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Il Soffio
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Ebook76 pages49 minutes

Il Soffio

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"Il soffio" è un viaggio leggero nell'anima, nelle emozioni e nelle speranze di tre donne- un’architetta, una pittrice e un’impiegata- alla ricerca di se stesse e della propria via attraverso il filo d’Arianna delle rispettive passioni ed esperienze.Nei tre racconti che compongono la raccolta la narrazione in prima persona ha un carattere prevalentemente visivo, traendo ispirazione da paesaggi, storie ed opere d’arte, ed è intervallata da dialoghi brevi, con un linguaggio immediato.Il racconto che dà il titolo all’opera è ambientato tra Roma e Creta, e si snoda utilizzando la rosa dei venti per caratterizzare i luoghi, visitati in compagnia dell’amica di sempre, e le scelte della protagonista, nel viaggio interiore alla ricerca del proprio futuro.Il secondo racconto, “Falso d’autore” narra di una ragazza che vorrebbe fare la pittrice ma non riesce ad emergere e, per un incastro del destino, vende l’immagine dell’opera cui tiene di più ad una catena internazionale per utilizzarle nei gadget, raggiunge la notorietà -che fa da traino alle sua carriera di pittrice - ma poi…Il terzo racconto, “Il prato” parla di un viaggio in solitaria di una ragazza e dell’incontro con un bambino, attraverso il quale emerge il nodo esistenziale che l’ha portata in Irlanda.A "Il soffio" ha fatto seguito "Nuvole", possibile scenario evolutivo del primo racconto.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateApr 24, 2020
ISBN9788831669122
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    Il Soffio - Loredana Marconi

    SOFFIO

    Voglia di vento

    Al­tro­ve.

    Vor­rei sta­re al­tro­ve.

    Non mi sop­por­to in que­sto mo­men­to.

    Guar­do il mon­do da una pro­spet­ti­va ro­ve­scia­ta, ora co­me ora, ed è me­glio par­ti­re pri­ma che par­ta la te­sta. Ho bi­so­gno di ven­to per sen­ti­re la vi­ta. E di pa­ce.

    - Sa­ra, ti va di fa­re un viag­gio?

    - Quan­do? Do­ve?

    - Ora. Do­ve non lo so, ba­sta che sia un po­sto tran­quil­lo. Ho vo­glia di sen­ti­re il ven­to.

    - Ma­re… che ne di­ci?

    - Si, ma­re...ma­re bel­lo.

    - Che ne di­ci del­la clas­si­ca iso­let­ta gre­ca?

    - Sta­vo pen­san­do pro­prio al­la Gre­cia in que­sto mo­men­to. E a un’iso­la. Ma non pic­co­la.  Cre­ta. Ci so­no i mu­li­ni…ci de­ve es­se­re ven­to.

    - Beh, l’idea mi at­ti­ra. Ma io e te so­le o con i ri­spet­ti­vi com­pa­gni?

    - Io e te so­le, in­sie­me, ma li­be­re di sta­re cia­scu­na per suo con­to. Ho bi­so­gno di pa­ce.

    - Va be­ne, mi co­no­sci, mi leg­go un li­bro e sto be­ne do­vun­que…non ti tra­sci­ne­rò per lo­ca­li.

    - De­vo so­lo tro­va­re il mo­do di stac­ca­re dal la­vo­ro. A mag­gio non è pe­rio­do di va­can­ze.

    - Co­me a mag­gio! Ma di­ce­vi sul se­rio ora? Io non so se rie­sco, ol­tre al la­vo­ro de­vo an­che si­ste­ma­re il ca­ne.

    - La vi­ta è un sof­fio. Scher­zo, ma nean­che tan­to. Ho bi­so­gno ve­ra­men­te di fug­gi­re per al­me­no una set­ti­ma­na. Fac­cia­mo una de­ci­na di gior­ni.

    - Ma hai li­ti­ga­to con Fran­ce­sco?

    - No, ma è me­glio che io stia lon­ta­na an­che da lui….per co­me so­no stres­sa­ta ri­schio di li­ti­gar­ci.

    - Al­lo­ra, fam­mi sa­pe­re da quan­do ti li­be­ri, che pen­so io a tut­to. Pre­no­to il mi­glior al­ber­go in ri­va al ma­re, il vo­lo, la mac­chi­na…tut­to il pre­no­ta­bi­le. Pe­rò non pos­so an­ti­ci­pa­re an­che per te i sol­di. Mo­men­to non au­reo.

    - Sei ve­ra­men­te un te­so­ro. Se fos­si un uo­mo ti spo­se­rei.

    - Per ca­ri­tà.

    -Sen­ti, per il ca­ne, for­se mia cu­gi­na So­nia po­treb­be te­ner­te­lo. Vi­ve a Tar­qui­nia ora, non a Ro­ma, ma non è di­stan­te e lo pos­sia­mo por­ta­re il gior­no pri­ma di par­ti­re.

    - Va be­ne, sen­ti­la. Mi fa an­che pia­ce­re ri­ve­der­la. Ma si è mes­sa a fa­re la dog-sit­ter?

    - No, ma le piac­cio­no gli ani­ma­li, sta so­la ed ha un giar­di­no. Se poi le vuoi re­ga­la­re qual­co­sa ve­di tu, ma se ac­cet­ta cer­to non lo fa per de­na­ro.

    - Be­ne. Ci ag­gior­nia­mo do­ma­ni.

    - Lo sai? Mi sen­to già più friz­zan­ti­na.

    - Mo­ni­ca, scu­sa se ti di­stur­bo a que­st’ora, ma ho bi­so­gno di chie­der­ti un fa­vo­re. Vor­rei par­ti­re per una de­ci­na di gior­ni e ho bi­so­gno che tu stia ap­pres­so al­le email e agli umo­ri di Pie­ro. E che met­ta una buo­na pa­ro­la con lui per far­mi con­ce­de­re le fe­rie.

    - Ma pro­prio ora de­vi par­ti­re? Lo sai che sia­mo in chiu­su­ra. Dob­bia­mo con­se­gna­re il pro­get­to i pri­mi di giu­gno.

    - Lo so ma non ce la fac­cio più. Me­glio die­ci gior­ni di fe­rie che un me­se di ma­lat­tia. Per il pro­get­to è qua­si tut­to pron­to e quan­do rien­tre­rò, a men­te fre­sca, le ul­ti­me co­se riu­sci­rò a far­le an­che me­glio.

    - Va be­ne. Rie­sci sem­pre a con­vin­ce­re tut­ti di tut­to.

    - Una do­te in­na­ta. Gra­zie. Sei un’ami­ca.

    Ora sto me­glio. Mu­si­ca a tut­to vo­lu­me ….sot­to la doc­cia sta­rò an­co­ra me­glio.

    In va­li­gia met­to quat­tro co­se. Il re­sto, se man­ca, lo pren­de­rò sul po­sto.

    Al­me­no due li­bri me li por­to, pe­rò. In te­ma ma­re. Mi­shi­ma e Ca­mil­le­ri. E mi por­to la mu­ta e la ma­sche­ra. Non so se a Cre­ta si può fa­re il ba­gno a mag­gio, ma con la mu­ta si. Le pin­ne no. In ae­reo non è il ca­so.

    Ora re­sta lo sco­glio più gros­so: dir­lo a Fran­ce­sco in mo­do ta­le che non gli ven­ga l’idea di ag­gre­gar­si.

    Ciao, Francesco… ho promesso a Sara di accompagnarla in viaggio. Deve fare una recensione di un albergo per la rivista e non le va di andare da sola. Al ritorno sarò più rilassata e magari riusciremo anche a farci un fine settimana da te in montagna soli soletti.

    Ma non eri oberata di lavoro? Fino a ieri non hai fatto altro che ripetermelo. Sono settimane che non riusciamo

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