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Colpo di Tacco
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Ebook60 pages52 minutes

Colpo di Tacco

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About this ebook

E’ il racconto di un sogno: il ritorno della Pro Patria in serie B. L’aveva lasciata nel 1966, un’era geologica per i tempi del calcio e non solo. E’ un racconto di fantasia in cui la Pro si riaffaccia alla Cadetteria in un mondo nuovo, completamente cambiato. Ma il fascino della maglia biancoblù a strisce orizzontali e la passione della sua gente hanno attraversato indenni il trascorrere del tempo.
LanguageItaliano
Release dateApr 10, 2020
ISBN9788899165413
Colpo di Tacco

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    Colpo di Tacco - Giovanni Toia

    Giovanni Toia

    COLPO DI TACCO

    ISBN: 9788899165413

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    LA RIBELLIONE

    POLENTA E BRUSCITT

    IL TORNADO KATIA

    LA MENTE AL POTERE

    LA PAURA E L’ESALTAZIONE

    PROFUMO DI CIOCCOLATO

    IL GOL DEL MIRACOLO

    Studio Marinoni

    S MOwnPublishing

    © Copyright 2019

    StudioMarinoni OwnPublishing

    Corso Sempione 36

    20154 Milano

    www.smownpublishing.com

    www.studiomarinoni.com

    studio@studiomarinoni.com

    Copertina e grafica Vilma Cernikyte

    ISBN 9788899165413

    LA RIBELLIONE

    Tutto cominciò in un caldissimo pomeriggio di inizio luglio del ’95. Alle quattro veniva presentata, allo stadio Carlo Speroni, la Pro Patria: la squadra nata dalla fusione con la Gallaratese. Il ritorno dei colori biancoblù nel calcio professionistico, sia pure attraverso una procedura burocratica e non tramite il campo, non aveva per nulla intaccato l’entusiasmo della tifoseria tigrotta. Anzi, quel pensiero, non attraversava le loro menti. Non si sentivano per nulla sminuiti dall’offerta di Gallarate di riportare la serie C allo Speroni. Tuttaltro. Erano loro che vivevano quella fusione come una loro vittoria: senza Busto ed il suo pubblico, la Gallaratese non avrebbe potuto disputare il campionato di serie C2 rinunciando alla vittoria del campionato Interregionale. Insomma, Gallarate non aveva il vestito per stare tra il calcio che conta, quello che offriva il guardaroba bustocco, in primis la passione, era quello giusto: della festa.

    L’euforia era andata montando nelle settimane precedenti. Dapprima i sussurri di un’operazione di fusione che parevano provenire dal mondo delle favole, ma, col passare dei giorni, una voce insistente e consistente da sfociare nell’annuncio di Peppino Mancini che la fusione fra la Pro e la Gallaratese si sarebbe fatta e Busto avrebbe potuto rivedere le stelle dopo sette anni fra Interregionale ed Eccellenza.

    Il gasamento era stato trasversale: dai giovani ai più anziani. Ed erano proprio coloro che avevano vissuto l’età dell’oro della Pro Patria i più scatenati. Parevano tornati giovanotti. Fra questi anche l’Alfredo. Un sinaghino purosangue, un tigrotto doc, oltre che essere anche un grande appassionato dell’Inter. Il calcio nelle vene. Habituè del bar Tazinin, da un paio d’anni in pensione, le discussioni davanti alla tazzina del caffè o a un camparino, avevano come focus la Pro Patria. La notizia della fusione aveva prodotto uno straordinario effetto collaterale; l’Alfredo si sentiva nuovamente ringalluzzito e con lui anche gli altri suoi compari. Tutti avevano addosso un’invidiabile carica di energia. Se ne accorse anche la Teresa(sua moglie). In quei giorni era tornato particolarmente affettuoso tanto che, una sera, tra lo scherzoso ed il serio disse all’Alfredo di moderarsi perché …ad una certa età, può succedere qualcosa.

    Quando si seppe la data e l’orario della presentazione della nuova Pro Patria, l’Alfredo se li scolpì nella sua mente. Spuntava i giorni sul calendario e l’argomento al bar riguardava come sarebbero stati i particolari di quel pomeriggio; come sarebbe stata la maglia; chi avrebbe fatto il presidente; se l’allenatore Mario Beretta era adeguato non avendo mai allenato tra i professionisti; che Caravatti, l’esponente di punta gallaratese, avrebbe fatto meglio a confermare Scanziani che era stato alla guida della Gallaratese ed aveva vinto il campionato. Insomma un turbinio di pensieri e di ipotesi da riempire l’attesa.

    Psicologicamente e soprattutto spiritualmente pronto, nel tardo pomeriggio, al ritorno dal Tazinin, l’Alfredo si ritrovò, suo malgrado, in uno stato confusionale. La Teresa gli disse che sabato avrebbero dovuto accudire al nipotino Javier di cinque anni in quanto, il loro figlio Roberto e la moglie Katia, erano invitati ad un matrimonio di un collega della nuora.

    Lì per lì l’Alfredo gli disse va bene, ma quando la Teresa gli ricordò che nel pomeriggio, proprio alle quattro, aveva l’appuntamento dalla parrucchiera per essere in ordine il giorno dopo visto che la parrocchia festeggiava gli anniversari di matrimonio e loro avevano raggiunto il traguardo dei trentacinque, il battito cardiaco dell’Alfredo accelerò. Le disse rosso in volto e supplicante

    . Ed in maniera spiccia voltandogli le spalle, andando verso la cucina per preparare la cena, lo ammonì .

    Quelle parole furono come uno schiaffo. L’Alfredo si sedette sulla poltrona, rimase a guardare nel vuoto, non accese nemmeno la televisione ed

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