Il Meglio di
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Anteprima del libro
Il Meglio di - Giglio Reduzzi
633/1941.
Preambolo
Come è noto, quando finiscono gli episodi di una serie televisiva, l’editore per qualche tempo manda in onda il meglio di
, cioè spezzoni delle puntate che ritiene abbiano avuto più successo delle altre.
Così intendo fare io con questo volumetto.
Ovviamente mi rendo conto che, quando si arriva a il meglio di
vuol dire che è proprio finita.
Sic transit gloria mundi.
Peccato che, nel mio caso, non ci sia nessuna gloria da far transitare.
Questo volumetto è dedicato a due categorie di lettori:
-coloro che si rifiutano di leggere un libro che non sia in forma cartacea (come il mio amico Marcello) perché vogliono sentire l’odore della carta ed il fruscio delle pagine, e
- coloro che, avendo già letto i miei saggi nella versione digitale o sul mio Blog, hanno mostrato interesse - ed a volte persino apprezzamento- per alcuni di essi.
Nessuna di queste persone appartiene alla categoria dei cattedratici, ma ho notato con piacere che il piccolo gruppo comprende imprenditori, pubblici amministratori e persino un paio di sacerdoti.
E questo mi basta ed avanza.
1. Rudimenti di Economia
Se mai i miei nipoti mi chiedessero di spiegare loro cos’è l’economia (cosa che si guardano bene dal fare), mi sforzerei di usare un linguaggio semplice e parlerei loro nei seguenti termini:
1) l’economia è l’arte di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
2) Allo Stato compete fare le cose che, richiedendo un grande impegno organizzativo e finanziario, il singolo non può fare. Tipo strade, scuole, prigioni ed ospedali.
3) Perché lo Stato possa fare quelle cose è necessario che i cittadini gli diano i mezzi per realizzarle.
Ciascuno nei limiti delle proprie possibilità. Questi mezzi
si chiamano imposte e/o tasse.
4) Evadere le tasse è un crimine. Salvo che un cittadino rinunci in partenza ad usufruire dei servizi forniti dallo Stato.
Cosa che può fare solo espatriando. Una volta per sempre. Non che faccia dentro e fuori secondo la convenienza.
5) Perché al punto 3 si dice che ciascun cittadino deve pagare le tasse "nei limiti delle proprie possibilità?
Semplice: perché la ricchezza si trova distribuita tra i cittadini in modo diseguale.
Poveri e ricchi sono sempre esistiti. Nessuno è mai riuscito ad abolire del tutto la povertà.
6) Tentare di ridurre le distanze tra ricchi e poveri costituisce l’assillo costante dei partiti politici cosiddetti di sinistra (comunisti, socialisti, ecc.), mentre i partiti di destra sono più interessati a creare ricchezza.
7) Questa può essere creata solo da aziende che nascono dalla libera iniziativa dei singoli cittadini o piccoli gruppi dei medesimi.
8) Lo Stato deve limitarsi a creare le condizioni perché queste iniziative crescano e prosperino.
Non può occuparsene direttamente, perché i servizi in cui è impegnato, oltre ad essere di grandi dimensioni, sono generalmente slegati dalle leggi dell’economia, in quanto rivolti più al fine (per esempio assicurare la salute dei cittadini) che ai mezzi utilizzati per raggiungerlo.
Dunque, in questo caso, lo scopo deve essere conseguito a qualunque costo, mentre, come abbiamo visto, l’economia prevede che il fine venga raggiunto con il minimo sforzo.
9) Quali sono le condizioni che lo Stato deve garantire al cittadino, italiano o straniero, che desidera impiantare una fabbrica in Italia?
Le condizioni sono che gli vengano garantiti:
a) Il libero accesso alle infrastrutture esistenti, eventualmente migliorandole,
b) La libertà d’impresa (cioè la libertà di scegliere a suo piacimento il miglior modo di combinare materie prime e manodopera),
c) Una struttura statale non ostile (meglio se amica) ed, in particolare, un giusto e rapido processo nell’eventualità che l’imprenditore incappi in una lite giudiziaria,
d) Un’equa tassazione dei profitti nascenti dalla sua iniziativa.
Si tratta, come è facile vedere, di condizioni minime che, se mancano, rendono l’impresa impossibile.
Specie se a mancare ce n’è più di una.
Prendiamo, per esempio, il requisito della libertà d’impresa.
Se ad un imprenditore viene imposto di assumere 10 lavoratori, in luogo dei 5 che lui aveva stimato essergli necessari (magari suggerendogli anche i nomi), è chiaro che lui desisterà dal suo progetto produttivo.
E’ per questa ragione che gli imprenditori stanno alla larga dalle aree a forte presenza mafiosa.
Se queste sono le regole, allora possiamo passare ad analizzare la situazione italiana.
La situazione italiana
Come tutti sanno, stiamo attraversando un momentaccio. E non solo in campo economico.
Ma, rimanendo in questo settore, notiamo che è iniziato da tempo un processo di de-industrializzazione.
Nel senso che le aziende, comprese le più note, o chiudono o delocalizzano. Cioè vanno altrove. Le ragioni?
Evidentemente sono venute