diane fosse disposta. Vederla con i bambini che aveva fatto con un altro uomo aveva martellato a casa il fatto che per lei la vita era andata avanti e lo aveva lasciato molto indietro.

E quella conoscenza lo strappò peggio della tortura e della privazione che aveva subito per mano dei suoi rapitori iracheni.

Si fermò, fissando la calma acqua del Golfo che una volta era stata la sua fonte di pace. Con un certo distacco, ricordò le ore che aveva trascorso qui da bambino, sognando di librarsi in alto sopra l’acqua in un jet come quello che aveva spiato volando in alto.

Allora aveva voluto Diane. E avrebbe voluto essere un jet jock. Desiderava l’eccitazione di far volare il suo uccello high-tech in combattimento liberando le vittime di un folle dittatore.

E più tardi aveva pensato di avere tutto.

Fino a quando un missile in cerca di calore non aveva trovato il suo F-15 e lo ha sparato dal cielo.

Lo ha abbattuto in un inferno che non aveva fine.

Un gabbiano solitario atterrò ai piedi di Brian, le sue piume umide di nebbia. Alzò lo sguardo, come se lo stesse valutando con occhi fragili e non trovasse alcuna minaccia, nessuna causa di cautela.

Immaginava che sentisse di non essere altro che un guscio vuoto. Impotente. A partire dal momento in cui aveva firmato i documenti di scarico, non aveva più nemmeno