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La Maledizione di Sekhmet: Incantatori di Syndrial 3, #3
La Maledizione di Sekhmet: Incantatori di Syndrial 3, #3
La Maledizione di Sekhmet: Incantatori di Syndrial 3, #3
Ebook392 pages5 hours

La Maledizione di Sekhmet: Incantatori di Syndrial 3, #3

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About this ebook

Nathan si sta preparando a combattere con un incantatore pericoloso, ma la vera minaccia di Syndrial coglie tutti di sorpresa. Quando descrive scene di omicidi che poi diventano realtà, deve fermare un assassino che è più vicino di quanto pensi. Il tempo è contro di lui.

Per salvare Syndrial da una minaccia devastante, Nathan e suo fratello dovranno lavorare con degli insoliti alleati. Affrontando vecchi e nuovi nemici, scoprono segreti un po' troppo fastidiosi per Nathan. La sua abilità di Scrittura è stata uno strumento potente ma, questa volta, potrebbe essere una maledizione.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJun 3, 2020
ISBN9781071550847
La Maledizione di Sekhmet: Incantatori di Syndrial 3, #3

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    La Maledizione di Sekhmet - Rain Oxford

    Precedentemente, ne Incantatori di Syndrial…

    Ero un ragazzo assolutamente normale. Lavoravo in una libreria dell’usato mentre studiavo per ottenere una laurea in letteratura. Nel tempo libero, ero un maestro delle escape room, giocavo a giochi di strategia, leggevo, scrivevo romanzi polizieschi e mi gustavo la mia salutare dipendenza da caffeina. Ero anche maledetto; tutti quelli a cui tenevo si facevano del male.

    Mio fratello, Luca, era il mio migliore amico ed un’enorme rottura di palle. Era intelligente, amava tutto ciò che riguardava la storia antica ed era rimasto al mio fianco quando chiunque altro se n’era andato per paura della mia maledizione. Insieme avremmo potuto risolvere qualunque problema.

    Quindi, nel giorno del ventiquattresimo compleanno, cademmo in un portale ed atterrammo in un mondo chiamato Syndrial. Syndrial era pieno di magia e di mostri e governato da molteplici divinità. L’Antico Egitto si era originato dalla cultura di questo mondo. Le persone che praticavano la magia erano chiamate incantatori e tutti erano a conoscenza degli dei. La maggior parte delle persone viveva nelle città ed ogni città aveva un tempio pieno di preti costruito intorno ad una piramide.

    Ogni bambino di Syndrial veniva testato per la magia nel giorno del suo compleanno, dai cinque ai dieci anni. I bambini che mostravano una magia abbastanza forte venivano ammessi al tempio, dove sarebbero stati addestrati. Le bambine con la magia venivano esiliate nel deserto. Quando un apprendista era pronto, veniva sottoposto ad una serie di prove per testare la sua mente e la sua magia. Lo scopo di queste prove era di fare colpo su uno degli dei, che gli avrebbe quindi donato un potere speciale in cambio di lealtà. Il ragazzo diventava così un prete e veniva chiamato con il suo titolo, che si basava sulla sua nuova abilità.

    Dato che io e Luca eravamo comparsi nel mezzo di una delle città, fummo portati dai preti ed esaminati. Io avevo la magia, mentre Luca no. La loro prima reazione fu di tentare di uccidere Luca, ma io non ero d’accordo. Allora decisero di ucciderci entrambi ma, prima che potessero farlo, apparve la dea Iside e ci disse che lei e le altre divinità avevano bisogno del nostro aiuto. Io ero scettico.

    Iside aveva trascritto i veri nomi di ogni persona e divinità di Syndrial in un libro. Su Syndrial, i nomi erano potere e persino un pessimo incantatore avrebbe potuto uccidere qualcuno conoscendo il suo vero nome. Uno potente avrebbe potuto controllare gli dei. Quindi, a tutti i nativi di Syndrial venivano dati dei nomi falsi alla nascita, mentre i loro nomi veri venivano tenuti nascosti.

    Venne fuori che io ero nato a Syndrial, ma ero stato mandato via nel giorno della mia nascita e quindi il mio nome non era incluso nel libro. Questo significava che il libro non potesse essere usato contro di me e, quando venne rubato, gli dei mi chiesero di recuperarlo. Loro credevano che a rubarlo fosse stato un semidio chiamato il Pittore.

    Accettai controvoglia di aiutarli al fine di riportare me e Luca vivi a casa. Iniziai a studiare la magia e, strada facendo, incontrai delle persone strane, tra cui Keira, che poi scoprii essere la dea gatto, Bastet. Lei mi aiutò qualche volta nella sua forma felina, che era quella di un grande giaguaro nero. A differenza degli altri dei che utilizzavano dei vettori, lei si era creata un corpo tutto suo. Con quello, lei poteva cambiare forma, ma non poteva vivere con gli altri dei nel loro reame.

    Intorno ad ogni piramide era costruito un tempio. Ogni tempio venerava una divinità in particolare, tranne l’Alto Tempio (dove venivano addestrati gli apprendisti). Ad esclusione di Bastet, ogni dio aveva un vettore mortale. Questi vettori erano nativi di Syndrial che vivevano da soli nelle piramidi, dove potevano vedere soltanto il prete che si prendeva cura di loro. Quando gli dei volevano visitare Syndrial, si impossessavano dei loro vettori. L’Alto Tempio e l’Alta Piramide erano territori neutri. I vettori venivano mantenuti assolutamente puri e non gli era mai concesso di lasciare la piramide senza la divinità al loro interno.

    Io e Luca salvammo accidentalmente uno stregone intrappolato proveniente da un altro pianeta, il quale, in segno di gratitudine, mi offrì un anello ed un libro magici. L’anello poteva trasportarmi all’ultimo mondo e tempo a cui ero stato, purché lo avessi avuto indosso. Il libro poteva nascondere o cambiare i miei incantesimi contenuti lì dentro in caso quello fosse finito nelle mani di qualcun altro. 

    Con l’aiuto di Luca, scoprii che mia madre era stata il vettore di Iside. Scoprii anche che diversi preti stavano uccidendo i bambini per il loro potere, invece che esiliarli. Incontrai il Pittore e non lo trovai particolarmente malvagio, così quando uno dei preti ribelli prese Luca, mi rivolsi immediatamente a lui perché mi aiutasse a sconfiggerli.

    Il suo consiglio fu di affrontare le mie prove, e così feci. In effetti, feci colpo su abbastanza divinità nelle mie prove da ritrovarmi a poter scegliere quale dio volessi. Scelsi Thot e l’abilità che mi fu concessa fu quella della scrittura. Qualunque cosa avessi scritto sarebbe potuta diventare realtà, a patto che fossi abbastanza forte ed abbastanza determinato. Diventai lo Scrittore.

    Io e Pittore esiliammo i preti assassini su Kradga — la versione di Syndrial dell’Inferno. Non fu davvero troppo difficile, perché lavoravamo bene insieme. Il Pittore aveva anche un anello magico che lo rendeva immortale e dell’attrezzatura artistica magica che rendeva la sua magia ridicolmente efficiente. Subito dopo, rimossi il travestimento del Pittore e scoprii che lui era il mio fratello gemello identico. Ne rimasi comprensibilmente sconvolto, ma lui mi spiegò tutto quello che era successo e che aveva portato alle sue tendenze da killer psicopatico.

    Set aveva stuprato nostra madre per generare un erede in grado di ottenere il Libro dei Nomi, che Iside aveva affidato al suo vettore. Nostra madre ci aveva inviati su mondi diversi per proteggerci dal Testimone, il prete che l’aveva attaccata immediatamente dopo la nostra nascita. Il Pittore era a conoscenza di tutto questo perché ne era stato testimone…due volte.

    Lui aveva subito abusi da chiunque avrebbe dovuto prendersi cura di lui e amarlo, tra cui nostro padre. Quando Set lo aveva mandato indietro nel tempo perché fosse addestrato dai preti, Pittore si era rivelato un prodigio. Set era orgoglioso e, non appena Pittore aveva superato le sue prove, lo aveva accolto. Il Pittore avrebbe dovuto prendere il libro da nostra madre, invece finì per salvare lei e noi. Sfortunatamente, non riuscì ad impedire a Testimone di pugnalare nostra madre al petto e spingerla nel portale.

    Dopo aver sentito questa storia, attaccammo Testimone e recuperammo il Libro dei Nomi, che lui aveva rubato. Testimone era il prete incaricato di prendersi cura di nostra madre. Eravamo così arrabbiati che dovemmo chiedere a Iside di portarlo via, così che potessimo occuparcene più tardi.

    Quindi scoprii che le menzogne del Pittore arrivavano molto più in profondità di quanto avessi temuto. Mi ricordavo di essere cresciuto con Luca, ma tutti quei ricordi erano stati creati dal Pittore, che poteva trasformarsi in Luca ogni volta che indossava un amuleto che aveva ricevuto da nostra madre. Quella non era la parte peggiore, però. Lui era stato con me soltanto per un breve periodo di tempo. Quando era Luca, non aveva i suoi poteri ed aveva tutti i ricordi e le debolezze che si era creato.

    Sarei stato in grado di perdonare tutto quello. Sarei riuscito ad accettare ed amare mio fratello. Avrei potuto curare le ferite emotive che tutti gli altri gli aveva inflitto. Ma lui aveva anche ucciso i miei genitori e la mia prima ragazza. Era lui la maledizione che aveva fatto del male a tutte le persone a cui tenevo.

    Così lo intrappolai in un libro. Era una specie di mondo immaginario in cui avrebbe potuto fare tutto quello che voleva, ma non avrebbe avuto nessun effetto sul mondo reale. Giurai a me stesso che sarei diventato abbastanza forte da riuscire a salvarlo da sé stesso prima di liberarlo dal libro.

    Quando gli dei si rivolsero a me perché io e Pittore recuperassimo una spada magica da un altro dio, mi rifiutai di lavorare con Pittore. Anubi accettò di intrappolare Pittore nei panni di Luca, bloccando la sua magia ed i suoi istinti omicidi. Funzionò e Luca mi ringraziò, dicendosi felice in quella forma.

    La Spada di Draskara era una potente arma creata per uccidere un dio. Per estrarla bisognava unire un anello ed un pugnale speciali. Ogni volta che veniva sguainata, essa doveva uccidere qualcuno, o avrebbe ucciso il possessore. Inoltre, quando uccideva qualcuno, trasferiva i poteri di quella persona a chi la stava usando.

    Demmo la caccia a Maori e scoprimmo che non aveva la spada…e che nostra madre era ancora viva. Infatti, aveva vissuto sulla Terra con il suo marito stregone. Sapendo che io e Luca avevamo il Libro dei Nomi, Maori aveva imprigionato nostra madre per fare uno scambio.

    Tuttavia, salvando lei, Luca venne catturato, dato che non aveva la sua magia. Una volta che ebbi portato mia madre in salvo, tentai di salvare Luca. Fallii, ma realizzai che lui era mio fratello, che fosse il Pittore o Luca. Io gli volevo bene. Così spezzai l’incantesimo di Anubi e liberai il potere di Luca. Io e Pittore riuscimmo a sconfiggere facilmente Maori e Pittore lo trafisse con la spada. In questo modo, Pittore assorbì le abilità di Maori, ma non la sua conoscenza innata su come usarle.

    Ricevemmo anche molto aiuto dal precedente mentore di Pittore, Langril. Non era in alcun modo una brava persona, ma era potente.

    Non appena ottenemmo la Spada di Draskara, ci venne rubata dal Testimone. Lui aveva l’abilità di non essere visto e, con la spada, sarebbe riuscito a rubare un’infinità di abilità. Dato che non mi sentivo sicuro nella mia abilità di combattere con la magia, convinsi Langril ad addestrarmi nella magia. In cambio voleva soltanto un favore.

    Mentre attendevamo che Testimone facesse un passo falso e rivelasse la sua posizione, Pittore decise che Kradga aveva bisogno di un sovrano ed era una sua responsabilità. Inoltre, sarebbe così riuscito a smaltire la sua natura aggressiva.

    Prologo

    Custode si stava preparando per le sue preghiere serali quando Scriba spalancò la porta del cortile, sorprendendo l’anziano. Tuttavia Custode si trattenne, perché il nuovo prete era chiaramente in stato di panico.

    L’alto concilio! Devi andare al concilio!

    Cosa sta succedendo?

    Scriba scosse la testa, troppo agitato per riportare il messaggio.

    Custode si alzò, le sue ginocchia deboli che si lamentavano per lo sforzo. Ignorò l’abbietta paura di Scriba e raggiunse, con dignità, la camera del concilio.

    All’angolo fra due corridoi, premette due mattoni su una parete. Il pavimento si spaccò in linea retta ed una sezione larga tre metri sprofondò, rivelando dei gradini. Lui li discese e raggiunse la stanza inferiore.

    Questa era rotonda, con un diametro di sei metri e bene illuminata. Cinque torce circondavano tre soffici e sontuosi troni, rivestiti di un tessuto blu scuro e oro. Ogni trono era occupato da una donna con lunghi capelli biondo platino, occhi azzurro chiaro e tuniche argentate. Indossavano gioielli d’argento al collo, nei capelli e sulle vesti. La veggente del passato aveva una cinquantina d’anni, la veggente del presente ne aveva una ventina e la veggente del futuro era un’adolescente.

    Mi è stato detto che avete fatto una profezia, disse Custode.

    La fine è vicina, dissero tutte e tre le donne nello stesso istante.

    La morte che ha spazzato il nostro mondo e devastato le nostre terre… iniziò Passato.

    Sta tornando per prendersi ciò che è rimasto, finì Futuro.

    Syndrial sta già ringhiando, arde per la furia, disse Presente.

    Cosa possiamo fare per impedirlo? chiese Custode.

    Niente, dissero le donne insieme.

    C’è soltanto un incantatore che può salvarci, disse Presente.

    Ma lui non vive qui, disse Passato.

    Non riusciamo a trovarlo, disse Futuro.

    Qual è il suo nome? domandò Custode.

    Non lo sappiamo.

    Lo troverò e lo porterò qui affinché ci salvi, promise Custode. Se ne andò senza fare altre domande. Le veggenti non erano note per la loro affidabilità. Non sapevano neanche distinguere i gemelli. Ovviamente, Pittore e Scrittore erano gli unici gemelli nati su Syndrial da… Custode allontanò quel pensiero. Lui era leale al suo mondo ed ai suoi dei più che ai suoi nipoti.

    Quando i preti avevano scoperto che aveva una figlia e gliel’avevano portata via, non si era opposto. L’avevano resa un vettore, dicendo che fosse un onore. Lui visitava sua figlia in segreto, ma non l’aveva aiutata a fuggire. Non si era neanche opposto quando avevano deciso di ucciderla per impedire al figlio di lei di nascere.

    Solo che non si trattava di un unico figlio, ma aveva portato in quel mondo una coppia di gemelli. Sebbene lui fosse orgoglioso di lei, non poteva salvarla. Fortunatamente, lui mantenne i segreti di lei, quindi sapeva che non erano riusciti ad ucciderla.

    Custode era anche praticamente sicuro che Nathan fosse il salvatore di cui aveva bisogno il suo mondo.

    Un rumore vicino di metallo tintinnante lo sorprese. Guardò velocemente da entrambe i lati del corridoio, ma non vide nessuno. Quindi una lama graffiò la parete di pietra vicino a lui.

    Capitolo 1

    L’assassino attese fuori dalla finestra aperta finché non fu sicuro che la sua vittima si fosse addormentata. Quindi entrò silenziosamente. La visione notturna dell’assassino era impeccabile. Esitò, perché la stanza disordinata e colorata era un po’ disorientante. Dopo un attimo, individuò la sua vittima, addormentata, ed avanzò verso di lui come un gatto a caccia.

    Quando non riuscii a muovere la mia penna, sbattei le palpebre e sollevai lo sguardo, riportando con fermezza la mia attenzione al mondo reale. Keira sedeva al mio fianco. Sebbene fosse antica, sembrava avere la mia stessa età, con capelli lisci e neri ed occhi verde smeraldo. La sua aura era dolce, innocente ed esotica. Ero abituato alla sua espressione divertita. Lasciò andare la mia mano. Faremo tardi.

    Lanciai un’occhiata alla finestra di fronte a noi. Lo squalo balena stava nuotando vicino al vetro. Eravamo all’aquario Kaiyukan ad Osaka, in Giappone. Non era una vacanza speciale o una luna di miele; era un appuntamento informale. Nei due mesi da quando Testimone aveva rubato la Spada di Draskara e noi eravamo finiti sotto minaccia costante, io e Keira avevamo sperimentato diversi modi in cui rilassarci.

    Io e Luca amavamo i video giochi e risolvere i puzzle. Keira, essendo una dea ed un giaguaro mutaforma, non era interessata alle avventure virtuali. Allora avevamo pensato avesse senso esplorare ciò che la Terra aveva da offrire. Che fosse un caffè mattutino in Italia, un pranzo pomeridiano in un tempio in Giappone o un’elegante cena in Francia, avevamo deciso che non avremmo sprecato neanche un giorno. Di solito Keira ci trasportava alle nostre destinazioni basandosi su foto prese da internet e quindi io ci riportavo a casa usando il mio anello trasportatore. Era un allenamento utile.

    Mi infilai il quaderno in tasca e mi alzai, inciampando. Lei si alzò velocemente e mi stabilizzò, passandomi le braccia intorno. Scusa, dissi, cercando di rimuovere l’intorpidimento dalle gambe.

    Lei rise. Sei rimasto seduto immobile per ore. Non mi sorprende che tu sia indolenzito.

    Scommetto che riusciresti a togliermi tutti i problemi dai muscoli.

    Se solo avessimo un po’ di tempo.

    Sei sicura di non volere il mio aiuto? chiesi.

    Lei mi baciò una guancia. Non le piacevano molto le dimostrazioni pubbliche d’affetto. Tutti i gatti di Syndrial sono scomparsi. Qualunque sia il motivo, posso gestirlo. Tu non dovresti saltare il lavoro. Sei tu a finanziare le nostre escursioni.

    Amavo il suo modo di prendermi in giro. Le passai le braccia intorno alle spalle e lei appoggiò il volto nell’incavo del mio collo. Torna a casa sana e salva.

    Lo farò sempre. Il suo respiro caldo solleticò la mia pelle sensibile.

    *      *      *

    Durante il mio turno alla libreria, presi in considerazioni le cause che avrebbero potuto portare alla scomparsa dei gatti di Syndrial. Speravo seriamente che la mia ragazza non fosse coinvolta in qualcosa di pericoloso. Lei era potente, ma mi preoccupavo comunque per lei.

    Era una tranquilla serata di lavoro, come sempre. Non ci avevo mai fatto caso quando c’era Luca a farmi compagnia ma, ora che non c’era più, mi ricordava in maniera deprimente che le nostre vite erano molto diverse adesso. Sebbene fossi orgoglioso di mio fratello per essersi assunto questa responsabilità, sentivo la sua mancanza. Non l’avevo più visto da quando era diventato il sovrano di Kradga.

    Non sapevo se stesse soffrendo o se si stesse godendo la sua vita senza di me. In ogni caso, non volevo saperlo.

    *      *      *

    Passai al mio caffè preferito prima di dirigermi verso casa. Ero a qualche isolato dal mio appartamento quando sentii uno schiocco inconfondibile. In quel momento, non riuscivo a pensare ad un suono più pericoloso. Mi bloccai ancora prima che il mio aggressore ordinasse, Non muoverti. La canna della pistola era premuta contro la mia spina dorsale, fra le mie spalle. Arretra lentamente ed entra nel vicolo.

    Feci ciò che mi ordinava senza controbattere. Ero uno scrittore di romanzi polizieschi, avevo passato parecchie ore facendo ricerche su crimini tipo questo. Il modo più semplice per il criminale di cavarsela era di spararmi.

    Dammi il tuo portafoglio. Iniziai ad allungare una mano per raggiungerlo quando lui premette con più forza la pistola contro la mia schiena. Lentamente!

    Okay, dissi, mantenendo un tono sottomesso e calmo. Se avessi mostrato paura o arroganza, sarebbe solo diventato più nervoso e più incline a sparare. Stavo cercando di prendere il mio portafoglio, ma ciò che toccai prima mi fece venire in mente un’idea. In un unico movimento, mi infilai l’anello al dito e mi accovacciai.

    Ma che cazzo? gridò il rapinatore. Per lui, ero scomparso. Sfortunatamente, la cosa lo spaventò tanto da portarlo a premere il grilletto. Il proiettile mi colpì un braccio, ma in quel momento era il minore dei miei problemi.

    Colpii il terreno, macchiando tutto di sangue, e rotolai sulla schiena. Il rapinatore indossava una giacca di pelle con il cappuccio sollevato, ma riuscii a intravedere il suo volto mentre i suoi occhi mi cercavano. Megyar, dissi, scatenando il mio potere su di lui.

    Lui gridò e cadde a terra, contorcendosi per il dolore. Non mantenni l’incantesimo a lungo perché era stancante e superfluo; non si sarebbe alzato molto presto. Faticai ad alzarmi in piedi, premendomi la mano destra contro la ferita. Lui si raggomitolò in posizione fetale, le sue urla si trasformarono in deboli gemiti. Mi sfilai l’anello e lo misi nuovamente in tasca. Prima che potessi andarmene, lui si allungò e mi puntò contro la sua pistola. Gliela allontanai di mano con un calcio, ma non mi preoccupai di raccoglierla.

    Il povero bastardo aveva sbagliato a scegliermi come sua vittima. Estrassi il mio cellulare e chiamai la polizia. Dissi loro che ero appena stato rapinato e dove mi trovassi. Quando chiesero il mio nome, dissi, Oh, il mio nome è— e riagganciai.

    Non avevo un’assicurazione sanitaria e non avevo intenzione di spendere migliaia di dollari affinché potessero mettermi un cerotto in un ospedale. Non mi piacevano gli ospedali. Non erano riusciti a salvare i miei genitori e, l’unica volta in cui ero mai andato in un ospedale, era per far visita a delle persone che erano state ferite dalla mia magia.

    Sapevo che avrebbero potuto rintracciare il mio numero di telefono, ma non ero preoccupato. Essere un incantatore di Syndrial mi forniva un piano di fuga.

    Camminai fino a casa. L’adrenalina che aveva tenuto lontano il dolore stava svanendo e sia il dolore che uno stato di torpore mi stavano rallentando. Conoscevo tre guaritori, ma raggiungerne uno avrebbe richiesto l’energia che stavo perdendo velocemente. Raggiunsi la porta d’ingresso del mio appartamento. Fortunatamente abitavo al primo piano, o non ce l’avrei fatta.

    Avevo freddo e stavo tremando, ero sicuramente in stato di shock. Mi appoggiai un attimo alla porta per riposare. La porta a sinistra della mia si aprì e la mia vicina sporse fuori la testa. Violet aveva una ventina d’anni, con capelli castano scuro ed un discreto trucco sugli occhi. Nonostante il suo aspetto normale, era una delle persone più goth che avessi mai incontrato. Era così goth da non aver bisogno di mascherarsi; lo trasudava ogni volta che parlava.

    Perché stai sanguinando? chiese. Aveva una penna bianca fra le dita, come ad imitare una sigaretta.

    Come facevi a sapere che stessi sanguinando qua fuori?

    Ne ho sentito l’odore. Sono un vampiro, ricordi? Qualcuno ha provato a sacrificarti?

    No.

    Bene. Ti ho già rivendicato come mio sacrificio.

    Lo so. Me l’hai detto parecchie volte.

    A quel punto, suo marito sporse fuori la testa. Ciao, Nathan. A differenza di Violet, Jonas era un tipo amichevole ed imbranato, ma non era terribilmente sveglio. Aveva capelli castano chiaro ed occhi azzurro chiaro. Ehi, lo sai che stai sanguinando?

    L’ho pugnalato, mentì Violet.

    Jonas rise. Oh, tesoro, devi smettere di farlo. Nathan, hai bisogno di un passaggio in ospedale? 

    No, mi ricucirò da solo.

    Questo sì che è fico, disse Violet. Posso farlo io?

    No.

    Se svieni ed affoghi nel tuo sangue, posso farlo?

    No.

    Peccato. Se svieni, lo farò comunque. Jonas, lasciati pugnalare così posso ricucirti.

    Lui le passò un braccio intorno. Andiamo, tesoro, ne abbiamo già parlato. Prima devi fare pratica con la tassidermia.

    Aprii la mia porta ed entrai. Mi piacevano Violet e Jonas, ma sotto molti aspetti erano come dei bambini. Il giorno in cui si erano trasferiti nell’appartamento, avevano provato a lavare i loro vestiti nella lavastoviglie con lo shampoo. Io e Luca eravamo sicuri che avrebbero raso al suolo l’appartamento. Keira li adorava perché amava la loro innocenza.

    La sala comprendeva un divano blu, una poltrona reclinabile marrone, un tavolino da caffè graffiato ed una smart TV da cinquantacinque pollici. Lungo la parete a sud della sala c’erano tre porte; due camere da letto ed un bagno nel mezzo. Sulla parete ad est c’era l’ingresso della cucina.

    Una volta all’interno, con la porta chiusa a chiave, mi concentrai su mia madre e la sua casa e dissi, Nessun posto è come casa, tre volte. L’anello doveva essere attivato usando una frase e quella era ciò aveva scelto il mago che me l’aveva dato. Langril l’aveva modificato così che potesse portarmi in un qualunque posto in cui ero già stato, ma non era disposto a modificare la frase. Mi ci stavo abituando, ormai. Nessuno dei nativi di Syndrial la capiva e ne avevo raramente bisogno sulla Terra, tranne che per raggiungere il rifugio di Langril per le mie lezioni.

    La luce scomparve dal mondo e, quando ritornò, mi ritrovai in un nuovo posto. La casa era pittoresca, con tappeti scuri e pareti di pannelli luminosi nel salone. Sulla parete a nord c’era l’ingresso per la cucina. Un divano marrone chiaro di camoscio si trovava a destra della soglia, insieme ad un rustico tavolino da caffè in legno. Sulla parete a sud c’era un caminetto ed un televisore da cinquanta pollici. Sulla parete ad est c’era una porta scorrevole in vetro che conduceva sul giardino posteriore.

    Mia madre e suo marito sedevano sul divano, abbracciati. Mia madre era una donna minuta, con lunghi capelli rossi ed occhi di un blu intenso. Tutto di lei, dai dolci lineamenti del viso al suo atteggiamento silenzioso, indicava la sua innocuità.

    Christopher era di corporatura media con un’abbronzatura naturale, capelli castano scuro ed occhi grigi che spesso sembravano viola. Lui non era innocuo. Era uno stregone umano che aveva dedicato la propria magia alla guarigione. All’inizio mi ero preoccupato che non sarebbe stato in grado di proteggere mia madre ma, dopo aver avuto modo di conoscerlo, avevo imparato che il suo aspetto era ingannevole. Lui era abbastanza forte da poter gestire il problema di mia madre e, al tempo stesso, abbastanza delicato da non spaventarla.

    Ai piedi di mia madre c’era un cucciolo di golden retriever, che si nascose sotto al tavolo da caffè e mi abbaiò contro.

    Io barcollai e caddi in ginocchio. Il dolore al braccio aumentò ed il mio corpo perse tutte le energie rimanenti. Mia madre tremò. Puoi…guarirmi? chiesi a Christopher.

    Fai pressione sulla ferita, disse lui, alzandosi velocemente. Vado a prendere una pozione curativa e delle bende.

    Se hai del whiskey, non sarebbe niente male, dissi. Mia madre si inginocchiò accanto a me ed appoggiò le mani sul mio braccio sui punti sbagliati, facendomi gemere.

    Mi dispiace! disse mia madre, la voce carica di panico. Hai tutto il braccio ricoperto di sangue!

    Lo so. Sono stato rapinato.

    Chris tornò e mi passò una boccetta. Bevila. Scomparve nel bagno per recuperare un kit di primo soccorso. Io bevvi la pozione, che aveva il sapore di spinaci dolci e la consistenza di uno sciroppo per la tosse granuloso. Riuscì immediatamente a riscaldare il mio corpo invaso dal freddo, ma il dolore scompariva molto più lentamente. Togliti la camicia, disse Chris, sedendosi sul pavimento di fianco a me. Non riuscii ad aprire i bottoni, così lui la strappò. Sebbene la ferita fosse più raccapricciante di quello che mi ero aspettato, si addiceva al dolore.

    Avevo sofferto a causa di molte ferite nella mia vita, ma questa era la mia prima ferita d’arma da fuoco.

    Fortunatamente, mentre lui puliva e fasciava la ferita, il dolore scemò. La stanchezza, d’altro canto, crebbe.

    Probabilmente avrei dovuto avvisarti…le pozioni guaritrici extra forti come questa hanno un effetto soporifero.

    Grandioso. E quindi persi i sensi.

    *      *      *

    Mi risvegliai nella camera degli ospiti, con il profumo della colazione nell’aria. Era una piccola stanza con tappeti beige, pareti verde chiaro, un armadio vicino alla porta ed una finestra sul muro di fronte a questa. Ero disteso in un letto singolo. Vicino a questo c’era un piccolo tavolo. Dato che quelle erano le uniche cose a decorare la stanza, immaginai che non intrattenessero ospiti troppo spesso. Sul tavolo c’era una camicia blu scuro. Mi misi a sedere e, quando mi sentii pronto, mi punzecchiai gentilmente il braccio. Non sentii nessun dolore. Indossai la camicia e raggiunsi la cucina, dove mia madre stava cucinando uova, pancetta e pancake. Chris sedeva al tavolo con una tazza di caffè ed il giornale.

    La cucina aveva armadietti bianchi, ripiani in linoleum ed elettrodomestici in acciaio inossidabile. Le tende sulla finestra sopra al lavandino erano ricoperte di mele. Era tutto un po’ troppo pittoresco per i miei gusti.

    Keira era perfetta per me, ma non avevamo una relazione normale. Lei era una dea ed un giaguaro mutaforma, mentre io ero un umano ed un incantatore di Syndrial. Julia, la mia madre adottiva, non era stata una casalinga. Per quanto riuscissi a ricordare, c’era sempre stato qualcosa di sbagliato in me. Dopo che i miei genitori erano morti e Luca si era unito a me, la nostra vita era diventata eccitante, ma non normale. Talot, la mia madre biologica, era stata il vettore di Iside, quindi era completamente innocente. Tutto ciò che aveva imparato della cultura terrestre veniva da Chris, dalla televisione e dai libri.

    Chris indicò la caffettiera e me ne versai una tazza. Presi posto al tavolo. Grazie per avermi ricucito. Toglierò subito il disturbo, sono sicuro che voi due abbiate delle cose da fare.

    No, disse mia madre. "Sono contenta che tu sia venuto a trovarci. Mi farebbe piacere se volessi restare. In effetti, io e Chris abbiamo parlato parecchio di te e tuo fratello recentemente.

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