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La locanda delle marionette: Le indagini di Cora Ester Milano
La locanda delle marionette: Le indagini di Cora Ester Milano
La locanda delle marionette: Le indagini di Cora Ester Milano
Ebook99 pages1 hour

La locanda delle marionette: Le indagini di Cora Ester Milano

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Cora Ester Milano, affascinante quarantenne non vedente, ex bancaria, dopo avere appreso nel corso di una crociera del tradimento del marito ed essere scampata a un attentato, ha dato una svolta decisa alla sua vita. Ha cambiato casa, si è separata e si avvale della collaborazione della ex amante del marito, Sarin Cushi, la ragazza di origine albanese che a pieno diritto è diventata la sua alter ego, nonché la sua confidente e soprattutto i suoi occhi.
Le due donne ricevono un invito per cenare alla Locanda delle Marionette, a Sciolze, gestita dallo chef Angelo Ponioski. Incuriosite, decidono di accettare. L’ambiente si rivela molto suggestivo con le misteriose marionette appese alle pareti che fanno da contorno a un cibo eccellente e a un’accoglienza calorosa. La stessa sera, però, nei pressi del parcheggio del ristorante viene commesso un omicidio. Il morto si scopre ben presto essere un pregiudicato in qualche modo collegato a Sarin e all’ex marito di Cora. La quale, alla luce dei nuovi eventi, non può fare a meno di insospettirsi per l’invito ricevuto.
Mentre la polizia indaga e Cora a suo modo cerca di riscostruire gli eventi, i protagonisti intrecciano nuove relazioni.
Vivace, piacevole, un romanzo d’atmosfera che fa della vicenda gialla un pretesto per esplorare le relazioni interpersonali.
LanguageItaliano
Release dateApr 1, 2020
ISBN9788832926644
La locanda delle marionette: Le indagini di Cora Ester Milano

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    La locanda delle marionette - Franco Sorba

    Prologo

    Il giorno prima

    Ascoltate bene ragazzi. Il piatto si chiama Spaghetti alla Conca d’oro. Dovrete saperlo rifare alla perfezione.

    Okay chef.

    Va bene chef.

    Allora cominciamo tagliando a quadratini piccoli una patata. Va bene?

    Sì chef.

    Li mettiamo in pentola con l’olio e friggiamo. Insieme mettiamo a bollire l’acqua per la pasta. Saliamo. Mentre sono sul fuoco, prepariamo il condimento. Olio, polpa e scorza di un’arancia, pistacchi, pomodori datterini, formaggio parmigiano a pezzetti, qualche grano di pepe, un po’ di prezzemolo fresco. Tutto nel frullatore. Frulliamo qualche secondo. Devono vedersi ancora i singoli elementi, il prezzemolo, il formaggio grande come granelli di sabbia… okay? Gira le patate fritte…

    Fatto, chef.

    Lo chef continua a rivoltare le patatine fritte, intanto asciuga delle pentole e dei bicchieri, anche i due sous-chef fanno lo stesso.

    Bene, la pasta è pronta. Scoliamo, poi in padella aggiungiamo le patate fritte, due bei cucchiai di parmigiano grattugiato e quello che abbiamo frullato. Mantechiamo. Cuociamo un paio di minuti… Ecco così.

    Ecco i piatti, chef.

    Bene Tosco, impiattiamo. Pinze, arrotoliamo gli spaghetti nel piatto. Aggiungiamo un po’ del condimento, che si veda. Adesso tagliamo dei pomodori datterini a fettine sottili e le spargiamo sul piatto… così… Gli spaghetti devono formare una collinetta. In cima aggiungiamo qualche fogliolina di basilico, un rametto piccolo, oppure meglio tagliato a pezzetti. Deve sentirsi il profumo. Il piatto è pronto. Assaggiate.

    I due ragazzi infilano una forchetta e la girano. Poi assaggiano la pasta.

    Buonissima chef.

    Che buona con l’arancia e il pistacchio.

    Ehi brigata, venite ad assaggiare anche voi. Gionni vieni anche tu.

    Arrivo chef.

    Il ragazzo di colore, in camicia bianca perfettamente stirata, si avvicina con tre piatti di antipasti posati sull’avambraccio. Apre la bocca e lo chef infila nello spiraglio una forchetta con gli spaghetti avvolti.

    Una bomba. Sono gli Spaghetti alla Conca d’Oro che dicevi stamattina?

    Esatto.

    Posso iniziare a piazzarli?

    Adesso ne abbiamo cinque piatti, per altri si deve aspettare la nuova preparazione.

    Okay. Mi fermo a cinque per adesso. Che gusto… ci hai messo anche il pepe?

    Pochi grani.

    Si sente. Direi un poco meno, sovrasta l’arancia. È il tuo amico in Cina che mette gli agrumi nella pasta, vero Angelo?

    È una bell’idea, no? Metto meno pepe, Gionni, hai ragione.

    Qualche ora dopo

    Fuori fa freddo. Ma ho i brividi per la paura. Loro sono dietro di me. Davanti i due uomini discutono a voce alta, non capisco cosa dicono… ma li riconosco. Mi guardano.

    Voio i flosi… i sordi… e la buttana.

    La voce è dietro di me.

    È ora che la finisci, bastardo, vattene. Lo sai che ce li hai già presi tutti. Qua dentro teniamo i soldi per te, prendi tutti quelli che abbiamo fatto stasera e sparisci.

    Con rabbia gli getta addosso la bambola. Lui la prende al volo e con le dita la palpeggia, poi infila la mano in una fessura.

    I flosi…

    Proprio allora l’altro uomo estrae una pistola dalla tasca, l’avvicina alla bambola e spara. Lui arretra, il sangue gli copre il volto. Spaventoso da vedere. Cade all’indietro.

    Chi ha sparato si china sul corpo a terra, fruga nella sua giacca ed estrae una rivoltella, che infila in una tasca. Prende anche il denaro che si è posato per terra.

    Presto aiutatemi anche voi.

    I due uomini dietro me si avvicinano.

    Apri quel bidone della spazzatura verde, al massimo. Tu prendilo per i piedi, io per le spalle. Buttiamolo dentro il cassonetto, tanto è merda pura.

    Un tonfo sordo ed è dentro. Prende la pistola con cui ha sparato e stacca una pellicola di cellophane dall’impugnatura curva, la regge dalla parte della canna senza toccarla con le dita, che protegge con la plastica staccata.

    Se trovano lui devono trovare anche questa. La metto… qua dentro il cassonetto dell’immondizia, sotto queste foglie. Non toccatela, non devono restare le vostre impronte. Invece la bambola fatela sparire.

    Poi mi guarda, sorride e si volta di scatto. Presto scompare nel buio e nella nebbia.

    1

    Sarin, mi dici quanto manca?

    Sono le sei, abbiamo poco tempo.

    Ma anche se si arriva un po’ in ritardo va bene lo stesso.

    Tu la pensi sempre così, di lasciar andare le cose come vanno, ma io ci tengo… sono anche emozionata. Pensare che ci hanno invitate a una cena…

    Sì. Sì. Tanto prima o poi ce lo fanno pagare il conto.

    Se preferisci non ci andiamo Cora.

    Certo che ci andiamo… leggimi ancora il foglio dell’invito, se non ti dispiace.

    È Sarin che mi presta gli occhi. Io ho perso la vista da tempo, dopo un incidente stradale e ancora adesso non so bene chi devo ringraziare: il mio ex marito pasticcione o il muratore che guidava il camion? O il caso, la fatalità degli eventi?

    Come si vive al buio? Mi chiederete voi. In fondo basta farci l’abitudine, come a tutte le cose. Strano vero? Si riesce anche a fare a meno di un uomo, quando lui sta con un’altra. Ancora più paradossale parrebbe assumere proprio l’ex-amante dell’ex-marito quale sostituta dei propri occhi mancanti. Sarin questo era, l’amante di mio marito. Ma in fondo non gliene voglio, mi fido di lei. E a me non restano altri vicino al cuore, da quando mia figlia Viola è andata a vivere con il suo ragazzo. Che mi toccherà, anche diventare nonna?...

    Allora comincio, Cora.

    Gentili signore Cora Milano e Sarin Cushi,

    ho avuto il vostro nominativo dall’illustre chef Umberto Bombana, titolare di tre ristorante stellati a Shangai, Hong-Kong e Pechino, che conosco personalmente e che ha avuto recentemente il piacere di avervi come gradite ospiti. Sarei lusingato di potervi offrire una cena completamente gratuita nel mio ristorante, completa del servizio vini, per farvi conoscere le mie creazioni e avere il privilegio di conoscervi.

    Con i più cordiali saluti.

    Angelo Ponioski. La Locanda delle Marionette, Sciolze.

    C’era anche una postilla se ricordo bene.

    "Sì. Scritta a mano: La mia cucina non è stellata, ma sono sicuro

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