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Il nemico invisibile: guerra 3.0
Il nemico invisibile: guerra 3.0
Il nemico invisibile: guerra 3.0
Ebook145 pages2 hours

Il nemico invisibile: guerra 3.0

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Desiderare la quotidianità, spesso disprezzata, può accadere, quando un evento, di dimensioni mondiali, sconvolge tutto il genere umano. Quale può essere la causa scatenante di una guerra invisibile? Solo ipotesi, zero certezze...
Raccolta di pensieri, opinioni, malumori, speranze condivisi nel web da utenti vari, conditi da considerazioni personali.
 
LanguageItaliano
PublisherLory Vince
Release dateMay 27, 2020
ISBN9788835836452
Il nemico invisibile: guerra 3.0

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    Il nemico invisibile - Lory Vince

    Ringraziamenti

    Correva l'anno 2019...

    3...2...1.... Un'esplosione di botti, fuochi d'artificio, urla felici, auguri e il continuo tintinnare dei calici con lo spumante augurandosi un felice 2020. Doveva essere un anno felice, quello era quello giusto sicuramente.

    Certo, anno bisesto anno funesto, ma era meglio non fissarsi con dicerie antiche e obsolete.

    Siamo noi stessi gli artefici del nostro destino, pertanto nel corso dell'anno ciò che capita è solo il mero frutto di ciò che abbiamo seminato con le nostre azioni.

    Vero che la febbre a capodanno non era il massimo del buon augurio per iniziare alla grande, ma la sua caparbietà aveva fatto in modo di renderla presente al cenone di quella sera, prenotato da tempo, atteso con piacere, dato che lo avrebbe trascorso con le persone più care, la sua famiglia, e gli amici.

    Durante il periodo invernale, è consuetudine per molti ammalarsi, Lei non era immune, solo questa volta era stata una strana influenza, con sintomi molto invadenti, febbre altissima oltre i 39.5, spossatezza, affanno, senso di oppressione al petto e una tosse convulsa che non s'acquietava con nulla. Pur di non perdere il cenone, aveva fatto scorta di medicinali, acquistando anche una scatola formato famiglia di integratori energetici, il must era rimettersi in piedi e reggere per tutta la serata, o quanto meno il più a lungo possibile.

    L'ultimo giorno dell'anno, è un giorno particolare. Lei era solita soffermarsi a fare i bilanci dell'anno appena trascorso, analizzando le vicende accadute, beandosi di quelle belle e riflettendo su quelle negative, per capire dove stava l'errore e soprattutto come agire affinché non si ripetessero più eventi spiacevoli, tentare di correggere gli sbagli commessi per evitare di ricadere negli stessi in futuro, trarre insomma il giusto e doveroso insegnamento per crescere e accrescersi interiormente.

    Per l'anno a venire aveva in mente tanti bei progetti, un viaggio sicuramente, adorava viaggiare, era l'unico modo in cui amava spendere il proprio denaro, una donna insolita, Lei, preferiva un centro benessere ad una borsa di marca, calamite e cartoline invece che gioielli, gli occhi pieni di paesaggi nuovi piuttosto che l'armadio pieno di abiti alla moda. Un carattere eclettico forse, denotato anche dalle sue passioni, da sempre la lettura ed ultimamente la scrittura, si era infatti cimentata in questa avventura, pubblicando due libri ed ottenendo il consenso di chi li aveva letti, questo l'aveva spronata a continuare preparando il terzo. Era sicura che sarebbe riuscita ad arrivare dove voleva, ovvero a lasciare una traccia di se, del suo pensiero, del suo modo di trasmettere emozioni, raccontandole a cuore aperto. Aveva già in mente mille idee per l'anno che stava per arrivare, era sicura sarebbe stato un anno da non dimenticare, certe sensazioni sono talmente palpabili che non passano inosservate e quello era un anno particolare ne era certa.

    Passate le feste, passati i malanni, si sa la vita è capricciosa. Si era ripresa la solita routine quotidiana, fatta di casa, lavoro, famiglia e amici. Le persone comuni, quelle che la mattina escono di casa per andare a lavorare e portare lo stipendio, sono quelle che trovano piacere e divertimento nelle cose semplici come un aperitivo con gli amici, una pizzata o cinema e pop corn e attendono con euforia il week end per potersi rilassare e divertire in compagnia.

    Certo il 2020 non era proprio iniziato alla grande, tante notizie dal mondo destavano preoccupazione e curiosità.

    L'Amazzonia in fiamme, tragedia mondiale, il polmone del mondo in fumo, con tutto quello che ciò comportava per l'intera umanità, distrutta la flora e la fauna, senza che l'uomo avesse potuto arrestare una tale tragedia, uno strascico pesante portato nel nuovo anno come ricordo del vecchio.

    Un inizio anno curioso osservando un atteggiamento del Santo Padre, il quale la sera dell'ultimo dell'anno aveva reagito con un moto di stizza alle insistenze di una fedele cinese che tentando di stringergli la mano lo aveva strattonato, con il risultato che quest'ultimo, colto da una momentanea perdita di pazienza, schiaffeggiava la mano della fedele allontanandola da se. Increscioso l'accaduto, per il quale lo stesso Papa, il giorno dopo, pubblicamente, aveva porto le proprie scuse alla fedele cinese e a tutti in generale.

    Sfiorata la Terza guerra mondiale, a causa dell'uccisione da parte dell'America del generale iraniano Qasem Soleimani, capo della Forza Quds. Scandalo nella famiglia reale britannica a causa del nipote più piccolo, Harry, figlio di Diana e Carlo, che con la moglie, Meghan, decideva di rinunciare al titolo nobiliare e relativi benefici che questo comporta oltre agli oneri ovviamente, per ritirarsi a vivere in America da civili cittadini.

    Ma la notizia che aveva destato curiosità in un primo momento, preoccupazione in un secondo momento, polemiche in ultima battuta era quella del virus influenzale che si era abbattuto sulla Cina, un nuovo virus, il Corona virus, con un alto tasso di veloce diffusione ed effetti gravi sul sistema respiratorio, tanto da contagiare tantissime persone in un arco di tempo talmente breve da causare il collasso del sistema sanitario nazionale cinese, che per fronteggiare la sopravvenuta emergenza aveva dovuto costruire ospedali improvvisati.

    Certo la Cina è un paese lontano, ma in Italia la comunità cinese è vastissima, certo si seguivano i tg nazionali con curiosità ma anche senza paura, fino ad un certo momento almeno, dopo quella data, un panico crescente si impossessò dell'italia prima, del mondo intero dopo.

    Era il 29 gennaio 2020 quando in Italia venivano riscontrati i primi due casi di persone contagiate da coronavirus SarsCoV2. Si trattava di due turisti cinesi, i quali erano stati ricoverati all'istituto Spallanzani di Roma e lì curati dai medici dell'ospedale. Il 6 febbraio un nuovo caso veniva segnalato a Roma: si trattava di uno dei nostri connazionali rimpatriati da Wuhan. Dal 21 febbraio la situazione si era aggravata ed erano stati individuati i primi casi di persone contagiate dal virus nel nostro territorio. Nessuno di loro era stato in Cina. Il primo positivo un uomo di 38 anni di Codogno. Poco dopo ad altre due persone veniva riscontrata l'infezione nel padovano, a Vo'.

    Queste notizie erano riportate in ogni edizione di telegiornale, se ne parlava, si ipotizzava, si ironizzava pure, qualcuno scherzava definendo la situazione come la solita bufala ingigantita made in Italy, in fondo, si parlava di una semplice, banale, influenza stagionale.

    Purtroppo da Virus misterioso a possibile minaccia per la salute pubblica internazionale in meno di un mese era stata la parabola del Coronavirus.

    Nonostante dal nord Italia, primissima zona colpita pesantemente dal virus, arrivavano notizie pessime in termini di contagiati e morti, per il resto del paese, tutto ciò rimaneva una cosa confinata, come se fosse destinata a morire li, delimitata in quella zona rossa. In un primo momento, onestamente parlando, tutta la popolazione aveva sottovalutato la situazione, anche nelle zone maggiormente colpite, si sentiva di gente che non rispettava i decreti emanati dal Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in materia di prevenzione, invitando la popolazione a uscire di casa meno possibile e limitare gli spostamenti allo stretto necessario. Aveva chiuso pure le scuole al nord, ma la gente non rinunciava all'aperitivo con gli amici, come capita sempre, ognuno ragiona con la propria testa, i peggiori, si sa, sono quelli che ragionano senza testa. Ad ogni buon conto, gli italiani, iniziarono a rendersi conto che la situazione degenerava, e velocemente, solo quando vennero chiuse le scuole in tutta Italia, era il 5 Marzo 2020 e si prevedeva la chiusura totale per almeno 15 giorni, al fine di prevenire ed evitare il contagio attraverso il mezzo più pericoloso, la scuola, per ovvi motivi legati all'utenza, infatti se è vero che un adulto avrebbe potuto rispettare determinate precauzioni, come stare distanti almeno un metro gli uni dagli altri, lavare spesso le mani, evitare di toccare occhi, naso e bocca, il bacino maggiore della scuola, essendo formato per lo più da studenti, dai 3 anni in su, sarebbe stato il covo ideale per la proliferazione del virus, essendo alquanto improbabile che bambini e ragazzini stessi, riuscissero ad osservare le dovute precauzioni del caso. Inutile dire che quello fu l'inizio del caos. Le polemiche abbondavano in ogni dove, ma nessuno, si prendeva la briga di fermarsi per un momento a riflettere, a capire, a metabolizzare quanto stava accadendo.

    Per Lei, il 5 marzo 2020, aveva segnato l'inizio delle ribellioni in casa, aveva dovuto lottare contro i propri figli, che non capivano e nemmeno tentavano di farlo, che occorreva iniziare un percorso difficile, sicuramente, ma necessario e doveroso. Da donna pragmatica, quale era, non aveva mai sofferto di fobie particolari, non era una persona allarmista, né pessimista, ma era un'attenta osservatrice, oggettivamente obiettiva, la chiusura della scuola in tutta la penisola le aveva dato modo di riflettere sul fatto che la situazione era pronta a degenerare, che probabilmente no, non era una semplice influenza, che probabilmente l'elevata contagiosità impediva il contenimento della malattia, che probabilmente, la Sicilia in particolar modo, rischiava il collasso se i malati fossero cresciuti in maniera esponenziale come stava avvenendo al nord, che probabilmente si trattava davvero di qualcosa di pericolosamente importante, essendo la prima volta che le capitava di assistere alla chiusura totale delle scuole da quando era nata, nonostante vari tipi di influenze epidemiche pericolose avevano attraversato il globo in passato, vedesi, ad esempio l'influenza aviaria o la Sars.

    In particolare, le liti erano dovute al fatto che i suoi figli si rifiutavano di usare il buon senso, evitando, come consigliato dalla madre, di uscire con gli amici, evitando di incontrarsi con molta gente contemporaneamente e soprattutto evitando di fare sport, frequentando palestre e circoli sportivi, nei quali era materialmente impossibile rispettare le misure di sicurezza, quella del metro di distanza e del contatto con gli altri principalmente.

    Come spesso accade, ciò che i genitori preannunciano, si realizza, chissà forse l'esperienza insegna loro ad essere previdenti, a immaginare l'evolversi di una situazione. Fu cosi che l'Italia tutta, venne definita zona rossa, in tutto il paese diveniva cosi obbligatorio per legge, non uscire di casa se non strettamente necessario, per motivi di lavoro, validi solo per quelle attività consentite dalla legge, per motivi di salute comprovati e per approvvigionamenti alimentari.

    Le strade si trasformarono in deserti, anche se in un primo momento le forze dell'ordine si erano trovate a dover contrastare il fenomeno degli increduli che uscivano comunque, degli irrazionali che non avevano ancora capito la pericolosità della situazione, dei delinquenti che per prassi eludono o tentano di eludere la legge.

    Si viveva, quindi, una situazione surreale, le strade vuote in netto contrasto con le file chilometriche nei supermercati, la paura della gente, il nervosismo di chi costretto a lavorare, le lamentele di chi non accettava

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