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Libri, amori e segreti. Gennaio
Libri, amori e segreti. Gennaio
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Libri, amori e segreti. Gennaio

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About this ebook

Unisciti al gruppo di lettura: sei donne che si incontrano regolarmente per parlare di libri

Le sei donne del villaggio in riva al mare di Little Sanderton aspettano con ansia il loro appuntamento con il gruppo di lettura per parlare del loro amore per i libri.
Anne-Marie è sempre stata fiera delle sue abilità di Cupido, anche se ad essere sinceri ha avuto solo un successo vero e proprio come creatrice di coppie. Quest’anno è determinata a fare di meglio: ogni single di Little Sanderton dovrà essere aiutato a trovare l’anima gemella. Ma nonostante la sua insistenza per dare consigli agli altri, la vita di Anne-Marie non potrebbe essere più lontana da una fiaba. Schiacciata dalle preoccupazioni per il suo burbero padre e le difficoltà della sua attività economica, non ha proprio tempo per l’amore. Le sue amiche del gruppo di lettura sapranno sicuramente aiutarla: dopotutto, l’amore può essere trovato nei posti più impensabili…

Questo gennaio il bookclub commenterà Emma di Jane Austen… Ma chi ha tempo per la fantasia quando l’amore è nell’aria?
Della Parker
vive in un villaggio del Dorset con i suoi due cani. Prima di diventare scrittrice ha lavorato come manager del servizio clienti per una compagnia idrica. Quando non è impegnata a scrivere ama correre maratone e andare in palestra. Sfortunatamente, non ha tempo di dedicarsi a questi hobby quanto vorrebbe, perché preferisce di gran lunga scrivere.
LanguageItaliano
Release dateDec 5, 2017
ISBN9788822717146
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    Libri, amori e segreti. Gennaio - Della Parker

    1840

    Titolo originale: The Reading Group: January

    Copyright © 2016 by Della Parker

    Traduzione dall’inglese di Mariafelicia Maione

    Prima edizione ebook: gennaio 2018

    © 2018 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-1714-6

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Della Parker

    Libri, amori e segreti

    Gennaio

    Indice

    Capitolo uno

    Capitolo due

    Capitolo tre

    Capitolo quattro

    Capitolo cinque

    Capitolo sei

    Capitolo sette

    Capitolo otto

    Capitolo nove

    Capitolo dieci

    Capitolo undici

    Capitolo dodici

    Per Ian

    Capitolo uno

    Anne Marie stava spazzando il pavimento nell’appartamento 10, ai Moorings, e immaginava di essere Cenerentola, quando le arrivò un messaggio sul telefonino infilato nella tasca del grembiule da lavoro. Non si prese la briga di controllare, perché ultimamente gli unici

    SMS

    che riceveva erano quelli del suo gestore telefonico che la informava sulle ultime offerte o le comunicava che la sua fattura era disponibile online (ma che gentile a pensare a lei così spesso, O2. Grazie mille!).

    Per un attimo si abbandonò alla fantasia: il messaggio era di uno sconosciuto misterioso che la invitava fuori a cena. In realtà non invitava lei – ovviamente: in quel momento non la conosceva ancora. Aveva sbagliato numero. Ma lei l’avrebbe chiamato per avvisarlo, il che, date le circostanze, sembrava più che giusto, e dopo avere chiacchierato un po’ si sarebbero resi conto di essere anime gemelle e a quel punto sarebbero usciti a cena sul serio.

    Dove sarebbero andati? Probabilmente da Calypso. Era il ristorante più raffinato che Little Sanderton poteva offrire. Anche se, ripensandoci, c’era pure qualche gastropub chic. Forse sarebbe stato meglio cominciare con uno di quelli. Più casual di una cena in pompa magna, soprattutto come primo appuntamento.

    Ogni tanto andava da Ocean Views con una delle ragazze del gruppo di lettura. Forse era ancora meglio. Cosa c’era di più romantico (in stile casual, ovvio) che avere la vastità dell’oceano alle spalle mentre affondavi la forchetta in una ciotola di scampi?

    No, forse gli scampi no: avevano ancora la coda e rischiavi di fare pasticci. Nemmeno una zampetta incastrata tra i denti faceva una bella figura. Zuppa, allora? Preparavano una zuppa di frutti di mare deliziosa, servita con pane fatto in casa e minuscoli panetti di burro su piattini individuali guarniti con un ciuffo di prezzemolo. Molto chic.

    Sbatté un paio di volte le palpebre. Da dove usciva tutta quella storia? Nemmeno era interessata a vedersi con qualcuno. Aveva troppo da fare, un uomo avrebbe incasinato tutto. Un uomo le sarebbe servito come… si accigliò, a caccia di una similitudine adeguata… come un personale delle pulizie inaffidabile.

    Quell’appartamento avrebbe dovuto pulirlo Sophie Smith, la più giovane e carina del suo staff, ma il mattino stesso aveva telefonato per darsi malata, quindi era stata costretta a occuparsene Anne Marie. Non che avesse dovuto fare troppa strada: abitava nel medesimo edificio. Quattro piani più su, a essere precisi. Aveva l’attico, grazie al padre. I Moorings erano stati il suo ultimo progetto.

    A essere sincera, avrebbe potuto far pulire l’appartamento numero 10 a qualcun altro, ma era curiosa. Era interessante vedere cosa facevano gli altri con quello che di base era uno spazio abitativo identico. Ovviamente, quell’appartamento era molto più piccolo del suo: aveva due sole camere e caratteristiche molto più contenute – tanto per iniziare i pavimenti erano in laminato invece che in vero parquet, ma era comunque interessante.

    E non era male continuare a operare in prima persona. Anche se eri il capo. Che nessuno potesse mai dire che non era pronta a rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani: anche con il migliore di loro, l’umiltà non faceva mai male.

    Il telefonino trillò per un altro messaggio e Anne Marie si fermò un attimo. Stava pulendo il lavandino. Bisognava disincrostare i rubinetti. Trovò il prodotto giusto nel secchio e lo spruzzò, pensierosa. Allora non era la compagnia telefonica. Mandavano solo un messaggio alla volta, loro. Forse qualcuno voleva parlare sul serio con lei. Sperava non si trattasse di un’altra assenza per malattia.

    Altro trillo.

    Tirò fuori il cellulare dalla tasca e scoprì che tutti e tre gli

    SMS

    venivano dalla stessa persona: la sua amica e confidente di lunga data Manda Crippins.

    Il primo era lungo e cominciava così: Siete invitati al matrimonio di Jack Taylor e Manda Crippins il 28 gennaio 2017, nella chiesa di Sant’Agostino, Stamford Green, Ashmore alle 15:00.

    Poi c’era scritto: [testo mancante].

    Maledetto telefono.

    Il resto dell’invito arrivò separatamente, con un post scriptum in fondo: Scusate per l’invito via messaggio. Seguiranno partecipazioni formali. Hanno fatto casino in tipografia. Si prega di segnarsi la data.

    Anne Marie inarcò le sopracciglia. Non c’era da stupirsi che avessero scritto: mancavano solo tre settimane al 28 gennaio. Era il 5! Ed era la prima volta che sentiva parlare di matrimonio: era chiaro che fosse stata una decisione dell’ultimo minuto.

    L’ultimo messaggio era rivolto a lei personalmente e anche quello veniva da Manda: Tesoro, per favore, vieni, è colpa tua se ci sposiamo. Ti chiamo più tardi. Smack Smack.

    Anne Marie sorrise. Molto meglio delle sue fantasticherie. Quella era una Storia d’amore vera, con la

    S

    maiuscola, e Manda aveva ragione: era tutto merito suo. Li aveva presentati lei, no? Si erano incontrati alla festa per il suo ventunesimo compleanno, l’agosto precedente. Quindi si erano conosciuti, innamorati e si stavano per sposare, tutto nel giro di sei mesi. E la responsabile era lei. Si sentì un po’ gonfiare d’orgoglio.

    Era palese che avrebbe dovuto fare la combina matrimoni. Forse avrebbe dovuto organizzare un evento di appuntamenti lampo a Little Sanderton. Sarebbe stato divertente. Senz’altro più che organizzare una squadra di addetti alle pulizie (era la definizione corretta?). E non gliene mancavano certo le capacità: papà non faceva che ripetere che brava organizzatrice fosse.

    Persone meno indulgenti avrebbero potuto definirlo impicciarsi degli affari altrui. Come il suo primo (e, alla fine della fiera, unico) capo; ma, come le aveva fatto notare Manda quando quella donna l’aveva licenziata, probabilmente era solo gelosa perché Anne Marie era più bionda, più carina e più magra di lei.

    Avrebbe voluto essere più magra in quel preciso momento. Non era grassa, ma le feste le avevano appioppato tre chili in più di cui avrebbe potuto benissimo fare a meno. Guardò il proprio riflesso nello specchio che occupava una parete intera del bagno di lusso. Il grembiule da lavoro giallo sole non migliorava le cose. Avrebbe fatto sembrare enorme chiunque non fosse una quarantadue, soprattutto sopra un paio di jeans e un pullover spesso. E quindi? Faceva freddo!

    Per quanto riguardava l’enorme logo Clean Living rosa shocking che decorava il petto, probabilmente era stato un po’ eccessivo, persino per i suoi standard. Avrebbe dovuto scegliere un’uniforme più alla moda quando aveva creato la compagnia, ma il catalogo dei fornitori non offriva molte opzioni. E i colori le piacevano. Il giallo era allegro, amichevole ed estroverso, proprio come lei.

    Anne Marie smise di guardare il suo riflesso e pensò al proprietario di quell’appartamento. Si chiamava Dominic Peterson. L’aveva incontrato una volta sola, alla firma del contratto. Le aveva detto che negli orari di pulizia sarebbe stato al lavoro. Era un rappresentante, per la Jaguar, le sembrava di ricordare. Aveva notato una pila intera di brochure sulla scrivania in soggiorno quando lui era andato a prendere i dati bancari per pagarla. Era utile sapere come si guadagnassero da vivere i propri clienti; così era più facile rompere il ghiaccio e, ovviamente, controllare che potessero saldare il conto.

    Sì, un evento di appuntamenti lampo a Little Sanderton era l’idea giusta. Avrebbe potuto persino invitare Dominic! Era single. Meritava una persona gentile. La sua attuale fidanzata (presto ex) era una civetta fedifraga. Anne Marie lo sapeva perché appena arrivata aveva sentito un messaggio sulla segreteria telefonica. Era uno di quei modelli che ti fanno ascoltare la voce di chi chiama mentre registrano.

    Quando aveva sentito squillare il telefono era in cucina, ma era corsa in soggiorno, nel caso si trattasse di qualcosa di importante. Aveva avuto giusto il tempo di sentire una voce di donna che diceva: «Dominic, mi dispiace, è finita. Ho incontrato qualcun altro. Ciao».

    Tutto qui. Non

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