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Londra solo andata
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Ebook132 pages2 hours

Londra solo andata

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About this ebook

Siamo agli inizi degli anni duemila e la crisi di lavoro in Europa inizia a farsi sentire. Tanti ragazzi decidono di lasciare il loro Paese per andare a vivere e lavorare a Londra in cerca di un futuro e un salario migliore. Questa e' la storia di quattro ragazzi di trent'anni, della loro convivenza, dei loro amici, dei loro sogni. Alcuni sono tornati a casa loro, per altri invece il viaggio a Londra e' rimasto un tragitto di sola andata.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 28, 2020
ISBN9788831672498
Londra solo andata

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    Londra solo andata - Patrizia D'Agostino

    Conclusione

    Patrizia D’Agostino

    Londra solo andata

    Youcanprint

    Titolo | Londra solo andata

    Autore | Patrizia D'Agostino

    ISBN | 978-88-31672-49-8

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    If you snooze, you loose, così continuavo a ripetermi per convincermi ad alzarmi, mentre nel dormiveglia continuavo ad appoggiare la mia mano sul tasto snooze della mia sveglia. Uno dei miei alunni mi aveva insegnato questo modo di dire, tanto popolare in America, e da quando l’avevo imparato cercavo invano di metterlo in pratica. Se ti fai un sonnellino ti perdi, così avrebbe potuto suonare la frase in italiano. Da quando avevo la mia nuova sveglia, con il tasto snooze appunto, di tempo a sonnecchiare nel letto ne perdevo tanto. La sveglia era stata un regalo di uno dei miei alunni cinesi. I suoi genitori gestivano un negozio di paccottiglie vicino Merton, alla periferia di Londra e dopo aver ricevuto accendini con le luci, penne che scrivevano in assenza di gravità, alberi di natale cantanti, cubi ballerini, questo era l’unico regalo utile che mi era stato donato. O meglio che credevo utile, perchè la presenza di quel maledetto tasto aveva portato alla luce la mia parte oziosa che avevo sempre tentato di reprimere. Dallo spiraglio del mio lucernario, che si trovavo proprio sopra il mio letto, vedevo le gocce di pioggia che scendevano lungo il vetro, che mi facevano pensare già alla difficoltà che avrei avuto a mettere in moto la mia vecchia fiesta che, ogni volta che pioveva, e dunque quasi sempre, aveva problemi di accensione. Mi piaceva pensare che la macchina, che era stata immatricolata in Spagna e ci era stata regalata da una nostra collega spagnola, non si fosse mai abituata al clima londinese e avesse trovato così il suo modo di protestare. Intanto i grossi numeri rossi del quadrante al quarzo segnavano le otto, non potevo più esitare e dovevo assolutamente uscire dal letto, un fouton Ikea che avrebbe finito per rompermi la schiena da quanto era basso. Il caldo tepore della mia stanza mi avvolgeva e dopo una doccia bollente mi sentivo pronta per scendere in cucina a bere una tazza di ottimo caffé solubile.

    Magali, Lucia, Vincent ed io dividiamo una villetta a tre piani a Wimbledon, un quartiere chic alla periferia sud di Londra. Una villetta a schiera con il giardino pieno di erbacce. Sul retro avevamo messo, tanto per darci un tono e far finta di avere il prato in ordine, una moquette di finta erba ormai distrutta da gatti, cani e volpi e puzzolente a causa della pioggia. All’entrata principale, accanto al cancelletto d’ingresso sette orribili nani davano il benvenuto ai nostri visitatori. I nanetti sono della nostra proprietaria e sono anche l’unica cosa che ci ha raccomandato di custodire con cura. La proprietaria è anche la direttrice della scuola per cui lavoriamo. Lucia insegna spagnolo ma solo per necessità. Nel suo corpo batte un cuore catalano e fa parte del comitato Cataluna libera. Io Vincent e Magali insegniamo francese. Per due mesi ho anche insegnato italiano ad una signora che prendeva lezioni di canto, era appassionata d'opera e sperava di riuscire a cantare Puccini senza il suo accento inglese.. Magali è cinica e disincantata. Odia tutti i suoi alunni sia i bambini che gli adulti, siccome è molti anni che insegna nella nostra scuola ha un potere di scelta e di decisione e di solito tocca a me prendermi i suoi scarti. Che palle questi inglesi, è solita dire Magali, tutti repressi e bloccati. Quelli che vengono da noi poi te li raccomando...

    Noi facciamo parte di un'organizzazione scolastica che si chiama Bounjour France. offriamo lezioni di francese, spagnolo e italiano a domicilio ma anche nelle scuole. Ogni volta che esco per lavorare mi sento Mary Poppins. Ho delle borse sempre piene dove tengo libri di testo e tanti giocattoli. La nostra direttrice è ossessionata dalle fotocopie. Non vuole che ne facciamo e sarebbe capace di mettere delle tagliole nella fotocopiatrice. Un giorno abbiamo scoperto che contava i fogli. Ci ha convocato in massa e invece di parlarci del suo ciclo mestruale, ci ha fatto una lavata di testa proibendoci categoricamente di fare fotocopie. Io ho la borsa zeppa di fotocopie che faccio di notte quando tutti dormono, Josette, la direttrice lo sa ma io ho un trattamento di favore da quando le ho regalato per natale delle protesi in silicone da infilare dentro il reggiseno. Effetto quarta misura garantito.

    Quando Josette aveva annunciato a me e a Magali, l’arrivo di una ragazza spagnola per sostituire Martine che partiva, non sapevamo come fare per nascondere la nostra felicità. Eravamo convinte che qualunque cosa o persona fosse arrivata a casa nostra sarebbe stata meglio di Martine che più che essere la nostra coinquilina, era in realtà una specie di sociopatica. Martiine, con una laurea in lingua inglese alla Sorbona e un corso di marketing aziendale, era convinta di essere un talento sprecato. E diceva di non voler passare la propria vita insegnando francese a degli zucconi o a dei bambini viziati. In realtà nemmeno noi pensavamo che avremmo trascorso la nostra vita insegnando francese ma sicuramente era meglio questo che fare le cameriere in un pub. Martine si univa poche volte alle nostre conversazioni, mangiava sempre da sola e si rintanava nella sua stanza, da dove, a partire dalle otto di sera non si sentiva mai alcun rumore. Non l’abbiamo mai vista ascoltare musica nè parlare al telefono con qualcuno. Il suo più grosso cruccio era quello di non avere un fidanzato, ma questa era la condizione anche mia e di Magali; ogni tanto scendeva a prendere con noi una tazza di te, poi ci fissava con i suoi occhi a palla e improvvisamente scoppiava a piangere dicendo di essere tanto infelice. Uno dei nostri maggiori problemi di convivenza era dovuto agli scoiattoli. Martine era furibonda ogni volta che scendendo in cucina a far colazione, trovava me e Magali nella nostra occupazione quotidiana preferita; quella di dare da mangiare ai due scoiattoli che ogni mattina alle 8 in punto bussavano al vetro della nostra cucina chiedendo dei biscotti. Martine era convinta che portassero gravi malattie e che se volevamo continuare in questa nostra attività dovevamo andare da un dottore a farci vaccinare. Comunque di vaccini contro le malattie portate dagli scoiattoli non se ne era mai sentito dire e il dottor Keith, che divideva il letto con il suo setter irlandese, ci aveva assicurato che solo il morso degli scoiattoli poteva essere pericoloso ma un’antitetanica avrebbe messo a posto tutto. Martine si era recata più volte da Josette a lamentarsi della nostra convivenza ma anche noi, da parte nostra, non ne potevamo più della puzza dei suoi sgombri, aringhe e merluzzi affumicati che mangiava quotidianamente. Dunque tutti avevamo buoni motivi per lamentarci, tranne Vincent, che, amando le forme arabeggianti, era sempre in profonda ammirazione davanri al suo culo abbondante e alle sue tette prosperose. A me mancherà, io in fondo non la trovo così antipatica, un po’ strana forse, ma magari è timida Vincent non era in grado di operare una serie valutazione dei fatti. Noi in realtà eravamo un po’ risentite perchè avremmo voluto essere state informate da lei della sua partenza. In fondo abbiamo passato un anno insieme, diceva Magali, vorrei tanto sapere perchè va via, mi chiedevo io, sarà sicuramente a causa vostra, per gli scoiattoli, pensava Vincent, offrendole tutta la sua solidarietà. Guarda che hai poco da parlare, tu ci riempi di volpi e topi che vengono a banchettare nel nostro giardino, dove tu non togli mai la spazzatura.

    Ho un gran mal di testa, dice Martine, aprendo la porta della cucina e avvicinandosi al bollitore, se penso che ho due ore da fare in una nursery mi sento male, Come sono maleducati questi bambini inglesi, questo metodo Montessori che è così di moda tra i ricchi, per me è una vera bufala. Con la scusa che i bambini devono esprimersi liberamente gli si permette di fare tutto e per non reprimerli li lasciano pure scrivere sui banchi. Che avvilimento passo tutto il tempo a ripetere i nomi dei colori e a cantare frère Jacques e sur Le pont d’Avignon, non avevo bisogno di una laurea per far questo. Tutte le mattine era la stessa storia, poi lei e Vincent si mettevano a parlare fitto fitto e ripensavano a quanto le cose funzionassero bene in Francia e ai bambini che dovevano alzarsi in piedi all’arrivo dell’insegnante in classe. Eppure non era passato tanto tempo da quando avevano finito di essere studenti.

    Vorrei presentarvi il mio fidanzato, ci dice a bruciapelo Martine prima di uscire, eravamo trasecolate. Dove lo avrà mai trovato questo fidanzato? ci chiedevamo incredule. Cosa ne dite se andassimo tutti a cena fuori sabato, così ve lo presento, potremmo andare al messicano di Richmond, è un bel posto c’è anche la musica. E’ successo tutto così in fretta un colpo di fulmine. Il mese prossimo andiamo a vivere insieme.

    Ed ecco svelato il mistero della partenza dico a Magali è inaudito, fa lei, ma dove l’ha pescato? Sta sempre chiusa in camera. Chi potrà mai essere? Qualche alunno? Macchè lei ha soltanto asili nido e scuole materne, decisamente mi sembrano un po’ piccoli.... Qualche dirigente scolastico, il padre di qualche alunno? Inutile scervellarsi, faccio io, tocca aspettare, non ce la faccio ad aspettare sabato, sono troppo curiosa, ribatte Magali, e invidiosa, faccio io. ma perchè secondo te è una bella ragazza? E’ grassa sciatta e pure antipatica Quello che tu chiami grasso, cara Magali, sugli uomini non fa lo stesso effetto E allora perchè Cosmopolitan dice che Kate Moss è il sogno proibito di tutti i francesi? Ecco il sogno, faccio io, ma non la realtà e poi smettila di prendere per buono tutto quello che ti dice Cosmopolitan prima o poi morirai per un errore di stampa.

    Andrew era un irlandese di Belfast, biondiccio, occhialuto e brufoloso. Un vero cesso. Martine però lo guardava con occhi estasiati, gli serviva da mangiare, riempiendogli continuamente il piatto e ogni volta che ricambiava il suo sguardo sembrava pensare che fosse l’uomo più intelligente del mondo. Magali picchiettava con i piedi il pavimento, questo era un brutto segno, Vincent cercava di tenere animata la conversazione con il suo franco -inglese incomprensibile ai più ma del resto anche l’inglese che parlava Andrew risultava per noi di difficile comprensione. Solo Martine sembrava capirlo ma si sa che gli innamorati hanno codici sconosciuti al resto del mondo. Noi eravamo curiose di sapere come e quando si erano conosciuti. Non riesco ancora a rendermi conto, pigolava Martine è stato un segno del destino, voi lo sapevate quanto stavo male a Londra, come ero infelice, senza amici, senza famiglia, senza nessuno con cui parlare, (noi c’eravamo ma evidentemente non rientravamo nelle persone che voleva frequentare,) per consolarmi sono andata, un giorno che avevo finito di lavorare prima, a Oxford Street per comprare un paio di Clarks, entro nel negozio e vedo Andrew, i nostri sguardi si incrociano e sentiamo una scossa, come una corrente elettrica, ci siamo innamorati mentre lui mi provava le scarpe ai piedi. La faccia di Magali esprime ribrezzo, io devo contenermi per non scoppiare a ridere. Sei una nuova cenerentola le dico ridendo, Andrew si è innamorato dei tuoi piedi, "E’ una bella storia vero? Il principe che infila la scarpa alla sua innamorata, pensavo che storie così non

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