Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Le migliori ricette senza lattosio
Le migliori ricette senza lattosio
Le migliori ricette senza lattosio
Ebook552 pages4 hours

Le migliori ricette senza lattosio

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Dagli antipasti ai dolci, piatti irresistibili per una cucina alternativa e saporita

Lasagne, gelati, cheesecake e non solo: un mondo di sapori senza lattosio!

Per chi è intollerante al lattosio può essere difficile fare slalom tra questo e quell’alimento, e ad alcuni cibi non si può fare altro che rinunciare. Ma al gusto e alla passione per la cucina non si dovrebbe rinunciare mai! Questo libro raccoglie le 200 migliori ricette che uniscono gusto e salute: deliziose come quelle originali a cui si ispirano, utilizzano alternative salutari e benefiche al lattosio. Niente latte, burro e formaggio, quindi, ma ingredienti naturali, da combinare seguendo istruzioni semplici e chiare per realizzare mousse, creme, pasticci di lasagne, budini, cheesecake e persino squisiti gelati. Per ogni ricetta, inoltre, è fornita una tabella dei nutrienti, utilissima per mantenere un’alimentazione equilibrata. Mai più rinunce!
Jan Main
si occupa di economia domestica e di catering. Ha insegnato in scuole di cucina e ha scritto innumerevoli ricettari, collaborando tra gli altri con «Canadian Living», «Recipes Only», «Family Confidante» e «Health Watch magazine». Vive a Toronto, Ontario.
LanguageItaliano
Release dateApr 20, 2016
ISBN9788854194533
Le migliori ricette senza lattosio

Related to Le migliori ricette senza lattosio

Titles in the series (100)

View More

Related ebooks

Health & Healing For You

View More

Related articles

Reviews for Le migliori ricette senza lattosio

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Le migliori ricette senza lattosio - Jan Main

    336

    Questo libro non è da intendersi come un sostituto ai consigli di un medico.

    Il lettore dovrebbe sempre consultare e considerare un medico esperto in materia.

    Titolo originale: 200 Best Lactose-Free Recipes

    Copyright © 2006 Jan Main

    Text design copyright © 2006 Robert Rose Inc.

    Published by Robert Rose Inc.

    All rights reserved

    Per le illustrazioni in bianco e nero © Shutterstock.com

    Traduzione dall’inglese di Carla De Pascale

    Prima edizione ebook: aprile 2016

    © 2016 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-9453-3

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Immagine di copertina: © Shutterstock.com

    Realizzazione: Paola Hage Chahine

    Jan Main

    Le migliori ricette senza lattosio

    Ai miei amici a tavola e a Rhoda,

    per tutto l’aiuto e il supporto costante che mi avete dato.

    Prefazione

    Per le persone intolleranti al lattosio l’esperienza di gustare un piatto delizioso senza sentire lo stomaco che brontola è un caso più unico che raro. Gli intolleranti al lattosio non riescono neanche a immaginare di stare seduti a tavola senza avere davanti almeno un piatto preparato appositamente per loro, questo significa che devono molto spesso rinunciare ai piatti invitanti gustati dai commensali.

    Duecento buonissime ricette senza lattosio sta per porre fine a tutte le rinunce. Jan Main ha rielaborato alcune ricette solitamente proibite agli intolleranti al lattosio. Zuppe con panna, mousse al salmone, salsa besciamella, sformato di riso, cheesecake, tiramisù e gelati sono soltanto alcune delle prelibatezze di cui gli intolleranti al lattosio devono fare a meno ogni volta.

    Questo non è un manuale che spiega come fare a meno del lattosio. Al contrario, è una guida, scritta con cura e passione, con tanti piatti deliziosi e sani che gli intolleranti al lattosio potranno gustare senza problemi. L’autore ha compiuto ricerche approfondite su questo argomento, al fine di trovare ingredienti sostitutivi tali da eliminare o ridurre drasticamente i livelli di lattosio contenuti nelle ricette, ma anche per apportare effetti benefici all’alimentazione. Il lettore avrà la possibilità di accrescere le proprie conoscenze sull’importanza del calcio nella dieta e di apprendere tutti gli accorgimenti per aumentare la capacità di assimilare questo particolare minerale da parte dell’organismo; imparerà inoltre a evitare comportamenti sbagliati che contrastano l’assimilazione del calcio. Ecco allora l’introduzione del tofu (preparato con sali di calcio) necessario per aumentare l’apporto di calcio in una ricetta. Questo alimento è decisamente un toccasana per gli intolleranti al lattosio, dal momento che, sebbene esistano valide alternative di natura casearia, si preferisce farne a meno per paura di reazioni allergiche.

    I numerosi suggerimenti e consigli riportati in questo manuale saranno utili sia ai cuochi esperti sia ai principianti. L’introduzione fornisce informazioni utili per quanto riguarda il tofu e il latte di soia – ingredienti nuovi che utilizzerete nelle ricette. Verrà utilizzato anche il latte senza lattosio: alcuni di voi lo assaggeranno per la prima volta proprio grazie a queste ricette.

    Duecento buonissime ricette senza lattosio è un valido manuale da aggiungere alla collezione di libri di cucina per persone intolleranti al lattosio, ma è anche una buona lettura per chi ha voglia di apprezzare piatti gustosi e nuovi.

    Marsha Rosen,

    DIETISTA CERTIFICATA

    Introduzione

    In questo libro troverete ricette per ogni pasto e per tutte le occasioni, adatte ai vostri amici e alla famiglia, a prescindere da una possibile intolleranza a latte e derivati. L’obiettivo di questo manuale è stato quello di elaborare ricette senza lattosio ma ugualmente gustose!

    Le ricette contenute in questo libro sono di due tipi:

    Ricette a base di latte e derivati modificate con alimenti senza lattosio a base di soia, latte senza lattosio, succhi di frutta e brodo.

    Ricette che forniscono un notevole apporto di calcio.

    Molti mi chiedono se soffro di intolleranza al lattosio e se è stato questo il motivo per il quale mi sono interessato a questa materia. No, non sono intollerante al lattosio, almeno non del tutto; in compenso soffro di diversi disturbi allergici. È stata proprio la mia condizione che mi ha fatto nascere l’interesse per questo problema. La mia amica Christina, alla quale è stata recentemente diagnosticata un’intolleranza al lattosio, mi ha suggerito di scrivere questo libro per aiutarla. La sua idea mi è sembrata buona e così ho sposato la causa. Christina è un’ottima cuoca di piatti ungheresi. Le piaceva molto preparare torte farcite con creme a base di latte, salse con panna e piatti a base di formaggio. Potete immaginare la frustrazione che ha provato. Anche soltanto una goccia di latte nel tè finiva per causarle disturbi.

    Poco prima di scrivere questo libro impartivo lezioni di cucina a un gruppo di studenti cinesi, tutti intolleranti al lattosio. Sono stati ottimi insegnanti per me! Durante una delle prime lezioni preparammo una kulebiaka di salmone, un piatto che avevo preparato molte volte durante le lezioni che avevo tenuto in passato. Osservai con un certo interesse come le ragazze andavano matte per l’insalata agli asparagi, facevano incetta di salmone dell’Oceano Atlantico con riso selvatico e farcitura ai funghi, condivano con una modesta quantità di maionese di verdure e assaggiavano appena la pasta sfoglia che ricopriva il salmone. Fu questa la mia prima lezione sull’intolleranza al lattosio: i piatti ricchi di panna acida e burro causano disturbi di digestione alle persone intolleranti a questo zucchero.

    Il tofu fu l’argomento della lezione successiva. Quel gruppo di studenti cinesi mi fece conoscere il tofu, una loro specialità, di una qualità nettamente superiore rispetto al tofu che acquistavo al supermercato nel reparto dei cibi vegetariani. Il loro tofu aveva un sapore e una consistenza delicata; in realtà, mi ricordava molto la crema inglese. Mi insegnarono come trattare e quali piatti potevo preparare con questo alimento. Era tutto nuovo per me. Con 2 chili e 250 grammi di tofu si possono preparare moltissimi piatti!

    Quando scoprii che, oltre a conferire una consistenza cremosa ai piatti, questo alimento era anche ricco di calcio, se preparato con cloruro o solfato di calcio, iniziai a rendermi conto del potenziale che il tofu poteva avere nella cucina senza lattosio.

    Dalle ricerche ed esperimenti effettuati per creare le ricette contenute in questo libro, ho imparato a cucinare senza burro, a preparare salse deliziose senza usare la panna e ad aggiungere soltanto una leggera spolverata di formaggio stagionato per insaporire i piatti. Non dovete per forza soffrire di sensi di privazione se siete intolleranti al lattosio!

    Definizione di intolleranza al lattosio

    Il lattosio è una varietà di zucchero contenuto nel latte di origine animale, compreso il latte umano. L’intolleranza al lattosio è la mancata capacità di digerire questa varietà di zucchero. Molti di noi sono nati con il lattasi, un enzima che si trova nel tratto intestinale dell’apparato digerente, il quale ha il compito di rompere la catena del lattosio in due zuccheri semplici: glucosio e galattosio. Se manca il lattasi, se dunque la scissione di questo zucchero complesso non avviene, lo zucchero finisce intero nell’intestino crasso e subisce una fermentazione a opera di alcuni batteri intestinali. Questa fermentazione causa i sintomi collegati all’intolleranza al lattosio – gonfiore, diarrea, dolori addominali e gas intestinale. I sintomi possono variare da soggetto a soggetto. Se la diarrea si protrae nel tempo, possono presentarsi effetti collaterali come ammorbidimento del retto, disidratazione, debolezza e perdita di peso. Alcune persone potrebbero accusare soltanto qualche disturbo, altre potrebbero rischiare un ricovero in ospedale.

    Intolleranza primaria

    Se l’intolleranza al lattosio è dovuta a una diminuzione del lattasi, si tratta di intolleranza primaria. Nell’arco di età tra i cinque e i sette anni potrebbe verificarsi un declino dell’attività di questo enzima; molte persone, raggiunta l’età adulta, perdono la capacità di digerire il lattosio. In realtà, gran parte della popolazione mondiale non riesce a digerire latte e derivati – soltanto le popolazioni occidentali e dell’Europa settentrionale tollerano questi alimenti. Molti asiatici, ispanici, alcuni popoli dei Paesi mediterranei, i neri e i nativi nordamericani sono intolleranti al lattosio.

    Intolleranza secondaria

    Quando l’intolleranza al lattosio si manifesta dopo una malattia, essa viene definita intolleranza secondaria. Le malattie che potrebbero scatenare un’intolleranza al lattosio sono la colite ulcerosa, la celiachia, il morbo di Crohn, la diarrea virale e il cancro. In questi casi, se i sintomi persistono, si raccomanda una dieta a basso apporto di lattosio finché l’organismo non torna a ristabilirsi completamente. Una volta che l’enzima inizierà a lavorare di nuovo a pieno regime si potrà nuovamente adottare una dieta senza privazioni. Se il depotenziamento dell’enzima risulterà essere permanente, il latte che contiene lattosio non potrà più essere consumato. Fortunatamente sono disponibili varietà di latte senza lattosio così come compresse da assumere insieme ad alimenti di origine casearia per facilitare la digestione di questo zucchero. È consigliabile consultare un medico, per una giusta assistenza; inoltre potrebbe essere utile anche un dietista per l’elaborazione di una dieta appropriata.

    Allergia al latte

    L’allergia al latte è una patologia diversa rispetto all’intolleranza al lattosio. Si tratta di una reazione alle proteine del latte, non agli zuccheri, e colpisce il sistema immunitario causando i classici sintomi delle allergie: dispnea, eczema, eruzioni cutanee, accumulo di muco e asma. L’allergia al latte colpisce solitamente i bambini o i ragazzi e può essere una patologia grave. Il bambino affetto da allergia va sottoposto a un regime dietetico a base di soia, poiché un’esposizione continuata al latte animale potrebbe comportare un aggravamento delle disfunzioni del sistema immunitario. Non è raro che il bambino guarisca da questa allergia con il passare degli anni. Se così dovesse succedere, latte e derivati potranno essere reintrodotti gradualmente nella dieta, ma i genitori dovrebbero seguire il parere di un medico per accertarsi che il latte e i latticini possano essere oppure no reintrodotti senza rischi.

    Diagnosi di intolleranza al lattosio

    Se sospettate di essere intolleranti al lattosio, consultate un medico. Uno specialista potrebbe prescrivere uno o più test clinici per verificare la vostra ipotesi.

    Una volta raggiunta la diagnosi, il dottore, o il nutrizionista, vi consiglierà una dieta senza alimenti contenenti lattosio per ripulire l’organismo. Questo significa che dovrete rinunciare al latte e ai prodotti che contengono latte come siero, caglio, formaggio, yogurt, panna acida, gelati, sorbetti, burro, margarina che contenga derivati del latte o formaggi freschi.

    I sintomi sono diversi per ogni persona. Si va dal gonfiore gastrico e diarrea, a nessun sintomo. Oppure si potrebbe stare molto male e aver bisogno di una lunga convalescenza per tornare in forma. Si potrebbe aver bisogno di intraprendere una dieta ferrea a base di verdure lesse facili da digerire, pesce e alimenti liquidi. Si potrebbe avere la necessità di fare a meno di caffeina e alcol. Non appena si sarà ristabilito l’equilibrio dell’organismo, si potrà tornare a reintrodurre, gradualmente, piccole quantità di alimenti contenenti lattosio.

    Scoprite il vostro livello di tolleranza

    Se siete intolleranti al lattosio, il medico di fiducia, o il nutrizionista, vi fornirà informazioni utili su come scoprire il vostro livello di tolleranza ai prodotti caseari. È importante scoprire la vostra particolare tolleranza a latte e derivati per calcolare la proporzione con la quale questi alimenti possono contribuire alla vostra dieta.

    Ognuno ha un diverso livello di tolleranza. Alcuni possono consumare lo yogurt, altri no. Alcuni possono tollerare i formaggi stagionati (diversi dai formaggi freschi), altri no. Per alcuni, latte e derivati consumati in piccole quantità durante un pasto possono risultare più facili da digerire. È necessario un metodo prova-errore per scoprire la tolleranza a questi alimenti, e tale tolleranza può variare non soltanto da persona a persona, ma anche nella stessa persona con il passare del tempo.

    Iniziate consumando i prodotti caseari più digeribili e scoprite poco alla volta il vostro livello di tolleranza. Ricordate di provare un nuovo alimento a distanza di un giorno rispetto all’alimento testato in precedenza.

    Lista di alimenti in ordine di digeribilità per gli intolleranti al lattosio

    Pane integrale e prodotti da forno.

    Alimenti caseari fermentati, come lo yogurt, nei quali i fermenti vivi potrebbero aiutare a digerire più facilmente il lattosio.

    Formaggi stagionati a basso contenuto di lattosio come formaggio cheddar stagionato, gouda, edam e parmigiano.

    Se non accusate problemi, provate a bere ¼ di tazza (50 ml) di latte e aumentate fino a 1 tazza (250 ml) nell’arco di diversi giorni.

    Il livello di tolleranza potrebbe variare anche a seconda del grado di stress che avete accumulato in un determinato periodo. Potreste tollerare lo yogurt regolarmente, ma se avete passato una settimana particolarmente impegnativa, potreste accusare sintomi di intolleranza.

    Dovete imparare a regolarvi da soli.

    È rassicurante sapere che, per molte persone intolleranti al lattosio, un enzima in compresse potrebbe aiutare a innalzare i livelli di tolleranza. Con due, o più, compresse assunte prima di un alimento contenente lattosio i sintomi vengono spesso eliminati o fortemente ridotti.

    Fonti evidenti di lattosio

    Latte e altri prodotti contenenti questo ingrediente – cioccolato al latte, latte scremato, parzialmente scremato e intero, latte scremato in polvere, prodotti a base di latte di capra, formaggi freschi, ricotta, panna montata (al 35% di concentrazione in volume), panna scremata (10% in volume), panna light (5% in volume), yogurt, burro di latte, panna acida, gelati, frappè, sorbetti, sformati al latte.

    Fonti meno evidenti di lattosio

    Cereali lavorati con latte scremato in polvere; carni lavorate, come salsicce e würstel; piatti pronti a base di verdure, come patate alla mugnaia o salse vegetali; zuppe cremose con panna; pancake e waffel confezionati; preparati per torte; preparati per muffin; cioccolato al latte; bevande a base di cioccolato; alcune torte confezionate; varietà di pane, crostate e biscotti; medicazioni.

    Dovete imparare a leggere gli ingredienti riportati sulle confezioni per sapere se è presente il lattosio. Il lattosio è presente quando sulla confezione sono riportati ingredienti come latte, parti solide del latte, aromi al formaggio, siero, caglio, margarina che non rechi l’indicazione non di origine casearia. Il lattosio non è presente in alimenti contenenti ingredienti come acido lattico, lattoalbumina, lattato o caseina. Gli ingredienti vengono elencati in base alle dosi contenute in quel particolare alimento, dalla dose maggiore a quella minore; quindi, l’ordine degli ingredienti è un’ulteriore indicazione.

    Trascurabili quantità di lattosio vengono aggiunte durante la lavorazione di molti alimenti e medicinali. Nel caso dobbiate acquistare medicinali, chiedete informazioni al farmacista.

    L’importanza di latte e derivati

    Vitamina d

    Il latte è ricco di vitamina

    D

    , detta anche vitamina del sole, che previene l’insorgenza del rachitismo, una malattia che causa deformità delle ossa e carenza della crescita. È una vitamina essenziale per l’assorbimento del calcio. La vitamina

    D

    è presente soltanto nel latte animale addizionato, nel latte di soia addizionato, nell’olio di pesce (olio di fegato di merluzzo e olio di pesce halibut) e viene attivata dall’esposizione al sole. Quando la pelle è esposta al sole, la vitamina

    D

    si attiva. Se non potete bere latte e non prendete molto sole, oppure se applicate regolarmente creme protettive, è consigliabile assumere degli integratori; chiedete comunque consiglio al medico o al nutrizionista per sapere se ne avete bisogno. Una quantità eccessiva di vitamina

    D

    potrebbe essere tossica.

    Calcio

    Latte e derivati sono fonti molto ricche di calcio. In effetti le linee guida della nutrizione raccomandano una razione giornaliera di latte e derivati, dall’infanzia all’età avanzata. Ovviamente, se siete intolleranti al lattosio non potete consumare la quantità di latte giornaliera raccomandata.

    Per fortuna latte e derivati non sono le uniche fonti di calcio. La tabella riportata nelle pagine 19-21 sugli alimenti fonte di calcio come mandorle, semi di sesamo, legumi (soprattutto semi di soia, fagioli bianchi e ceci), verdure del calcio (verdure ricche di calcio come broccoli, cavoli, cavolo napa, bok choy e brassica) e tofu preparato con solfato di calcio o cloruro di calcio. Questi alimenti, insieme a salmone in barattolo confezionato con tutte le lische, sardine in lattina con tutte le lische, latte senza lattosio, yogurt, formaggi stagionati e succo d’arancia addizionato (con calcio) vengono usati nelle ricette di questo manuale per aiutarvi a rifornirvi delle razioni di calcio con la vostra dieta.

    La National Osteoporosis Foundation raccomanda 1000 milligrammi di calcio e 400

    IU

    (International Units) di vitamina

    D

    al giorno per persone di età compresa tra i diciannove e i cinquant’anni, comprese donne in stato di gravidanza e in fase di allattamento, e 1500 milligrammi di calcio e 800

    IU

    di vitamina

    D

    al giorno per le persone che hanno superato i cinquant’anni.

    A cosa serve il calcio?

    Abbiamo bisogno di calcio per la formazione di ossa resistenti e denti sani, per la coa- gulazione sanguigna e per la funzionalità di muscoli, nervi e cuore. Non consumerete mai una quantità eccessiva di calcio, poiché la materia ossea ha costantemente bisogno di essere rigenerata.

    Il nostro organismo non può sintetizzare il calcio

    Dobbiamo consumare alimenti che contengono calcio; in questa maniera possiamo accumularlo nell’organismo per eventuali necessità future. Se non assumiamo abbastanza calcio, il nostro corpo consuma automaticamente il calcio immagazzinato nelle ossa e lo utilizza per soddisfare le necessità dell’organismo.

    Il prestito continuato di riserve di calcio può portare a una carenza di questo minerale, carenza che può essere aggravata dal naturale processo di invecchiamento. Dai trentacinque anni in poi, una possibile perdita di calcio nelle ossa è fisiologica. Se si aggiunge un regime dietetico con un apporto insufficiente di questo minerale si potrebbe rischiare l’insorgenza di una fragilità ossea – condizione conosciuta con il nome di osteoporosi. Si tratta di una condizione di salute dolorosa e invalidante che colpisce di frequente le donne in menopausa (fase in cui si ha una carenza di estrogeni), e gli uomini oltre i sessant’anni. È fondamentale avere una riserva sufficiente di calcio fin dalla giovane età per far fronte a questo processo fisiologico.

    Per ridurre il rischio di osteoporosi dobbiamo:

    Accumulare una dose adeguata di vitamina

    D

    attraverso l’esposizione al sole, il cibo o con gli integratori (consultate il vostro medico).

    Mangiare cibi ricchi di calcio.

    Seguire una dieta varia, assicurandoci di includere cibi appartenenti a categorie il più possibile eterogenee di alimenti.

    Fare attività fisica costante, ad esempio camminare.

    Bere con moderazione alimenti contenenti caffeina e alcol.

    Una volta che il medico ha diagnosticato un’intolleranza al lattosio, è necessario valutare il personale livello di intolleranza ai prodotti a base di latte così da impostare al meglio la dieta. Potete sostituire latte e derivati con gli alimenti ricchi di calcio riportati nella tabella a pagina 19-21.

    Noterete che le dosi raccomandate nella dieta variano a seconda dell’età. Per esempio i bambini, soggetti in fase di crescita, le donne in gravidanza e in fase di allattamento hanno bisogno di elevate razioni di calcio. Questi soggetti devono assumere una quantità di calcio sufficiente alle esigenze di crescita affinché le riserve dell’organismo non vengano intaccate.

    Assorbimento di proteine e calcio

    In molti Paesi in cui c’è una dieta povera di proteine e latte, il calcio viene utilizzato meglio dall’organismo. Maggiore è la quantità di proteine ingerite, maggiore è la quantità di calcio espulso dal corpo.

    Biodisponibilità e fonti di calcio

    La biodisponibilità è la quantità di un elemento che può essere assorbita e utilizzata dal corpo. Ad esempio, il calcio preso da latte e derivati ha un’alta biodisponibilità – vale a dire che la maggior parte del calcio ingerito con questi alimenti viene assorbito dall’organismo. Di contro, esiste un gruppo di verdure come spinaci, bietole e rabarbaro che sono ricche di calcio ma contengono acido ossalico, il quale rende difficile l’assorbimento di calcio da parte dell’intestino. Le verdure della famiglia della brassica non contengono acido ossalico e sono una buona fonte di calcio. Tra queste verdure troviamo il cavolo, i broccoli e il bok choy.

    L’acido fitico si trova nelle graminacee e nei legumi. Anche questa sostanza rende molto difficile l’assorbimento di calcio. Anche le fibre vengono associate a un ridotto assorbimento di calcio.

    I sorprendenti semi di soia

    Molti cibi vengono preparati con i semi di soia. Hanno un basso contenuto di grassi, non contengono colesterolo, sono facili da digerire, ricchi di proteine e, se parliamo del tofu preparato con solfato o cloruro di calcio, sono una buona fonte di calcio. Non è una novità per i popoli dell’Asia, ma questi cibi sono di introduzione relativamente recente da noi e nel Nord America (sono alimenti introdotti circa cento anni fa).

    Tofu

    Il tofu, altrimenti detto caglio di soia, è l’equivalente vegetariano del formaggio fresco nel mondo dei prodotti caseari. Viene preparato mescolando il latte caldo di soia con un agente coagulante che ne causa la cagliatura. È importante notare, ai nostri fini, che se l’agente coagulante usato è il solfato di calcio o il cloruro di calcio, il tofu diventa una fonte di calcio. È anche una fonte di proteine priva di colesterolo e contiene grassi insaturi. Per essere sicuri di acquistare del tofu preparato con cloruro o solfato di calcio, leggete l’etichetta sulla quale sono riportati gli ingredienti e dunque anche l’agente coagulante utilizzato. Ricordate, per essere fonte di calcio deve essere preparato con solfato di calcio o con cloruro di calcio.

    Il tofu tende a essere ricco di grassi, controllate la tabella nutrizionale riportata sull’etichetta e non esagerate con le porzioni. Tuttavia, sebbene il tofu contenga grassi, è comunque un’alternativa più magra alla panna acida o al formaggio spalmabile, se si mettono a confronto i valori nutrizionali. Come potrete constatare, il tofu apporta anche proteine. Se viene preparato con il cloruro di calcio o con il solfato di calcio diventa una anche una fonte di calcio!

    Esistono due tipi di tofu generalmente disponibili: da cotone e da seta.

    Per preparare il tofu da cotone, il latte di soia e l’agente coagulante vengono mescolati in contenitori bucati rivestiti di cotone. Sui contenitori vengono appoggiati dei pesi per comprimere gli ingredienti e drenare i liquidi. Il tofu da cotone si trova generalmente nei supermercati ed è disponibile in tre diverse consistenze: morbido, compatto ed extracompatto. Il tofu morbido è ideale per condimenti, salse e intingoli; il tofu compatto viene usato nelle cheesecake, negli sformati e nei condimenti spalmabili; il tofu extracompatto è buono per essere marinato, affettato, grigliato e saltato in padella.

    Il tofu da cotone dovrebbe essere venduto nel banco frigo come tutti gli alimenti deperibili. Se lo trovate in altri reparti, non state acquistando un prodotto di buona qualità. Quando portate il tofu a casa, eliminate il liquido e immergetelo in acqua fresca. Mettetelo in un contenitore chiuso e conservatelo in frigo. Il tofu viene venduto in una confezione recante una data di scadenza e deve essere conservato in frigo; consumatelo entro la data di scadenza e cambiate l’acqua ogni giorno.

    Il tofu da seta viene preparato con un latte di soia molto denso. Viene filtrato nella seta (questa varietà di tofu da seta prende il nome proprio dalla preparazione), ma il liquido non viene drenato. Il prodotto che ne risulta è cremoso, come la crema inglese. Come per il tofu da cotone, il tofu da seta morbido è ideale per condimenti, salse e intingoli; quello compatto si usa per preparare cheesecake, sformati e spalmabili; la varietà extracompatta è buona per essere marinata, tagliata a fette, grigliata e saltata in padella.

    Il tofu da seta viene venduto in confezioni sottovuoto, a volte nella conveniente confezione in tetra pack. Viene venduto nei negozi

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1