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La Spada di Draskara: Incantatori di Syndrial 2, #2
La Spada di Draskara: Incantatori di Syndrial 2, #2
La Spada di Draskara: Incantatori di Syndrial 2, #2
Ebook343 pages4 hours

La Spada di Draskara: Incantatori di Syndrial 2, #2

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About this ebook

Nathan sta facendo del suo meglio per riacclimatarsi alla sua vecchia vita. La sua fidanzata misteriosa e la sua nuova carriera da scrittore non hanno diminuito la sua determinazione a riavere suo fratello. Quando Thot lo convoca per chiedergli di recuperare un'arma magica in grado di uccidere un dio, Nathan accetta ad una condizione. Nonostante gli avvertimenti di Thot, Anubi acconsente a riportare indietro Luca, ma c'è un prezzo per la magia e Nathan potrebbe non essere disposto a pagarlo quando verrà il momento.    

Nathan e Luca sono di nuovo su Syndrial per un'altra avventura piena di pericoli. Recuperare la Spada di Draskara sarà una prova rischiosa, dato che dovranno affrontare il dio di Kradga. Anche combinando le loro abilità, avranno bisogno dell'aiuto di potenti alleati.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateJun 2, 2020
ISBN9781071550830
La Spada di Draskara: Incantatori di Syndrial 2, #2

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    La Spada di Draskara - Rain Oxford

    Precedentemente, ne Incantatori di Syndrial…

    Ero un ragazzo assolutamente normale. Lavoravo in una libreria dell’usato e mi stavo laureando in letteratura. Nel tempo libero, ero un maestro delle escape room, giocavo a giochi di strategia, leggevo, scrivevo romanzi polizieschi e mi godevo la mia salutare dipendenza da caffeina. Ero anche maledetto; tutte le persone a cui tenevo si facevano male.

    Mio fratello, Luca, era il mio miglior amico ed un’enorme rottura di palle. Era brillante, amava tutto quello che avesse a che fare con la storia antica ed era rimasto al mio fianco quando tutti gli altri se n’erano andati per paura della mia maledizione. Insieme avremmo potuto risolvere qualunque problema.

    Quindi, nel giorno del mio ventiquattresimo compleanno, cademmo attraverso un portale e ci ritrovammo in un mondo chiamato Syndrial. Syndrial era pieno di magia e di mostri, e governato da diverse divinità. L’Antico Egitto si era originato dalla cultura di questo mondo. Le persone in grado di usare la magia erano chiamate incantatori e tutti erano a conoscenza degli dei. La maggior parte delle persone viveva in città chiamate regni, ed ogni regno aveva un tempio pieno di preti ed una piramide attorno alla quale si sviluppava il tempio.

    Ogni bambino di Syndrial veniva testato per la magia nel giorno del suo compleanno, dai cinque ai dieci anni. I bambini che mostravano una magia abbastanza forte venivano ammessi al tempio, dove sarebbero stati addestrati. Le bambine con la magia venivano esiliate nel deserto. Quando un apprendista era pronto, veniva sottoposto ad una serie di prove per testare la sua mente e la sua magia. Lo scopo di queste prove era di fare colpo su uno degli dei, che gli avrebbe quindi donato un potere speciale in cambio di lealtà. Il ragazzo diventava così un prete e veniva chiamato con il suo titolo, che si basava sulla sua nuova abilità.

    Dato che io e Luca eravamo comparsi nel mezzo di una delle città, fummo portati dai preti ed esaminati. Io avevo la magia, mentre Luca no. La loro prima reazione fu di tentare di uccidere Luca, ma io non ero d’accordo. Allora, decisero di ucciderci entrambi, ma prima che potessero farlo, apparve la dea Iside e ci disse che lei e le altre divinità avevano bisogno del nostro aiuto. Io ero scettico.

    Iside aveva trascritto i veri nomi di ogni persona e divinità di Syndrial in un libro. Su Syndrial, i nomi erano potere e persino un pessimo incantatore avrebbe potuto uccidere qualcuno conoscendo il suo vero nome. Uno potente avrebbe potuto controllare gli dei. Quindi, a tutti i nativi di Syndrial venivano dati dei nomi falsi alla nascita, mentre i loro nomi veri venivano tenuti nascosti.

    Venne fuori che io ero nato a Syndrial, ma ero stato mandato via nel giorno della mia nascita e quindi il mio nome non era incluso nel libro. Questo significava che il libro non potesse essere usato contro di me e, quando venne rubato, gli dei mi chiesero di recuperarlo. Loro credevano che a rubarlo fosse stato un semidio chiamato il Pittore.

    Accettai controvoglia di aiutarli al fine di riportare me e Luca vivi a casa. Iniziai a studiare la magia e, strada facendo, incontrai delle persone strane, tra cui Keira, che poi scoprii essere la dea gatto, Bastet. Lei mi aiutò qualche volta nella sua forma felina, che era quella di un grande giaguaro nero. A differenza degli altri dei che utilizzavano dei vettori, lei si era creata un corpo tutto suo. Con quello, lei poteva cambiare forma, ma non poteva vivere con gli altri dei nel loro reame.

    Ogni tempio circondava una piramide. Ogni tempio venerava una divinità in particolare, tranne l’Alto Tempio (dove venivano addestrati gli apprendisti). Ad esclusione di Bastet, ogni dio aveva un vettore mortale. Questi vettori erano nativi di Syndrial che vivevano da soli nelle piramidi, dove potevano vedere soltanto il prete che si prendeva cura di loro. Quando gli dei volevano visitare Syndrial, si impossessavano dei loro vettori. L’Alto Tempio e l’Alta Piramide erano territori neutri. I vettori venivano mantenuti assolutamente puri e non gli era mai concesso di lasciare la piramide senza la divinità al loro interno.

    Io e Luca salvammo accidentalmente uno stregone intrappolato proveniente da un altro pianeta, il quale, in segno di gratitudine, mi offrì un anello ed un libro magici. L’anello poteva trasportarmi all’ultimo mondo e tempo a cui ero stato, purché lo avessi avuto indosso. Il libro poteva nascondere o cambiare i miei incantesimi contenuti lì dentro in caso quello fosse finito nelle mani di qualcun altro.

    Con l’aiuto di Luca, scoprii che mia madre era stata il vettore di Iside. Scoprii anche che diversi preti stavano uccidendo i bambini per il loro potere, invece che esiliarli. Incontrai il Pittore e non lo trovai particolarmente malvagio, così quando uno dei preti ribelli prese Luca, mi rivolsi immediatamente a lui perché mi aiutasse a sconfiggerli.

    Il suo consiglio fu di affrontare le mie prove, e così feci. Infatti, sorpresi abbastanza divinità nelle mie prove da ritrovarmi a poter scegliere quale dio volessi. Scelsi Thot e l’abilità che mi fu concessa fu quella della scrittura. Qualunque cosa avessi scritto sarebbe potuta diventare realtà, a patto che fossi abbastanza forte ed abbastanza determinato. Diventai lo Scrittore.

    Io e Pittore esiliammo i preti assassini su Kradga — la versione di Syndrial dell’Inferno. Non fu davvero troppo difficile, perché lavoravamo bene insieme. Il Pittore aveva anche un anello magico che lo rendeva immortale e dell’attrezzatura artistica magica che rendeva la sua magia ridicolmente efficiente. Subito dopo, rimossi il travestimento del Pittore e scoprii che lui era il mio fratello gemello identico. Ne rimasi comprensibilmente sconvolto, ma lui mi spiegò tutto quello che era successo e che aveva portato alle sue tendenze da killer psicopatico.

    Set aveva stuprato nostra madre per generare un erede in grado di ottenere il Libro dei Nomi, che Iside aveva affidato al suo vettore. Nostra madre ci aveva mandato in mondi diversi per proteggerci dal prete che l’aveva attaccata immediatamente dopo la nostra nascita. Il Pittore era a conoscenza di tutto questo perché ne era stato testimone…due volte.

    Lui aveva subito abusi da chiunque avrebbe dovuto prendersi cura di lui e amarlo, tra cui nostro padre. Quando Set lo aveva mandato indietro nel tempo perché fosse addestrato dai preti, Pittore si era rivelato un prodigio. Set era orgoglioso e, non appena Pittore aveva superato le sue prove, lo aveva accolto. Il Pittore avrebbe dovuto prendere il libro da nostra madre, invece finì per salvare lei e noi. Sfortunatamente, non riuscì ad impedire al prete di pugnalare nostra madre al petto e spingerla nel portale.

    Dopo aver ascoltato questa storia, decidemmo di dare la caccia al prete che l’aveva uccisa ed aveva preso il Libro dei Nomi. Era stato colui che avrebbe dovuto prendersi cura di lei. Eravamo così arrabbiati che dovemmo chiedere a Iside di portarlo via, così che potessimo occuparcene più tardi. Non scoprimmo mai il suo nome né il suo potere. Riuscimmo, tuttavia, a recuperare il libro.

    Quindi scoprii che le menzogne del Pittore arrivavano molto più in profondità di quanto avessi temuto. Mi ricordavo di essere cresciuto con Luca, ma tutti quei ricordi erano stati creati dal Pittore, che poteva trasformarsi in Luca ogni volta che indossava un amuleto che aveva ricevuto da nostra madre. Quella non era la parte peggiore, però. Lui era stato con me soltanto per un breve periodo di tempo. Quando era Luca, non aveva i suoi poteri ed aveva tutti i ricordi e le debolezze che si era creato.

    Sarei stato in grado di perdonare tutto quello. Sarei riuscito ad accettare ed amare mio fratello. Avrei potuto curare le ferite emotive che tutti gli altri gli aveva inflitto. Ma lui aveva anche ucciso i miei genitori e la mia prima ragazza. Era lui la maledizione che aveva fatto del male a tutte le persone a cui tenevo.

    Così lo intrappolai in un libro. Era una specie di mondo immaginario dove avrebbe potuto fare tutto quello che voleva, ma non avrebbe avuto nessun effetto sul mondo reale. Giurai a me stesso che sarei diventato abbastanza forte da riuscire a salvarlo da sé stesso prima di liberarlo dal libro.

    Capitolo 1

    Gli hai sparato?

    Dodici volte, rispose Keira.

    Bene, dissi. Io ho colpito Amanda. Ti hanno sparato?

    No. A te?

    No. Sentii un urlo di trionfo da un altro piano, ma non volevo rischiare di emergere dal mio nascondiglio finché io e Keira non avessimo avuto una conoscenza migliore della situazione. Ho provato a colpire Eli, ma ha trovato uno scudo. Hai visto qualche capsula?

    Il labirinto scarsamente illuminato era già abbastanza difficile da attraversare anche senza i nemici che ti sparavano. Io e Keira indossavamo dei vestiti scuri e stivali così che le luci ultraviolette non rivelassero la nostra posizione. Ciononostante, luci al laser sul soffitto, pittura brillante e poster colorati e luminosi da tutte le parti erano disorientanti.

    Ce n’è uno alla fine di quel corridoio. Credi che ne valga la pena?

    Ci sono tre capsule trappola e sei vere. Eli ha trovato uno scudo, Amanda ha il potenziamento dei colpi a raffica e Megan ha l’invisibilità. C’è il cinquanta percento di probabilità che sia una capsula trappola. Mio padre mi ha insegnato che è meglio correre un rischio e desiderare di non averlo fatto, che non fare niente e desiderare di aver fatto qualcosa. Io vado. Coprimi.

    Ci penso io.

    Lanciai un’occhiata dietro l’angolo e vidi che la strada era libera. Rimanendo attaccato al muro, strisciai lungo il passaggio del labirinto finché non raggiunsi una mensola nel muro, sopra alla quale c’era un pulsante rosso luminoso. Sarà meglio che tu non sia una trappola. Premetti il pulsante.

    Il giocatore ha ottenuto invincibilità. Il giocatore non sarà bloccato dopo un colpo subito, disse il mio giubbotto blu lampeggiante.

    Fico. Tornai sgattaiolando da Keira e le dissi cosa avevo ottenuto.

    La base della squadra Rossa è stata distrutta, parlò la voce del game master dagli altoparlanti sul soffitto.

    Merda. Questo significa che Megan e Jim sono in testa, dissi.

    Possiamo ancora eliminare la loro base.

    Va bene. Ecco il piano. I Verdi attaccheranno la nostra base come prossima mossa. Trova Amanda e Eli. Loro hanno molti meno punti; non possono vincere. Aiutali a distruggere la base Verde. Non abbiamo bisogno dei punti, abbiamo solo bisogno che ne perdano i Verdi. Io attirerò l’attenzione su me stesso e li allontanerò dalla nostra base. Verrò colpito un po’ di volte, ma possiamo farcela se tu distruggerai la loro base. Specialmente se prendiamo i punti per quello. Loro non sanno che io non posso essere bloccato, mentre loro sì, quindi quando uno di loro mi colpisce, risponderò con una raffica.

    Loro sono in due e tu sei da solo.

    Se riesco a bloccarli entrambi, posso colpirli entrambi a raffica finché tu e la squadra Rossa non eliminate la base Verde. Ricorda; non si tratta della nostra vittoria, ma della sconfitta della squadra Verde.

    Lei annuì e mi baciò. Anche un bacio casto da parte sua riusciva a togliermi il fiato. I suoi lunghi capelli neri erano legati per la battaglia, ma i suoi occhi verde smeraldo erano praticamente luminosi al buio. La sua pelle era perfetta ed i suoi tratti somatici erano simmetrici e piacevoli. Era orgogliosa del suo aspetto, che si era progettata da sola, ma non era arrogante.

    Stai attento. Lei si allontanò lungo il corridoio verso la base della squadra Verde. Io mi mossi nella direzione apposta, verso la base Rossa. Nonostante quello che avevo detto riguardo all’attirare attenzione, fui silenzioso e rimasi nascosto, cercando gli altri.

    Per mia sorpresa, per poco non ci scontrammo. Da dove si trovavano in piedi, non riuscivano a vedere il mio angolo. Megan si stava preparando ad aprire una capsula d’energia mentre Jim era in piedi sopra ad un rialzamento per vedere se qualcuno si stesse avvicinando alla loro base. Stavo per sparare a Megan, non volendo darle la possibilità di ottenere un qualunque tipo di vantaggio, quando Jim puntò la sua pistola. Non potevo lasciare che colpisse Keira, rendendola vulnerabile ad Amanda ed Eli, così gli sparai. Lui si voltò e chiamò Megan, il suo giubbotto lampeggiante, segnalando che era stato bloccato, ma Megan aveva già raggiunto la capsula d’energia.

    Il giocatore è stato colpito da una mancanza d’energia. Ora il giocatore sarà in grado di sparare soltanto una volta ogni dieci secondi.

    Cazzo! urlò lei. Si voltò verso di me e mi sparò, ma io subii il colpo e quindi risposi al fuoco immediatamente. Che cazzo!

    Sono invincibile. Colpii di nuovo Jim per mantenerlo bloccato.

    Queste capsule trappola fanno schifo, si lamentò Megan.

    Non lasciai che lei mi distraesse. Continuai a colpirli entrambi ogni pochi secondi. Sapevo che presto avrei avuto bisogno di ricaricare la mia pistola, ma avevo fiducia che nel frattempo Keira sarebbe riuscita ad eliminare la base. Sfortunatamente, passarono quelli che sembrarono dieci minuti senza nessun annuncio.

    La mia pistola si spense.

    Merda. Iniziai a correre, sapendo di avere un vantaggio di soli dieci secondi prima che loro potessero rispondere al fuoco. Jim iniziò a inseguirmi. Ero fortunato che Megan stesse indossando le sue scarpe col tacco. Jim era altrettanto impreparato, con indosso la sua camicia bianca e rossa che brillava intensamente nella luce al neon. Mi ritrovai in un vicolo cieco, dove c’erano soltanto un piccolo basamento ed una capsula d’energia. Non potevo rischiare una penalizzazione, così non sprecai tempo con la capsula. Invece, usai il rialzamento per saltare dall’altra parte del muro, ignorando il fatto che fosse una mossa illegale.

    Atterrai e rotolai, fermandomi ai piedi di Eli. Invece che spararmi, lui puntò la sua pistola contro Jim e fece fuoco. Jim fu bloccato nuovamente. Dietro Eli, Keira e Amanda ce la stavano mettendo tutta con la base Verde, che era una semplice scatola verde luminosa sul soffitto. Mi alzai in piedi. Grazie, amico.

    Il nemico del mio nemico e quelle cose lì, disse Eli. Io e Amanda siamo così indietro che dovremo sicuramente offrire il pranzo. Preferiremmo fosse a te e Keira che a scema e più scemo.

    Non potete allearvi contro di noi, ci rimproverò Jim. Siete gelosi delle nostre capacità.

    Sì, tu e Megan siete bravi, dissi. Avete avuto anni di pratica. Siete anche entrambi pessimi vincitori ed è per quello che nessuno vuole giocare con voi. Anche se stavo cercando di fare una battuta per lenire il suo fragile ego, quella era anche la verità. Io e Keira avevamo programmato di giocare con Amanda ed Eli. Jim e Megan l’avevano scoperto e si erano autoinvitati, arrivando anche a far pagare il loro biglietto da Eli perché loro erano dei così detti esperti e, quindi, non avrebbero dovuto pagare.

    La base della squadra Verde è stata distrutta. Game over.

    Si riaccesero le luci e i nostri giubbotti e le pistole si spensero. Amanda ed Eli si abbracciarono, eccitati di aver giocato piuttosto che amareggiati per aver perso. Keira, meno incline a pubbliche dimostrazioni d’affetto, infilò semplicemente la sua mano nella mia mentre uscivamo. Il pavimento ora era illuminato da frecce che ci indicavano l’uscita.

    Il game master ci incontrò nella stanza dell’attrezzatura, mentre ci rimuovevamo i giubbotti e le pistole. Vi siete divertiti?

    No, disse Megan, amaramente.

    Taci, femminuccia, rispose Amanda.

    Megan sbuffò, ma tenne la bocca chiusa. Se chiunque altro al mondo l’avesse chiamata così, sarebbe stato messo KO. Dato che Megan ed Amanda erano sorelle, tuttavia, lei poteva farla franca. Era sorprendente quanto, a volte, la mela potesse cadere lontano dall’albero.

    Il game master lesse dal suo iPad. La squadra Rossa è al terzo posto con dodici punti. Voi due fate schifo. Squadra Verde, voi avete vinto venticinque punti per aver distrutto la base della squadra Rossa e poi ne avete persi venticinque quando la vostra è stata distrutta. Avete cinquantatré punti. Squadra Blu, la vostra base è l’unica sopravvissuta ed avete guadagnato venticinque punti per aver distrutto la base della squadra Verde.

    Avevamo mantenuto una posizione intermedia per la maggior parte della partita, perché eravamo rimasti nascosti piuttosto che sparare e venire colpiti. Tuttavia, avevo fatto diverse dozzine di punti su Megan e Jim alla fine, il che aveva abbassato il loro punteggio ed alzato il nostro.

    Voi avete sessantacinque punti, annunciò il game master.

    Io e Keira rimanemmo modesti nella nostra vittoria, mentre Amanda ed Eli festeggiarono. Sebbene avevano perso, Megan e Jim pretesero che Amanda ed Eli pagassero anche il loro pranzo. Io e Keira ne rimanemmo fuori, dato che Eli poteva difendere sé stesso e la sua ragazza, anche se Amanda era un’ingenua.

    Tanto non volevamo pranzare con voi, disse Jim. Luca, lui sì che era fico. È ancora impegnato a dissotterrare ossa in Egitto?

    Ricerche. Sta facendo ricerche in Egitto, non paleontologia, mentii per la centesima volta. Tutti volevano sapere in che luogo dell’Egitto si trovasse, ma io rispondevo semplicemente che era un segreto.

    Sei piuttosto bravo nel combattimento, disse Keira quando ce ne andammo.

    Fortuna del principiante. Io e Luca siamo abituati a giochi in cui si usa il cervello, non una pistola. Laser tag è fico, ma non faceva per noi.

    Bene, disse Keira, baciandomi. Allora può fare per noi.

    Un debole crepitio mi avvertì che il mio telefono si era fritto. Di nuovo.

    *      *      *

    Dopo aver pranzato con Amanda ed Eli, io e Keira tornammo a casa, dove trovai un’email sul mio computer che mi riferiva che il mio romanza poliziesco stesse avendo molto successo. Ne ero lusingato, ma non sorpreso, perché avevo basato la storia su mio fratello. In un certo senso, speravo che lui non l’avrebbe mai letto.

    Nel mio libro, il protagonista era un poliziotto a caccia di un serial killer, ma si scopriva che il serial killer aveva protetto il poliziotto sin dall’inizio. Lui era un assassino, ma alla fine diventava un eroe quando veniva colpito da un proiettile per proteggere il poliziotto. Solo più tardi il poliziotto avrebbe scoperto che l’assassino era il fratello dal quale era stato separato da bambino.

    Se io e il Pittore fossimo stati umani e la magia non fosse esistita, avremmo comunque avuto qualche ostacolo a tenerci separati.

    I lettori amano il tuo stile di scrittura, disse Keira, leggendo l’email da sopra la mia spalla. Lei riusciva sempre a capire quando ero turbato per mio fratello.

    Prima di guadagnare i miei poteri da Scrittore, mi perdevo in quello che scrivevo e, invece che seguire la trama, scrivevo strane scene che riguardavano solitamente mostri o magia. Con il mio potere, dovevo stare attento a non perdermi nelle storie, perché non volevo creare accidentalmente un cattivo nella vita reale.

    Alcune idee per il mio libro le avevo avute dal Pittore. Quando eravamo bambini, a volte avevamo condiviso dei sogni, prima di incontrarci. Era così che avevo scoperto i nostri veri nomi, che lui aveva usato per impiantarmi dei ricordi falsi ed io avevo usato per intrappolarlo. Mentre lui si trovava nel libro, poteva avere qualunque avventura desiderasse. Di solito, si immaginava di vivere quelle avventure con me. Quando condividevamo dei sogni, potevo lasciarglielo fare.

    Vogliono che tu faccia la presentazione del libro? domandò Keira. Che cos’è?

    È quando i lettori incontrano l’autore e l’autore autografa i libri.

    Così che possano avere del potere su di te? domandò, immediatamente sospettosa.

    La sua preoccupazione alleggerì l’atmosfera. No. Lo sai che gli umani non usano i nomi in quel modo. Tra l’altro, firmerei con il mio nome d’arte.

    Io e Keira avevamo entrambi una natura estremamente protettiva. Sfortunatamente, ero ancora cauto con lei perché ero cresciuto pensando di essere maledetto. Gli apparecchi elettronici reagivano ancora negativamente alla mia magia ma, da quando avevo imparato a controllarla, era stato facile integrarsi nella società. Poco dopo aver intrappolato mio fratello, avevo scoperto che lui non era interamente responsabile delle cose strane che erano successe intorno a me.

    Quando mi arrabbiavo con qualcuno, dovevo controllarmi o la mia magia avrebbe fatto esplodere degli oggetti e friggere gli apparecchi elettronici. Il Pittore aveva allontanato solo le persone a cui tenevo; quelle che odiavo erano state ferite dalla mia stessa magia. Come avevano suggerito parenti ed amici ai miei genitori, ero un mostro.

    Fortunatamente, dato che ne ero consapevole, potevo controllarlo. Non ero ancora abbastanza sicuro da stringere amicizie intime, ma forse quello aveva più a che fare con il fatto che sapessi di non essere umano.

    Ero anche riuscito a laurearmi all’università, la quale era stata una cosa un po’ dolce-amara. Uscivo dalle lezioni e mi aspettavo di trovarci Luca, ad aspettarmi, e quindi mi ricordavo perché non ci fosse. La prima cosa che feci quando tornai sulla Terra fu dire all’università che c’era stata un’emergenza famigliare e che Luca sarebbe tornato il prima possibile. Congelarono il suo piano di studi.

    Praticavo la magia almeno qualche ora al giorno, specialmente da quando mi ero laureato. Ovviamente sapevo che non fosse abbastanza. Gli apprendisti su Syndrial studiavano e facevano pratica tutto il giorno tutti i giorni dal momento in cui la loro magia veniva scoperta finché non diventavano preti e, a quel punto, studiavano e facevano pratica ancora di più. Non è che fossi pigro o che negassi ancora l’esistenza della magia. Semplicemente sentivo che facesse parte di un’altra vita. Potevo essere umano o incantatore e, per quanto fossi un incantatore che mi piacesse o meno, non ero ancora pronto a rinunciare alla mia umanità.

    Apportai alcuni miglioramenti a me stesso ed alla mia attrezzatura mentre testavo i miei limiti. Non volendo ritrovarmi senza poteri in caso mi fossi rotto la mano destra, diventai ambidestro. Con il mio vero nome, riconobbi che i miei poteri sarebbero potuti essere illimitati, con abbastanza pratica. Avrei potuto aumentare il mio Q.I., migliorare il mio corpo ed aumentare la mia resistenza per qualunque cosa.

    Ma non lo feci. Conoscevo abbastanza la magia da sapere che avrei potuto incasinarmi seriamente. C’erano delle conseguenze per le mie azioni. Fornire a me stesso un cuore inarrestabile avrebbe solo lasciato qualcos’altro vulnerabile.

    Pittore aveva degli strumenti magici che miglioravano le sue capacità. Avendo molta meno esperienza, dovevo modificare quello che avevo ed adattarmi. In aggiunta al mio libro magico e all’anello-portale, avevo una penna stilografica, che era stata un regalo da parte di mio fratello. Sebbene non contenesse alcuna magia in origine, lanciai un incantesimo così che non esaurisse mai l’inchiostro. Fissai anche un piccolo ago nel tappo in caso avessi mai avuto bisogno di scrivere con il sangue…di nuovo.

    Secondo me, la mia vita non era tanto pazzesca quanto sarebbe potuta essere. Mi ero sistemato. Eppure mancava qualcosa.

    Ero costantemente consapevole che uno degli dei avrebbe potuto attaccarmi per il Libro dei Nomi. Al tempo stesso, ogni giorno andavo a dormire sentendomi un po’ deluso che non fosse accaduto. Mi mancavano Syndrial, mio fratello e le avventure.

    Keira affondò le dita nei miei capelli e si raddrizzò. Iside sta cercando di chiamarti. Vuoi parlarle?

    No. Presi la sua mano. Andiamo a fare qualcosa.

    Abbiamo appena fatto qualcosa. Io devo risolvere una disputa su Syndrial, ma aspetterò finché Iside non smette di infastidirti.

    Lo apprezzo davvero.

    Bè, fino ad allora, andiamo a celebrare la nostra vittoria.

    Che cosa avevi in mente?

    Dammi cinque minuti, poi vieni in camera da letto. Sono abbastanza sicura che te ne farai un’idea. Uscì dalla stanza.

    Dato che Keira non viveva nel reame degli dei insieme ai suoi fratelli, era quella più simile ad un umano. Keira era una protettrice, specialmente di bambini. Era una dea, quindi la sua moralità era parecchio diversa dalla mia, ma era dolce ed amorevole. Aveva capito in fretta la cultura umana e portava anche a casa animali randagi ogni volta che usciva dalla porta. L’amministratore non ci permetteva di avere animali domestici. Questa era una sfortuna quando si trattava di riportare dei gattini al canile…ma era meno una sfortuna quando si trattava di una

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