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Taccuini postmoderni: Dialoghi e pensieri
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Taccuini postmoderni: Dialoghi e pensieri
Ebook40 pages29 minutes

Taccuini postmoderni: Dialoghi e pensieri

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“Quando accedo intimamente a ciò che chiamo “me stessa”, mi imbatto in un intreccio di connessioni, di pensieri, esperienze, ricordi. In un insieme di percezioni, in un fascio di energie, di processi diversi che operano in modo autonomo e, come sosteneva Hume, io sono il caldo, il fresco, l’ombra o la luce, l’amore o l’odio, il colore o il suono, il dolore o il piacere”

"Non un saggio ma un taccuino fatto di pensieri e passioni di carta. Un diario postmoderno perché liquido, altalenante tra profondità e lievità; intimo ed esuberante. Il risultato: una semplice alchimia in cui si mescolano forma teoretica e leggerezza. E i temi su cui riflettere? Pochi, essenziali, inevitabili. Il dialogo con Dio o con il Dubbio. Il dialogo con Se stessi o con lo Spirito libero. Il dialogo con l'Amore o con l'Altro. Il dialogo con il Mondo o con il Reale. Il dialogo con la Morte o con l'Inevitabile."
LanguageItaliano
PublisherRogas
Release dateMar 24, 2020
ISBN9788835391975
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    Book preview

    Taccuini postmoderni - Laura Tappatà

    Tappatà)

    Introduzione

    La domanda che cosa è l’Io? è molto antica.

    Né la religione o la filosofia, ma neanche la psicoanalisi, sono giunte a una spiegazione definitiva. Malgrado ci si conviva dalla nascita alla morte è un oggetto di riflessione che, in realtà, ci sfugge. Molto dipende dalla complessità della domanda. Molto ancora dal motivo che, secondo il paradigma scientifico delle epoche storiche, l’Io si è intrecciato o separato con il corpo; è diventato simile alla coscienza o alla mente; è scivolato nell’anima per poi riapparire nel cervello.

    Ognuno si organizza come può nel cercare delle risposte.

    Io penso che quando accedo intimamente a ciò che chiamo me stessa, mi imbatto in un intreccio di connessioni, di pensieri, esperienze, ricordi. In un insieme di percezioni, in un fascio di energie, di processi diversi che operano in modo autonomo e, come sosteneva Hume, io sono il caldo, il fresco, l’ombra o la luce, l’amore o l’odio, il colore o il suono, il dolore o il piacere: non trovo mai me stesso distinto da queste percezioni.

    Mi affascina questa alchimia di armonie e contrasti, mi conquista la sfida della ricerca di un equilibrio in questo Maelström esistenziale.

    L’Io unitario è, probabilmente, un’illusione. Crediamo di essere un’entità che resta identica a se stessa, con limiti definiti nello spazio e nel tempo, ma in realtà siamo fluidi e mutevoli, in movimento continuo. Dobbiamo accettare questo assioma: la nostra stessa vita è trasformazione. Senza cambiamento non c’è anelito vitale.

    È anche pur vero che, da qualche parte, dobbiamo trovare un ancoraggio.

    Così, per tutta la nostra vita, tessiamo dei fili intrecciati di ricordi che legano il presente al passato e ci muoviamo seguendo degli obiettivi valoriali che, per quanto mi riguarda, sono il raggiungimento della consapevolezza personale, l’uso sapiente delle passioni e la ricerca della bellezza.

    Armonie e contrasti sono cose della vita ma ciò che importa, in ultima analisi, è una continuità e la scrittura di una biografia coerente.

    Tracciare un profilo di sé, descrivere e registrare il flusso degli eventi e dell’esperienza interiore, sono suggerimenti spesso rivolti a chi desidera dare voce al proprio vissuto.

    Infatti, sembra che le storie, la loro narrazione, ci aiutino a vivere.

    L’ortodossia contemporanea, in campo umanistico quanto in ambito psicoterapeutico, afferma che il bisogno di raccontarsi e di narrare è centrale nella vita di ogni persona. Le parole diventano uno strumento utile per interpretare la realtà, per sollecitare il

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