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Il predestinato
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Ebook138 pages1 hour

Il predestinato

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About this ebook

Mattia, vent’anni suona in una band. Suo padre, un industriale privo di scrupoli, ha portato in paese rifiuti tossici che minano la salute della gente. Il conflitto tra i due è insanabile.
Vitka, una giovane guerriera, condurrà Mattia e i suoi amici, sul dorso di un drago alato, in un mondo parallelo e misterioso. Là incontreranno strane creature e affronteranno mille avventure, al fine di salvare il Pianeta terra.
LanguageItaliano
Publishereditrice GDS
Release dateApr 24, 2020
ISBN9788835815389
Il predestinato

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    Il predestinato - Patrizia Benetti

    Table of Contents

    LA FUGA

    VERSO LA GLORIA

    PATRIZIA BENETTI 

    IL PREDESTINATO

    EDITRICE GDS

    Patrizia Benetti

    Il predestinato

    Editrice GDS

    Via Pozzo 34

    20069 Vaprio d’Adda-MI

    www.gdsedizioni.it

    www.gdsbookstore.it

     Copertina: © pixabay 

    Ogni riferimento descritto nel seguente romanzo a cose, luoghi o persone sono da ritenersi del tutto casuali.

    Il predestinato         

    In questa limpida notte di luglio sto volando sul dorso di un drago blu dagli occhi di fuoco. Drago: creatura mitologica con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di un pipistrello. In questo caso si tratta di una dragonessa, è femmina, si chiama Kristall.

    È dolcissima e molto affezionata a Vitka, la sua padrona e la mia guida.

     Io e Vitka stiamo col naso rivolto all’insù, ad ammirare il cielo trapuntato di mille piccole luci. La luna d’argento sembra così vicina che mi pare di poterla toccare.   Sono diretto verso un mondo fantastico. Dentro di me timore e speranza.

    E pensare che solo stamattina ero nella mia piccola città.

    Sono Mattia Marchesi, ho vent’anni e una vita terribilmente complicata.

    Mio padre Giovanni è un industriale senza scrupoli, un uomo corrotto fino al midollo. Odio i suoi traffici, le bustarelle che intasca e che dà, odio il suo mondo marcio, fatto di abusi all’ambiente e alle persone. Smog e rifiuti chimici: il suo mondo è spazzatura. Nella nostra cittadina sono già morte tre persone a causa dell’uranio.

    Dicono che gli assomiglio fisicamente, ma non sono come lui. Non voglio più averci a che fare. Mamma e mia sorella vivono nel silenzio. Fanno finta che nulla sia successo. Io e Laura eravamo affiatati, ora però non la riconosco più. Vuole laurearsi in legge. Stasera viene a trovarla il suo ragazzo, David, figlio dell’architetto Giordano Maria Petazzoni.

     David: biondo, capelli dritti come spaghetti, sparati in testa. Sono il suo grande cruccio. Non riesce a domarli. Pallido, occhi cerulei, occhialetti tondi da intellettuale, abbigliamento curato, veste come lo studente di un college inglese. Bocca larga e stretta, priva di labbra, tipica degli avidi. È patetico, ama sé stesso sopra ogni cosa. Io e gli amici lo abbiamo soprannominato Vanesio. 

    Laura è ossessionante, mi prende in giro: dice che sono un bamboccio buono a nulla. Non è vero. Le farò vedere chi sono. Io e la mia band facciamo buona musica. Credo in ciò che faccio. Studio, mi esercito, suono fino allo sfinimento. La mia famiglia però mi è ostile. Non capiscono ciò che faccio. Per loro non è importante. Mi sento fragile, impotente, ma di una cosa sono sicuro: voglio fuggire da queste mura e trovare una dimensione tutta mia. Papà e Laura disprezzano i miei amici. Mia sorella li ha definiti sfigati. Già. Per lei noi non esistiamo. Io però sono fiero della mia band.

    Mio padre mi ha insultato. Ha detto che sono un fallito.

    Cosa credi di combinare con quei tuoi compari fuori di testa?.

    Noi facciamo musica, gli ho risposto.

    Mi ha riso in faccia con uno sguardo colmo di odio.

    Scansafatiche! Se avessi solo un briciolo di buon senso lasceresti quegli stupidi.

    E cosa dovrei fare? Sentiamo.

    Iscriverti all’Università.

    Ho scrollato le spalle.

    Senza una laurea non sei nessuno, ha replicato.

    Tu non sei nessuno, ho commentato, usi il potere per distruggere le persone.

    Come ti permetti di parlarmi così?, ha urlato rosso di rabbia.

    Gli occhi grigi come lamine si sono posate su di me. Se avesse potuto mi avrebbe fulminato.

    Inutile sprecare fiato, ha detto e se n’è andato sbattendo la porta.

    Si vede che è preoccupato. Ama il denaro in maniera viscerale, ma non credo che volesse diventare un assassino.

    La storia dei rifiuti tossici lo sta torturando. Teme per sé, ma penso che sia dispiaciuto anche per le vittime. La coscienza gli rimorde. Comunque sia è troppo tardi per rimediare. È nervoso, non sa dove stare.

    Mamma ha sentito tutto. È apparsa un attimo dopo, mi ha accarezzato il viso e i capelli, come quando ero bambino. Le voglio bene. È una donna fragile. Le ho dato un bacio in fronte e sono corso via. Lei si è messa a piangere. Da tanto tempo il sorriso è scomparso dal suo bel viso.

    Ho incrociato Laura. Andavo di fretta e la mia spalla ha sbattuto contro la sua. Ha perso l’equilibrio per un attimo.

    Stai attento a dove cammini, mi ha urlato contro.

    Non ho replicato. Me ne sono andato ignorandola. Non sopporto più le sue provocazioni. Fingerò che non esista, come fanno lei e David con me.

    Stavo raggiungendo gli amici quando, nell’angolo di un bar, ho visto mio padre che parlava con il sindaco. Erano preoccupati. Molto probabilmente stavano discutendo della morte delle tre persone avvenuta in paese a causa dei rifiuti della discarica. Avevano paura di eventuali inchieste. Temono la galera.

    No, io non assomiglio a mio padre. Ho distolto lo sguardo e ho corso a perdifiato fino al casale di Ben, immerso nella campagna ferrarese. Voglio scordare tutto il dolore, tutto il marciume e la rabbia che mio padre sta portando nella nostra casa. Voglio scordare il male che sta facendo alla sua famiglia e alla sua città natale. Arrivo sudato ma felice.

    Che ti succede?, mi hanno chiesto gli amici.

    Nulla. Una corsetta ogni tanto fa bene, ho risposto rifiatando.

    Al casolare si sta bene. C’è tanta pace ed è il luogo ideale per suonare. Là ci scateniamo, diamo vita alla nostra musica forte, aggressiva, adrenalinica.

    Brandon Bergamini, il poeta, scrive testi bellissimi. Alcuni sono brani di denuncia, forti, arrabbiati. Altri parlano d’amore, arrivano dritti al cuore. Introverso ma bello come un dio pagano. Le ragazze gli corrono dietro, ma lui non se le fila. Dice che nessuna fa per lui. In realtà è stato fidanzato con Elena, una tipa bellissima. Sembrava una cosa seria. Lei però non se l’è sentita di continuare. Dicono che l’abbia lasciato per uno più grande, pieno di soldi. Brandon l’ha presa male e si è chiuso in sé stesso. Esce solo con noi della band. Dice che la donna dei suoi sogni deve ancora arrivare. Un tantino sognatore il nostro Brandon, coi suoi venticinque anni suonati, ma   l’abbandono di Elena lo ha ferito nel profondo. Il nostro poeta però si sta riprendendo alla grande. La sua vita affettiva è sfortunata. Ha perso la madre quand’era piccolo. La malattia se l’è portata via e Brandon è stato cresciuto dal padre, a cui è molto legato. Invidio il loro rapporto fatto di armonia e complicità.

    Io e papà litighiamo in continuazione, siamo come cane e gatto.

    Beniamino Giannuzzi invece crea musica e mangia con lo stesso entusiasmo. Divora cibo spazzatura e sta diventando obeso.

    Fin da piccolo i compagni di scuola lo prendevano in giro per la sua mole.

    Spostati ciccione!.

    Ehi bombolo, buona la merendina, vero?.

    L’ora di ginnastica era insopportabile.

    Forza pachiderma salta!.

    Povero Ben. Lui però con noi si trova bene. Nonostante il disagio non si lamenta mai, anzi è sempre di buon umore.

    Io, Mattia Marchesi, suono la batteria: ci metto l’anima e sfogo tutta la rabbia che ho in corpo.

    Libero Carletti è quello estroso. Capigliatura bizzarra, cresta blu, voce forte, intensa, intonazione perfetta: ci voleva proprio nel nostro gruppo. Alto, magro come un chiodo, gilet senza maniche, un   teschio disegnato sulla spalla sinistra, pantaloni di pelle, belloccio, così dicono le ragazze, Libero è uno che spacca.

    Ha una storia triste alle spalle. I genitori sono morti in un incidente stradale quando lui aveva solo sette anni. Rimasto solo al mondo è stato mandato in orfanatrofio, dove ha vissuto fino alla maggiore età. In quel periodo buio ha avuto la fortuna di conoscere un insegnante di musica, Ferdinando Feliciano, che ha notato il talento innato del ragazzo. Libero è diventato il suo pupillo e il professore gli ha pagato gli studi del conservatorio. Ora è il nostro leader.

    Marcus Nobili detto il Giga, è un chitarrista super. Inoltre cura le strumentazioni: suoni, luci, effetti speciali, e video sui social. Alto, muscoloso, lunga chioma bionda, sembra un vichingo. 

    Roberto Granata è l’altro chitarrista. È un buon ragazzo ma è nevrotico. Ha paura di tutto, gira con una mascherina sulla bocca per paura di infettarsi. Mangia solo cibo bianco: yogurt, riso, pane. Dice che il bianco è purezza. Odia i boss del paese.

    La notizia dei tre morti a causa delle radiazioni lo hanno sconvolto.

    Voi mi ucciderete!.

     Ha sputato il suo disappunto addosso al sindaco Umberto Granata. Peccato che sia suo padre. È un uomo cinico, senza cuore. Ha rifilato un ceffone a Roby che è fuggito di casa in lacrime.  Mancano tre giorni e poi sarà maggiorenne. Ormai non possono più fermarlo. Sarà finalmente libero. Io però sono preoccupato. Purtroppo Roby è ipersensibile. Negli ultimi tempi fa sogni tremendi. Si sveglia nel cuore della notte urlando a squarciagola. Ha gli occhi cerchiati di rosso, vede catastrofi dappertutto. Io e gli amici abbiamo tentato di sdrammatizzare, di calmarlo, di ricondurlo alla realtà.

    Dacci un taglio, Cassandra!, gli ha urlato Libero.

    Torna tra noi, fratello, ha replicato Beniamino con fare fraterno.

    Coraggio. Abbiamo un progetto da realizzare e tu sei importante. Lotta amico, ho commentato io dandogli un cinque.

    "Ok,

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