Breve storia del Cattolicesimo
By Giulio Bozzi
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Breve storia del Cattolicesimo - Giulio Bozzi
633/1941.
IL CONCILIO DI GERUSALEMME
Prologo
Intorno all’anno 48, viene posto ad Antiochia il radicale dilemma concernente l’utilità o meno della circoncisione per i non-Giudei, quando dei cristiani provenienti dalla Giudea reclamano la libertà acquisita in Cristo Gesù
(cfr Gal 2: 4), che anche Paolo e Barnaba invocano, per non imporre questo rito ai cristiani provenienti dal paganesimo. La comunità decide allora di interpellare gli Apostoli e gli Anziani di Gerusalemme e vi mandano Paolo e Barnaba, insieme al loro compagno, di padre greco e di madre ebrea, Tito, accompagnati da una delegazione. Sia gli Apostoli che gli Anziani di Gerusalemme accettano Tito, non circonciso
, riconoscendo così la validità dell’annuncio di Paolo riguardo alla libertà della Grazia. L’Assemblea conferma anche i principali responsabili della Chiesa e riconosce la vocazione missionaria di Pietro per i circoncisi e di Paolo per i non circoncisi. Di fatto, avviene una forma di spartizione del campo missionario: Giacomo, Cefa ossia Pietro (nome nativo Simone) e Giovanni verso gli Ebrei, mentre Paolo (nome nativo Saulo) e Barnaba verso i pagani.
E consegnarono loro questa lettera:
«I fratelli apostoli e anziani, ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dal paganesimo, salute. Abbiamo saputo che alcuni fra noi, partiti senza nessun mandato da parte nostra, vi hanno turbato con i loro discorsi, sconvolgendo le anime vostre. È parso bene a noi, riuniti di comune accordo, di scegliere degli uomini e di mandarveli insieme ai nostri cari Barnaba e Paolo, i quali hanno messo a repentaglio la propria vita per il nome del Signore nostro Gesù Cristo. Vi abbiamo dunque inviato Giuda e Sila; anch'essi vi riferiranno a voce le medesime cose. Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi.
State sani». (At 15:23-29).
Il Concilio di Gerusalemme o Concilio apostolico è stato, se dobbiamo prestar fede a quanto narrato da Luca "il caro mediconel libro
Atti degli Apostoli", indiscutibilmente un importante, se non fondamentale, convegno tenutosi fra le cosiddette colonne, secondo un’espressione paolina tratta da Galati 2:9, della Chiesa del primo secolo,
denominato, per l’appunto, periodo apostolico
: esso vide contrapposti Pietro, Giacomo e Giovanni da una parte e Paolo e Barnaba dall’altra. Questo accadde pressappoco attorno al 49/50 d.C.
Tra la Chiesa di Gerusalemme e Paolo di Tarso si venne all'accordo formale sulla suddivisione delle missioni: i gerosolimitani (i seguaci di Giacomo fratello del Signore
, che diverrà ben presto guida della Chiesa-Madre di Gerusalemme) e Pietro dovevano predicare ai giudeo-cristiani circoncisi, invece a Paolo e a Barnaba spettavano i cristiani provenienti dal paganesimo. Il Concilio viene presieduto da Giacomo e da Pietro. Quest'ultimo dopo un'accesa disputa tra le diverse fazioni, l'una che vorrebbe imporre la legge mosaica ai pagani convertiti e l'altra che considera questa un «giogo» iniquo, richiama tutto il collegio a rispettare la volontà di Dio, chiaramente manifestatasi in occasione della sua visita a Cornelio, centurione romano, nella località marina di Ioppe, dove lo Spirito Santo era disceso anche sui pagani non facendo «alcuna distinzione di persone». (Quando Pietro ritornò da Ioppe a Gerusalemme, venne contestato dai credenti circoncisi [At 11:1-3] per il fatto di essere entrato in casa di pagani incirconcisi, e questo dimostrava il persistere della diffidenza nei confronti degli esterni al mondo giudaico; pur tuttavia questi si rallegrarono quando egli spiegò loro che quelli avevano ricevuto la stessa grazia e la stessa benedizione).
La questione posta sul tappeto era di grande rilevanza dottrinale ed andava a toccare, minacciandola, la validità stessa dell’incarnazione di Cristo, la sua enorme, ma soprattutto gratuita, portata salvifica: se, difatti, un cristiano doveva essere circonciso, allora il sacrificio di Cristo perdeva di valore e la redenzione veniva drasticamente ridotta di significato e subordinata all'osservanza della Legge Mosaica. Non si trattava più di grazia ma del risultato delle opere prescritte dalla Legge. Non si trattava del mettere in atto l'etica cristiana, ma del concetto che portava a ritenere opere meritorie quelle che attenevano ai rituali ed ai cerimoniali dell'ebraismo.
Dopo Pietro intervengono Paolo e Barnaba, i più attivi evangelizzatori dei Gentili. Infine prende la parola anche Giacomo, fratello
di Gesù e Anziano della Chiesa di Gerusalemme (probabilmente, in un primo tempo, il leader di quanti volevano imporre la legge mosaica, come appare anche nella Lettera ai Galati di Paolo) che richiamandosi a Pietro aggiunse la proposta di una soluzione di compromesso che prevedeva la prescrizione ai pagani convertiti di pochi divieti tra cui l'astensione dal nutrirsi di cibi immondi. L’accordo fra le parti, che fu unanime, fu suggellato da una lettera da consegnare a mano, e di cui sopra ho riprodotto la traduzione integrale.
Ed è esattamente in una delle sue lettere che l’apostolo Paolo dà libero sfogo al suo malumore riportando un episodio avvenuto ad Antiochia nel corso di una visita di Pietro che, mentre prima ha manifestato comunione con i credenti "gentili", prendendo cibo con loro, appena arrivano da Gerusalemme quelli provenienti da Giacomo si intimorisce e se ne sta in disparte e lo stesso fa Barnaba, provocando infine la dura reazione di Paolo (vd Galati 2:11-15). Questo scontro tra Pietro e Paolo manifesta una dialettica interna alla Chiesa nascente, che andava necessariamente chiarita.
Il Concilio di Gerusalemme evidenzia distintamente che tutta la problematica era dovuta più che altro al massiccio accesso di Farisei convertiti nella comunità di Gerusalemme (Atti 15:5); l'intransigenza tipica dei Farisei provocava e manteneva viva la diatriba. Proprio alcuni di essi erano andati ad Antiochia, ambiente sospetto perché ellenista, per fare opera di proselitismo