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Ahélya, il fuoco sotto il ghiaccio
Ahélya, il fuoco sotto il ghiaccio
Ahélya, il fuoco sotto il ghiaccio
Ebook159 pages2 hours

Ahélya, il fuoco sotto il ghiaccio

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About this ebook

Quello che fino a poco tempo prima era semplicemente Mister Clenmare, uno squattrinato e talentuoso medico di provincia, oggi è diventato l’ammirato Lord Rusfolk, rampollo di una delle famiglie più in vista e ricche d’Inghilterra. Ma sono molti a desiderare la sua rovina e a invidiare il giovane lord. Soprattutto nella cerchia dei suoi amici più intimi. Viviane, la ragazza che ha rifiutato di sposarlo quando quest’ultimo era solo un medico di campagna è ora la dama di compagnia di Aurora, cugina di Lord Rusfolk. Sono Viviane e Aurora ad architettare un piano per denigrare ed eliminare la pericolosa concorrenza di Ahélya, giovanissima ragazza entrata nelle grazie di Alwyn Clenmare. Con la complicità di Lord Algernon, padre di Aurora e forse coinvolto nella morte di Walter, l’ultimo Lord Clenmare, le due donne scoprono il vero punto debole di Alwyn. Tutto diventa più facile. Viviane è a un passo da realizzare il suo sogno: sarà lei la futura Lady Clenmare. Come sottolinea Natalia Aspesi parlando dei romanzi di Delly, proposto in una nuova traduzione e firma che non ha certo bisogno di presentazioni, “può girare la testa, nell'ammasso di eventi: ma una primordiale commozione, un viscerale, vergognoso piacere fanno divorare il libro. Insensatamente”.
LanguageItaliano
Release dateMay 28, 2020
ISBN9788893041980
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    Ahélya, il fuoco sotto il ghiaccio - Delly

    2020

    I

    L'antica cappella di famiglia a Loreyl-Castle, durante il lungo soggiorno in India di lord Risfolk, era stata ristrutturata secondo il culto cattolico, la religione del nuovo lord, di sua madre e di Ahélya. Il giorno dopo la visita di sir Fabian Hartwill al castello la visitarono tutti insieme.

    Lord Rusfolk decise di dare un'occhiata alla parte vecchia dell'edificio e soprattutto alla Red Tower.

    — Mi accompagni Ahélya? — chiese alla cugina. — Anche se tu la conosci già...

    — Ci verrei volentieri — rispose lei. — Amo molto quegli angoli stupendi e i ricordi che suscitano.

    Lord Rusfolk chiese a Harriston di fare da guida.

    Fu una visita molto interessante, e l’amministratore soddisfò tutte le richieste di informazioni del proprietario.

    Dopo essere saliti su scale strette nascoste dagli enormi muri ed essere entrati nelle stanze segrete indicate su una vecchia planimetria in possesso di Harriston, lord Rusfolk si meravigliò che nella mappa non ci fosse traccia della galleria sotterranea che doveva ancora esistere tra la cripta della cappella e la Red Tower.

    — È tutto normale — spiegò Harriston — perché il tracciato, trasmesso verbalmente dal capofamiglia agli eredi, è andato perduto nel 1124. A quel tempo il padrone di Loreyl-Castle era Eric Clenmare, marito di una nobile castigliana. L'aveva portata con sé da uno dei suoi tanti viaggi per il mondo. Scomparve all'età di ventisei anni e nessuno seppe più niente di lui. Il segreto è rimasto tale. I successori a Loreyl-Castle fecero mille ricerche senza alcun risultato.

    Mentre Harriston spiegava la situazione, lord Rusfolk e Ahélya esaminavano con interesse il luogo dove si trovavano. Erano in una sala immensa, al piano terra della Red Tower, con la volta di pietra sostenuta da colonne pesanti e il pavimento di granito. Dalle finestre strette, chiuse da sbarre disposte a forma di croce, entrava poca luce.

    — Quindi è da allora che questi sotterranei sono chiusi? — domandò lord Rusfolk.

    — Certo, mylord. Quando fu costruito il castello, la cripta doveva avere un’altra destinazione, perché i primi marchesi di Rusfolk non erano credenti. E immagino che sappia che questi sotterranei comunicano con le grotte che il mare non lascia mai all’asciutto.

    — Sì, lo so. Nessuno ha tentato di arrivare fin qui passando da questi sotterranei?

    — Certo, ma tutti i tentativi sono sempre falliti.

    — Mi domando se tutto ciò è vero. Sono molto curioso...

    Alwyn si girò verso Ahélya che aveva ascoltato la conversazione dei due uomini con attenzione.

    — Ahélya, — le disse, — sei curiosa come tutte le donne... non ti piacerebbe esplorare con me queste grotte? Forse avremo più fortuna di chi ci ha preceduto...

    — Oh! sì Alwyn, sarebbe divertentissimo.

    — Non hai paura? Hai sentito quello che ha detto Harriston? Le grotte sono quasi inaccessibili, sempre sommerse dall'acqua del mare.

    — Con te vicino non ho paura di nessuno — rispose Ahélya.

    — Allora andiamoci. Uno di questi giorni le esploreremo insieme. Cos'altro c'è da vedere Harriston?

    — Nient'altro, mylord. Loreyl-Castle è tutto qui, adesso lo conosce come me.

    Lord Rusfolk salutò l’amministratore e lasciò la Red Tower con la compagna. Attraversarono la cappella ed entrarono in un lungo corridoio illuminato da alte e strette vetrate a vetri piombati.

    Mentre camminava, Alwyn studiava il documento che aveva fra le mani. Si fermò nell’antica sala di guardia, con le volte alte, nella quale una scala a chiocciola portava al primo piano dell’edificio.

    — Quello che mi ha detto Harriston mi spinge a dare un'occhiata all'archivio. Ti andrebbe di consultarlo con me? Forse potremo scoprire qualche indizio prezioso.

    — Volentieri. Lord Walter mi aveva sempre negato il permesso di consultarli. Avrei potuto chiederlo a lord Algernon ma non l'ho mai fatto.

    — Bene, esamineremo insieme queste vecchie carte. Andiamo.

    La sala, illuminata da belle vetrate viola e porpora, era ornata di grandi e antichissimi armadi di quercia scolpita, alcuni antichi quanto il castello, altri di epoche più recenti. Contenevano, accuratamente conservati, tutti i documenti dei Clenmare. Il defunto lord Walter aveva assunto un archivista, ma quando l’uomo era morto, lord Algernon aveva chiesto di sostituirlo perché, così diceva lui, era molto interessato allo studio e alla classificazione di quegli antichi faldoni. Lord Rusfolk, anche se non era del tutto d'accordo, aveva acconsentito.

    — Lo sai, Alwyn, che lord Algernon passa quasi tutto il suo tempo in questa occupazione? — disse Ahélya mentre suo cugino riuniva gli incartamenti che si sarebbe poi fatto portare dal suo cameriere. — La sua biblioteca non a a caso è qui vicina, accanto a questa sala dove sono conservati tutti i documenti.

    Mentre pronunciava queste parole, Ahélya indicava con il dito una piccola porta, sotto un arco abbassato.

    — Forse lord Algernon ha in mano documenti di grande valore — disse lord Rusfolk. — Gli dirò che anch’io intendo esaminarli.

    Per un po' Alwyn rimase in silenzio, come contrariato. Poi mormorò:

    — Ma perché non chiederglielo subito?

    Bussò alla porta senza fare troppo rumore.

    Non gli rispose nessuno. Alwyn aprì uno dei battenti ed entrò in una grande stanza. Era arredata con alcune librerie a muro, di faggio scurito dal tempo, un pesante tavolo coperto da un tappeto di velluto rosso, e poltrone dallo schienale scolpito.

    Era tutti in perfetto ordine. Nemmeno un foglio di carta sul tavolo dove alcuni libri antichi erano allineati accanto a un calamaio di porcellana di Sassonia.

    Ahélya aveva seguito il cugino ed era rimasta colpita dall’ordine scrupoloso che regnava nella stanza.

    Disse a bassa voce:

    — Vedi... lord Algernon è un uomo molto ordinato. È metodico, non lascia nulla al caso.

    — Forse — rispose Alwyn, — ma non lo conosco abbastanza per pronunciarmi o per giudicarlo.

    — Lo conoscerai presto, Alwyn. E non ti lascerai ingannare né da lui né da sua figlia!

    Alwyn si girò verso la cugina e disse scherzando:

    — Dici? Pensi che Aurora non sia capace di sedurmi?

    — Lei? Oh! Alwyn, se succedesse una cosa simile non ti riconoscerei più.

    Ahélya posò sul braccio di Alwyn la sua mano. Nei suoi occhi scuri brillava l'indignazione.

    Alwyn sorrise, prese tra le sue la piccola mano di lei e la sfiorò con le labbra.

    — Hai ragione, Ahélya. Da quanto ho potuto giudicare fino ad ora, quella ragazza mi sembra un’attrice abilissima...

    Mentre tornavano nell’archivio, lord Rusfolk, con un tono un po' sarcastico, aggiunse:

    — Al contrario, mi sembra che mademoiselle de Coëtbray sia molto affascinata da mia cugina...

    — Sì, pare vadano d’accordissimo. E del resto non mi sorprende.

    — Perché?

    — Perché mademoiselle de Coëtbray è molto sensibile ai complimenti, alle lusinghe. Aurora ha scoperto subito il suo lato debole. Siccome è maestra nell’arte di blandire la gente, non ha avuto nessuna difficoltà a fare di mademoiselle de Coëtbray la sua prima alleata.

    — Sì, è così — disse Alwyn. — Sbaglio se aggiungo che Viviane non ti è molto simpatica?

    Ahélya scosse la testa. In quel momento tradiva una certa perplessità.

    — Poco simpatica... forse questa espressione è troppo forte, ingiusta. Credo invece che non ci siano tra noi punti in comune. Tu che la conosci da più tempo di me che cosa ne pensi?

    — È ambiziosa, troppo. Questo sentimento, spinto fino all’esagerazione, dirige e ispira tutto quello che fa e che pensa. E potrebbe anche farle fare un sacco di errori.

    — In che senso?

    — Semplice: Viviane de Coëtbray vuole sistemarsi, sposare un uomo ricco. In Bretagna, con il barone Adolphe Desmuriers che le faceva la corte solo per divertirsi, non c'è riuscita. Non ricordo cos'ha mandato a monte l’affaire, se posso usare questa parola. Però il barone ha sposato la figlia di un armatore di Nantes, con una una florida posizione economica. Ma, nonostante questa delusione, mademoiselle de Coëtbray non ha certo rinunciato al suo progetto ambizioso...

    Ahélya fece una smorfia carica di disprezzo.

    — Allora, secondo me, è una persona ben poco interessante... Però potrebbe anche riuscire a trovare un marito con un mucchio di soldi, perché è molto bella...

    Alwyn la guardò prendendo tra le dita uno dei riccioli dai riflessi ramati che le incorniciavano il viso dolcissimo.

    — Ma anche tu, Ahélya, sei molto bella. E vedo dal tuo aspetto che l’aria di qui ti fa molto bene. Adesso andiamo, è ora di mangiare. Dopo faremo una passeggiata in carrozza o potremo andare fino a Temple-Court.

    — Sì, va bene... — rispose Ahélya entusiasta — andiamo da sir Fabian e da lady Hartwill, sono così disponibili...

    — La simpatia per i miei amici non è forse dovuta, almeno in parte, al fatto che condividono le tue antipatie? — chiese Alwyn ironico.

    — Forse... è sicuro che contribuisce ad avvicinarci... se tu avessi voluto...

    — Che cosa? —

    Ahélya disse a bassa voce:

    — Avresti potuto dare a lord Algernon e a sua figlia il necessario per vivere... lontano da qui, dal momento che anche a te sono poco simpatici.

    — Vedi, ho un motivo serio per volere... almeno per il momento, le cose devono restare come sono. Appena sarà possibile separarmi da loro non esiterò a farlo, non foss'altro per farti piacere.

    — Certo, lo so. Perdona la mia impazienza, Alwyn. Sono una bambina un po' viziata...

    — E anche affascinante, lo so... e non ti rimprovero la poca simpatia che provi per lord Algernon e Aurora, che disgraziatamente fanno parte della nostra famiglia.

    Dicendo queste parole, Alwyn prese la mano di Ahélya e la passò sotto il suo braccio. Uscirono dall’archivio, scesero la scala e arrivarono all'ingresso lastricato che precedeva la cappella di Saint-James, eretta in onore del primo lord Clenmare.

    Un servitore aprì i due battenti della porta dalle delicate sculture dorate, coperte dal passare del tempo.

    Per primo lord apparve Algernon, con aria seria e raccolta. Qualche passo dietro a lui c'era Aurora. Camminava piano con gli occhi leggermente abbassati, stringeva contro il petto un libro ornato con lo stemma di famiglia.

    — Oh! Alwyn, non mi aspettavo d’incontrarti... — esclamò lord Algernon.

    — Ho visitato la parte più antica del castello. Mi accompagnavano Ahélya e Harriston. A proposito, devo chiederti una cosa. Vorrei studiare le nostre carte. È tutto conservato in archivio o c'è qualcosa che hai trattenuto per i tuoi studi?

    — Solo due pergamene del decimo secolo, sono molto difficili da decifrare e non hanno alcun valore. Le rimetterò al loro posto, Alwyn... ma se preferisci potrei darle a te.

    — Per il momento no, ti ringrazio. I secoli successivi sono di sicuro molto più interessanti.

    — Soprattutto il sedicesimo e il diciassettesimo secolo — disse Ahélya, che lady Aurora aveva appena baciato lasciandola indifferente. — Mi hanno detto che a quel tempo viveva lord Abel Clenmare... sapeva tutto sui veleni, aveva imparato i loro segreti in Italia...

    — Sei romantica... molto... — interruppe Aurora con un sorrisino. — È solo una leggenda come tante altre... Se dovessimo prendere in considerazione tutte le storie di avvelenamenti... avremmo solo l'imbarazzo della scelta...

    — Vedi, Aurora, non voglio contraddirti... ma molte sono vere, e molti

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