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Tiago e il Goblin. Ricorda Chi Sei
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Ebook74 pages52 minutes

Tiago e il Goblin. Ricorda Chi Sei

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About this ebook

Tiago, un ragazzino come altri, scopre di convivere con un Goblin dal quale si sente sobillato, annebbiato, ostacolato. Nonna Iris accompagna Tiago passo passo, mostrandogli i tre Poteri per smascherare il proprio Goblin e quello altrui. In un breve viaggio dalla Paura all'Amore, il lettore viene iniziato alla forza alchemica della Presenza.

Per i contenuti incentrati sulla crescita personale e spirituale, questo testo è destinato ad adulti e giovani alchimisti. Con l'intento di risvegliare l'Essenza, queste poche pagine propongono i principali capisaldi del lavoro interiore, insieme a tre semplici esercizi di auto-aiuto.

Le illustrazioni fanciullesche e il personaggio di un ragazzino non ancora undicenne agevolano a livello intuitivo la comunicazione con il bambino che siamo stati e che vive ancora dentro di noi.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 17, 2020
ISBN9788831663731
Tiago e il Goblin. Ricorda Chi Sei

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    Tiago e il Goblin. Ricorda Chi Sei - Michela Ruffino

    2020

    Capitolo 1.

    L’attacco del Goblin.

    É mercoledì e Tiago, come al solito, è in ritardo per andare a scuola. A quasi undici anni non è ancora in grado di allacciarsi le scarpe per bene: non si sa che cosa abbiano questi fili maledetti, ma proprio non si vogliono annodare come si deve. Qualcosa di cupo suggerisce cattivi pensieri. Tutti gli altri ci riescono, io invece no! Sono uno stupido. Rimugina, mentre la madre gli strilla di sbrigarsi. Mi va tutto storto! Non ne faccio buona nemmeno una… si tormenta Tiago mentre gli s’incastrano le dita fra i lacci.

    Una strana presenza nella stanza, infatti, serpeggia, come se tutte le parole che ha nella testa avessero il potere di deformare gli oggetti intorno a lui: sembrano numerosi, ingombranti, disordinati. E queste stringhe fanno tutto fuorché allacciarsi. Sono un’incapace. Che vergogna, alla mia età! Mamma non deve sapere… Questo dice fra sé e sé, fingendo stanchezza quando la madre spalanca la porta della cameretta:

    «Allora, sei ancora qui? Ma cosa hai fatto tutto questo tempo?!»

    «Ho sonno…» borbotta Tiago, trovando al volo una scusa per il suo ritardo.

    «Forza, andiamo!» ribatte la mamma, scrutandolo velocemente.

    Tiago sente un magone nella pancia che sale su fino ad arrossare le guance, come se avesse un mostriciattolo aggrappato alla schiena, con le braccia strette al torace, che preme i pugni chiusi sullo stomaco, fino a fargli mancare l’aria. Cerca di scrollare questa sensazione dal corpo e, spilungone, secco e scapigliato, sale nell’automobile, mentre la madre parla ad alta voce:

    «É colpa mia, devo svegliarti prima la mattina, hai ancora bisogno di giocare un po’, oppure riprenderti con calma dal sonno, e invece io cosa faccio?»

    Non ha l’aria di essere una vera conversazione, ma mamma Sandra prosegue con il viso aggrottato ed agitando le mani:

    «Io insisto, insisto a svegliarti tardi ed ecco il risultato: traffico, traffico e traffico! Sono una stupida…»

    Tiago nota che la mamma è proprio arrabbiata con se stessa, ma non capisce perché, visto che è lui che non sa allacciarsi le scarpe! La madre bisbiglia, trafelata, con i ricci arruffati, gli zigomi arrossati, nonostante il suo consueto pallore. Il tono della voce è diverso dal solito, sembra piagnucolante, ma a tratti appare severa. Le guarda il viso pieno di espressioni, insieme alle mani che danno colpetti sul volante: fa smorfie persino mentre sta in silenzio. Con chi sta parlando veramente?

    ~

    Le ore a scuola si svolgono come di consueto: spiegazioni, interrogazioni, compiti in classe, divertimento a ricreazione, qualche presa in giro fra ragazzini. Manolo, il suo compagno di banco dal collo taurino, fisicamente ben piazzato e dal comportamento invadente, in attesa dell’ultima campanella, gli dà il tormento come al solito: strappa qualche foglio dal suo quaderno, ride sguaiatamente nelle orecchie e gli bussa in testa ripetutamente con il pugno tozzo. Tiago oramai è abituato, sa che quando non gli dà retta il supplizio finisce presto. Il suo cruccio ora è rivolto alle due risposte sbagliate che ha messo nel compito in classe. Avrei potuto fare meglio il mio compito, a ripensarci sapevo quelle due risposte. É che mi sono distratto, è colpa di Manolo che sta sempre lì a copiare e a parlare mentre facciamo i compiti: non lo sopporto, è un rompi scatole! Oh, se fossi un vero ninja cosa gli farei! Borbotta Tiago fra sé e sé, mentre, in attesa di uscire, scruta da lontano Manolo che si diverte nel cortile a schiacciare le formiche con i sassi. Chissà cosa penserà la maestra quando vedrà il suo compito: questa volta il voto non sarà alto, di sicuro ha fatto altri errori di cui non si è accorto a causa delle continue intromissioni di Manolo e dovrà dirlo ai suoi genitori. Di nuovo percepisce quel mostriciattolo stringergli lo stomaco.

    Dopo la scuola, s’incammina pensieroso verso la casa dei nonni che abitano a pochi isolati da lì. Nonna Iris prepara ogni giorno il pranzo per Tiago, mentre nonno Raul ama ancora passare le giornate al suo orto fuori città.

    Una nuvola nera sembra sostare sopra la testa di Tiago. Sentimenti di ansia e di rabbia si muovono dentro di lui. Tiago non si accorge di parlare da solo per strada, facendo smorfie e ghigni: un momento immagina di affrontare Manolo, e l’istante dopo di ripararsi

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