Milano chic
By Alice Melloni and Olga Mascolo
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About this ebook
Guida ai luoghi più esclusivi nella città dello stile
A Milano la vera classe non ha prezzo
Milano: patinata come un’elegante signora, raffinata come una parure di smeraldi e impeccabile come una diva d’altri tempi. Una città che pullula di boutique scintillanti, ristoranti alla moda e sontuosi hotel. Ma anche di luoghi più lontani dai riflettori: rifugi d’élite, dove il lusso è classe e riservatezza. Questa guida vi svelerà i posti davvero chic della città, preziosi indirizzi per chi cerca il vero cuore pulsante di Milano, tutti i luoghi irrinunciabili per chi fa dell’eleganza e della ricercatezza il proprio stile di vita.
Tra i luoghi più esclusivi
Il meglio dell’artigianato: Cappelleria Melegari
Fragranze da degustare: Olfattorio Bar à Parfums
Aperitivo eco-chic: il Garden Floor dell’Hotel Milano Scala
Il parrucchiere zen: Dina Azzolini
Il gusto italiano per il design: Larte
Un sogno tailor-made: Atelier Gianluca Saitto
Pranzo nei chiostri: Caffè Letterario
Alta bigiotteria d’autore: Bijoux de Paris
Lusso da mille e una notte: Bulgari Hotel
Fiori in San Marco: Floralia
Alice Melloni
Nata a Milano nel 1980, è giornalista di moda, costume, gioielli e stile e scrive per importanti magazine. Con Giusy Ferré ha compilato il volume Buccia di banana. Lo stile e l’eleganza dalla A alla Z.
Olga Mascolo
È giornalista freelance e collabora con diverse testate nazionali. Scrive di cultura, social media, cucina, tecnologia, realtà virtuali ed emergenti.
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Book preview
Milano chic - Alice Melloni
158
Prima edizione ebook: ottobre 2013
© 2013 Newton Compton editori s.r.l.
Roma, Casella postale 6214
Illustrazioni: ©veraholera / Shutterstock.com
ISBN 978-88-541-5959-4
www.newtoncompton.com
frontespizioSi ringrazia Sofia Mattioli per la gentile collaborazione.
INTRODUZIONE
Definire lo chic è complesso, perché è come un profumo. Lo si può acquistare, lo si può scegliere, sentire, ma la prova sarà indossarlo. E l’esito non è mai banale. Il risultato, lo chic, starà negli accostamenti di elementi oggettivi con elementi soggettivi, nella scelta e nell’esperienza.
La componente personale è rilevante, quando si definisce lo chic. Difficile farlo in termini assoluti: anzi, impossibile.
Lo chic è prima di tutto uno state of mind, come direbbero gli inglesi – una predisposizione dell’animo, come traduciamo noi. Si parla di eleganza, certo, di esclusività: ma con animo. Con le persone. Lo chic si coglie su uno sguardo, una mano, un piede curato, un orecchino, un accessorio: un dettaglio.
Ed ecco che quindi allo chic vengono incollati aggettivi per poterlo meglio definire, per poterlo differenziare: radical chic, urban chic, boho chic, minimal chic (nelle versioni più contemporanee l’uber chic...). Tutto si spiega meglio se si aggiunge qualcosa. Ma anche se lo si toglie, non definendolo affatto.
Se si parla di passioni è raro che non siano chic, o che portino a risultati che non siano chic. E noi in questa guida abbiamo ricercato prima di tutto passioni autentiche: designer che concepiscono prodotti unici mettendoci il cuore, commercianti che producono artigianalmente oggetti di moda, accessori, gioielli, contribuendo a un pezzo di storia di Milano, e a un pezzettino di storia d’Italia. Ma non solo: pasticcerie, cioccolaterie, luoghi speciali in cui si trova il meglio perché gestiti da chi parte dal meglio: idee, ostinazione, materia prima di qualità. Oppure concept store che accolgono in sé mondi, gallerie d’arte che hanno visto sfilare pittori universalmente riconosciuti quando ancora erano in erba, vedute suggestive, cocktail raffinati.
Essere chic non significa essere appariscenti: esiste un côté chic perfino in una semplice corderia che intreccia cime per creare opere d’arte. È chic il particolare di un piatto preparato dopo anni di studi e di prove, è chic una panoramica inedita, un negozio che ripara bambole antiche, un coiffeur da cui si entra uno per volta, una bottega con duecento tipi di tè, e a volte, paradossalmente, lo può essere perfino un hamburger.
Ci siamo chieste: che cosa ci fa sentire chic? Un tè coi macaron nel cuore di Milano. Un Martini in un hotel pieno di storia. Una seduta da un parrucchiere che sembra un laboratorio zen. Un paio di guanti perfetti nella nuance e nella vestibilità. Un luogo segreto dove ascoltare musica in silenzio. Camminare in una certa strada. Un mazzo di fiori quando si va a trovare la mamma. Un gioiello che ci ricordi un sogno, o che ci faccia sognare riportandoci alla mente un ricordo. In questa guida troverete lo chic, certo. Ma troverete prima di tutto le nostre esperienze dello chic. In una Milano amata sempre diversa e sorprendente. Una Milano vissuta con occhio attento alle novità e al cambiamento; setacciata alla ricerca di chicche e gioie, piaceri e poesia, prelibatezze e shopping mai banale.
Con l’augurio che possiate concordare con noi...
Buona Lettura.
vestiti.jpgUn’opera d’arte totale
10 CORSO COMO
corso Como, 10
www.10corsocomo.com
Era un garage, riconvertito nel 1990 in spazio espositivo da Carla Sozzani, che nel tempo lo ha trasformato in quello che è oggi. E in quello che un tempo fu il primo concept store in Italia: un’opera d’arte totale, a trecentosessanta gradi, quasi un organismo vivente, in cui arte, design, musica, moda, architettura, fotografia si fondono in uno straordinario equilibrio. Qui tutto è curato, rivisto, riposizionato e studiato nel dettaglio da uno staff di persone più o meno giovani, ma con un leitmotiv condiviso: la competenza. Niente però è definitivo finché non riceve l’imprimatur di Carla Sozzani, che si aggira tra gli spazi di 10 Corso Como ridiscutendo i dettagli.
Al primo piano e adiacente alla Galleria Sozzani c’è la libreria, nella quale si trovano pregiatissime edizioni di letteratura italiana, opere d’arte di Kris Ruhs (artista con cui Carla Sozzani ha un’affinità elettiva dal 1989 e che ha disegnato il logo di 10 Corso Como), edizioni rare, cataloghi di moda, libri di fotografia, fino alle selezioni musicali.
Al piano di sotto c’è la boutique di abbigliamento, con firme come Comme des Garçons, Céline, Courrèges, Maison Martin Margiela, Alaïa, Carvin, Alexander McQueen.
Non in vendita, ma spesso esposti, sono alcuni abiti vintage della collezione personale di Carla Sozzani. Vi è poi una sezione di gioielli, bigiotteria e cosmetica con brand esclusivi.
Il ristorante è aperto tutto il giorno, dalla colazione al pranzo, alla cena e all’aperitivo. Molto ben frequentato dalla Milano upper class, dagli industriali e dai turisti, il chiostro interno è un luogo chic per la pausa pomeridiana estiva o per l’aperitivo light, a base di frutta secca (esotica) e mandorle. La cucina è mediterranea, equilibrata e leggera.
Lo spazio comprende anche un piccolo albergo, costituito solo da tre stanze: 3 Rooms.
1.jpgGioielli speciali per ogni occasione
AMI MOPS
via Alessandro Tadino, 3
www.amimops.com/cms
Che strano nome, ci diciamo, appena entrate in questa boutique di collane e bijoux artigianali. «Era il nome del mio cagnolino», ci dice una simpatica signora dai capelli grigi a caschetto, mossi, un bel rossetto rosso, e un completo di cotone bianco, fresco. Che bel nome. «Ami era il suo nome, e Mops significa Carlina
, ovvero il nome della razza», prosegue la signora Barbara Corazza, proprietaria e designer dei gioielli venduti in questa boutique. Sono tutti realizzati con resine sintetiche, che vengono acquistate o create a mano. Le collane sono visivamente ingombranti, ma molto leggere.
La signora Barbara ha cominciato come autodidatta, ma ha dalla sua una famiglia d’arte: il padre dipingeva ed era un collezionista d’arte, la madre era una pittrice. La figlia è stata per un po’ di tempo insegnante, ma poi ha capito che il suo destino era il design, e ha aperto questo negozio nei pressi di Porta Venezia. Barbara lavora anche col mondo della moda: case più o meno note le presentano la collezione e lei struttura e pensa gioielli da accostarci. Ha lavorato con Mila Schön.
È l’accostamento cromatico a caratterizzare lo stile di questi gioielli, e qui potete trovare qualche accessorio sfizioso per un party vintage. Questi gioielli, però, vanno bene per ogni occasione: «Li ho pensati per una professionista che vuole indossarli ventiquattro ore su ventiquattro: dalla mattina al lavoro, al pomeriggio per andare a prendere i figli, alla sera per l’aperitivo con le amiche. La donna contemporanea non ha tempo di tornare a casa e di cambiarsi d’abito, però ci tiene a indossare qualcosa di carino».
La boutique è anche laboratorio e si respira aria di creatività. I gioielli sono disegnati personalmente da Barbara Corazza e hanno la caratteristica di mescolare al rigore geometrico delle forme delle resine (quadrati, cerchi, rettangoli) accostamenti cromatici particolari, a volte spinti, a volte molto raffinati. Si capisce che la ricerca stilistica è una costante, e così Barbara è passata alla lavorazione delle resine nobili, eredi della bachelite, che per la loro leggerezza permettono geometrie e dimensioni importanti.
1.jpgGonne chic per tutte le stagioni
ATELIER BERGNACH
via Alessandro Tadino, 15
La gonna: un capo di vestiario molto speciale e irrinunciabile, che può significare femminilità, malizia, e anche (da quando si sono inventati la minigonna) emancipazione. E, se gonna deve essere, che sia su misura.
Questo piccolo atelier-sartoria a pochi passi da Porta Venezia è specializzato nel confezionamento di gonne da undici anni. Per ogni gonna propongono un top o un bustier e una giacchetta da abbinare. L’attività è di Elena Bergnach, che nasce come stilista competente anche in tecniche sartoriali e fashion design. Si possono scegliere vari modelli di gonne e vari tessuti. Ogni stagione viene prodotta una collezione.
Una gonna può costare dai 100 euro in su, e viene realizzata su misura in un laboratorio esterno.
Qui è possibile trovare tutti i modelli di gonne: da quelli all’ultima moda e quelli un po’ più vintage come la gonna a ruota a giro pieno, stile anni Cinquanta. Ma si trova anche la gonna a ruota a mezzo giro, per una patina vintage appena accennata. Alcune gonne sono vendute in maniera continuativa, come i modelli di pizzo o di cotone in vario colore.
Elena effettua ricerche, soprattutto sui tessuti, in giro per l’Italia. Accanto ai fornitori abituali milanesi, ci sono tessuti che arrivano da tutta Italia: Vicenza, Venezia, Como sono solo alcune delle città. Non solo gonne: oltre a queste, che sono la specializzazione della sartoria-boutique, vengono venduti anche accessori, sciarpe, scarpine e guanti.
La clientela è costituita per lo più da libere professioniste, approdate qui attraverso il passaparola. Elena Bergnach è una persona disponibile e accomodante, ragione per cui pensiamo che non debbano essere poche le donne soddisfatte della propria gonna.
Alta moda
formato mignon
ATELIER CROCHETTE
corso Garibaldi, 44
www.crochette.it
Quando si entra in questo atelier, che si trova in un cortile interno di corso Garibaldi, si ha l’impressione di essere in una casa un po’ sottosopra per i preparativi di un evento speciale: un matrimonio, una comunione, un battesimo. Non è così: il caos qui è solo creatività. Questo luogo, con abitini appesi, ritagli di disegni e progetti e due sedioline per chiacchierare, sembra fatto apposta per concepire l’originalità e l’artigianalità.
Qui si progettano vestitini da bambino. Sono specializzati nei pagliaccetti
da neonato, ma creano anche vestiti per bambini fino ai sei anni e per bambine fino ai dodici anni. Non si effettua la vendita al dettaglio, eccetto in alcuni giorni prestabiliti (il calendario è consultabile sul sito).
Si tratta di un bellissimo esempio di impresa a gestione femminile e familiare nata ventisette anni fa dal sogno di Cristiana e sua madre Marvi. Vendono i loro vestitini alle migliori boutique del centro di Milano, e anche all’estero: in Francia, a New York, a Londra, in Russia e in Giappone. Espongono da Pitti. Persino Harrods, a Londra, mette il proprio marchio sui loro prodotti.
La vendita al dettaglio (il marchio è Atelier Crochette e ha di media un costo inferiore del 30% rispetto al negozio) è organizzata in occasione di alcuni eventi imperdibili, in cui viene raccontata ai clienti la storia dell’azienda e delle sue creazioni.
Cristiana porta anche in cattedra tutto il suo talento e l’expertise nel campo della moda per bambini: è titolare di un corso di moda per bambino alla NABA e in Bovisa.
Progetti per il futuro? Risponde Cristiana: «Vorremmo diventare uno spazio di ricerca, che utilizza la creatività di nuove forze e il talento dei giovani per realizzare linee di abiti all’avanguardia».
Un sogno tailor-made
ATELIER GIANLUCA SAITTO
via dell’Orso, 12
www.gianlucasaitto.it
Patti Pravo si serve qui, e questo è un primo segno per riconoscere lo stile della sartoria. La bambola
italiana però non è la sola a essersi innamorata del designer Gianluca Saitto, perché anche qualche rapper esteta come Dargen D’Amico si è fatto cucire su misura delle giacche da lui; e anche questo, per chi conosce il cantante, distingue benissimo il taglio dell’atelier.
Gianluca – studi in architettura e gavetta presso la bottega di un sarto ormai ultraottantenne – ha il dono della versatilità e soprattutto del gusto. Quando, dopo qualche anno di scuola ed esperienza, è stato il momento di scegliere se entrare in una grande Maison o mettersi in proprio, ha scelto questa seconda opzione. Consigliato niente meno che dall’amica Benedetta Barzini. Il talento, del resto, era palpabile.
Nel gennaio del 2009 ha aperto in un cortile di Ponte Vetero, al civico 22, il suo atelier di moda: una sorta di salotto barocco arredato con tappeti e poltroncine d’epoca dove, rigorosamente su appuntamento, la/il cliente si potevano far misurare in lungo e in largo per creare l’abito da sogno. Qualche mese fa lo stesso concept si è spostato in via dell’Orso 12, all’angolo con via Ciovasso. Portandosi dietro la medesima allure sofisticata e il ritmo scultoreo delle creazioni.
Saitto su richiesta fabbrica qualsiasi tipo di outfit e accessorio, ma nel DNA ha i capi classici rivisti con dettagli moderni. Coat, gonne e pantaloni caratterizzati da costruzioni e tagli sapienti. È promotore di quello che lui stesso definisce dinamismo statico
, cioè l’aggiunta di movimento e twist a pezzi d’antan e collaudati.
Le giacche sono uno dei suoi capi preferiti perché, come afferma lui stesso, «la giacca fa già tutto», ma la sua vocazione verso la sperimentazione si misura su tutto il ventaglio di collezioni e tessuti, che variano dal barocco all’hi-tech, dal british style al soft sculpting, che si modellano su tessuti chacard o damascati, su sete o pelle. Sinossi di una moda dove proporzioni e volumi sono gli assi cartesiani dello stile.
Gioielli minimal-chic
ATELIER VM
via Cesare Correnti, 26
www.ateliervm.com
Atelier VM è un’incantevole vetrina che si affaccia su via Correnti. Un luogo dove le parole che segnano il fil rouge del discorso sono intimità, grazia e bellezza. Al suo interno prendono vita pensieri, emozioni e poesie sottoforma di graziosissimi gioielli.
Viola Naj-Oleari e Marta Caffarelli sono le due menti del brand VM. Vantano studi nel settore e le lega una forte amicizia. Quando hanno cominciato a creare gioie e preziosi non immaginavano di aprire una boutique: avevano in testa solamente la progettazione e la produzione di gioielli, la loro grande passione. Poi in breve tempo le fedine d’oro sottili come fili di seta sono diventate un must per tante: semplicissime, esili, eppure in grado di conferire personalità a chi le indossa. E da lì si è allargata una produzione, altrettanto fine e di classe, che comprende animaletti montati a charm o a piccoli pendenti; bracciali con inserti di seta e perline con incise frasi o parole; fedi morbide, sagomate, martellate e con diamanti; anelli con topini o cerbiatti, casette o pietre; orecchini con piccole lastre d’oro e addirittura spille, così d’antan e così chic. Le designer di Atelier VM, poi, si sono inventate la produzione in carta: orecchini vivaci con ogni tipo di romantico fiore, bidimensionali, leggerissimi e brillanti.
In ogni caso i suggerimenti e le suggestioni che derivano da questa piccola boutique sono tanti e continuamente in evoluzione. Vale la pena quindi farci un salto, per capire da vicino come il messaggio sia chiaro: l’ispirazione qui non viene raccolta dalla moda e dai trend del momento, ma dai tanti input che costellano la vita delle due stiliste: viaggi, letture, arte e tanto altro. Uniti dal filo comune del minimalismo, nuovo, ritrovato lusso. Per apparire con oggetti più che discreti.
I nuovi fashion
designer sono qui
BANNER
via Sant’Andrea, 8/a
www.biffiboutiques.com
Se conoscete a memoria gli allestimenti degli store di via Montenapoleone, il suggerimento è allungare il passo fino a via Sant’Andrea 8/a. Sicuramente tante hanno già dato uno sguardo alle grandi vetrine che custodiscono, come preziosi consigli di stile, i nomi dei talenti di oggi e di domani dell’abbigliamento e degli accessori.
Dentro, racchiusi tra le pareti di una struttura ideata nel 1993 da Gae Aulenti, si giocano le sorti di giovani e più affermati fashion designer. Made in Italy o di provenienza internazionale, poco conta. Tutti gli stilisti sono accuratamente scelti da Biffi, la storica famiglia proprietaria anche del multi-label di corso Genova, sulla base di un know-how ormai più che collaudato che riconosce a colpo sicuro il talento. Da Banner ci sono giganti come Christopher Kane, Vionnet, Tory Burch e Stella McCartney. I più interessanti, però, sono i brand originariamente di nicchia che hanno ormai raggiunto un certo livello di notorietà magari nel ristretto panorama nazionale, come Junya Watanabe, o la designer nipponica Sacai, che dopo la palestra a Comme des Garçons è una firma tutt’altro che emergente.
Accanto a questi, c’è anche chi da Banner ha mosso i primi passi: è il caso di Stella Jean, che prima di attirare l’attenzione di Giorgio Armani aveva presentato, proprio in questa sede durante la settimana della Moda 2012, la sua prima collezione Fall/Winter. Questi e altri successi, raccontati dallo staff, vi accompagneranno mentre vi muoverete tra handbag in pelle profilata da PVC e trench anti-pioggia dai colori shock. Per quanto possiate essere aggiornate, sicuramente scoverete qualcosa che vi stupirà. Merito della costante ricerca che mira, attraverso un lungo lavoro di selezione, a scovare forme sempre nuove. È così che vi ritroverete tra le mani un cocktail dress dal taglio originalissimo che vi assicurerà un posto al sole al prossimo matrimonio in calendario, o una giacca casual, perfetta per un weekend fuoriporta.
Mentre lasciate gli occhi su un coat sofisticato o vi perdete tra i pattern di un jabot, non dimenticate, però, di guardarvi intorno. Fosse solo per i dettagli di carattere che Gae Aulenti ha lasciato qua e là: il grande volume cilindrico rosso, al primo piano, che ospita la struttura dell’ascensore, la scala ancorata al muro in legno d’acero, le luci a filo o i grandi elementi verticali a vista. I segni di Gae qui sono ovunque e gratificano la vista e il tatto.
La bussola dello stile
BIFFI MILANO
corso Genova, 6
www.biffiboutiques.com
Di sicuro avrete già lasciato gli occhi su una delle curatissime vetrine d’artista o che rendono omaggio a celebrities d’altri tempi. O, chiacchierando con un’altra fashion victim, avrete finito per citare il multi-label store come lo specchio degli ultimi trend in città. Non avete torto. L’essenza di questa storica boutique di corso Genova si riassume in una semplice riflessione: riunisce alcuni tra i più noti brand e, se si tratta di designer emergenti, è una strada dritta per la fama.
Letteralmente. Rosy Biffi, che con la sorella Adele e il marito aprì il primo nucleo del negozio negli anni Sessanta, fiutò il talento di più di un grande: da Yohji Yamamoto a John Galliano, fino