Il metodo danese per vivere felici. Hygge
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About this ebook
Il segreto per essere felici viene dalla Danimarca: si chiama hygge ed è alla portata di tutti
Lavoro, stress, ansie e preoccupazioni ci fanno perdere di vista le priorità della vita. Siamo sempre tesi e pronti a esplodere ed è facile che a farne le spese siano i nostri cari. I danesi, il popolo più felice del mondo da oltre 40 anni secondo il Rapporto Mondiale della Felicità stilato ogni anno dall’Onu, hanno trovato la soluzione: l’hygge. È una parola quasi intraducibile ma che si potrebbe descrivere come intimità, calore, accoglienza. È la capacità di creare un ambiente che faccia sentire i familiari a proprio agio e li predisponga a momenti di serenità. Questo libro, ricco di fotografie e di idee concrete, vi avvicinerà allo stile di vita danese. Vi aiuterà a rendere la vostra casa confortevole come fosse Natale tutto l’anno. Suggerimenti semplici ed efficaci, come accendere delle candele, cucinare tutti insieme, decorare la casa, spegnere i cellulari e fare un gioco da tavolo, raccontarsi com’è andata la giornata a turno, ed esserci davvero in quel momento e in quel luogo. Il modo più semplice per introdurre l’hygge nella vostra vita ed essere pienamente felici con le persone a voi più care.
Marie Tourell Søderberg
È nata nel 1988 a Copenhagen. Girando il mondo per lavoro ha notato che negli altri Paesi la gente sembrava essere meno felice che in Danimarca. Così ha deciso di raccontare nei dettagli quale fosse il segreto della felicità nella sua terra. Il suo primo libro, Il metodo danese per essere felici, appena uscito in Inghilterra, è andato in vetta alle classifiche ed è stato tradotto in numerosi Paesi.
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Book preview
Il metodo danese per vivere felici. Hygge - Marie Tourell Søderberg
Parlare higge
Quando chi non è danese si riferisce alla nostra lingua, spesso sottolinea quanto sia difficile da imparare. La grammatica è ostica e la pronuncia ancora più infida. Per fortuna non avrete bisogno di imparare il danese per poter "parlare hygge".
"Con il mio ragazzo parlo spagnolo, ma usiamo sempre il termine hygge quando abbiamo
in programmadi fare qualcosa di hyggelig.Oppure diciamo vamos a hygge.
Ormai trovo difficilenon utilizzare questo termine quando parlo con chi non è danese.
Dico piacevole
per rendere l’idea, ma so che non trasmette il messaggio completo
di hyggelig. Non è che il concetto di hygge non esista in altre culture,
ma il fatto che ci sia una parola per definirlo te ne fa prendere coscienza.
Tutto d’un tratto inizi a renderti conto dei numerosi momenti hyggelig della tua vita quotidiana."
Júlia Reig, Catalogna,
abita a Copenhagen con il suo ragazzo
immagineFoto di famiglia © Margrethe Sønderlund Andersen, Nanna Mosegaard e Rosa Celinder Faurholm
Espressioni utili
La parola hygge funziona come verbo, aggettivo e sostantivo: stiamo hygg-ando (verbo); la casa è hyggelig (aggettivo); è ora di un po’ di hygge (sostantivo).
Hygger: forma presente del verbo "hygg-are". Esempio: stiamo hygg-ando. Si usa per parlare di un’attività hyggelig o per avere un momento di hygge. Esempio: «Che fate?» «Stiamo hygg-ando».
Hyggliere/hyggeligste: più hyggelig / hyggelig-issimo. «È il posto più hyggelig che ho mai visto».
Hygge om: hygg-are o preparare l'hygge per qualcuno. Esempio: servire tè con i pasticcini, mettere a proprio agio qualcuno, avvolgerlo in una coperta o coinvolgerlo in quattro chiacchiere.
Hygge sig: trascorrere un momento hyggelig.
Hygge sig med: hygg-arsi con qualcosa o passare del tempo hyggelig facendo qualcosa. Si usa per descrivere qualcuno che ha un hobby. Esempio: «Si sta hygg-ando a suonare la chitarra»; «Ci stiamo hygg-ando con questo progetto fai-da-te».
Kan du hygge dig/hyg dig: popolare saluto danese o modo informale per congedarsi da qualcuno (letteralmente significa: «Ti auguro di hygg-arti» / «Hygg-ati»).
Vi sono moltissime parole ed espressioni composte con hygge, per esempio "famiglia -hygge,
hygge-birra e
hygge-snack". In fondo al libro troverete un utile dizionario.
"L’hygge è un modo di essere che si sperimenta
quando si è in pace con se stessi,
con il proprio partner, il fisco e con i propri organi interni."
Tove Ditlevsen, scrittrice e poetessa danese
I danesi sarebbero persi senza la parola hygge. Si confidano a vicenda quanto non vedano l’ora di hygg-are insieme, sottolineano quanto hyggelig sia una situazione mentre stanno hygg-ando e, in seguito, si divertono a parlare di quanto hyggelig sia stato il tempo che hanno passato insieme.
Il termine ha origine dalla protolingua norvegese antica: hyggja significa pensarsi e sentirsi soddisfatti ed è in relazione con l’idea di trovare rifugio, protezione e sicurezza e di riacquistare le energie e il coraggio.
L’impatto delle parole che usiamo
"Un nuovo ramo della psicologia, chiamato terapia narrativa, sostiene che la nostra identità
venga plasmata in base alle storie che raccontiamo su noi stessi e sugli altri.
Per questo motivo, il linguaggio e le parole che usiamo e abbiamo a disposizione
sono cruciali per definire chi siamo e come comprendiamo noi stessi.
Nella cultura indigena degli Inuit in Groenlandiavi sono più di venti parole diverse per indicare la neve.
Ciò non solo rende possibile condividere l’esperienza di svariate tipologie di nevicata,
ma acuisce la soglia di attenzione alle sfumature del tempo atmosferico e consente
una più vasta esperienza della ricchezza e dell’eterogeneità della natura.
Lo stesso vale per l’hygge. Più riusciamo a parlarne, a definire tutte le sue sfumature e forme,
più facilmente potremo percepirlo, crearlo e condividerlo.
La parola non è un semplice significante passivo, ma un’affermazione performativa che agisce per noi
e in un certo senso allestisce il nostro palcoscenico. Quando diciamo che un’esperienza
è hyggelig, vi associamo – forse inconsciamente – tutta una serie di qualità e valori.
In questo modo, l’hygge rivendica il proprio posto nelle storie
e nelle narrazioni su chi siamo e su ciò a cui attribuiamo importanza."
Torkild Fogh Vindelev, psicologo
[hYg:ə]
Se volete iniziare a includere la parola hygge nel vostro vocabolario quotidiano, sarà bene imparare a pronunciarla come si deve.
Molti sono erroneamente convinti che hygge abbia una pronuncia simile a huga, quando vedono la parola per la prima volta, ma se volete sembrare un madrelingua, eccovi una piccola guida di consigli. Procediamo a piccoli passi.
L’ultima parte della parola è abbastanza facile, perciò cominciamo da lì. La sillaba gge
di hygge ha la stessa pronuncia del suono inglese gir
di girl
(a metà tra una é e una o). È abbastanza semplice.
Le cose iniziano a farsi complicate con la y
di hygge. Provate a pensare alla parola iuta
. Il suono vocalico iu
è un dittongo (contiene cioè due diversi suoni) – i
e u
. Osservate le vostre labbra allo specchio e guardate come cambiano forma mentre pronunciate la parola. La prima parte non produce praticamente alcuna reazione sulle labbra, ma la seconda le porta ad arrotondarsi leggermente. Il suono y
di hygge non è un dittongo, ma un suono vocalico singolo, perciò ora dobbiamo eliminare l’ultima parte, quella che porta la bocca ad arcuarsi. Cosa ci rimane? Il suono y
che ci serve per pronunciare in modo corretto hygge. Aggiungete una acca
all’inizio e il gioco è fatto: hygge.
Da dove arriva l’higge
Un breve sguardo alla cultura e alla storia dell’hygge
Paesi diversi identificano differenti valori chiave che sottendono il modo in cui guardano a se stessi e si caratterizzano. Gli americani reputano fondamentale la libertà individuale, i francesi vantano la propria gloire e i tedeschi hanno un debole per l’ordine e la precisione. Nel caso dei danesi, uno dei valori fondanti è senz’altro l’hygge.
Secondo il professor Jeppe Trolle Linnet, che ha indagato la natura del fenomeno, l’hygge ha avuto origine in un insieme di condizioni che comprende il clima, la storia di una piccola cultura orientata alla famiglia e uno stato sociale fondato sull’uguaglianza.
immagineViggo Johansen, Buon Natale, 1891
Il clima nordico è caratterizzato da forti contrasti tra freddo e caldo, luce e oscurità. Abbiamo lunghe e luminose serate estive, ma d’inverno le ore di luce si riducono e durante il periodo più buio dell’anno il giorno dura solo sette, otto ore. Grigio e nuvoloso
è un messaggio frequente dei meteorologi della tv danese, quando fanno le previsioni per il giorno dopo. Piove approssimativamente 171 giorni l’anno, mentre la temperatura media si aggira intorno ai 17 °C d’estate e appena sopra il punto di congelamento d’inverno. Le previsioni meteorologiche leggermente deprimenti hanno generato nei danesi la necessità impellente di cercare calore e comodità, per lo più nelle proprie case, quando ci si ritaglia del tempo da trascorrere con la famiglia e gli amici intimi. Come spiega Jeppe Trolle Linnet, esperto di hygge:
"Il clima instabile ha contribuito a questa sorta di idea romantica che i popoli nordici hanno della casa
come di un rifugio sicuro
, in cui le famiglie si riuniscono per raccogliere le forze prima di uscire di nuovo
a fronteggiare il mondo esterno. La casa è la parte fisica dell’hygge, la famiglia la sua parte sociale:
l’hygge nella sua protoforma. Quando cerchiamo l’hygge all’esterno delle nostre case,
lo troviamo per lo più in posti che hanno caratteristiche casalinghe:
una visuale limitata dell’esterno e, all’interno, luci soffuse e arredamento confortevole."
L’hygge è anche un concetto radicato nella storia della Danimarca, che si è vista ridurre le proprie dimensioni. Un tempo, aree della Svezia, della Germania e della Norvegia