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Il Meglio di
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Ebook111 pages51 minutes

Il Meglio di

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Riflessioni critiche in tema di politica e religione.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 24, 2020
ISBN9788831661546
Il Meglio di

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    Il Meglio di - Giglio Reduzzi

    633/1941.

    Preambolo

    Co­me è no­to, quan­do fi­ni­sco­no gli epi­so­di di una se­rie te­le­vi­si­va, l’edi­to­re per qual­che tem­po man­da in on­da il me­glio di, cioè spez­zo­ni del­le pun­ta­te che ri­tie­ne ab­bia­no avu­to più suc­ces­so del­le al­tre.

    Co­sì in­ten­do fa­re io con que­sto vo­lu­met­to.

    Ov­via­men­te mi ren­do con­to che, quan­do si ar­ri­va a il me­glio di vuol di­re che è pro­prio fi­ni­ta.

    Sic tran­sit glo­ria mun­di.

    Pec­ca­to che, nel mio ca­so, non ci sia nes­su­na glo­ria da far tran­si­ta­re.

    Que­sto vo­lu­met­to è de­di­ca­to a due ca­te­go­rie di let­to­ri:

    -co­lo­ro che si ri­fiu­ta­no di leg­ge­re un li­bro che non sia in for­ma car­ta­cea (co­me il mio ami­co Mar­cel­lo) per­ché vo­glio­no sen­ti­re l’odo­re del­la car­ta ed il fru­scio del­le pa­gi­ne, e

    - co­lo­ro che, aven­do già let­to i miei sag­gi nel­la ver­sio­ne di­gi­ta­le o sul mio Blog, han­no mo­stra­to in­te­res­se - ed a vol­te per­si­no ap­prez­za­men­to- per al­cu­ni di es­si.

    Nes­su­na di que­ste per­so­ne ap­par­tie­ne al­la ca­te­go­ria dei cat­te­dra­ti­ci, ma ho no­ta­to con pia­ce­re che il pic­co­lo grup­po com­pren­de im­pren­di­to­ri, pub­bli­ci am­mi­ni­stra­to­ri e per­si­no un pa­io di sa­cer­do­ti.

    E que­sto mi ba­sta ed avan­za.

    1. Rudimenti di Economia

    Se mai i miei ni­po­ti mi chie­des­se­ro di spie­ga­re lo­ro cos’è l’eco­no­mia (co­sa che si guar­da­no be­ne dal fa­re), mi sfor­ze­rei di usa­re un lin­guag­gio sem­pli­ce e par­le­rei lo­ro nei se­guen­ti ter­mi­ni:

    1) l’economia è l’arte di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

    2) Allo Stato compete fare le cose che, richiedendo un grande impegno organizzativo e finanziario, il singolo non può fare. Tipo strade, scuole, prigioni ed ospedali.

    3) Perché lo Stato possa fare quelle cose è necessario che i cittadini gli diano i mezzi per realizzarle.

    Ciascuno nei limiti delle proprie possibilità.  Questi mezzi si chiamano imposte e/o tasse.

    4) Evadere le tasse è un crimine. Salvo che un cittadino rinunci in partenza ad usufruire dei servizi forniti dallo Stato.

    Cosa che può fare solo espatriando. Una volta per sempre. Non che faccia dentro e fuori secondo la convenienza.

    5) Perché al punto 3 si dice che ciascun cittadino deve pagare le tasse "nei limiti delle proprie possibilità?

    Semplice: perché la ricchezza si trova distribuita tra i cittadini in modo diseguale.

    Poveri e ricchi sono sempre esistiti. Nessuno è mai riuscito ad abolire del tutto la povertà.

    6) Tentare di ridurre le distanze tra ricchi e poveri costituisce l’assillo costante dei partiti politici cosiddetti di sinistra (comunisti, socialisti, ecc.), mentre i partiti di destra sono più interessati a creare ricchezza.

    7) Questa può essere creata solo da aziende che nascono dalla libera iniziativa dei singoli cittadini o piccoli gruppi dei medesimi.

    8) Lo Stato deve limitarsi a creare le condizioni perché queste iniziative crescano e prosperino.

    Non può occuparsene direttamente, perché i servizi in cui è impegnato, oltre ad essere di grandi dimensioni, sono generalmente slegati dalle leggi dell’economia, in quanto rivolti più al fine (per esempio assicurare la salute dei cittadini) che ai mezzi utilizzati per raggiungerlo.

    Dunque, in questo caso, lo scopo deve essere conseguito a qualunque costo, mentre, come abbiamo visto, l’economia prevede che il fine venga raggiunto con il minimo sforzo.

    9) Quali sono le condizioni che lo Stato deve garantire al cittadino, italiano o straniero, che desidera impiantare una fabbrica in Italia?

    Le condizioni sono che gli vengano garantiti:

    a) Il libero accesso alle infrastrutture esistenti, eventualmente migliorandole,

    b) La libertà d’impresa (cioè la libertà di scegliere a suo piacimento il miglior modo di combinare materie prime e manodopera),

    c) Una struttura statale non ostile (meglio se amica) ed, in particolare, un giusto e rapido processo nell’eventualità che l’imprenditore incappi in una lite giudiziaria,

    d) Un’equa tassazione dei profitti nascenti dalla sua iniziativa.

    Si trat­ta, co­me è fa­ci­le ve­de­re, di con­di­zio­ni mi­ni­me che, se man­ca­no, ren­do­no l’im­pre­sa im­pos­si­bi­le.

    Spe­cie se a man­ca­re ce n’è più di una.

    Pren­dia­mo, per esem­pio, il re­qui­si­to del­la li­ber­tà d’im­pre­sa.

    Se ad un im­pren­di­to­re vie­ne im­po­sto di as­su­me­re 10 la­vo­ra­to­ri, in luo­go dei 5 che lui ave­va sti­ma­to es­ser­gli ne­ces­sa­ri (ma­ga­ri sug­ge­ren­do­gli an­che i no­mi), è chia­ro che lui de­si­ste­rà dal suo pro­get­to pro­dut­ti­vo.

    E’ per que­sta ra­gio­ne che gli im­pren­di­to­ri stan­no al­la lar­ga dal­le aree a for­te pre­sen­za ma­fio­sa.

    Se que­ste so­no le re­go­le, al­lo­ra pos­sia­mo pas­sa­re ad ana­liz­za­re la si­tua­zio­ne ita­lia­na.

    La si­tua­zio­ne ita­lia­na

    Co­me tut­ti san­no, stia­mo at­tra­ver­san­do un mo­men­tac­cio. E non so­lo in cam­po eco­no­mi­co.

    Ma, ri­ma­nen­do in que­sto set­to­re, no­tia­mo che è ini­zia­to da tem­po un pro­ces­so di de-in­du­stria­liz­za­zio­ne.

    Nel sen­so che le azien­de, com­pre­se le più no­te, o chiu­do­no o de­lo­ca­liz­za­no. Cioè van­no al­tro­ve. Le ra­gio­ni?

    Evi­den­te­men­te so­no ve­nu­te

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