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Felicità e benessere, sinonimi o sentieri paralleli?
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Felicità e benessere, sinonimi o sentieri paralleli?
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Felicità e benessere, sinonimi o sentieri paralleli?

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La ricerca della felicità è una strada su cui tutti noi camminiamo, in un modo o in un altro, forse è il motivo della nostra esistenza, lo scopo stesso della vita. A volte è sinonimo di ricchezza, oppure è l’opposto di tristezza, ma la verità è che ogni persona vuole essere felice nella misura che più ritiene vicina ai propri ideali. Daisaku Ikeda, presidente onorario della Soka Gakkai Internazionale che in Italia conta più di 80.000 membri, è impegnato da più di cinquant’anni nella realizzazione della pace mondiale e della felicità di tutta l’umanità, e afferma che le sei condizioni per essere felici sono: percepire in sé un senso di realizzazione, possedere una profonda filosofia, avere convinzione, condurre una vita allegra e vivace, il coraggio e l’apertura mentale.
Da qualunque angolazione si voglia guardare, la felicità ci riguarda molto più da vicino di quanto pensiamo, e in questo senso la psicologia positiva può e deve mettersi a disposizione per coltivare questo fine comune con lo scopo di migliorare la qualità della vita individuale e della collettività. Anche se non sarà completamente esaustivo, spero che questo ebook possa offrire qualche punto di vista un po’ diverso dal solito. La felicità è qualcosa che riguarda tutti, anche se a volte è difficile da definire credo che il suo significato più profondo risieda nel sforzo continuo di migliorare sé stessi ispirando e lasciandosi ispirare dagli altri. 

Emanuela Stracuzzi è laureata in Scienze e tecniche psicologiche presso l'università Niccolò Cusano. Lavora in uno studio odontoiatrico e frequenta l'ultimo anno del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e della Riabilitazione. Vive ad Ostia Lido con il compagno e il figlio di 5 anni.
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateMar 24, 2020
ISBN9788835393221
Felicità e benessere, sinonimi o sentieri paralleli?

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    Felicità e benessere, sinonimi o sentieri paralleli? - Emanuela Stracuzzi

    Meneceo

    Introduzione

    Un proverbio tailandese dice: La falsa felicità rende le persone altezzose e arroganti. La vera felicità le rende gioiose e le riempie di saggezza e compassione. [1]

    Quando raggiungiamo un obiettivo importante nella nostra vita e ci sentiamo realizzati, ci sentiamo anche felici (pensiamo ad un atleta che vince una medaglia olimpionica), e lo siamo allo stesso modo quando quell’ impresa la compie nostro figlio, ad esempio, come se quella felicità fosse anche un po’ nostra. Ma da dove viene questa felicità, e perché ha per ognuno di noi un significato diverso? Nella riuscita di un’impresa olimpionica quel tipo di felicità potrebbe allacciarsi al fatto che in qualche modo il duro allenamento sia stato ricompensato dal più alto riconoscimento, oppure che sostenere la vita di un figlio sia stato un percorso che ha portato ad accrescere la fiducia in entrambe le direzioni, e quella fiducia ha alimentato quella che lo psicologo canadese Albert Bandura, noto per il suo lavoro sulla teoria dell’apprendimento sociale, chiama autoefficacia percepita.

    In un’intervista a Paolo Simoncelli, il padre del noto pilota e campione motociclistico, scomparso in seguito ad un incidente durante il Gran Premio della Malesia nel 2011 all’età di 24 anni, dichiara di non aver nessun rimpianto, perché sia lui che la moglie avevano fatto tutto quello che serviva per rendere felice Marco. Quelle parole mi fecero riflettere a lungo, e ancora oggi quando penso alla forza e al coraggio di quella dichiarazione mi domando ancora una volta cosa sia davvero la felicità. Da mamma vedo la felicità riflessa negli occhi di mio figlio di 4 anni quando l’altalena va un po’ più in alto, o quando corre sul bagnasciuga a piedi nudi a ottobre perché il mare gli piace tanto, o quando andiamo insieme sulla nave dei pirati alle giostre, e lui si gira e mi dice mamma sono felice che stiamo insieme.

    Questo lavoro non si pone l’arduo obiettivo di definire definitivamente la felicità, poiché da tale definizione universale siamo ancora lontani, cambiando essa anche in base al contesto sociale, storico ed economico dell’individuo e della comunità nel quale è inserito, ma nella fase di ricerca del materiale per la stesura dell’elaborato ho potuto constatare piacevolmente come il concetto di felicità stia rientrando sempre di più nei diritti psicologici, se posso definirli così, dell’essere umano.

    Quello della felicità è un argomento caro alla psicologia positiva, di cui vedremo la nascita e il contributo, che vede nella figura del dott. Martin E. P. Seligman il suo fondatore e maggiore esponente, e che in Italia viene portata avanti dalle attività della Società Italiana di Psicologia Positiva (SIPP).

    Camminando tra i costrutti teorici del funzionamento positivo proposti fino ad oggi, cercheremo di scoprire se questi possono essere utilizzati nella quotidianità e nei momenti di crisi, quando a tutto pensiamo fuorché ad essere felici.

    Nel campo della ricerca inoltre sono state condotte una serie di indagini e studi volti da una parte a definire il termine felicità (ricerca promossa dalla dott.ssa Delle Fave), e dall’altra tentando di misurarla, come ad esempio la scala per misurare la felicità fluttuante e quella duratura legato ad un recente modello teorico basato su individualismo vs altruismo che vedremo nel capitolo III.

    Nel suo libro il Prof. Raffaele Morelli, medico, psichiatra e psicoterapeuta, nonché presidente dell’Istituto di Riza e vicepresidente della società Italiana di Medicina Psicodinamica, riporta una serie di semplici " antiregole che ti danno la gioia di vivere". [2] Parte di quel lavoro verrà preso in esame per dimostrare che piccole strategie, come ad esempio cambiare il proprio dialogo interiore o smontare un pregiudizio che offusca inutilmente il nostro modo di vivere, possano essere talvolta risolutive per riconsiderare limiti e possibilità.

    L’argomento, anche se leggero, non è stato facile da trattare, soprattutto perché il compito della psicologia è stato almeno nell’ultimo mezzo secolo, quello di dedicarsi completamente alla malattia mentale, ma oggi la psicologia della salute mettendo al centro il completo benessere fisico, psichico e sociale dell’individuo ha per certi versi spostato l’ago della bilancia dall’effetto alla causa, e concetti come la resilienza, che verrà trattata proprio come capacità di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte a problemi o eventi traumatici, diventano fondamentali per costruire quella solidità psicologica che prescinde dalle circostanze.

    La vita di Chris Gardner, imprenditore statunitense, ha ispirato il cinema americano con una tra le mie pellicole preferite, e non solo per il contenuto altamente emotivo, ma per la tenacia, l’umiltà, la forza e anche il sorriso con cui un uomo comune cerca disperatamente di vincere un destino avverso che sembra non cambiare. Rimettendosi in gioco, ricominciando da capo ogni volta che la vita lo richiedeva, anche vivendo da senzatetto ma conservando la dignità, e proteggendo ma insegnando il valore della vita al

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