Manuale di pianificazione finanziaria Smart
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Manuale di pianificazione finanziaria Smart - Maurizio Mapelli
info@youcanprint.it
INTRODUZIONE
Non siamo stupidi ma…
Un PC e un mouse costano insieme 510 euro. Il PC costa cinquecento euro in più del mouse. Quanto costa il mouse? La maggior parte delle persone risponde rapidamente, insistendo che il mouse costa dieci euro. Una risposta solo apparentemente ovvia e corretta. In realtà la risposta giusta è che il PC costa 505 euro e il mouse 5 euro. Solitamente ci si arriva dopo qualche secondo di riflessione. Se non ci foste arrivati (niente paura, è normale) basta pensare che se il mouse costasse davvero 10 euro la differenza tra i due oggetti non sarebbe di 500 euro ma di 490.
Pc € 500 - Mouse € 10 = 490
Mentre la risposta corretta resiste alla più classica delle prove aritmetiche. Carta e penna alla mano:
Pc € 505 + Mouse € 5 = € 510
Perché allora le persone cadono in questo genere di errori?
La risposta è da una parte rassicurante, dall’altra meno. In ogni caso può essere considerata una buona notizia.
Quanto alle rassicurazioni: non è questione di quoziente intellettivo o di essere stupidi. Si tratta invece del fatto che le persone, gli esseri umani agiscono continuamente in modo tutt’altro che razionale.
Scherzi della natura, tecniche che ci portiamo dietro dai nostri antenati costretti a elaborare risposte in breve tempo pena essere mangiati da tigri e altri animali feroci. Quello che avviene ogni volta, quasi ogni volta che si tratta di scelte, è conosciuto come risparmio cognitivo, la tendenza dell’uomo ad affidarsi a scorciatoie di pensiero e altri flussi di ragionamento che, apparentemente, consentono di elaborare una risposta in modo più veloce.
Quello che sappiamo in proposito rientra nella branca della scienza dell’economia comportamentale ed è stato presentato principalmente come bias cognitivi, soprattutto grazie al lavoro di Daniel Kahneman vincitore del premio Nobel grazie alla formulazione della sua teoria del prospetto con Amos Tversky. La Teoria del prospetto si focalizza in particolare sulle decisioni in condizioni di rischio, tema che sarà una linea guida di questo libro.
Ma torniamo all’esempio iniziale. In realtà la versione classica è formulata presentando alle persone una domanda di tipo diverso: un pipistrello e una palla costano $ 1,10 in totale. Il pipistrello costa $ 1,00 in più della palla. Quanto costa la palla?
Ho voluto cambiare la formulazione, introducendo oggetti diversi, per cercare di sorprendere il lettore più informato ma anche per un altro motivo.
Innanzitutto, ho posto una domanda plausibile. Sappiamo bene, per esperienza, che un mouse costi molto meno di un PC. E sappiamo altrettanto bene, lo sa almeno la maggior parte delle persone, che un mouse si colloca spesso a una fascia di prezzo di 10/20 euro e molti PC hanno un costo intorno alle cinquecento euro. La mia formulazione risponde dunque alla realtà e non crea diffidenza o mette in allarme il lettore.
Perché questa precisazione? Un esperimento più approfondito, sullo stesso dilemma, renderà tutto più chiaro.
In un articolo del Journal of Cognitive Psychology del 2014, i ricercatori Trémolière e De Neys sottolineano che la risposta generata intuitivamente al problema "bat-and-ball" (che la palla costa 10 centesimi, nel nostro caso iniziale era il mouse a 10 euro) non è né altamente credibile né altamente incredibile. Non è irragionevole pensare – specialmente per qualcuno che non è un esperto di baseball – che una palla del genere possa costare 10 centesimi. Si chiedevano però come una persona potesse rispondere se un problema di tipo simile avesse suscitato una risposta intuitiva, ma incredibile. Cosa succederebbe se la risposta intuitiva contraddicesse altre intuizioni come la conoscenza passata del costo di un articolo?
Per scoprirlo, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di rispondere a un problema di tipo bat-and-ball classico o modificato. Nel classico problema, ai partecipanti è stata posta la seguente domanda: Una Rolls-Royce e una Ferrari insieme costano $ 190.000. La Rolls-Royce costa $ 100.000 in più rispetto alla Ferrari. Quanto costa la Ferrari?
.
Nella versione modificata del problema, ai partecipanti è stata posta invece la seguente domanda: Una Ferrari e una Ford insieme costano $ 190.000. La Ferrari costa $ 100.000 in più rispetto alla Ford. Quanto costa la Ford?
.
Come nel problema originale del pipistrello e della palla, le persone spesso cercheranno di rendere il problema più facile rimuovendo inconsciamente il più di
formulazione del problema, portandoli a leggere il problema dicendo: La Rolls-Royce costa $ 100.000
o La Ferrari costa $ 100.000
.
La risposta intuitiva, ma errata, è che l’auto meno costosa (che sia la Ferrari o la Ford, a seconda del problema) costa $ 90.000; tuttavia, nella versione modificata del problema, questa risposta (che la Ford costa $ 90.000) è in conflitto con la conoscenza e l’esperienza di quasi tutte le persone sulle auto Ford: l’idea che una Ford costi $ 90.000 non è credibile. Questo conflitto non è presente nel classico problema, in quanto il pensiero di una Ferrari che costa $ 90.000 sembrerebbe ragionevole alla maggior parte delle persone.
I ricercatori hanno scoperto che un numero significativamente maggiore di persone ha risposto correttamente alla versione modificata del problema rispetto alla versione classica del problema. Gli autori hanno dunque dedotto che quando le risposte intuitive sono in conflitto con altre intuizioni, come quelle basate sulla conoscenza e sull’esperienza, le persone hanno maggiori probabilità di impegnarsi in ragionamenti più deliberati e riflessivi che portano a una maggiore probabilità di rispondere correttamente al problema.
È probabile che adesso tu ti stia facendo due domande. La prima: ma non stavo leggendo il libro di un certo Mapelli, consulente finanziario? La seconda: e dunque?
Rispondo a entrambe in un colpo solo: la finanza, intesa come ogni azione e scelta inerente all’accrescimento, alla conservazione o alla ottimale allocazione delle risorse, soldi, non può prescindere da questo. Dal fatto che:
Le persone agiscono continuamente in modo irrazionale; pregiudizi e bias cognitivi condizionano e determinano i risultati, spesso portando a precludersi ottimi affari o dilapidare una fortuna.
Il rischio si riduce notevolmente prestando attenzione, e questo, come confermato dagli esempi modificati
esposti prima, avviene in presenza di conoscenza
.
Se avessi ricordato di aver aperto il libro di un tal Maurizio Mapelli, consulente finanziario, avresti ricordato bene. Il libro è quello e io sono davvero Maurizio Mapelli, consulente finanziario.
Semplicemente però non si può (e dovrebbe) dire una sola parola in materia di soldi
senza considerare questi due fattori: psicologia e conoscenza. Da anni racchiudo entrambi i termini e le discipline in una sola parola: cultura finanziaria
.
Nel prosieguo di questo breve volume, cercherò di fornire gli elementi essenziali per non cadere in errore. Non tanto in tranelli logici che potrebbero presentarsi in una cena con amici o sulle pagine della settimana enigmistica, quanto in scelte che potrebbero mettere a rischio il vostro patrimonio, i vostri soldi ovvero il motivo per il quale, a meno di non essere ricchissimi ereditieri (e in questo caso avrebbe comunque senso) vi alzate la mattina per andare a lavorare e avete sicuramente fatto qualche rinuncia e tanti sacrifici.
Prima però di addentrarci in termini tecnici e noiosi e in situazioni più strettamente legate al risparmio e agli investimenti, lasciatemi continuare con il discorso sulle emozioni e sui pregiudizi e in particolare su due complicazioni che rendono, possibilmente, tutto ancora più difficile.
Come bambini di 8 anni
Il senso comune dice che i ricchi siano persone avide ed egoistiche e che di contro i poveri o le persone di ceto medio siano invece caratterizzate da maggiore altruismo; tesi solitamente confermata dall’idea che chi prova difficoltà quotidiane possa comprendere ed empatizzare più facilmente con quelle altrui. Sino a poco tempo fa però non c’erano dati empirici a dimostrarlo.
Nel 2017, invece, gli studiosi sociali James Andreoni, Nikos Nikiforakis e Jan Stoop, condussero un esperimento per confermarlo.
L’esperimento, condotto su un gruppo casuale di persone di classe agiata e non, venne fatto nei Paesi Bassi e consisteva nell’inviare una busta con 5 o 20 euro e un biglietto che spiegava fosse il regalo di un nonno a un nipote. Il denaro era stato inoltre inviato in due