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Screens Wide Shut: Cinema e massoneria
Screens Wide Shut: Cinema e massoneria
Screens Wide Shut: Cinema e massoneria
Ebook460 pages7 hours

Screens Wide Shut: Cinema e massoneria

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About this ebook

Massoneria. Ordine iniziatico d'ispirazione illuminista che persegue, con ogni mezzo, il perfezionamento dell'umanità. Cinema. Una tecnica agli inizi, le cineprese dei fratelli Lumière registrano la vita sedici, poi ventiquattro fotogrammi al secondo. E se uno dei mezzi usati dalla massoneria per perseguire il perfezionamento dell'umanità fosse proprio il cinema? Screens Wide Shut è il primo studio sul rapporto fra cinema e massoneria. La storia, i segreti, le immagini nascoste, i massoni famosi, nel cinema e nelle serie tv... Così sopra, così sotto.
LanguageItaliano
PublisherRogas
Release dateMar 27, 2020
ISBN9788835395294
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    Screens Wide Shut - Vincenzo Sacco

    Vincenzo Sacco

    Screens Wide Shut

    Cinema e massoneria

    ATENA

    COLLANA DI CULTURA GENERALE

    2020

    Rogas

    © Marcovaldo di Simone Luciani

    viale Telese 35 – 00177, Roma

    e-mail: info@rogasedizioni.net

    sito web: rogasedizioni.net

    Facebook: Rogas Edizioni

    Instagram: @rogasedizioni

    ISBN: 9788845294778

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Introduzione

    PRIMA PARTE

    1. Il segreto della storia: una storia di lacune

    1.1. Le origini storiche della massoneria

    1.2. Cavalcando con la massoneria

    1.3. La leggendaria storia della massoneria

    2. La storia del segreto: una lacuna della storia

    2.1. Il cinema che racconta la storia reale

    2.2. Il cinema che racconta la storia leggendaria

    2.3. Il cinema che rende leggendaria la storia reale

    2.4. Il cinema che rende reale la storia leggendaria

    SECONDA PARTE

    3. I segreti della squadra e del compasso

    3.1. L’anello

    3.2. La spilla

    3.3. Monumenti, incisioni, oggetti, eventi

    3.4. Nel parlato

    4. I segreti della Piramide e dell’Occhio

    4.1. L’Occhio sopra la Piramide

    4.2. L’Occhio dentro la Piramide

    4.3. L’Occhio Onniveggente

    5. Mass media e serie TV

    5.1. Mass Media

    5.2. Serie TV

    6. Giochi di società

    7. Le spirali dell’occulto

    7.1. I Signori delle Tenebre: Moloch e Bafometto

    ​7.2. La rossa, la mano e gli scacchi

    8. Un progetto illuminato

    ​8.1. Il Progetto Monarch

    8.2. Precog: l’11 settembre 2001

    TERZA PARTE

    9. Le immagini di una storia delle immagini

    9.1. Una Storia cinematografica della Massoneria

    9.2. Una Geografia cinematografica della Massoneria

    10. La massoneria al cinema

    10.1. Una storia americana

    10.2. Stan e Ollie, figli del deserto

    10.3. In Italia

    10.4. Il caso Walt Disney

    11. Il cinema alla massoneria

    Conclusione

    Bibliografia

    Filmografia

    Serie TV

    Sitografia

    Note

    Introduzione

    Così sopra, così sotto

    Così sopra, così sotto

    «Qual è stato il lievito che qualcuno, o la sorte, o il diavolo ha immesso nel corpo ancora sano delle conventicole dei templari e dei liberi muratori per farne lievitare la più diabolica delle sette di tutti i tempi?»

    Umberto Eco, Il cimitero di Praga , Milano, Bompiani, 2010

    Massoneria. Ordine iniziatico d’ispirazione illuminista che persegue, con ogni mezzo, il perfezionamento dell’umanità. Storicamente è nata nel Medioevo come corporazione di «liberi muratori» i quali operavano nell’ombra allo scopo di bloccare qualsiasi tipo di progresso tecnico e scientifico al fine di restare gli unici depositari dei processi produttivi. Dal XVI secolo in poi, con l’avvento del dilagante capitalismo, rimase della massoneria il mutuo soccorso fra gli affiliati arricchitosi di una componente spiritualista, e le attività segrete si mossero verso nuovi orizzonti.

    Cinema. Primi del Novecento. Una tecnica all’inizio, le cineprese dei fratelli Lumière registrano la vita sedici, poi ventiquattro fotogrammi al secondo. Attrazione da circo dalle nobili aspirazioni, la magia (il montaggio di Méliès) la rende arte. Nell’era digitale del nuovo millennio, i venticinque (se non quarantotto) fotogrammi e la visione stereoscopica la consacrano come arte dell’intrattenimento.

    Un segreto non è mai storia ma, come tutte le cose umane, ha una sua storia. Chi ha tracciato, o ha tentato di tracciare, la storia della massoneria si è trovato sempre di fronte a due diversi ordini di problemi.

    Il primo è legato alla difficoltà intrinseca di rivelare un segreto: nel momento in cui è detto, il segreto non sussiste più .

    La storia è rivelazione di una narrazione. In quanto rivelazione la storia uccide il segreto, e ciò che era nascosto diventa verità. In quanto narrazione la storia è racconto di un inizio e di una fine in continuo divenire, e ciò che racconta è la vita dei morti. La storia ci annuncia la vita segreta dei morti, ed è la storia a ucciderli nel momento in cui ne annuncia la vita. Nella Bibbia il termine greco che indica l’Apocalisse significa Rivelazione: ogni fine è dis-velamento di un segreto. La vita di un segreto è, per forza di cose, lacunosa, come inevitabilmente la sua morte, la sua storia. Tutte le storie sono parziali. La storia di un segreto appare, a maggior ragione, la storia stessa delle lacune.

    Il secondo problema riguarda le leggende che accompagnano i segreti: le mezze verità, le verità non dette, le verità che si contraddicono, tutto ciò concorre a stimolare l’immaginazione fino alla produzione di nuove verità. Chi dell’Ordine fa parte ha poi tutto l’interesse a forgiare, fomentare e moltiplicare le leggende sul loro conto: esse servono a confondere le acque, accrescono l’aura misteriosa che le rende più interessanti e al contempo rendono la storia talmente difficile da credere che persino le verità accertate vacillano dinanzi agli sguardi più scrupolosi.

    Gli storici del cinema, quando scrivono del mondo della celluloide, affrontano i due stessi impedimenti. Da un lato le produzioni cinematografiche impediscono qualsiasi fuga di notizie dal set per salvaguardare la buona riuscita di un film, e i contratti, i conflitti interni, le relazioni nel dietro le quinte (non di ciascun film, ma di tutto l’insieme) raramente sono dichiarati e il più delle volte lo storico deve destreggiarsi fra semplici voci; dall’altro lato gli artisti, e i loro uffici stampa, hanno sempre inventato storie ad hoc , le migliori divenute leggende, per accrescere e mantenere ben saldo il loro status di divismo, fino a redigere un’autentica imponente mitologia. Un ricambio continuo per cui non solo ci si approfitta delle lacune storiche, ma si fa tutto il possibile per allargarne e scolpire altre crepe.

    Il cinema non è segreto, eppure si compone di tante verità, e non è questa la medesima materia di cui si ammantano i segreti?

    Pare dunque che il modo di fare la storia del cinema e quello della storia della massoneria corrano su due strade parallele. Inoltre la storia del cinema non può prescindere dall’analisi delle immagini. La decostruzione del quadro diventa fondamentale per la comprensione del film. Uno sguardo analitico sui collegamenti con le immagini di altre opere diviene un percorso fondamentale per disegnare una storia del cinema, fatta di rimandi e mai lineare, sempre tortuosa.

    Ogni immagine è imitazione di una verità, ogni immagine è segreto in quanto verità simulata.

    L’immagine cinematografica dunque sembra deputata a farsi carico di segreti altri. Per farlo ha davanti due strade: raccontare la storia, meglio le storie, di segreti, veri o inventati, oppure farsi portatrice essa stessa di segreti.

    Nel primo caso abbiamo film come La nona porta (1999) che si basano su immaginari complotti costruiti a partire da una simbologia diffusa, film come Romanzo criminale (2005) che tentano di fare luce sui tragici eventi della recente politica ancora avvolti nel mistero ma anche film fondati su premesse assolutamente irreali (a esempio Matrix ), o ancora film come Il codice Da Vinci (2006) dove la verità e la menzogna non si distinguono più non solo nella costruzione della storia, ma anche nell’intero circo mediatico che accompagna il lancio pubblicitario.

    Nel secondo caso si tratta invece di pellicole che, pur non accennando minimamente a cospirazioni e a sette segrete, nascondono al loro interno simbologie affascinanti (vedi Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo ), o disseminano le immagini di segretissimi richiami (come Il Grinta , Dominio , Peggy Sue si è sposata , Match Point ). Puro divertimento, strizzatina d’occhio o qualcosa di più?

    Che i toni siano cupi o parodistici, che la ricostruzione si voglia più o meno fedele al vero o che l’immaginazione più o meno vicina al reale, il cinema intreccia palesemente la storia delle sue immagini con le immagini della massoneria, e chissà che una parte della storia di quest’ultima non possa essere rintracciata proprio lì. Non dimentichiamo che molti grandi cineasti come Cecil B. De Mille e capisaldi dell’industria quali Oliver Hardy, o anche Totò e Gino Cervi per restare all’esempio italiano, erano notoriamente massoni. Una conferma in più di questa dichiarazione d’intenti ci arriva direttamente dagli albori, ossia da Auguste Lumière, inventore col fratello Louis del cinematografo, che era stato massone come suo padre Antoine prima di lui. La storia del cinema e quella della massoneria presentano ancora un punto di contatto che ha tutto l’aspetto di essere un invito a nozze.

    Se la massoneria centrifuga la Paura dell’Invisibile che contraddistingue la fine postmoderna delle Grandi Narrazioni, come si dice da più parti, questo è forse il momento migliore per studiarla al cinema, all’apice della sua visibilità.

    La prima parte di quest’opera si concentra principalmente sulla storia della massoneria al cinema. I primi capitoli iniziano introducendoci alla storia, o alle storie, quella reale e quella leggendaria, della massoneria, per poi concentrarsi su tutti quei film che affrontano il tema, raccontandone storia reale e leggendaria, oppure vi dedicano un’attenzione particolare, rendendo leggendaria quella reale e, viceversa, reale quella leggendaria.

    Raccontata la storia, la seconda parte dell’opera si occuperà invece del Simbolismo massonico al cinema. Il terzo e quarto capitolo saranno dedicati alle immagini segrete, alla ricerca di quei fotogrammi, a volte persino immagini subliminali, che mostrano (ma nascondono nel flusso) simboli massonici, su tutti quello universale che incrocia variamente i due principali strumenti dell’architetto, la Squadra e il Compasso (anche qui saranno d’obbligo alcuni cenni storici), e quello dell’Occhio Onniveggente che sormonta la Piramide incompleta (in altri casi l’Occhio è dentro la Piramide, quando invece non si presenta da solo). Riferimenti, volontari o meno, insistiti o no, che, sparsi sin dall’epoca del cinema muto, pongono vari quesiti. A essi vanno aggiunti quelli sollevati dalla capillarità dei mass media (quinto capitolo), dalle messe in scene di associazioni parauniversitarie (sesto capitolo) e dalle spirali dell’occultismo (settimo e ottavo capitolo).

    Nella terza parte ideali ricostruzioni di una Storia e di una Geografia cinematografiche saranno seguite da una retrospettiva sui possibili legami fra i vari cineasti, attori e sceneggiatori notoriamente massoni. Nell’undicesimo e ultimo capitolo questi legami lasceranno spazio a quelli ideali che avremo tracciato nella nostra filmografia. Inomma, nella terz’ultima parte si cercherà di tirare le somme e di capire come, quando e perché la massoneria ha legato di più, e in che forme, con il cinema.

    La lente d’ingrandimento con la quale studiare questo spigoloso fenomeno è storica-analitica, ma non solo. Analitica per forza di cose, in quanto bisogna necessariamente approfondire le immagini «incriminate» e i rapporti che instaurano fra di loro. Ma questa chiave di lettura sarebbe fine a sé stessa se non fosse accompagnata da un taglio storico che, rivisitando il cinema massonico, se così si può definire, messo insieme proprio grazie a una scrupolosa indagine operata direttamente sui fotogrammi, ne metterebbe in luce le principali «direzioni» e «volontà».

    PRIMA PARTE

    Cinema e massoneria: la storia segreta

    «Noi accettiamo la realtà del mondo così come si presenta, è molto semplice»

    The Truman Show (1998), Peter Weir

    Una o più storie

    La storia di un’organizzazione segreta può non essere segreta, perché la storia non è mai segreta. La storia esiste, esiste per narrare e per essere narrata. La storia, inoltre, è sempre parziale. Ne vale della sua autenticità. Il segreto rende parziali le verità, quelle porzioni raccolte dalla storia. Una storia della massoneria si muove fra il vero e il verosimile perché, sostanzialmente, è una storia del segreto.

    Un segreto circondato da verità false , se passate il termine. Tante leggende ruotano intorno alla massoneria e concentrano l’attenzione sul suo simbolismo mistico, sulla sua credenza in una non meglio identificata ispirazione divina. La letteratura massonica e antimassonica, indifferentemente, ha confuso le carte in tavola. I massoni sono sempre stati orgogliosi del ruolo svolto dalla loro società nei grandi cambiamenti del mondo, gli anti-massoni li accusano invece di essere responsabili di un complotto mondiale volto alla realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale che condurrà l’intera umanità alla schiavitù. Un Nuovo Ordine Mondiale cui si fa spesso riferimento, citato persino da George W. Bush nel suo discorso presidenziale.

    Sulla massoneria si è detto molto, ma poco in merito ai suoi legami con il mondo dello spettacolo. Viceversa, lo spettacolo raramente ci ha parlato della massoneria. O almeno, quasi mai lo ha mai fatto direttamente. I massoni sono comparsi in varie forme all’interno dei film, e nella maggior parte dei casi l’esser massoni non risulta apparentemente di primaria importanza per la messa in scena.

    Non si contano più i teorici della cospirazione che credono che la massoneria ci stia controllando tramite, soprattutto, le produzioni di Hollywood. Il logo della Paramount e della Columbia Pictures nasconderebbero, a detta loro, uno spiccato simbolismo di natura massonica. Per non parlare di nomi sospetti come Illumination Entertainment, la casa di produzione sussidiaria della Universal e per la quale realizza film d’animazione in CGI, fondata dall’ex presidente della 20th Century Fox, Chris Meledandri: fra i loro prodotti di punt a i polisemici e ciclopici Minions.

    La domanda sorge spontanea. Se da un lato il cinema per statuto può raccontare qualsiasi storia, non di meno quella della massoneria, può esso stesso, il cinema, essere fonte attendibile di storia, in particolar modo di quella della massoneria?

    La storia della massoneria è una storia segreta, perché è una storia che si compone di lacune. Vuoti che diventano tappe fondamentali per ricostruire l’intero. Vuoti essenziali.

    1. Il segreto della storia: una storia di lacune

    «Ho temuto a lungo che i miei peccati tornassero a visitarmi e il costo è più di quanto possa sopportare»

    Il patriota (2000), Roland Emmerich

    Quando la storia è Mistero

    Appare curioso constatare come la gran parte delle connotazioni negative attribuite alla massoneria derivino da Morale e Dogma , libro scritto proprio da un massone, il generale statunitense Albert Pyke (1809-1891). In questa pubblicazione il generale aveva descritto i trentatré gradi massonici e le rispettive pratiche mistiche di iniziazione, e presentato il sistema di educazione morale massonico che mette insieme antiche religioni e filosofie dimenticate, conoscenze gnostiche mescolate a fonti cristiane, mitologia con astrologia. Pike è l’uomo che contribuì in maniera decisiva alla rinascita della massoneria sul finire dell’Ottocento, ma il suo libro gli procurò la fama di satanista e razzista membro del Ku Klux Klan. Accuse mossegli in particolar modo dagli scritti di Léo Taxil (1854-1907), ma a quel punto l’immagine della massoneria era stata terribilmente compromessa.

    Altre precedenti pubblicazioni avevano già confuso le carte in tavola, a esempio associando la massoneria a un’altra società segreta, anch’essa anticlericale e antimonarchica, ma certamente più estrema, i cui affiliati si facevano chiamare gli Illuminati, e durata poco più di un decennio. «Prove di una cospirazione» di John Robinson (1739-1805) indicava gli Illuminati come i fautori delle Rivoluzioni che si erano verificate nei paesi anglosassoni, mentre «Memorie per la storia del giacobinismo» di Agostino Barruel (1741-1820) suggeriva l’infiltrazione degli Illuminati nelle logge massoniche. Entrambe le opere furono pubblicate nel 1798, ciascun autore era all’insaputa del lavoro dell’altro. L’influenza sul popolo fu notevole e contribuì a mettere la massoneria sotto una cattiva luce, muovendole l’accusa di voler sovvertire i valori comuni della società.

    Leggendo quelle pagine risulta che i massoni appoggiassero esclusivamente le cause dei ribelli, il che certamente è soltanto una parte della verità. Nella lista di illustri affiliati alla massoneria, infatti, possiamo enumerare sia rivoluzionari come il sudamericano Simòn Bolivar che regnanti inglesi come Giorgio IV, Guglielmo IV, Edoardo IV e Giorgio VI. Lacune dietro lacune.

    In questo capitolo affronterò la storia della massoneria in tre tappe. La prima riguarda la storia reale della massoneria a partire dalla sua nascita con la formazione delle prime corporazioni medievali. La seconda, riprendendo il titolo di un noto film di Ang Lee sulla Guerra Civile Americana, si sofferma sul ruolo cruciale assunto dalla massoneria nel corso della Rivoluzione Americana. Infine, nella terza parte, riproporrò una storia leggendaria della massoneria, l’altra faccia della medaglia, quella che affonda le radici nella costruzione del Tempio di Re Salomone.

    1.1. Le origini storiche della massoneria

    La massoneria è un Ordine iniziatico d’ispirazione illuminista che persegue, con ogni mezzo, il perfezionamento dell’umanità.

    Al di là della leggenda di cui essa si ammanta, la sua nascita può storicamente essere fissata nel Medioevo con la nascita della corporazione dei «liberi muratori» (dal francesismo franc-macon , frammassoni). Esso era una sorta di sindacato di categoria, nella fattispecie degli scalpellini che lavoravano nelle cattedrali dell’Europa del Nord. Artigiani analfabeti in grado di lavorare la pietra, un sapere considerato divino per il legame che la geometria ha sempre intrattenuto con l’astrologia. Una conoscenza che consentiva loro di muoversi liberamente in giro per il mondo intero. La corporazione operava per bloccare qualsiasi tipo di progresso tecnico e scientifico allo scopo di poter rimanere l’unica depositaria dei processi produttivi dell’epoca.

    I tagliapietre erano impegnati in lavori che duravano un numero imprecisato di anni. Solevano riunirsi nel lato sud di edifici costruiti vicino al luogo del lavoro. Il lato sud perché lì le mura continuavano a esser calde anche la notte. Le riunioni massoniche sono da allora note ai più come Il Sud. Le logge attuali devono poi il loro nome ai luoghi dove questi artigiani medievali si riunivano per mangiare durante le pause. Dal XVI secolo in poi, con il diffondersi in Europa del capitalismo, della vecchia massoneria rimase soltanto il mutuo soccorso fra gli affiliati, arricchitosi con il tempo di una componente spiritualista. Le attività segrete si mossero perciò verso nuovi orizzonti.

    La Carta di Colonia (il cui originale è conservato nella madre-loggia d’Amsterdam), manoscritto del 1535 sottoscritto da esponenti di spicco vicini alla Riforma protestante, è il documento che segnala la discendenza della massoneria dalle corporazioni dei liberi muratori. La Carta, la cui veridicità non è mai stata comunque comprovata, testimonia l’esistenza di numerose sette in diversi Stati Europei. Essa attesta inoltre la presenza di membri accettati, ossia estranei all’arte della costruzione, come medici, cappellani e scrivani. Agli accettati si deve, secondo gli storici massoni, l’introduzione del simbolismo cabalistico che, fra il XV e il XVII secolo, impazzava in Europa.

    Uno degli eventi di maggiore importanza, e più controversi, nella storia della massoneria, è per l’appunto quello dell’Accettazione, ossia l’affiliazione di membri che per la prima volta non appartenevano alla corporazione dei liberi muratori. Molti fanno risalire all’Alto Medioevo questa apertura verso altri artigiani, in seguito probabilmente all’istituzionalizzazione delle corporazioni medievali che aveva portato a una diminuzione dei lavori per i costruttori. I nuovi membri venivano accettati esclusivamente dietro invito di un altro frammassone. Fu allora che l’obiettivo della vecchia corporazione virò verso il perfezionamento dell’umanità.

    Questa la genesi della concezione moderna di Libera Massoneria. Rivendicando le conoscenze della muratura proprie ai gruppi dei tagliatori di pietra e ai costruttori di piramidi nell’Antico Egitto, poi tramandate in un miscuglio di scienza e fede, geometria e alchimia, i membri si riunivano in gran segreto per affrontare argomenti di cui era severamente vietato discutere in pubblico. Difatti i massoni speculativi professavano le idee illuministiche di progresso basate sull’uomo e sulla ragione, difendevano la libertà, che fosse di associazione, di pensiero, o di religione. La massoneria infatti si dice Libera: tanto dalla Chiesa quanto dalla Monarchia, i due poteri assoluti che cercavano di reprimere in ogni modo qualsivoglia forma di ribellione. I massoni erano anticlericali, negavano il diritto divino, mettevano costantemente in gioco la propria vita. Così nel 1751 la bolla papale di Benedetto XIV scomunicò le attività dei massoni.

    Una storia di lacune quella della massoneria, e una si trova proprio a questo punto. Fu la propaganda dei poteri costituiti e da essa minacciati (dalle sue idee e dall’inviolabilità del suo mistero) ad accusarla per prima di occultismo ed eresia, incutendo timore nelle masse ignoranti e reprimendo la tentazione di prendervi parte, in quanto era la via più facile per sbarazzarsi della massoneria.

    La seconda lacuna la troviamo alla fine della battaglia, quando la Rivoluzione Francese aveva raggiunto il suo culmine con l’abolizione della monarchia assoluta e la proclamazione della Repubblica. A quel punto, per i sostenitori dello sconfitto Ancien Régime era più facile credere di esser stati vittima di una complessa e occulta cospirazione che non ammettere i propri errori. Sostenere in toto la loro tesi, ovviamente, significherebbe non tener conto che il Gran Maestro dei massoni in Francia del tempo era il Duca d’Orleans. Fra i massoni c’erano sia i fedeli alla Monarchia che i sostenitori della Repubblica e, come per tutte le storie, la verità non sta mai da una parte soltanto.

    Il perfezionamento dell’umanità ricercato dal pensiero riformatore della massoneria va di pari passo con il desiderio di libertà. Da qui l’idea della costruzione di un Tempio (in ricordo di quello di Salomone, il primo eretto a un dio monoteista), non più fisico, ma spirituale e metaforico volto alla ricerca del diamante dentro di noi. Un diamante da lavorare esattamente come la pietra per scavarne la parte divina e condurre al ricongiungimento in una società migliore. Un ideale che si apre a tutte le fedi, religiose e politiche: i due argomenti assolutamente vietati all’interno di tutte le logge.

    Nonostante tutto l’attuale Gran Loggia Unita d’Inghilterra, o Loggia Madre del Mondo, come si professa, adduce fra i suoi protettori la corona del Regno Unito, a riprova del fatto che, sebbene ai membri sia impedito di parlare di politica e di religione, sovente questo limite non viene preso in considerazione.

    All’inizio del XVIII secolo gli affiliati che non erano scalpellini, ma aristocratici e scienziati, vollero celebrare la conoscenza degli antichi tagliapietre abbracciando una filosofia basata sulla fratellanza degli uomini e la paternità di Dio. Oramai i membri erano personalità di spicco della società del tempo e i nuovi pensieri massonici un interesse alla moda. Fra i massoni celebri del tempo, i musicisti Franz Joseph Haydn (1732-1809) e Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) che, non a caso, intrise Il flauto magico di misticismo simbolico di stampo massonico; sul versante occulto troviamo Giuseppe Balsamo (1743-1795), Conte di Cagliostro, condannato a morte per eresia dopo aver fondato a Roma la Massoneria Egiziana, che ripescava gli antichi miti legati al culto di Osiride interessandosi all’immortalità dell’anima.

    Le prime riunioni degli affiliati che non erano tagliapietre si spostarono in taverne sorvegliate da Copritori (sentinelle alla porta). Quella rimasta nella storia è la Taverna dell’Oca e della Graticola, dove si svolse un incontro cruciale. Il passaggio di consegne dai tagliapietre ai non-muratori viene fatto risalire alla data del 24 giugno 1717 quando le quattro più importanti logge di Londra decisero di riunirsi sotto un unico Ordine regolamentato da alcune Costituzioni. Fu così che a Londra nacque la massoneria moderna. Le Costituzioni di Anderson prevedono come principi cardine l’unione fra i membri, l’apoliticità del gruppo e la rettitudine morale. Nelle Costituzioni si fa riferimento ai Landmark, o antichi capisaldi, della massoneria, ma non fornendone un elenco si può soltanto supporre quali essi siano, creando con il tempo equivoci e significative difformità di pensiero da una loggia all’altra. Come d’altronde non esiste neppure una lista universale dei simboli e dei rituali.

    Primo e secondo scisma

    Nel 1753 la Gran Loggia di Londra si divise fra Antichi (Gran Loggia dei Liberi e Accettati Muratori secondo le Antiche Istituzioni) e Moderni a causa di certe importanti innovazioni rituali che alcuni membri avrebbero voluto introdurre.

    Nel 1853 si formava la Gran Loggia Unita degli Antichi Liberi Muratori d’Inghilterra (UGLE), e allo stesso tempo nasceva il Gran Capitolo dell’Arco Reale proponendosi come reale commistione fra Antichi e Moderni. Esso è una delle tre distinte e indipendenti organizzazioni all’interno della massoneria che predispone, fra i diversi riti per il raggiungimento della perfezione, il Rito di York, il più conosciuto e diffusissimo negli Stati Uniti. I Riti si distinguono dai rituali interni alle logge in quanto si tratta di veri e propri organismi collaterali, variamente riconosciuti e più o meno indipendenti, che seguono gradi successivi ai canonici tre. Tutti i Riti sono unificati sui rituali da compiere. Uno dei più noti è il Rito Scozzese Antico e Accettato, articolato in ben 33 gradi e governato da un Supremo Consiglio dei Sovrani Grandi Ispettori Generali.

    I diversi Riti propongono ciascuno la propria maniera di scandagliare i tre livelli principali che deve attraversare ogni massone. Normalmente il massone è iniziato come Apprendista per predisporsi allo stato di conoscenza, prosegue il cammino come Compagno per approfondire la conoscenza di sé e delle scienze, conclude il percorso come Maestro, il gradino più alto, il modello di come un massone deve presentarsi al mondo.

    Dunque, nel 1853 la formazione dell’UGLE fu un modo per ricomporre lo scisma inglese. Il dissenso dei tradizionalisti fu risanato con l’allontanamento di elementi di natura cristiana dalla Loggia e il ritorno ai soli tre gradi nel percorso massonico, anche se lo scisma, durato per ben cent’anni, aveva ormai dato vita a numerose logge in tutto il mondo, ciascuna inevitabilmente con una varietà di riti che perdura ancora oggi.

    Lo scisma avviò una capillare diffusione della massoneria che trasse beneficio in primo luogo dalle ramificazioni dell’Impero britannico, e in quest’ottica rivestì un ruolo centrale l’esercito inglese con le sue logge militari, i cui spostamenti da un capo all’altro delle colonie erano d’obbligo. Proprio queste logge militari crearono un noto «segno» massonico, ovvero la formula «Fuoco!» (nell’esercito riferita alle operazioni di carica del cannone) da pronunciarsi, una volta sollevato il calice, nel corso delle «masticazioni»: i banchetti massoni dove ogni portata può esser mangiata univocamente in certi modi in quanto simbolo di una determinata sfera.

    Non sorprende quindi come questi continui spostamenti e contatti contribuirono nella prima metà del XVIII secolo alla nascita di numerose sette massoniche tanto in Europa che negli Stati Uniti d’America sino anche in Russia. All’autorità autocratica del Gran Maestro Venerabile del Grande Oriente, eletto democraticamente dai membri, sono sottomesse tutte le varie logge presenti nell’area geografica di competenza. Solitamente la sovranità è estesa su scala nazionale, e aventi al loro interno altre piccole logge incentrate su obiettivi specifici. Ciascuna di queste Gran Logge si autoregolamenta, in mancanza di un’autorità centrale, riferendosi costantemente ai Landmark della costituzione di Anderson. Dunque, l’unico filo che li unisce, è la tradizione.

    Se da un lato questi principi comuni consentono, a distanza e senza un centro comune per tutte le Logge, di assumere un autogoverno al contempo universale, dall’altro è pur vero che tali precetti non sono mai stati enunciati con chiarezza e quindi varie sono le controversie e le difformità di catalogazione (quali includere e quali invece no), oltre che di interpretazione. Basti considerare che all’interno di una stessa loggia un coperto può intendere come egli desidera i principi della massoneria senza che nessuno possa mai imporgli un orientamento unico e indiscutibile di interpretazione. Fra le varie logge, che forniscono agli affiliati solo i mezzi per arrivare alla verità e non la Verità «preconfezionata», non può esistere una via unica che le metta tutte d’accordo nella loro ricerca di conoscenza. L’obiettivo è comune, il percorso anche, cambia quel che c’è fra l’uno e l’altro.

    La natura decentralizzata e non dogmatica è uno dei cardini su cui si regge l’intero Ordine, ma può diventare un punto debole nei rapporti fra le diverse giurisdizioni a causa di differenze di vedute sugli stessi argomenti (simboli, accettazione, rituali, ecc.). I rapporti formali di amicizia fra le varie logge sono complessi (a un coperto è consentito visitare solo le logge amiche e soltanto se queste acconsentono), non tutte si riconoscono fra di loro, le reciproche relazioni fra due non si estendono necessariamente anche dall’una alle amicizie dell’altra, e spesso entrano in conflitto per sovrapposizioni territoriali.

    A ogni modo, la massoneria inglese non fu più la stessa in seguito a questo primo scisma. In virtù della sua estensione in profondità nella classe dirigente britannica, sancì nella prima metà del XX secolo una dichiarazione unilaterale dei principi fondamentali, e si arrogò l’esclusiva pretesa di riconoscere e scomunicare tutte le altre logge sparse per il mondo. Quella inglese è certamente la più antica conosciuta, e il suo quartier generale, il tempio massonico più importante d’Europa modellato negli anni Venti su quello di Re Salomone a Gerusalemme, si trova al Freemasons Hall in Great Queen Street a Londra.

    Fra le logge derivate, una delle più note è il Grande Oriente di Francia fondato nel 1728. Sebbene alcuni adducano il riconoscimento delle co-massonerie, quale a esempio la massoneria femminile, come ragione principale del secondo grande scisma massonico, quello del 1877 (a cinquant’anni dalla precedente riunificazione), fu in realtà l’affiliazione dei membri atei da parte del Grande Oriente di Francia ad allontanarli dall’UGLE. Quest’ultima si atteneva fortemente alle Costituzioni di Anderson secondo le quali l’ateismo non è ammesso nelle logge, poiché requisito indispensabile per gli affiliati è quello di credere nel Grande Architetto dell’Universo e condividere almeno una qualsiasi delle credenze religiose in un principio divino.

    Negli ultimi secoli, pienamente accettata l’affiliazione di non-muratori, si discute della possibilità di iniziare ai misteri anche il genere femminile. L’UGLE, basandosi su un noto Landmark, decreta un assoluto divieto in questo senso, ma sono molte le eccezioni. Alcune logge più o meno minori accolgono le donne fra i loro membri, soprattutto in Nord America dove si sono addirittura formate e diffuse (oggi anche in Italia) co-massonerie esclusivamente per donne (che si definiscono «sorelle» al pari dei «fratelli» delle logge maschili).

    Ai nostri giorni le confraternite, almeno quindicimila sparse nel mondo, sono ben accette e riconosciute pubblicamente, benché sia vietato ai non affiliati e ai mass media di partecipare alle riunioni. La segretezza, un tempo fondamentale per la realizzazione di eventi cruciali come la ribellione ai poteri costituiti, è venuta meno.

    1.2. Cavalcando con la massoneria

    Il Settecento si dimostra un secolo decisivo per la massoneria. Sono gli anni della Rivoluzione Americana, prima, e di quella Francese, poi. Due eventi che cambiarono l’assetto politico mondiale e del cui compimento si ritiene che i massoni furono fra gli artefici principali. In realtà, come la Rivoluzione Francese ha visto massoni divisi fra monarchici e repubblicani, non diversamente in America la massoneria ha saputo oltrepassare le linee nemiche: alcuni membri si arruolarono nell’esercito britannico, altri appoggiarono la causa della Rivoluzione. Questi ultimi vinsero, e fondarono la Nazione. Se fosse stato altrimenti, c’è da immaginarsi che i massoni sarebbero stati indicati, per contro, come i responsabili della sconfitta delle colonie americane e della negata indipendenza da parte dei regnanti.

    La prima loggia nelle colonie americane nacque tredici anni dopo la prima loggia ufficiale inglese del 1717. Le logge americane, rette dai principi di fratellanza e di tolleranza, auspicavano oltreoceano la realizzazione dei valori illuministici ispirati dagli intellettuali europei quali la libertà di pensiero, di culto e di associazione. Le prime colonie rappresentarono in questo senso un progresso ottenuto dalla libertà individuale, una prova tangibile della capacità dell’uomo di autogovernarsi senza dover sottostare alle imposizioni dei regimi assolutisti.

    Tredici colonie nordamericane rivendicarono l’autonomia amministrativa dal Regno di Gran Bretagna. Il famoso evento che fece scoppiare la scintilla della Rivoluzione, ovvero il Boston Tea Party del 16 dicembre 1773, data in cui vennero distrutte molte ceste di tè nel porto di Boston in segno di protesta contro le ultime leggi sulla tassazione del governo britannico, si dice fosse stato ispirato proprio dalla massoneria. I congiurati solevano riunivano presso la taverna del Dragone Verde a Boston, ma non quella sera. Ancora oggi è possibile vedere un disegno dell’epoca conservato nella taverna e con su scritto «qui abbiamo fatto il Boston Tea Party». Mai come in questo caso la leggenda si mescola alla storia reale, perché molti dei rivoluzionari erano in effetti noti massoni, come Joseph Warren (1741-1775), e usavano riunirsi in logge allestite direttamente nei campi militari.

    Massone era anche Paul Revere (1735-1818), il patriota che contribuì con il suo coraggio alla causa americana in uno dei primi episodi della guerra. Il generale della guarnigione inglese a Boston, Thomas Gage (1719-1787), aveva diviso i suoi soldati in due colonne dirette una alla cittadina di Lexington, occupata dai coloni, e l’altra a Concord, dove si era stabilito l’arsenale dei cosiddetti minutemen , i combattenti delle milizie pronti a dar battaglia con il preavviso di un solo minuto. Le due colonne avevano lasciato la città di notte, ma l’effetto sorpresa di entrambe venne annullato dalle segrete operazioni di alcuni coloni: Dawes e Prescott riuscirono ad avvertire la guarnigione di Concord, mentre Paul Pereve cavalcò tutta la notte fino a raggiungere in tempo Lexington. Grazie a questa tempestiva comunicazione Samuel Adams (1722-1803), uno dei Padri Fondatori, e John Hancock (1737-1793), firmatario della Dichiarazione d’indipendenza, prepararono lo schieramento in attesa dell’arrivo degli inglesi. Paul Revere divenne Gran Maestro Massone del Massachusetts.

    Massoni erano, come è dimostrato dal rinvenimento di attestati e documenti, molti dei Padri fondatori degli Stati Uniti d’America che parteciparono alla stesura della Costituzione e della Dichiarazione d’indipendenza. Un esempio su tutti, Benjamin Franklin (1706-1790) che era a capo della Libera Massoneria in Pennsylvania e sfruttò molto le sue conoscenze all’interno della confraternita per far carriera. In quanto ambasciatore americano in Francia sfruttò le amicizie massoniche per ottenere l’appoggio nientemeno che del Re per la causa dei patrioti. Fu lui a introdurre, tra l’altro, Voltaire (1694-1778) alla loggia francese cui faceva parte egli stesso, la Loggia delle Nove Sorelle. Benjamin Franklin, insieme a Thomas Jefferson (1743-1826), terzo Presidente, anch’egli massone, partecipò alle Commissioni che disegnarono il Grande Sigillo degli Stati Uniti.

    La massoneria in America abbatté, in alcuni casi (non dimentichiamo che Jefferson fu uno schiavista convinto), persino la barriera della discriminazione. Riconosciuta oggi dall’UGLE, la Massoneria Prince Hall è una confraternita separata costituita principalmente da affiliati afroamericani e fondata da Prince Hall (1735-1807), l’afroamericano divenuto nel 1775 Maestro muratore in una loggia militare irlandese. Le logge afroamericane clandestine ebbero un ruolo di primo piano nell’organizzazione delle famigerate ferrovie sotterranee. Le gallerie sotto il suolo di Boston, accessibili tramite un codice segreto condiviso, erano utilizzate dagli abolizionisti per condurre gli schiavi neri verso il Nord, cioè verso la libertà. La Massoneria Prince Hall raduna al suo interno diverse Gran Logge indipendenti, ma per tanto tempo si vide negata la legittimità per via del razzismo diffuso nel Nord America.

    Washington

    La massoneria si componeva ancora nel XVIII secolo di borghesi statunitensi, così i massoni erano esponenti della classe dirigente coloniale che aveva preso parte alla Rivoluzione e combattuto nell’Esercito continentale. Generale di questo esercito fu George Washington (1732-1799), il primo Presidente. In vesti massoniche egli decise di farsi ritrarre proprio quando divenne Presidente, con il grembiule da cerimonia e i gioielli da massone, mentre avveniva la posa della pietra angolare del Campidoglio. Del resto il Campidoglio fu il primo Tempio della Nazione appena sorta, e i massoni ne erano a tutti gli effetti i sacerdoti. Se inizialmente, grazie a Washington, la massoneria divenne popolare come non mai in America, è pur vero che, in seguito alle pubblicazioni che accusavano la corruzione dilagante nella massoneria operata dagli Illuminati, da tante voci amiche gli giunse richiesta di sconfessarne pubblicamente la sua appartenenza in modo da dissipare i dubbi dei cittadini che temevano il crollo del governo. Washington non ripudiò mai la massoneria, ma procedette con numerosi scritti che ripudiavano in ogni modo gli Illuminati.

    George Washington aveva pianificato che la capitale cui avrebbe lasciato il proprio nome avrebbe avuto forma quadrata, simbolo massonico, e suddivisa in quattro quadranti a seconda dei punti cardinali. Le strade, parallele sia in verticale che in orizzontale formando angoli di novanta gradi, sono suddivise in ordine numerico e alfabetico. La planimetria prevede che l’intersezione delle strade principali disegni un pentagramma, altro simbolo più satanico che massonico. La città di Washington venne costruita adottando un modello scientifico il cui messaggio era inequivocabile: il Nuovo Ordine si sarebbe basato sulla ragione, non più sulla fede come nel Vecchio Continente.

    Molte parole si sono spese a proposito della costruzione di Wasghinton e sui rimandi alla cultura ebraica ed egizia, che sono alla base della tradizione massonica. La mappa della città è persino stata sovrapposta all’Albero della Vita, che nella Cabala della tradizione ebraica rappresenta le leggi dell’Universo. A ciascuna delle dieci Sephiroth, o Luci Increate, e alle loro intersezioni, corrisponderebbero i principali edifici quali il Lincoln Memorial, il Jefferson Memorial, il Washington Monument, il Campidoglio, la Casa Bianca. Le cerimonie della posa della pietra angolare per la Casa Bianca e per il Campidoglio, come per altri edifici, furono chiaramente cerimonie massoniche. Nell’Antico

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