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È facile vincere lo stress a Roma se sai dove andare
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È facile vincere lo stress a Roma se sai dove andare
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È facile vincere lo stress a Roma se sai dove andare

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101 luoghi per combattere la fatica e la noia della vita quotidiana

Una città a prova di stress

Vuoi dimenticare il caos cittadino e rigenerarti? Hai voglia di ritrovare il tuo equilibrio al riparo da un mondo che corre troppo velocemente? Non aspettare i giorni di vacanza. Il relax, quello vero, è dietro l’angolo, e può diventare parte della tua quotidianità. Questo libro presenta 101 piccoli paradisi a portata di mano, sparsi in ogni quartiere della città. Un chiostro in mezzo agli aranci, una biblioteca antica dove si respira cultura, un piccolo bar dall’elegante design, un parco dove passeggiare e leggere. E ancora, il microclima di una grotta di sale, una cioccolateria fuori dal tempo, un hammam con i suoi massaggi, un negozio bio o un parrucchiere dove si può leggere e ascoltare musica francese. Esperienze inaspettate e atmosfere perfette per staccare la spina: luoghi in cui lo scorrere del tempo rallenta e per una volta è la vita ad adattarsi ai nostri ritmi, non il contrario.

Alcuni dei luoghi antistress a Roma

• Bagno turco e massaggi in un’atmosfera da vere thermae romanae
• Una cena romantica, a lume di candela
• Sorseggiare un caffè tra aranci, limoni e magnolie
• Un’antica cioccolateria di delizie artigianali
• Un bar nella cappella di un collegio religioso
• Un massaggio in un salotto orientale
Simona Manna
vive e lavora a Roma. È giornalista per l’agenzia di stampa AGI. Nel tempo libero ama fotografare, viaggiare, occuparsi delle sue piante. E, soprattutto, rilassarsi.
LanguageItaliano
Release dateDec 16, 2013
ISBN9788854136687
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    È facile vincere lo stress a Roma se sai dove andare - Simona Manna

    Centro storico

    000

    1.

    Come rigenerarsi, a due passi da piazza Navona, tra libri e poltrone rétro

    Emporio alla Pace

    Via della Pace, 28

    tel. 06 68802938

    Aperto: sempre

    Online: www.lemporioallapace.com

    Siamo in via della Pace, a pochi passi da piazza Navona. Strada acciottolata, antichi palazzi, l’imponenza della chiesa di Santa Maria della Pace che, con la sua facciata convessa, domina la via. Questa strada, per quanto antica, esiste solo dal 1656: papa Alessandro VII, per permettere alle carrozze di arrivare più agevolmente alla chiesa, fece abbattere diverse case creando lo slargo che tuttora si apre proprio davanti a Santa Maria della Pace.

    È alla fine di questo slargo che troviamo l’Emporio alla Pace, un piccolo caffè a gestione familiare che offre la possibilità di ritagliarsi una pausa rilassante dopo una passeggiata nella affollata piazza Navona. Varcato l’ingresso a vetri (su cui la mattina si riflette proprio la facciata di Santa Maria della Pace) e con una semplice insegna, si entra in un piacevole locale arredato con librerie affollate di libri e bottiglie di vino, tavolini tondi e un bancone, dove si ordina per poi portarsi l’ordinazione al tavolo. Lo spazio perfetto per godersi un po’ di relax è, però, la sala in fondo, incorniciata da enormi archi con mattoncini a vista. La sala arredata in stile vintage con divano e poltrone rossi in velluto, lampade dalle luci soffuse, sedute anni Quaranta in pelle scura, tavolini bassi, pavimento in graniglia. Un’atmosfera intima, da salotto di casa, dove prendere un tè, sfogliare un giornale o uno dei tanti libri esposti qua e là (non solo in italiano ma anche in altre lingue, un’accortezza per i visitatori stranieri) e concedersi una parentesi di pace, magari deliziata da un piacevole sottofondo musicale. Per chi ama l’effetto acquario, è possibile sedersi a un bancone di legno proprio davanti alle finestre che danno su via della Pace: si potrà scorgere il viavai di gente sulla strada pur stando comodamente seduti e rinfrancati, magari collegandosi a Internet tramite WIFI.

    Il mangiare è semplice, tramezzini e primi piatti. Sul dolce, buoni i plumcake e i brownie, sfiziosi i biscotti venduti sfusi, come nelle vecchie pasticcerie. Ampia la scelta di tè, birre e vini, richiesti soprattutto agli aperitivi (frequentati da un ambiente spesso internazionale). Ovviamente, se si cerca un clima raccolto e silenzioso, è meglio venire all’Emporio la mattina o di primo pomeriggio, per un caffè (sembra essere uno dei migliori della zona) o un tè. In ultimo, dettaglio non da poco è che l’Emporio alla Pace consente una pausa non costosa, con prezzi davvero economici soprattutto se confrontati con quelli dei bar che affacciano sulla vicina piazza Navona.

    2.

    Un luogo di pace, da cui dominare il caos della città sottostante

    Terrazza Caffarelli

    Piazza Caffarelli, 4

    tel. 06 69190564

    Aperto: da martedì a domenica

    Online: no

    Questa assolata terrazza è un vero gaudio per gli occhi. Dopo aver visitato i Musei Capitolini e aver passeggiato tra affreschi e statue, è perfetto organizzare una sosta al Caffè capitolino, che si trova proprio alla Terrazza Caffarelli. Per riprendersi dalla fatica di aver risalito le scale fino all’ultimo piano dei Musei, non c’è premio migliore che un panorama come quello che riserva questo posto, uno dei migliori di Roma, con una vista emozionante sul teatro Marcello e sulle cupole di Borromini, Bernini e Michelangelo disseminate tra i tetti della città. Qui potrete riprendere fiato, godervi uno splendido tramonto e rimirare l’estensione senza fine della Capitale.

    Ci troviamo nel Palazzo Caffarelli, la cui costruzione inizia nella seconda metà del XVI secolo su commissione del nobile Ascanio Caffarelli. Furono necessari oltre cento anni per completarlo. Nel corso dei secoli ha subìto molte trasformazioni, che ne hanno modificato l’assetto, e ha avuto diverse destinazioni. Dall’inizio dell’Ottocento alla fine della prima guerra mondiale il palazzo è stato occupato dall’ambasciata di Prussia. Poi fu sequestrato dal governo italiano, recuperato dal Comune di Roma e parzialmente demolito. Durante questo intervento i piani alti furono eliminati per fare spazio a una grande terrazza, l’attuale Terrazza Caffarelli.

    Alla terrazza si accede sia dal museo, sia da un ingresso indipendente in via delle Tre Pile (sulla destra guardando la scalinata del Campidoglio). Sono soprattutto i romani che decidono di trascorrere qui la loro pausa pranzo o magari di organizzare un incontro di lavoro.

    I tavoli sulla terrazza non sono più, come un tempo, del Caffè capitolino, ma è previsto solo un servizio ristorante o di catering privato. Per usufruire del bar o della tavola fredda – che offre sandwich, spremute d’arancia, insalate e il servizio caffè – bisogna sedersi all’interno, in una sala comunque luminosissima e piacevole. Basta scegliere un tavolo vicino a una delle enormi porte finestre e sarà comunque possibile godere, anche se in parte, di uno sguardo d’insieme su Roma.

    Potrebbe esserci, a questo punto, un solo elemento di disturbo: i piccioni, che a volte entrano con disinvoltura dal terrazzo e passeggiano in mezzo ai tavoli, in cerca di cibo...

    3.

    Leggere un libro nel silenzio di un cortile, in mezzo agli aranci

    Biblioteca dell’Orologio

    Piazza dell’Orologio, 3

    tel. 06 68134697

    Aperto: da lunedì a venerdì

    Online:www.casadelleletterature.it

    La meraviglia di questo luogo, al centro della biblioteca, è il chiostro cosiddetto degli aranci, piccola isola di autentica pace. Ristrutturato nei primi del Novecento con l’originale fontana circolare, è un cortile che già nel 1600 fu adibito a giardino proprio perché vi furono impiantati aranci amari, detti anche melangoli, tuttora presenti.

    Il chiostro ti accoglie e ti conquista, soprattutto nella bella stagione, quando ci si può sedere per leggere un libro e trascorrere un paio d’ore di vera tranquillità. Il pavimento è interamente ricoperto di ghiaia e al centro lo spazio è adornato da una fontana sempreverde, ricoperta – soprattutto in primavera ed estate – da una vegetazione rigogliosa. Qui e là, sparsi a caso, un po’ di tavoli e di sedie arancioni, pronti per essere punto d’appoggio per studenti, lettori della biblioteca o gruppi di lavoro. All’ombra degli aranci, la sosta sarà comunque sempre piacevole.

    Ci troviamo in pieno centro storico, e precisamente nel prestigioso complesso borrominiano dell’ex Oratorio dei Filippini, a piazza dell’Orologio. Il Borromini lo progettò intorno al 1640 mettendo in luce le novità del suo stile austero e tecnicamente rigoroso, e fece costruire una torre dove è presente l’orologio al quale fa riferimento il nome della biblioteca.

    Da ambiente sacro, poi, questo luogo, requisito dallo Stato dopo il 1870, fu per trent’anni sede dei tribunali. Qui si svolsero famosi processi per corruzione e imbrogli, come quelli che coinvolsero la Banca Romana e l’editore Sommaruga, o processi ad amanti di donne famose, vittime di delitti passionali, come la giornalista Evelina Cattermole, più nota come Contessa Lara, o la nobile palermitana Giulia Trigona di Sant’Elia.

    Oggi tra queste mura, invece, si respira solo cultura. Al secondo piano c’è la Biblioteca, la più antica di Roma aperta al pubblico (1938), con le meravigliose scaffalature lignee, i ballatoi e le scale a chiocciola. Vi sono custoditi 120.000 volumi e sono presenti, come allora, gli incunaboli (documenti stampati con la tecnologia dei caratteri mobili) e le cinquecentine (libri stampati nel XVI secolo). Al piano terra invece si trova la Casa delle Letterature, un centro in cui si organizzano incontri con scrittori, riunioni di associazioni e istituzioni, esposizioni, mostre bibliografiche e documentarie, performance musicali e teatrali, convegni e conferenze.

    La Biblioteca offre una collezione permanente specializzata in letteratura del Novecento italiana e straniera arricchita di fondi e donazioni speciali (la Biblioteca di Giorgio Caproni, la donazione di Sandro Penna, il fondo Giovanni Freddi, parte del fondo storico dell’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche). Insomma, se amate la letteratura e quell’aria sospesa e di raccoglimento che caratterizza i chiostri, questo è decisamente un posto per voi!

    4.

    Bagno turco e massaggi all’interno di un’atmosfera da vere thermae romanae

    Hammam acquaMadre

    Via di Sant’Ambrogio, 17

    tel. 06 6864272

    Aperto: da martedì a domenica

    Online:www.acquamadre.it

    Varcando la soglia dell’Hammam acquaMadre, a due passi dal vivace e popoloso quartiere del Ghetto, si piomba d’improvviso nella quiete e nella dimensione senza tempo che l’antica civiltà romana aveva saputo sapientemente ricreare nelle cosiddette thermae. Bastano pochi passi per dimenticarsi del mondo che c’è fuori e cominciare, d’incanto, a pensare a se stessi.

    Prima si comincia con una depurazione di tutto ciò che ci ricollega alla frenesia della vita quotidiana: orologi, cellulari, vestiti vengono lasciati in un armadietto apposito nell’apodyterium (così si chiama lo spogliatoio dell’hammam). Uno spogliarsi fisico ma anche metaforico, con cui riusciamo, immergendoci tra i vapori e gli incensi, a sentire quasi il ritorno alla pace del ventre materno (sarà per questo che si chiama acquaMadre?). Qui il percorso lo hanno inventato secoli fa, ed è quello di tradizione millenaria, in cui si prevede il passaggio in diverse stanze, con diverse temperature, guidati da mani esperte e amorevoli. Si parte dal tepidarium, dove il calore dei 36 gradi ci invita subito a sederci e a riposare, in attesa di ambientarci in quest’atmosfera quasi surreale dei giochi di luce e del dolce suono dell’acqua che scorre. Proprio l’acqua di una doccia, che serve a far abituare il corpo alla temperatura dello spazio circostante, ci aiuterà a rilassarci sulle panche di marmo e ad abbandonarci alle cure degli inservienti, che si occuperanno della nostra cute, eliminandone le impurità con l’aiuto del sapone nero all’olio d’oliva: è grazie a questo che uscendo dall’hammam avrete la sensazione di una pelle morbida, pulita e straordinariamente luminosa.

    Se pensate, dopo il tepidarium, di aver provato il massimo caldo possibile, vi sbagliate: vi manca il calidarium (45 gradi, umidità 100%), in cui conoscerete il vero e proprio bagno di vapore. Qui, lasciando che ogni poro della vostra pelle si dilati e la circolazione goda dei benefici del calore, potrete abbandonarvi al totale tripudio dell’ozio, contemplando magari le volte a botte, i mattoni a vista o le vasche enormi di pietra che richiamano un vero e proprio bagno turco. Le tossine espulse saranno eliminate con il tradizionale guanto di crine: la frizione è forte ma davvero squisitamente piacevole. E non è finita qui: dopo la calura dei vapori è il momento dell’immersione nel frigidarium (28 gradi), una vasca di acqua fredda che serve per restringere i pori, tonificare la muscolatura e rienergizzare il corpo. A questo punto, dopo un percorso che normalmente dura circa un’ora e mezzo, potreste essere soddisfatti o anche desiderare di più. E il di più è possibile, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Difficile infatti decidere cosa è meglio, tra una maschera, un trattamento ai fanghi o un massaggio. Diciamo che ogni trattamento risponde a una vostra esigenza. Vi interessa rinvigorire e rassodare la pelle? Allora potrete scegliere tra un gommage ai sali del mar Morto – che ha un’azione depurante e detossinante, incrementa l’apporto di ossigeno grazie all’alta concentrazione di sali minerali e, unito al miele, garantisce una pulizia profonda e dolce – e un massaggio tonificante, che ha lo scopo di sciogliere le contratture e migliorare l’elasticità della muscolatura. Siete più alla ricerca della purificazione del corpo? Allora potreste provare una maschera di argilla Rassoul, che pulisce e ammorbidisce la pelle e ha un effetto rassodante e assorbente. Oppure sperimentare il massaggio shiatsu, che punta a farci ripristinare l’equilibrio energetico attraverso la pressione costante esercitata lungo i meridiani energetici. Provatelo, e addio insonnia, ansia e depressione!

    Se, invece, cercate solo ed esclusivamente il relax, potrete scegliere il massaggio rilassante, che con un tocco morbido, lento e avvolgente, favorisce il rilassamento e il riequilibrio psicofisico, oppure buttarvi sul massaggio ayurvedico, grazie al quale sentirete benefici su tutta la colonna vertebrale e sul sistema nervoso e vi riconcilierete con voi stessi. Non a caso quest’ultimo tipo di massaggio viene anche chiamato il massaggio dell’anima: secondo la tradizione olistica indiana ha un effetto talmente importante sul piano psichico, mitigando lo stress e riappacificando la mente, da conciliare la ripresa di contatto con la parte più profonda di se stessi, l’anima.

    Prima di ritornare alla dura vita fuori dall’hammam, per fortuna è prevista una pausa di decompressione: sarete condotti in una sala relax apposita in cui poter lasciare decantare vapori e massaggi. Qui, con luci soffuse, una buona tisana alle erbe e una rilassante lettura, sarà più facile abituarsi all’idea che fuori ci aspetta una rumorosa e caotica realtà.

    5.

    Per un brunch unico davanti agli affreschi della navata di Santa Maria della Pace

    Chiostro del Bramante

    Via Arco della Pace, 5

    tel. 06 68809036

    Aperto: tutti i giorni

    Online:www.chiostrodelbramante.it

    L’esperienza è delle più singolari: quando mai capita di poter mangiare comodamente seduti ammirando, attraverso un vetro, le volte della navata di una chiesa, e in particolare alcuni meravigliosi affreschi, tra cui quelli di Raffaello? A Roma basta andare alla caffetteria del Chiostro del Bramante per un brunch o una cena nella sala ristorante. In questo salone troverete un vetro, inserito proprio sotto il soffitto della navata centrale della chiesa di Santa Maria della Pace, attraverso il quale potrete ammirare, in totale calma, l’interno della chiesa e soprattutto gli affreschi. Per goderveli in tutto e per tutto il consiglio è di prenotare in anticipo il tavolo proprio di fronte alla vetrata.

    La chiesa di Santa Maria della Pace è stata riedificata nel 1482, sui resti della precedente chiesa di Sant’Andrea de Aquarizariis, ed è stata restaurata nel 1656 da Pietro Da Cortona. La prima cappella a destra, partendo dall’ingresso, fu realizzata da Raffaello che, sopra l’arco, dipinse le Sibille: le quattro veggenti sono rappresentate come fanciulle (esclusa l’ultima a destra), intente ad ascoltare il messaggio divino arrivato loro tramite angeli. Il pittore avrebbe dovuto raffigurare anche i Profeti ma non ci riuscì, colpito da morte precoce. Lo realizzò, al suo posto, un suo discepolo, sulla base di un disegno lasciato dal maestro.

    A parte gli affreschi, che vi consiglio di vedere anche accedendo

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