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Forex trading tra opportunità e rischi
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Ebook192 pages1 hour

Forex trading tra opportunità e rischi

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Negli ultimi anni le opportunità di operare on-line sui mercati finanziari si sono notevolmente ampliate. Ма si tratta di opportunità vera? Con quali condizioni? Е con quali rischi? Но cercato di rispondere а queste domande. Potete considerare questo lavoro una lettura rivolta in particolare а chi è interessato al trading sul mercato delle valute, il Forex. Un contributo alla ricerca di una modalità operativa profittevole per far diventare il trading una componente importante della propria libertà finanziaria. Ма per arrivare alla libertà finanziaria è necessario sviluppare la capacità non solo di conoscere, ma di esplorare е vivere un mercato finanziario, di accrescere la propria competenza е autonomia per scoprire se quel luogo ci è consono, se è adatto al nostro modo di essere. ln questo lavoro racconto la mia esperienza di viaggiatore, quello che ho visto, soprattutto le trappole che si incontrano non solo fuori, ma anche dentro di noi. Е così, соmе un granello di sabbia può bloccare il meccanismo piu complesso, un piccolo contributo inserito in un contesto formativo е operativo più ampio può far girare gli ingranaggi nel modo più efficace possibile.
LanguageItaliano
Release dateFeb 11, 2020
ISBN9788835370802
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    Forex trading tra opportunità e rischi - Donatello D'Agostino

    correlate.

    1.

    Il mercato delle valute e il trading sul Forex: caratteristiche generali

    1.1 Introduzione al Trading Forex: il racconto di un percorso di avvio

    Sono diverse le modalità con cui ci si avvicina al mondo del trading, diverse le motivazioni.

    Intanto negli ultimi anni si è sviluppata un’intensa attività di marketing da parte di Broker che operano nel settore, alla ricerca di clienti privati (retail) non professionali, spesso paventando alti guadagni, in breve tempo e partendo da un capitale iniziale basso, soprattutto nello specifico segmento delle opzioni binarie.

    Il trading on-line comporta l’utilizzo di piattaforme informatiche per investire su strumenti finanziari, indici, metalli, valute, con una leva che, amplificando l’importo del capitale investito, ha contribuito in modo decisivo a definire un profilo di rischio alto connesso all’incremento dell’esposizione reale, anche partendo da conti poco capitalizzati.

    Quindi piccoli conti, spesso alimentati più volte in seguito alle perdite subite, con leva altissima in grado di aumentare la dimensione delle singole operazioni di investimento e di conseguenza amplificare l’importo di profitti e perdite (plusvalenze e minusvalenze) su strumenti molto complessi.

    Tant’è vero che l’ESMA (European Securities and Markets Authority, l’Autorità Europea degli strumenti finanziari e dei mercati), organismo sovranazionale, in virtù delle competenze acquisite da gennaio 2018 in seguito alla direttiva MIFID II, ha reso operative già da più di un anno alcune misure che pongono restrizioni alla vendita di specifici prodotti nei confronti dei clienti retail (ESMA 1/6/2018 n. 71-99-973, provvedimento confermato anche nel 2019 – Esma 35-43-1862).

    Il provvedimento, pubblicato nel giornale ufficiale dell’Unione europea il 1/6/2018, ha introdotto:

    1.Il divieto di pubblicità e vendita di opzioni binarie (a partire dal 2 luglio 2018);

    2.Restrizioni sulla pubblicità, distribuzione e vendita di Contratti per Differenza (CFD), nello specifico: limitazione della leva (leva 30:1 sulle coppie major, 20:1 per le coppie minori ed esotiche), con conseguente incremento dei margini richiesti (a partire dall’1/8/2018);

    3.Individuazione di una percentuale unificata, pari al 50%, del livello di margine totale di un conto, al raggiungimento del quale scatta la procedura di protezione: chiamata a margine1 e close out2, cioè la chiusura automatica di una o più posizioni fino al reintegro del margine al di sopra della percentuale richiesta, anche se non esistono (non sono individuate) le regole di chiusura dei trade in perdita;

    4.La protezione del saldo del conto, cioè nel conto del trader retail le perdite non potranno mai portare in negativo il saldo;

    5.Modifica all’uso di incentivi sui prodotti CFD (limitazioni a partire dall’1/8/2018).

    Le norme, introdotte dall’ESMA in via temporanea a partire dal 2018, sono state inoltre integrate nel 2019 dai provvedimenti recenti della Consob3 che ha adottato misure di divieto e restrizione in merito alle opzioni binarie e ai contratti CFD in via permanente, a tutela dei risparmiatori al dettaglio.

    I provvedimenti si riferiscono ai trader privati e non a quelli professionali, e sono condivisibili; i risultati dell’attività di monitoraggio sui conti della clientela al dettaglio hanno evidenziato una percentuale di saldi negativi molto alta sia sui CFD del Forex, cioè il rolling Spot Forex, che sui conti che operano sulla base dei contratti di opzioni binarie.

    Il provvedimento, soprattutto per la limitazione nell’utilizzo della leva, senza dubbio ha cambiato l’operatività di molti trader al dettaglio, cioè di quelli che non hanno i requisiti restrittivi individuati dall’ESMA per essere considerati investitori professionali.

    Per essere considerati professionisti bisogna soddisfare almeno due su tre dei seguenti requisiti: 1) aver effettuato operazioni rilevanti negli ultimi 4 trimestri; 2) disporre di un portafoglio di investimenti di 500.000 €; 3) pregressa o attuale esperienza lavorativa di almeno un anno presso operatore professionale. Di fatto, la gran parte degli operatori retail è rimasta tagliata fuori dalla condizione professionale.

    L’indirizzo del regolatore sembra essere molto chiaro, preciso e fondamentalmente condivisibile, considerato che la limitazione all’utilizzo della leva impone per regolamentazione un requisito di prudenza che dovrebbe caratterizzare l’operatività di chi muove i primi passi nel trading.

    Già in questa prima fase di applicazione, i dati forniti dai Broker4 segnano un miglioramento delle statistiche: sembra infatti che la percentuale di conti perdenti sia più bassa, e questo molto probabilmente è dovuto alla diminuzione del numero di operatori al dettaglio che, con una leva ridotta, non hanno capitale disponibile per il trading speculativo. Pertanto, quando la sottocapitalizzazione si accompagna a scarse competenze di investimento, i conti vengono inevitabilmente azzerati e i trader speculativi espulsi.

    Il rovescio della medaglia rispetto alle novità introdotte a regolamentazione del settore è la limitazione all’accesso alla leva alta anche a tutti quei trader esperti che, pur non soddisfacendo i requisiti di legge, di fatto operano in modo consapevole e fanno della leva il punto focale della propria attività.

    Si tratta cioè di operatori che hanno ben presente la differenza tra leva accordata dal Broker (più è alta, minore è il margine richiesto a garanzia delle operazioni) e leva reale utilizzata, e conoscono quindi i rischi che la leva alta comporta.

    Il fine del provvedimento adottato è certamente quello di evitare che vengano bruciati conti di chi cerca nel trading un’opportunità di guadagno non integrativa, ma sostitutiva di un reddito che, in una situazione di contesto economico quale quello attuale, in profondo cambiamento, spesso non c’è. I conti infatti sono alimentati per la maggior parte dagli unici risparmi

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