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Goffredo di Buglione: Il cavaliere perfetto
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Goffredo di Buglione: Il cavaliere perfetto

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Goffredo di Buglione (1060 circa-1100), Duca di Bassa Lotaringia, è il protagonista assoluto della Prima crociata (1096-1099), straordinaria epopea che oltre a restituire alla cristianità il venerato Sepolcro di Cristo dopo secoli di dominazione musulmana, ha, per le conseguenze che ne sono derivate, fortemente contribuito alla definizione dell’identità Europea.
Discendente di Carlo Magno, figlio di illustri personaggi del tempo quali Eustachio II di Boulogne, protagonista nella battaglia di Hastings, e Ida di Lorena, era nipote di Matilde di Canossa. La ricca produzione cronachistica, le chansons de geste e la storiografia ci restituiscono il ritratto di un uomo di raro spessore umano, pietà religiosa, valore e perizia militare. Eletto dai suoi compagni d’armi, primo sovrano latino di Gerusalemme, adotta anche il titolo di Advocatus Sancti Sepulchri.
La storia di questo grande feudale, complice la propaganda della Chiesa romana che lo ha rappresentato quale modello di perfezione della cavalleria cristiana, ha rapidamente alimentato un processo di mitizzazione. Prematuramente scomparso, prima di entrare nella leggenda Goffredo getta le fondamenta territoriali e istituzionali di un Regno che con alterne vicende sarebbe durato fino al 1291 con la conquista musulmana di San Giovanni d’Acri, ultima postazione crociata in Palestina.
LanguageItaliano
Release dateApr 26, 2020
ISBN9788893721011
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    Goffredo di Buglione - Sergio Ferdinandi

    avventurarsi¹¹.

    CAPITOLO I

    LA COSTRUZIONE DEL CAVALIERE DI CRISTO

    1. Oriente e Occidente nella seconda metà dell’XI secolo: il contesto storico-politico

    La seconda metà dell’XI secolo, durante la quale si svolge la straordinaria epopea di Goffredo di Buglione, è densa di significativi eventi a partire dallo scisma, intervenuto nel 1054, tra le sedi patriarcali di Roma e Costantinopoli che divide ancora oggi la cristianità greco-ortodossa orientale da quella di rito cattolico. In Oriente si registra l’arretramento dell’Impero romano-bizantino dopo il massimo splendore raggiunto con la dinastia macedone culminata nel lungo regno di Basilio II (976-1025)¹. Il disastro militare di Mantzikert (1071), con l’annientamento da parte dei Turchi selgiuchidi dell’esercito imperiale e la cattura di Romano IV Diogene (1068-1071), rappresenta uno degli eventi più importanti e carichi di conseguenze della storia medievale². Nel giro di pochi anni gran parte dell’Asia Minore era andata perduta, mentre ovunque nuovi nemici si accanivano sull’Impero in preda all’anarchia. Nel 1071, i Normanni conquistavano Bari, ultima roccaforte bizantina in Italia arrivando pochi anni dopo a minacciare, con Roberto il Guiscardo, il cuore stesso dell’Impero nei Balcani³. Oltre ai Normanni, nei Balcani, Bisanzio dovette affrontare diverse minacce in particolare gli attacchi di popolazioni di ceppo turco come i Peceneghi, i Cumani e i Valacchi. Con l’ascesa al trono di Alessio I Comneno (1081-1118) e l’affermazione della dinastia Comnena, l’Impero conoscerà nel corso del XII secolo la sua ultima grande stagione politica, riprendendo una politica offensiva proprio in concomitanza con la Prima crociata⁴. Per quanto concerne il mondo islamico, mentre a cavallo tra XI e XII secolo in Egitto si affermava la dinastia Fatidime, l’indebolimento del califfato di Baghdad, a partire dalla fine del X secolo, è certamente fra i motivi che favorirono l’espansionismo delle popolazioni turche e turcomanne da poco islamizzate⁵. Intorno alla metà dell’XI secolo i Selgiuchidi controllavano un’ampia area che si estendeva dall’Iran, alla Siria fino alla regione del Tauro. Tale costruzione politica si rivelò effimera e nel 1092, alla morte del grande sultano Malik-Shah, i domini Selgiuchidi si frantumarono in numerosi potentati; situazione che certamente favorì notevolmente i Crociati al loro arrivo in Oriente.

    In Occidente, caratterizzante è per questo periodo la riforma ecclesiastica che sfocia nella cosiddetta Lotta per le investiture. Uno dei cardini della Renovatio Imperii realizzata dalla dinastia sassone, a partire da Enrico I l’Uccellatore (919-936) e Ottone I (936-973), fu certamente la feudalizzazione della Chiesa operata attraverso l’istituzione dei vescovi-conti⁶. Tale scelta permise di contenere la frammentazione feudale che si era rivelata letale per l’Impero carolingio ma in seno alla Chiesa produsse una accentuazione della decadenza morale congiuntamente al degrado politico del Papato, conteso spesso aspramente tra le varie fazioni nobiliari romane. Il rilancio della Chiesa è tributario della grande riforma moralizzatrice avviata con straordinario successo dal cenobio di Cluny attraverso un rigoroso ripristino della regola benedettina ed il richiamo ai valori della Chiesa primitiva⁷. L’ascesa sul trono di San Pietro di alcuni pontefici riformatori intervenne a restituire gradualmente autorevolezza e prestigio al pontificato, svincolandolo dal forte condizionamento del potere imperiale. In tale contesto la storia del Sacro Romano Impero Germanico nella seconda metà dell’XI secolo, durante il lungo regno di Enrico IV asceso al potere all’età di sei anni (1056-1105), è caratterizzata dal costante scontro con la Chiesa romana.

    Nel resto dell’Europa, la conquista dell’Inghilterra da parte del Duca di Normandia getterà le basi di un secolare conflitto tra i suoi discendenti e la casata Capetingia ascesa al trono di Francia con Ugo Capeto (987-996). In Italia Meridionale si assiste alla progressiva espansione dei Normanni che, arrivati come pellegrini o mercenari, riescono con i Drengot in Campania e gli Altavilla in Puglia a conquistare i domini bizantini, longobardi e arabi. Dapprima avversari della Chiesa romana, i Normanni ne diventeranno vassalli e, soprattutto, fondamentale sostegno contro l’Impero germanico.

    In questo contesto, nella seconda metà dell’XI secolo la Lotaringia, a seguito della frantumazione dell’Impero carolingio, non figura ormai più come entità statuale autonoma ma come parte integrante del Sacro Romano Impero Germanico, organizzata, a partire dal 959, in due ducati con delimitazioni territoriali che ripercorrono i confini delle province ecclesiastiche di Treviri e di Colonia. A meridione, l’Alta-Lotaringia inglobava i vescovati di Treviri, Metz, Toul e Verdun. Più a settentrione la Bassa-Lotaringia, che includeva le province ecclesiastiche di Reims e Colonia, venne affidata nel 1012 da Enrico II al fedelissimo Goffredo d’Ardenne, antenato di Goffredo di Buglione.

    2. Una genealogia leggendaria

    In un’epoca in cui il prestigio del casato ha un significato particolarmente qualificante, la genealogia di Goffredo è davvero straordinaria, risalendo per entrambe le famiglie dei genitori a rami collaterali della leggendaria stirpe Carolingia⁸. In aggiunta a questo eccezionale lignaggio i genitori di Goffredo sono anche figure di rilievo del tempo. Il padre, Eustachio II, Conte di Boulogne, (1049 c.-1070/1082), personaggio irrequieto e turbolento, famoso tra i suoi contemporanei anche per i suoi baffoni rossicci a manubrio e l’elmo da guerra decorato da fanoni di balena, era signore di una vasta regione intorno all’attuale Boulogne-sur-Mer situata a controllo della Manica e delle comunicazioni tra l’Inghilterra ed il continente⁹. A causa di questa particolare posizione dei suoi domini, Eustachio II nutriva una smisurata attrazione per l’Inghilterra, riuscendo nel 1050 a sposare Goda, sorella del monarca Eduardo il Confessore (1042-1066) con forti legami dinastici e famigliari anche con la casa ducale di Normandia. Con il matrimonio Eustachio II entrava in possesso di vasti domini nell’isola nonché del titolo di earl/conte di Gloucester. La prematura scomparsa di Goda e la mancanza di eredi da questa unione, ponendo bruscamente termine alle aspirazioni insulari portarono Eustachio II a volgere verso l’Impero germanico le sue ambizioni politiche sposando, probabilmente intorno al 1057, Ida di Lorena. Nipote di papa Stefano IX (1057-1058), Ida era figlia del duca di Bassa-Lotaringia Goffredo il Barbuto della potentissima famiglia Ardenne, legata da stretta parentela anche ai Canossa a seguito dell’unione matrimoniale del padre con Beatrice di Toscana madre di Matilde. La Chanson de Godefroy de Bouillon, riserva ampio spazio al matrimonio di Eustachio II e Ida, ambientato nel castello di Boulogne¹⁰.

    Ida di Lorena, celebrata per le sue virtù e la profonda pietà, è un personaggio di straordinario spessore e carisma che colpì profondamente i contemporanei fino al punto da essere beatificata dalla Chiesa. Benefattrice di fondazioni monastiche, come le abbazie di Saint-Bertin di Buglione, Afflighem, Saint-Wulmer a Boulogne e Saint Michel-du-Wast, Ida si impegnò sensibilmente per sostenere la riforma cluniacense come attestato da scambi epistolari con Sant’Anselmo di Canterbury¹¹. La straordinarietà dei genitori di Goffredo si ritrova in diversi cronisti crociati che sottolineano il ruolo del padre nell’apprendimento del mestiere delle armi e quello della madre nella trasmissione dei valori e del culto della fede cristiana¹².

    Dal matrimonio tra Eustachio II ed Ida nacquero Eustachio III, Goffredo e Baldovino¹³. Nell’epoca dei nazionalismi che funestarono l’Europa a partire dalla seconda metà del XIX secolo, la straordinarietà di Goffredo, ne ha posto la figura al centro di una marcata rivendicazione identitaria nazionalista sia da parte della Francia che del Belgio, dove viene celebrata come eroe nazionale e tra i padri della nazione¹⁴. In tale prospettiva, con riferimento al luogo di nascita di Goffredo, la storiografia si è lungamente divisa tra Buglione, Boulogne e altre località dei domini Boulogne-Ardenne. In assenza di evidenze documentarie, l’incertezza non può essere sciolta. Per i sostenitori dell’ipotesi di una nascita nelle Ardenne, oltre al nome con cui Goffredo è passato alla storia, qualche valida argomentazione può risiedere anche nell’opportunità di legittimare con un legame territoriale la successiva assegnazione dei beni allodiali materni in Bassa-Lotaringia. Questo considerando che secondo le consuetudini ereditarie vigenti al tempo, i beni paterni, ovvero la Contea di Boulogne e le enormi proprietà in Inghilterra, sarebbero comunque spettate al primogenito Eustachio III. Nulla era previsto per il terzogenito, Baldovino, destinato inizialmente, nel solco di una consolidata tradizione di famiglia, alla carriera ecclesiastica. Per quanto concerne la datazione, si è ipotizzato che la nascita di Goffredo possa collocarsi intorno al 1060, considerando che nel 1076 aveva 15-16 anni, età in cui si accedeva nella cavalleria ed in cui è attestata con certezza la sua presenza al servizio dello zio, Goffredo III il Gobbo.

    3. La Contea di Boulogne: i primi passi

    Relativamente all’infanzia dei tre giovani eredi della casata di Boulogne, le fonti forniscono scarsi indizi rendendo di conseguenza particolarmente preziosi i pochi aneddoti disponibili. Si tratta di episodi elaborati successivamente alla Prima crociata, quando la notorietà di Goffredo era già ampiamente diffusa e che per il carattere apologetico vanno ovviamente contestualizzati e valutati con un cauto approccio ed analisi critica. Quasi a preservare l’integrità della linea dinastica, sembra che Ida di Lorena volle allattare direttamente dal suo seno i figli inibendo a qualsiasi nutrice di avvicinarsi a loro¹⁵. Guglielmo di Tiro riferisce che un giorno, mentre giocavano intorno alla madre come fanno i bambini, infastidendosi reciprocamente e rifugiandosi spesso tra le braccia materne, Eustachio II comparve improvvisamente nella stanza nel momento in cui erano nascosti sotto le ampie vesti della madre. Ancora, sotto i vestiti che li nascondevano, i bambini continuavano a provocarsi, agitando piedi e mani. Avendo il Conte chiesto alla moglie la causa dei movimenti delle vesti, Ida rispose: Sono tre grandi principi, il primo sarà duca, il secondo re ed il terzo conte¹⁶.

    Goffredo aveva appena 5 o 6 anni quando si compì la conquista normanna dell’Inghilterra; una delle più straordinarie epopee della storia che vide il padre tra i principali protagonisti¹⁷. Anche dopo la morte della prima moglie, Eustachio II non aveva smesso di seguire con attenzione le vicende politiche dell’Inghilterra ambendo in particolare al controllo di alcuni porti che gli avrebbero consentito il pieno controllo della navigazione nello Stretto della Manica. Questo il motivo che lo aveva portato a sostenere l’impresa del Duca di Normandia. Tuttavia, Guglielmo, che nutriva fondati sospetti sulla piena affidabilità di Eustachio II, pretese la consegna in ostaggio di uno dei figli del Conte di Boulogne per tutta la durata della campagna in territorio anglosassone. Si presume sia toccato al primogenito, tuttavia non è dato sapere con assoluta certezza quale tra Eustachio III o Goffredo sia stato consegnato alla corte normanna a Rouen e affidato alla custodia della duchessa Matilde quale garante per la fedeltà del padre¹⁸.

    Come riportato dalle cronache e rappresentato nella Tappezzeria di Bayeux, il Conte di Boulogne fu uno dei protagonisti della battaglia di Hastings il 14 ottobre 1066, rimanendo ferito nelle ultime fasi dello scontro¹⁹. Dopo la conquista normanna, per quanto la ricompensa ottenuta fosse estremamente generosa, includendo anche importanti terre che formarono il cosiddetto Honour of Boulogne, essa non dovette soddisfare il turbolento Conte che nel 1067, proverà ad impossessarsi di Dover con un colpo di mano. Nonostante l’atto ostile, che comunque si concluderà con un totale fallimento, Eustachio II finirà per riappacificarsi con Guglielmo il Conquistatore.

    Infine, nel 1070, è testimoniato il passaggio a Boulogne di Erluino, abate del Bec-Hellouin. È possibile che Goffredo abbia avuto modo di vedere l’anziano prelato, personalità di spicco della Chiesa del tempo, che si recava in Inghilterra in visita all’allievo Lanfranco, innalzato da Guglielmo il Conquistatore sul seggio episcopale di Canterbury quale primate di Inghilterra²⁰. Il passaggio di Erluino, stando al biografo Gilberto Crispino, impressionò fortemente la popolazione che considerò miracoloso l’arrivo dell’abate con il contestuale ritorno del vento dallo stesso profetizzato e la cui assenza, prolungatasi per diverse settimane, aveva causato gravi danni alle attività portuali²¹.

    4. Alla corte di Goffredo III il Gobbo

    Goffredo III il Gobbo, fratello di Ida di Lorena e zio di Goffredo, era nato intorno al 1045 e aveva ereditato il ducato di Bassa-Lotaringia nel 1069, alla morte del padre, Goffredo il Barbuto. Nonostante la grave deformità da cui era affetto, Goffredo III era un eccellente guerriero per il quale il padre ancora in vita, aveva combinato il matrimonio con la figliastra Matilde di Canossa. Il matrimonio di Goffredo III, il cui unico frutto, una bambina di nome Beatrice morta in tenerissima età, si rivelò ben presto un fallimento e nel 1071 Matilde fece ritorno in Italia²². Per tentare di ricucire i rapporti Goffredo III raggiunse l’Italia nel 1073. Portava con sé un prezioso reliquiario che aveva accompagnato i Canossa in Lotaringia e che Goffredo il Barbuto aveva donato all’abbazia di Saint-Hubert, da cui era stato prelevato forzosamente, con non poche resistenze da parte dei monaci²³. Questo prezioso reliquiario, appartenuto al padre Bonifacio e più volte richiesto da Matilde, non valse tuttavia a mitigarne la determinata contrarietà a riprendere la vita coniugale. Inutile si rivelò anche la mediazione di Gregorio VII, eletto il 22 aprile al seggio pontificio. Della intercessione del Pontefice, bisognoso di un alleato potente come Goffredo III sia contro i Normanni che nelle difficili relazioni con Enrico IV, potrebbero fare stato due lettere indirizzate a Matilde agli inizi del 1074. Dopo un soggiorno in Italia durato quasi un anno, Goffredo III si risolse infine a rientrare in Lotaringia senza la moglie²⁴.

    La determinazione della Contessa di Canossa di non riprendere la vita coniugale poneva gravi incognite alle aspettative di Goffredo III di poter avere una discendenza diretta; pertanto, dal punto di vista della continuità dinastica, il nipote Goffredo di Buglione rappresentava una possibile alternativa, almeno in via transitoria, considerata l’ancora giovane età del Duca. Non possediamo informazioni certe sull’arrivo di Goffredo in Lotaringia una volta insignito dei domini allodiali materni del Brabante, di Baisy e di Gennape. Conformemente ai costumi del tempo, Goffredo completa la sua preparazione marziale presso la corte dello zio Goffredo III. Secondo la consuetudine, fino ai 6/8 anni i bambini dell’aristocrazia militare erano affidati alle cure materne, ma a partire da quell’età cominciava il graduale e lungo apprendistato al mestiere delle armi²⁵. Considerando che nel 1071, il padre e lo zio materno erano schierati su fronti opposti nel conflitto per la successione alla Contea di Fiandra, si potrebbe ipotizzare la presenza di Goffredo in Lotaringia intorno al 1074, dopo il fallimentare viaggio in Italia di Goffredo III ed il rifiuto di Matilde di ricomporre l’unione matrimoniale. Se non conosciamo la data di arrivo di Goffredo in Lotaringia, gli Annali di Lamberto di Hersfeld, con riferimento all’anno 1076, riportano che: ad rem militarem adolescens, ovvero che in quell’anno, all’età di circa 15-16 anni, Goffredo era pienamente impegnato nella formazione militare presso la corte dello zio²⁶.

    Fermo sostenitore di Enrico IV, Goffredo III svolse numerose missioni per suo conto. Determinante fu il contributo di Goffredo III nello scontro che Enrico IV dovette sostenere contro i Sassoni ribelli. Infine, dopo diversi tentativi di negoziato, il 6 giugno 1075, nei pressi di Homburg, lungo le rive dell’Unstrutt, si arrivò allo scontro che, anche grazie alle forze al comando di Goffredo III, arrise alla fazione imperiale. Possibile che Goffredo di Buglione possa aver preso parte a questa campagna in qualità di scudiero sebbene nessuna fonte lo confermi. L’immagine del duca di Bassa-Lotaringia uscì da questa battaglia carica di gloria, assumendo un ruolo di primo piano presso la corte imperiale e nella conduzione dei negoziati conclusi con la sottomissione dei ribelli. L’influenza di Goffredo III arriva anche a condizionare le nomine vescovili; nel 1075, alla morte di Teoduino, riuscì infatti a far insediare sul seggio vescovile di Liegi il parente Enrico, figlio del conte di Toul, già arcidiacono di Verdun.

    È lecito presumere che presso la corte ducale la vita di Goffredo sia stata quella di un qualsiasi baccelliere, con il tempo diviso tra l’addestramento alle armi, gli esercizi equestri, la caccia, i servizi dovuti alle attività del castello e la formazione culturale in un’area dove rinomate erano le scuole di Reims, Cambrai e Liegi²⁷. Attivi erano anche i centri monastici a partire

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