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Covi-19. Storie di Coraggio e Resistenza
Covi-19. Storie di Coraggio e Resistenza
Covi-19. Storie di Coraggio e Resistenza
Ebook216 pages2 hours

Covi-19. Storie di Coraggio e Resistenza

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About this ebook

L’emergenza coronavirus ha messo il luce la nostra totale mancanza di controllo, su noi stessi e su quello che accade, quel controllo che grazie al progresso pensavamo di aver acquisito, si trova drammaticamente messo in discussione.
Abbiamo incentrato il nostro esistere attorno al concetto di lavoro, e una volta sospeso, bloccato, ci siamo trovati spaesati. Cos’era la nostra vita se non lavoro e distrazione? Tolto il lavoro, tolte le distrazioni il mondo si è fermato, immobilizzato. Siamo esseri fragili e il virus lo ha messo in luce. Abbiamo perso il senso di essere all’altezza di queste grandi sfide, trincerati nel nostro egoismo. La salvezza, la soluzione, è la solidarietà, l’aiuto reciproco.
Per questo come editore ho voluto realizzare questa raccolta di racconti. Scrittori, medici, infermieri o semplici cittadini da tutta Italia hanno raccontato le loro esperienze e, tutti insieme, per un bene comune, fare del bene.
Questa raccolta nasce con l’unico obiettivo di fare del bene, poiché l’intero incasso verrà dirottato in un fondo per aiutare gli Ospedali, le associazioni e i semplici cittadini in difficoltà. Ogni mese sceglieremo a chi dare il nostro contributo e verrà reso noto attraverso i social. Forse non sarà nulla, ma l’immobilità non ha mai portato da nessuna parte, e noi, con il nostro lavoro, vogliamo ricominciare a ricostruire il futuro.
LanguageItaliano
PublisherLUPIEDITORE
Release dateMay 23, 2020
ISBN9788835834083
Covi-19. Storie di Coraggio e Resistenza

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    AA.VV.

    Covid-19. Storie di coraggio e resistenza

    UUID: 7c87ee95-272b-4a74-a56b-93889d1fabe3

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    COVID-19. STORIE DI CORAGGIO E RESISTENZA

    PREFAZIONE

    INFETTIAMOCI DI AMORE PER SCONFIGGERE IL DOLORE

    CORONAVIRUS

    Salute, Gaia!

    IL COMPRENSIVO SPIDERMAN NEI GIORNI DELLA QUARANTENA

    IL RICHIAMO

    FORSE SOLO ADESSO

    DAL BUIO ALLA LUCE: UNA TESTIMONIANZA DI VITA

    #IORESTOACASA

    EVELIN

    COS'E' IMPORTANTE DI ME PER ME

    WORK IN PROGRESS

    POESIE

    LA SOLITUDINE IN TEMPO DI COVID-19

    IO SONO DE LUCA

    IL MONDO SI E' FERMATO

    LE NOTTI DEI DANNATI

    RESET

    L' EMOZIONISTA

    RIFLESSIONI E POESIE

    PENSIERI D'INCHIOSTRO

    LA FINESTRA DEL FUTURO

    C19

    11 MARZO 2020

    ARIA

    L'INIZIO DI UN SOGNO

    LE PAROLE

    IL GRIDO

    VID-R6

    RACCONTO CORONAVIRUS

    NON AVERE PAURA DEGLI UOMINI BIANCHI

    LA VITA SOSPESA

    INSOMNIA VIVENDI

    COME PRIMA

    UNA CLAUSURA

    LE DISTORSIONI AMOROSE DI UNA MOSCA IN QUARANTENA

    TERZO GIORNO DELLA FASE DUE. HO PERSO IL CONTO DEI GIORNI PASSATI RECLUSO IN STANZA

    ​LEGGI ANCHE

    COVID-19. STORIE DI CORAGGIO E RESISTENZA

    Autori Vari

    Prefazione Jacopo Lupi

    Con un racconto della scrittrice Simona Poerio

    PREFAZIONE

    Jacopo Lupi Editore

    PREFAZIONE

    L’emergenza coronavirus ha messo il luce la nostra totale mancanza di controllo, su noi stessi e su quello che accade, quel controllo che grazie al progresso pensavamo di aver acquisito, si trova drammaticamente messo in discussione.

    Abbiamo incentrato il nostro esistere attorno al concetto di lavoro, e una volta sospeso, bloccato, ci siamo trovati spaesati. Cos’era la nostra vita se non lavoro e distrazione? Tolto il lavoro, tolte le distrazioni il mondo si è fermato, immobilizzato. Siamo esseri fragili e il virus lo ha messo in luce. Abbiamo perso il senso di essere all’altezza di queste grandi sfide, trincerati nel nostro egoismo. La salvezza, la soluzione, è la solidarietà, l’aiuto reciproco.

    Per questo come editore ho voluto realizzare questa raccolta di racconti. Scrittori, medici, infermieri o semplici cittadini da tutta Italia hanno raccontato le loro esperienze e, tutti insieme, per un bene comune, fare del bene.

    Questa raccolta nasce con l’unico obiettivo di fare del bene, poiché l’intero incasso verrà dirottato in un fondo per aiutare gli Ospedali, le associazioni e i semplici cittadini in difficoltà. Ogni mese sceglieremo a chi dare il nostro contributo e verrà reso noto attraverso i social. Forse non sarà nulla, ma l’immobilità non ha mai portato da nessuna parte, e noi, con il nostro lavoro, vogliamo ricominciare a ricostruire il futuro.

    Jacopo Lupi Editore

    INFETTIAMOCI DI AMORE PER SCONFIGGERE IL DOLORE

    SIMONA POERIO

    E’ arrivato in silenzio, senza fare rumore, un re cattivo, un re dittatore, lo definiscono semplicemente un virus ma diventa sempre più spietato, lui, che a noi è sconosciuto, ma ci tiene al guinzaglio, con museruola o bavaglio. Per il mondo viaggia, non gli serve il passaporto, ma si sposta veloce, decide e comanda, e, al suo passaggio, arriva la sua sentenza, la tua condanna. Porta la corona e non gli importa di nessun luogo, di nessuna persona. Ci ha colti impreparati e poi sottomessi, uccisi e dominati. Tutti a correre ai ripari, farmacie e supermercati sono stati saccheggiati, perché molti di noi erano troppo deboli e impauriti, altri erano già stati già colpiti, perivano soffocati, uccisi e subito dimenticati, perché altri si erano ammalati. Noi esseri stupidi e mal governati, abbiamo seguito le istruzioni, ma non ci hanno fatto i tamponi, neanche quando abbiamo denunciato di aver avuto contatti con parenti infettati, morti e ricoverati, non gli è importato, non ci hanno ascoltato, neanche quando esigevano guanti e mascherine che non potevamo acquistare, perché nessuno le vendeva, nessuno le riusciva a trovare. Ci raccontano che sta per migliorare e nel frattempo ci multano senza pensare, che da due mesi non lavoriamo ma dobbiamo pur sopravvivere, curarci e poter mangiare. I nostri figli vanno sfamati ma noi veniamo rimbalzati, soldi per vivere non ce ne sono stati dati, nonostante i danni causati da chi ha impiegato troppo tempo per decider cosa fare, mentre le vittime se ne andavano senza fiatare, e a tutti i medici hanno chiesto di rientrare e le loro vite rischiare, e lo hanno fatto con coraggio, ma qualcuno si è ammalato. Infermieri e medici senza sosta hanno lavorato, con coraggio e dedizione, ma non è bastato, il virus li ha trovati e ce li ha strappati, molti sono sopravvissuti, altri sono caduti, cercando di salvare molte persone e questo fa davvero troppo rumore, e a loro onore, ma resta la tragedia, resta il dolore, che inizia a dilagare e nessuno vuole più scherzare, ora temono che il virus possa alle loro porte bussare e non potranno fare nulla per non farlo entrare, per scappare, non farsi prendere ne’ toccare, cosi non ci si può più avvinare alle persone care. Tenuti a bada, perché se l’ossigeno ti è mancato, sei nei guai, sei appestato, danneggiato. Se sei asintomatico, resti a casa abbandonato, non vai curato. Se ti va bene e sei fortunato ti mandano un medico ed è tutto sistemato, ma del tampone non si è parlato, anzi ci viene negato, che tu sia solo o su come rimediare. E quei politici che hai votato ora il conto ti hanno presentato, mentre ti eri illuso ti avrebbero aiutato. Nessuno fa niente per questa febbre che come la tosse viene e va, è influenza, cosa mai sarà?!? Qualcuno già sapeva che ci stava colpendo una bufera, ma non gli è importato, ripeto non ci hanno considerato. Avrebbero dovuto correre come il vento, provare a bloccare quel virus violento, tutto questo tormento. Mentire è prendere tempo, sperando che cambi il vento, nonostante la nausea e lo sgomento. Ma molti devono continuare a lavorare, le loro vite rischiare, incuranti del pericolo che continuano ad affrontare, e con 100 euro in più nello stipendio pensano di aver dato il loro sostegno. Ma a chi importa cosa ti può accadere mentre compi il tuo dovere, indipendentemente che tu sia un macellaio, o un banchiere, una cassiera, o un infermiera, perché le persone in prima linea si possono sostituire e questo fa rabbrividire. I decessi continuano ad aumentare non ci hanno dato neanche il necessario per vivere, per mangiare, o le medicine per poterci curare mentre lo stipendio smette di arrivare fatto solo quel rumore per metterci ai ripari da quello spaventoso raffreddore e poi nei nostri silenzi ci siamo rifugiati, perché, rinchiusi e isolati, mentre i nostri cuori venivano spezzati e i conti in banca prosciugati. Non abbiamo cercato di fuggire da un paese senza lieto fine. E d’altronde non esisteva un luogo sicuro neanche oltre il confine. Siamo rimasti a lottare, nonostante rinchiusi come i carcerati. Abbiamo parlato con le mura di casa, dimenticandoci di avere una porta perché non possiamo varcarla, dimenticandoci di avere finestre, perché affacciarsi e guardare fuori per non vedere nessuno camminare fa troppo male, ci siamo dimenticati dei soffitti e dei tetti perché quando alziamo gli occhi, non vediamo nessun cielo. La crisi economica ci stava già affondando, equitalia ci stava rovinando, le tasse da pagare erano aumentate a dismisura, sopravvivere in Italia era già una sfida, non un’avventura. Eravamo già disperati prima che questo virus ci rendesse spaventati. Abbiamo dimenticato per un attimo la disperazione per lasciar posto alla preoccupazione, al terrore. Perché finché c’è vita c’è speranza ci è stato insegnato, da tutti quegli anziani, quei nonni che come numeri abbiamo dimenticato, ma che sono morti, morti ammazzati da un re malvagio e crudele che ci ha tolto i sogni, il respiro e qualsiasi potere. Erano tempi belli i tempi duri, quelli per i quali ci siamo lamentati, incazzati, ma mai ribellati . Eppure alcuni perdevano la casa, alcuni non l’hanno mai avuta, qualcuno perdeva il lavoro, qualcuno l’attività, alcuni si sono tolti la vita per debiti che non si erano neppure fatti ma che lo Stato reclamava. Lo studio di settore hanno inventato, una legge e un sistema completamente sbagliato ma per il quale molti hanno pagato. Ai piani alti hanno volutamente sbagliato, dei nostri sudori hanno mangiato, i nostri soldi hanno rubato e cosi ci hanno massacrato. Ma finché c’è vita c’è speranza… i forti si sono ripetuti, ma non mangi la speranza, questo a nostre spese lo abbiamo imparato . Che lezione di vita ci ha dato il nostro paese, il nostro Stato. Il debito Italiano andava risanato, e i poveri lavoratori hanno attaccato, ma non è stato corretto, non lo è mai stato. La gente massacrata urla e si arrabbia, ma lo ripeto, non si è mai ribellata. Oggi mi sveglio, sono trascorsi più di due mesi, ma quella vita chiamata sopravvivenza, se n’è andata insieme alla speranza. No, non ce l’abbiamo più una vita, oggi di litigare per la politica non c’importa,oggi per noi sono tutti uguali, esseri egoisti e presuntuosi, che dettano leggi che loro non devono rispettare, mentre le persone normali continuano a multare, anche solo per aver seguito il cuore e l’amore, perché alcuni affetti non li puoi dimenticare, ne’ abbandonare, ma mentre guidi un auto chi mai puoi infettare? Questa è la domanda che ognuno si dovrebbe fare. Una generazione è stata sterminata, una generazione importante e poco considerata, la pensione con la morte gli è stata rubata. Quanti nonni e nonne, madri e padri sono morti …. Persone di una certa età all’inizio sentivo predicare …. E questo mi faceva infuriare, mi faceva preoccupare, mi ha fatto male . Tante le perdite, tanta saggezza bruciata insieme a corpi che magari volevano essere seppelliti, invece sono stati cremati, per questo virus che li ha toccati. Ma vorrei che riflettessimo tutti, perché a quei defunti dobbiamo ciò che conosciamo nella vita, della vita, loro che hanno vissuto prima di noi ci hanno insegnato, educato e nessuno ci ha pensato ma quanto dolore tutto questo ha causato. La vita umana non si basa sugli anni che hai, ma su ciò che hai vissuto e su ciò che puoi tramandare, per vedere il mondo migliorare.

    Contributi versati e non ripagati ne’ goduti, perché il re bastardo ha dato un prezzo e un valore e noi impotenti abbiamo pianto e guardato, ma nessuno ha detto, nessuno ha fiatato, se non per dire: era anziano, era malato, che disprezzo per il genere umano ho provato. Ed ora chi ci tramanderà e insegnerà ciò che ancora non conosciamo, ciò che non abbiamo ancora imparato ne capito, se chi prima di noi ha vissuto ed è sparito?!? Piango tutte quelle vite, quel sapere, piango insegnanti di principi, valori e volere, perché resta molto da imparare ma nessuno ora ce lo può insegnare. Noi esseri cosi insignificanti di fronte ad un virus che porta la corona e detta legge, mentre toglie il respiro a grandi e piccini, a tutta la gente... Il mondo intero governato da un solo re che al suo passaggio fa tremare perché o ti uccide o ti fa ammalare e non si capisce se puoi davvero guarire, perché qualcuno è stato curato ed è migliorato, si credeva fuori pericolo, guarito ma poi se n’è andato, il cielo o il virus lo ha comunque reclamato . Oggi per la prima volta al mondo forse l’Italia non è divisa in due, il sud piange per il nord, il nord si preoccupa per il sud cosi penso che doveva arrivare un assassino dittatore per farci capire che siamo sempre stati in errore. Non esiste una comunità europea, ognuno risponde a questo attacco alla sua maniera. Ogni Stato si cura come può, come crede, mentre la gente chiusa in casa nulla comprende, nulla vede. Ci si attiene alle leggi, non importa se in accordo oppure no, ci hanno messo le catene, dicono per il nostro bene. Ma il mondo intero si è ammalato, dicono che stanno cercando una cura, ma noi la vediamo dura. Tra una verità e non so quante bugie le persone volano via. Le migliori menti hanno lavorato ma solo i medici e gli infermieri ci hanno curato, perché a distanza di più di due mesi il mondo è ancora ammalato, non riesce a guarire da un virus che piano piano si è insidiato e ci ha attaccato, sterminato, questo virus che molti chiamano attentato . Oggi, oggi è sempre oggi, il domani è ancora oggi, solo questo abbiamo capito, abbiamo accettato, stare rinchiusi perché è il solo modo per non ammalarci, infettare ed essere infettato. Oggi parliamo ancora lingue diverse, diverse le culture, le religioni e il colore della pelle, ma ci unisce il dolore, l’olfatto e il gusto che si perde. Ci danno informazioni sbagliate, ma intanto le persone vengono rinchiuse senza essere controllate, senza sapere se sono sane o infettate. Non vogliono che si scateni un panico generale che non potrebbero controllare eppure il picco deve sempre ancora arrivare e le persone continuano a morire, i numeri a salire. Poi torno indietro con la mente a quando hanno detto ai nostri figli che le porte degli asili e delle scuole erano chiuse, non potevano più entrare, ma si poteva tranquillamente circolare. Nessuna mascherina, guanti o amuchina, così il virus tra mezzi pubblici, locali e strade ha continuato a dilagare, gli hanno permesso una strage, mentre lo lasciavano correre e viaggiare. Ci dicevano che sarebbe stato solo per una settimana, poi ne passava un'altra, ci davano date, nessuna delle quali sono state rispettate. Continuano a darci date ma nessuno crede più, nessuno si fida più. E si vive di finta speranza mentre questo male avanza. Oggi paghiamo con tutto quello che abbiamo la leggerezza di chi non ha fatto nulla, perché era meglio prevenire che morire. Siamo tutti soli, con una sola paura, una soltanto ed è quanto. Perché con il virus si è risvegliata l’indifferenza, e stare lontani non è solo un dovere ma un volere e questo fa soffrire . Si muore soli, si vive soli, per questo non andrà mai più tutto bene. Oggi non ci salva una mascherina che non possiamo comprare perché le farmacie le hanno esaurite, le persone erano impaurite, non hanno pensato a chi non le aveva, ma solo a chi le dovevano dare, e cosa importa se alcuni sono senza, ciò che conta è la loro famiglia, la prudenza per se stessi e per i loro cari, dimenticando il prossimo per mettere davanti se stessi cosi si diventa esseri disumani e disonesti. Oggi abbiamo capito chi siamo, oggi abbiamo visto chi sono gli altri, nel bene e nel male, ma la vita non è una fiaba, ed è il male a trionfare, il bene viene sconfitto dalla cattiveria e l’egoismo. Sappiamo tutti che è tardi per darci le istruzioni, che non sono neanche per la nostra sopravvivenza, oggi tutto è guerra all’occorrenza. Oggi ci stanno illudendo… i potenti stanno provvedendo, stanno lavorando ma non vediamo nessun riscontro, nessuna cura, nessun guadagno, ancora ingannati, nonostante gli occhi bagnati, appannati dalle lacrime che versiamo per questo mondo fatto a pezzi e che tutti piangiamo. Qualcuno ha mancato, qualcuno ha sbagliato, tutti hanno sottovalutato, ma lo abbiamo capito, perché ormai la morte si è avvicinata troppe volte, troppe volte ci ha colpito

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