I Campanelli dell'Anima
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Anteprima del libro
I Campanelli dell'Anima - Antonella Petrachi
cammino…
Introduzione
Ho iniziato a scrivere questo libro lunedì 1° ottobre 2018. L’impulso a scrivere era forte e quando tornai a casa dall’ufficio iniziai ad abbozzarlo… Mi dissi che era il primo del mese e sarebbe stato un numero perfetto per iniziare il mio viaggio
. In numerologia, l’Archetipo del numero uno è il Guerriero, questo tipo di energia rappresenta l’inizio, la volontà di agire, l’ordine che emerge dal caos. Inoltre, era il primo giorno della settimana: lunedì. Anche in questo caso era un inizio, e poi è il giorno della Luna, principio femminile, lo YIN.
Non sapevo da dove sarei partita esattamente, però capivo che avrei dovuto iniziare in quel giorno. Sarebbe stato un viaggio a ritroso nei meandri della memoria emozionale.
Inizio questo viaggio
ringraziando la vita per avermi dato il cor-aggio (agire con il cuore) di intraprendere con fiducia un percorso complementare alla medicina considerata ufficiale
, fatta di protocolli uguali per centinaia di casi simili
e poco attenti alle peculiarità del singolo individuo. Desidero anche ringraziare calorosamente le persone che mi hanno sostenuto in questo bellissimo e complicato percorso, in modo particolare la mia dottoressa Clara e la mia psicoterapeuta Nicole…
Un grazie di cuore anche a Daniela.
Per la riservatezza dei medici che mi hanno aiutato, utilizzerò degli pseudonimi in sostituzione dei loro nomi.
Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza.
Socrate
Le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo.
Ippocrate
CAPITOLO I
SORPRESA
IL SEGNALE
Era il mese di settembre del 2013, Derek ed io eravamo appena reduci da una serena vacanza assieme, non era ancora mio marito ma la nostra era ormai una relazione stabile. Fu subito dopo il nostro rientro che mi accorsi di avere un piccolo nodulo sotto il capezzolo della mammella sinistra. La scoperta non mi colpì particolarmente, non ricordo di aver provato apprensione. Studiavo la Nuova Medicina Germanica del Dr. Hamer da oltre dieci anni, quindi era ormai consolidata in me la convinzione che le malattie (se di questo si fosse trattato) nascono su altri piani, al di là del corpo fisico. Per risolverle occorre capirne l’origine, perché nulla capita a caso!
Già in passato grandi uomini, come Socrate, avevano compreso quello che oggi si è perso: Diffida di quel medico che cura il corpo senza aver curato la mente, giacché da essa tutto discende
, e poi ancora Ippocrate: Se l’anima si ammala essa consuma il corpo
.
E in tempi più recenti, studiosi avveduti hanno intuito l’esistenza di una correlazione tra malattia e spirito
. Come dice il Dr. Hamer, con la scoperta delle cinque leggi biologiche, le malattie altro non sono che la conseguenza di conflitti biologici che si scatenano a seguito di uno shock acuto, inaspettato, che la persona vive in modo drammatico con un senso di isolamento. Nel tempo avevo già indagato e curato, sulla mia persona, altri malanni, cercando di analizzarne l’origine più o meno traumatica. Anche stavolta, quindi, ero pronta a lavorare sull’osservazione e sull’analisi di cosa mi avesse potuto portare a quella formazione sul seno. Forte delle mie certezze, mi recai comunque dal medico di base, il quale, dopo una breve visita, mi prescrisse una mammografia urgente.
La data stabilita per questo esame, il 3 novembre, è un ricordo tristemente nitido nella mia memoria. Infatti, in quello stesso giorno, insieme con mio figlio Alessandro avevo preso parte al funerale straziante di S. Lei era una bellissima ragazza di 33 anni, l’avevo conosciuta a un corso di fisiognomica. Era una persona molto sensibile e dall’animo gentile, ed era morta per un tumore al seno, dopo un calvario di cure consistenti in ripetuti cicli di chemio e radioterapia.
LA CONFERMA
In quella giornata dissi a me stessa che se anche me l’avessero proposto, mai mi sarei sottoposta a cure così pesanti e dolorose, senza alcuna garanzia di successo ma con certissimi esiti collaterali, assai negativi, tra cui a volte la morte. Decisi quindi che avrei fatto tutti gli sforzi possibili per raggiungere la consapevolezza e capire il perché
della malattia.
Dopo il funerale, comunque, mi recai in ospedale per il mio appuntamento. Nonostante i miei propositi, mentre stavo per sottopormi alla mammografia, cominciai ad avvertire un po’ di preoccupazione, anche se, riflettendo, dicevo a me stessa che non mi pareva di aver vissuto degli eventi tragici, emotivamente parlando, nell’ultimo periodo, e ripensandoci ero anche un po’ seccata di dover andare a perdere tempo.
In ospedale l’accoglienza non fu delle migliori, considerato anche lo stato d’animo che generalmente una donna può avere nel sottoporsi a un esame del genere. L’infermiera che mi accolse mi invitò con tono perentorio a spogliarmi, e l’addetto che eseguì l’esame neanche mi rivolse la parola. E poco dopo fui richiamata per la consegna del referto.
Con i miei fogli tra le mani presi le distanze da questi personaggi poco rassicuranti e così facendo pensavo a quanto trovassi deludente un atteggiamento così scostante e freddo, in una struttura dove le persone dovrebbero invece sentirsi accolte. Raggiunta una distanza ragionevole, infine, dove non potevo più essere vista, decisi di leggere il referto: nodulo solido sospetto, si suggeriva anche un approfondimento con ago-biopsia.
A quel punto fui assalita da due sensazioni contrastanti: immediatamente provai un forte sgomento, ma subito dopo prevalse e mi pervase una grande forza. E successivamente, un pensiero più pratico: come comunicare la notizia ai miei? Mio fratello è un medico ortopedico e mia sorella è un medico psichiatra e, conoscendoli, potevo già immaginare che non avrebbero condiviso per niente la mia posizione.
LA MIA RISPOSTA
Scelsi di chiamare per primo Derek, il mio compagno; riuscii a mantenere la calma nel comunicargli come stavano le cose. La mia pacatezza interiore mi derivava dal fatto che avevo già deciso quale strada avrei perseguito se la diagnosi iniziale fosse stata confermata. Sapevo già su quali persone avrei potuto contare, che mi sarebbero state vicine e mi avrebbero accompagnato, perché avevano già fatto con me un percorso basato sulla consapevolezza e sull’Amore Universale. Questi insegnamenti mi arrivano, grazie alla mia lunga frequentazione della scuola olistica che segue la filosofia del maestro tibetano Djwhal Khul. Devo riconoscere che questi studi