Culpa in educando, culpa in vigilando
()
About this ebook
Related to Culpa in educando, culpa in vigilando
Related ebooks
Come crescere in maniera serena e intelligente un ragazzo ribelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa scuola a pezzi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMadame Coco Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl bambino autentico: Riconoscere ed evitare la manipolazione nell'educazione dei figli Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa violenza sulle donne: I bambini disegnano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGenitori imperfetti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEmpatia vince bullismo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa rivoluzione della tenerezza: Crescere i figli con una guida gentile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCombattere il bullismo in classe: Guida pratica per insegnanti e genitori Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMi dispiace, suo figlio è autistico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA tu per... te Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon Conforme Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiange la mia anima: Violenza in famiglia - una figlia racconta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTutto si muove da dentro - Un nuovo incontro tra generazioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa solita scuola. E' ora di cambiare! Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAscoltami Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSentirsi belli sentirsi brutti: Corpo ed emozioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’acqua è blu ma non a scuola Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDare Corpo: Idee scorrette per una buona educazione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCom'è difficile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNowaytobeme Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuori di confine Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBullismo & Co. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGenialità intrinseche Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsA testa alta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Laccio D’oro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Risveglio dell'Anima: Adolescenti tra Rinuncia e Desiderio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna vera maestra di vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa campanella suona sempre due volte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsComunicare la separazione ai figli: Dall’affidamento condiviso alla bigenitorialità passando per la mediazione familiare Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Psychology For You
Il Libricino della Felicità: come liberarsi dalle zavorre e raggiungere i propri obiettivi Rating: 5 out of 5 stars5/5Confessioni di uno psicopatico Rating: 4 out of 5 stars4/5Il linguaggio della vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMemorizzo: Tecniche di memoria potenti e veloci per ricordare qualsiasi informazione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome Essere Sicuri di Sé Rating: 4 out of 5 stars4/5Nuovo manuale di auto-ipnosi Rating: 4 out of 5 stars4/535 Tecniche e Curiosità Mentali Rating: 5 out of 5 stars5/5Il metodo di studio: Quando, quanto, cosa, come e perchè studiare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’avvenire di un’illusione - Il disagio della civiltà Rating: 4 out of 5 stars4/5La coscienza di Zeno: Edizione Integrale Rating: 5 out of 5 stars5/5Anatomia della Memoria Rating: 4 out of 5 stars4/510 Induzioni ipnotiche per professionisti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMemoria illimitata: Impara più velocemente e ricorda tutto con tecniche di memoria pratiche e potenti Rating: 5 out of 5 stars5/5Ipnosi rapida: Come ottenere uno stato ipnotico in brevissimo tempo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome liberarsi dalle ripetizioni familiari negative: I segreti della psicogenealogia. Rating: 5 out of 5 stars5/5Parolacce Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPsicologia delle folle - Ipnosi di massa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLacan e la musicoterapia Rating: 1 out of 5 stars1/5Determinazione: Come andare avanti quando vorreste rinunciare Rating: 5 out of 5 stars5/5Storia del Mostro di Firenze - Appendice al I Volume Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe Tattiche del Cambiamento - Manuale di Psicoterapia Strategica Rating: 5 out of 5 stars5/5Sodoma e Gomorra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe chiavi della mente. Linguaggio e pensiero alla luce delle nuove scienze Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa dislessia: Una guida per genitori e insegnanti: teoria, trattamenti e giochi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDillo con la Voce. Metodo Psicopedagogico. Insegnare ai bambini ad esprimere emozioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDimmi dove ti fa male: glossario psicoenergetico: Più di 300 patologie analizzate e decodificate Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStorie Ipnotiche: Suggestiona ed Emoziona con i Racconti Ipnotici Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for Culpa in educando, culpa in vigilando
0 ratings0 reviews
Book preview
Culpa in educando, culpa in vigilando - Elisabetta Votta
vedere
Introduzione
Questo libro è una raccolta di pensieri, sensazioni ed esperienze di scuola e di lavoro con gli adolescenti.
La società liquida ha prodotto nuovi modi di vivere e di pensare all’insegna della precarietà esistenziale, e nuovi valori, sia materiali che spirituali, che ci stupiscono ma con cui tutti dobbiamo fare i conti. Il cambiamento ha creato una generazione di giovani che dietro a comportamenti violenti, arroganti e apatici nasconde un disagio di vivere che la famiglia e la scuola non riescono a intercettare e gestire.
È un insieme di storie e riflessioni in cui chi scrive non è staccato dal contesto sociale ed educativo in cui viviamo, ma ne è parte integrante, attore e testimone consapevole.
Lo scopo è quello di cercare di capire quello che succede da vari punti di vista: quello del ragazzo o della ragazza, quello dell’insegnante, del genitore o del terapeuta per provare a ricucire tutto in una complessità che una volta letta richiede l’impegno di ognuno.
È un guardare la realtà con un’ottica più emotiva che razionale, in media res, nel campo di battaglia che vede coinvolte, sullo sfondo della società in evoluzione, le due istituzioni che più delle altre incidono sui ragazzi: famiglia e scuola.
Nella seconda parte saranno approfondite due tematiche particolarmente presenti e rilevanti nella mia esperienza, ovvero il bullismo e il disagio dei ragazzi adolescenti con disturbo di apprendimento all’interno del contesto scolastico.
Premessa
Non è forte colui che non cade mai
ma colui che cadendo si rialza.
Goethe
Da insegnante ho un osservatorio privilegiato rispetto all’adolescenza; da psicologa gli strumenti per comprenderlo, ma non sempre per intervenire.
Siamo in un momento storico particolarmente difficile: la scuola, è risaputo, da sempre è un riflesso della società e l’avvento dei social ha sdoganato ciò che prima albergava solo nelle menti, potenziando e fornendo strumenti per esercitare il potere dell’arroganza e il trionfo del narcisismo; narcisismo che non può essere scalfito pena vendette virali o gesti di ripristino dell’onore, continuamente alimentato da selfie al limite della sicurezza personale e altrui.
Vuoi mettere l’immagine di te a cento all’ora in rete, anche se rischi di morire o di far morire chi ti sta accanto?
È un impulso, è più forte.
Non ci dobbiamo meravigliare se ci sono ragazzi che hanno gesti di violenza estrema quando viene sottratto loro il cellulare, che ormai è parte di sé.
È nei social che si forma l’identità dei ragazzi, che si cercano relazioni e approvazione. La corsa ai like assume la connotazione di una vera e propria dipendenza.
Sui social ci sono immagini patinate che corrispondono più a ciò che si vorrebbe essere che a ciò che si è e questo genera invidia e senso di esclusione. Involucri luccicanti di un vuoto enorme.
Il vuoto, questo grande nemico, la noia, in nome della quale si è capaci di commettere anche crimini efferati come lanciare sassi dal cavalcavia o entrare a casa di derelitti e sbandati, per torturali o prendere a pugni chi passa, o ammazzare qualcuno per vedere come si muore.
In quest’epoca è sempre colpa della scuola: si fa troppo o troppo poco, i voti sono bassi o troppo alti, i professori amici, troppo amici o severi, troppo autoritari, i progetti troppi, ma se poi non se ne fa nessuno i genitori portano i figli nelle scuole dove invece si fanno.
Il signore panzone mio vicino di ombrellone, incazzato con il mondo, si lamenta che i professori sono in vacanza per tre mesi mentre lui si spacca la schiena, ma in realtà il 10 luglio i docenti stanno ancora facendo esami in aule senza aria condizionata, grondando sudore e vergognandosi delle risposte degli alunni.
Sta continuamente al cellulare e urla, fa parte del gruppo a casa loro
che ce l’ha con i migranti che fanno la pacchia, mentre la moglie, anche lei sempre al cellulare, si ritocca le unghie. Il figlio di sei anni circa sta da solo in riva al mare, muovendo nervosamente i piedi, e tra poco strillerà che vuole andare via perché si annoia, mentre la sorella più grande manda messaggi alle amiche dello stabilimento vicino.
La scuola fa fatica a sopportare tutto questo. Il vero problema, di questi tempi, sono le famiglie: famiglie, strane, sole, disfunzionali, patologiche, superficiali. Famiglie che hanno abdicato al loro ruolo, ovvero quello di educare i figli, e fanno finta di non vedere e non capire, cercando capri espiatori quando la realtà non è all’altezza delle loro irrealistiche aspettative (di cui i pargoletti si nutrono). Genitori che si spaventano di fronte alla noia, alla fragilità e alla sofferenza dei figli che dovrebbero essere sempre felici, e che per cercare di evitar loro gli ostacoli li iper-proteggono, impedendo loro di acquisire la capacità di affrontare il mondo.
Gli episodi che tutti i giorni vediamo tra i banchi sono esattamente il prodotto di tutto ciò: la scuola e la società pullulano di bambini e ragazzi maleducati, senza regole, che si affacciano al percorso dell’istruzione portando tutto questo, alla ricerca di un palcoscenico su cui recitare ed essere unici e irripetibili.
Quando le false aspettative si scontrano con la realtà si realizza il crollo, il fallimento. I modelli relazionali di riferimento sono quelli di casa e della società, improntati all’arroganza, al sessismo, al razzismo. Lo vediamo tutti i giorni, lo sfascio della famiglia: genitori latitanti, immaturi, adultescenti che non vogliono accettare i limiti della realtà, il sacrificio necessario per costruire qualcosa che superi l’effimero.
La colpa è vostra
Libertà significa responsabilità.
Ecco perché molti la temono.
G.B. SHOW
L’altra sera, mentre stavo guardando il telegiornale, squilla il cellulare. Rispondo (non conosco il numero ma non si sa mai, che sia una cosa importante) e neanche finisco di dire pronto che sono investita da una voce, resa irriconoscibile dalla rabbia, che mi vomita addosso una serie di parole incomprensibili. È un mio alunno di terza che ha appreso dalla segreteria della scuola di essere stato bocciato e mi chiama per sapere come mai.
Preciso che il numero di telefono era stato da me dato alla madre dopo un colloquio svolto durante l’anno in cui avevamo parlato delle difficoltà del figlio.
«Sei stato bocciato perché avevi molte insufficienze» è stata la mia risposta.
L’arroganza unita all’inconsapevolezza deborda ed esplode: «Voi mettete i voti a caso! Avete sempre ragione! Sono stato bocciato perché il professor Tizio ce l’ha con me!»
Un classico esempio di meccanismo proiettivo e de-responsabilizzante (la colpa è degli altri, io non ce l’ho, anzi sono una vittima).
Al mio invito a moderare i toni e a cambiare atteggiamento ha insistito dicendo che c’erano altre persone con otto insufficienze (delirio) e che avrebbe chiesto di vedere tutti i compiti.
Se i genitori sposeranno la posizione del figlio, è fatta: si aprirà la procedura del ricorso contro gli insegnanti cattivi e la scuola ingiusta, che si concluderà con un nulla di fatto. Ma se i genitori facessero davvero i genitori e agissero per il bene del figlio cercherebbero di capire la fragilità del loro ragazzo mascherata da arroganza, sulla quale noi insegnanti, a volte per mancanza di tempo, spazi, risorse e soprattutto per mancanza di supporto della famiglia, non riusciamo a essere sufficientemente incisivi.
Capirebbero che devono dare delle regole, dei limiti, non accontentare i figli in tutto.
In quest’ottica la bocciatura è un momento di presa di coscienza, un segnale che qualcosa non va.
Io che insegno da quasi trent’anni non ho mai amato le bocciature, ma questa è una generazione che ha bisogno di comprensione, ma anche di essere chiamata alle proprie responsabilità. E così i genitori, i grandi assenti, gli immaturi, gli adultescenti di oggi. Quelli che all’uscita degli scrutini telefonano scioccati perché i loro figli hanno 7 in condotta e non sono dei teppisti (ma stanno continuamente al cellulare e sono completamente assenti, questo non vale?), o che chiamati dal figlio che ha preso 5 vengono subito a parlare con il docente che lo ha redarguito perché l’alunno aveva detto che non poteva mettergli quel voto… non di spiegare il perché, ma no, non può deciderlo proprio, il professore, o quelli che chiamati a casa si accorgono all’improvviso che il loro figlioletto innocente scatta le foto al sedere della compagna e le condivide con tutti… Ma sono ragazzate, son ragazzi.
No, non sono ragazzate, sono reati!
Non è tutto oro quello che luccica
Quando vengono chiamati a casa e gli viene comunicato che dovranno partecipare a un consiglio di classe per provvedimenti disciplinari nei confronti del figlio, cadono dalle nuvole.
«Ma come è possibile? Stava scherzando, sono cose da ragazzi.»
Claudio, il figlio quattordicenne, è un bullo, uno che se la prende con i compagni più deboli e li umilia, prendendo soldi e merende. I genitori del ragazzo preso in giro e gli insegnanti dicono che sta facendo del male al compagno, ma «quello è un pappamolla, non è colpa di nostro figlio se ha dei problemi».
Claudio è cresciuto così, con due genitori che giustificano i suoi comportamenti, che non si rendono conto. Vivace, un bambino vivace: è stato sempre definito così, fin dalle elementari.
Il ragazzo, mentre i suoi genitori parlano, guarda dalla finestra con lo sguardo assente come se tutto quello che viene detto non lo riguardasse minimamente.
«Dio, che palle!» Tutto per quel cretino di Luca che ha fatto la spia. Ma cosa vuole da lui quello sfigato?
Alto, muscoli definiti da attività sportiva quotidiana (è un campioncino di calcio, supervalutato). Va a scuola perché deve, ma lui vuole fare altro nella vita, guadagnare tanti sodi e divertirsi. Sono i genitori a mandarlo a lezione: solo dopo il diploma potrà fare come cazzo gli pare.
Luca non lo sopporta proprio e come lui tutti gli sfigati che guardano per terra invece che negli occhi. Tutti i giorni prova un sottile piacere a umiliarlo minacciandolo di ritorsioni qualora decidesse di parlare…
Ha trovato un gruppo di alleati, ragazzi non sfrontati come lui ma che vogliono assomigliargli, dei leader.
In classe tutti sanno quello che succede fuori, soprattutto nei bagni, e ridono.
Il giorno in cui l’avevano costretto a spogliarsi davanti a tutti era stato un vero spasso, soprattutto quando la foto di Luca era stato postata su Whatsapp e su Facebook con la scritta