Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Cocktailmania
Cocktailmania
Cocktailmania
Ebook576 pages59 minutes

Cocktailmania

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Dal famosissimo Mojito al più insolito Japanese Slipper, passando per il Vodka Martini di James Bond, il Cosmopolitan di Sex and the City e l’esotico Mai Tai, Cocktailmania è una raccolta di ricette, fotografie, aneddoti e curiosità dedicata tanto agli appassionati alle prime armi quanto ad aspiranti barman, insomma a tutti coloro che, per passione o professione, vogliono scoprire le dosi perfette e i trucchi per preparare a regola d’arte non solo i grandi classici, ma anche una selezione di altre, più originali, proposte. E non solo: questo manuale fotografico comprende anche un piccolo vademecum sugli utensili indispensabili, sulle tecniche per mescolare e shakerare, sui bicchieri più adatti a ogni cocktail e sulle decorazioni previste dalla tradizione. Oltre, ovviamente, a più di centoventi ricette, organizzate secondo la base alcolica predominante e corredate di consigli o varianti su queste preparazioni, “fluide” per definizione.

Non solo una raccolta di ricette: un vero e proprio viaggio nel mondo dei cocktail e del bere miscelato

Apple Martini • Bloody Mary • Godfather • Long island ice tea • Manhattan • Mary Pickford • Rossini • Sex on the beach • Tequila Sunrise • Tom Collins • Vodka sour


Clara Serretta

È nata a Palermo nel 1983 e quando se ne allontana si porta sempre dietro il rumore del mare e il profumo del gelsomino. Lavora a Roma, occupandosi di libri: con la Newton Compton ha pubblicato Forse non tutti sanno che in Sicilia... e Cocktailmania.
LanguageItaliano
Release dateNov 18, 2015
ISBN9788854188013
Cocktailmania

Read more from Clara Serretta

Related to Cocktailmania

Titles in the series (100)

View More

Related ebooks

Beverages For You

View More

Related articles

Reviews for Cocktailmania

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Cocktailmania - Clara Serretta

    316

    L’autrice ringrazia per la collaborazione nella realizzazione grafica Francesco Sanesi.

    Foto © Shutterstock: pp. 4, 6, 8, 10, 13, 16, 17, 19, 23, 24, 25, 26-27, 28, 29, 30, 31, 33, 35, 36, 39, 40, 42, 43, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60-61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 77, 80, 82, 84, 85, 86, 87, 88, 90-91, 93, 95, 96, 97, 100, 103, 106, 107, 108-109, 110, 111, 112, 115, 118, 119, 120, 122-123, 124, 125, 126, 128, 129, 131, 134, 135, 137, 138, 139, 140-141, 142, 143, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 151, 154, 156, 157, 158, 159, 160-161, 162, 163, 166, 167, 168, 169, 171, 172, 173, 174, 175, 177, 178-179, 180, 181, 182, 183, 185, 186, 187.

    Foto © Alessandro Rabboni: pp. 18, 20, 21, 22, 32, 34, 37, 38, 41, 68, 81, 83, 89, 92, 94, 98, 99, 101, 113, 121, 127, 136, 155, 164, 165, 176, 184.

    Realizzazione: Paola Hage Chahine

    Foto: Shutterstock.com

    Prima edizione: novembre 2015

    © 2015 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-8801-3

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina, Roma

    Clara Serretta

    Cocktailmania

    Newton Compton editori

    shutterstock_227858881.tif

    INTRODUZIONE


    «Polvere sei e polvere ritornerai,

    ma tra una polvere e l’altra un buon bicchiere non fa male».

    Proverbio yiddish

    Il mondo dei cocktail è fitto di leggende, dicerie, mitici bartender che si litigano la paternità di varie particolari misture. Basti pensare che l’etimologia stessa della parola cocktail non è ancora del tutto assodata: la versione più accreditata vuole che gli antichi mix di bevande alcoliche e siano stati definiti code di gallo ( cock significa infatti gallo e tail coda) perché i loro colori accesi ricordavano appunto il piumaggio del pennuto. Ma la questione potrebbe anche essere molto più complicata di così: i cocktailed horses erano i cavalli di razza bastarda cui veniva tagliata la coda (che quindi diventava dritta come quella di un gallo); cocktail sarebbe quindi sinonimo di bastardo, in quanto mistura di tanti ingredienti diversi.

    Se infatti la storia del consumo delle bevande alcoliche si perde nella notte dei tempi, l’abitudine di mischiarle si è diffusa soprattutto a partire dall’Ottocento in ambiente angloamericano: molti dei nomi con i quali i cocktail sono conosciuti ancor oggi e tanta parte della terminologia di settore sono infatti inglesi. Poi è arrivato il Proibizionismo che, come sempre accade in questi casi, ha avuto l’effetto contrario a quello che si era proposto: è proprio negli anni Venti e Trenta che il consumo dei cocktail si diffonde a macchia d’olio, si emancipa dalle sordide taverne e diviene una moda d’élite.

    Poi è arrivata l’IBA, l’International Bartender Association, fondata nel 1951 nel Saloon del Grand Hotel di Torquay, in Inghilterra: le ricette sono state codificate e si è per la prima volta creata una norma nella preparazione delle miscele. Il margine per l’immaginazione e la creatività dei singoli appassionati, siano essi professionisti o baristi dilettanti, tuttavia c’è ancora e la lista dei cocktail possibili è in continua evoluzione.

    Quella che forniamo qui è quindi una selezione che comprende tanto i grandi classici quanto le più recenti invenzioni. Per ognuno dei cocktail scelti, troverete gli ingredienti, il metodo di preparazione e, in alcuni casi, le possibili varianti o un breve aneddoto sulla sua storia. La suddivisione proposta è per base alcolica predominante: troverete quindi una sezione dedicata al gin, una alla vodka, una al rum, una alla tequila, una a champagne e prosecco, una al whisky, una al brandy e infine una a quei cocktail che hanno una base alcolica più insolita. Per coloro che sono alle prime armi e non sanno come destreggiarsi con shaker e mixing glass, è stata prevista una breve ed essenziale sezione esplicativa di alcuni dei termini e delle tecniche menzionate nelle singole ricette. Un’ultima precisazione. Quella del cocktail è una materia fluida: qui trovate alcune ricette indicative, ma le possibili varianti sono infinite e a farla da padrone è il gusto individuale.

    shutterstock_258450455.tif

    UTENSILI


    SHAKER

    Questo è l’unico strumento davvero indispensabile per chi si voglia accostare al mondo del cocktail. Serve per mescolare gli ingredienti attraverso lo scuotimento e si tratta di un recipiente di metallo o di vetro che si apre a metà. La parte inferiore è sostanzialmente un bicchiere molto grande, quella superiore un coperchio a cupola. Alcuni modelli presentano il filtro già incorporato, ma sono sconsigliati, perché più difficili da pulire.

    MIXING GLASS

    Bicchiere di vetro che si usa per mescolare i cocktail che non vanno agitati. Se non se ne possiede uno, può essere sostituito con la parte inferiore dello shaker.

    BAR SPOON

    Cucchiaino con il manico particolarmente lungo, adatto a mescolare i cocktail nei bicchieri alti. A volte presenta il manico attorcigliato, per facilitarne la rotazione.

    STRAINER

    Colino utilizzato per filtrare dallo shaker o dal mixing glass il ghiaccio o la polpa della frutta. Si presenta come una placca di metallo rotonda e traforata, bordata da una molla per consentirne l’incastro in bicchieri di circonferenza diversa.

    shutterstock_162800585.tif

    BICCHIERI


    COPPETTA DA COCKTAIL

    Anche detta coppa Martini, presenta lo stelo lungo, per proteggere il contenuto dal calore della mano, e una forma a cono rovesciato. Ha una capacità di massimo 11 cl.

    COLLINS

    Bicchiere di

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1