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E allora, sarà bellissimo.
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E allora, sarà bellissimo.

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Questo libro tratta di diversi temi, vicini ai ragazzi, quali autostima, amicizia, fidanzamento, relazione con i genitori, sognare e scegliere; non da una prospettiva distante, di chi ci è passato anni e anni fa, ma dalla prospettiva di chi, ci è passato da relativamente poco.

È stata una sorta di sfida scriverlo, ma penso che lo sarà anche leggerlo, perché ci invita a cambiare il nostro modo di vedere le cose e ad avere la giusta prospettiva biblica.

Però il risultato, vale lo sforzo.

Ragazzi: Scegliete di essere felici con Dio, fidatevi, sognate e progettate con Lui! Vi darà molto più di quello che possiate pensare e porterà nella vostra vita amici, amore e benedizioni ogni giorno perché Lui è fedele alle Sue promesse ed alla Sua Parola. E allora, sarà bellissimo.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateFeb 4, 2020
ISBN9788831655965
E allora, sarà bellissimo.

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    E allora, sarà bellissimo. - Giada Aquino

    in­fo@you­can­print.it

    Introduzione

    Ciao a te!

    In­nan­zi­tut­to gra­zie per aver ac­qui­sta­to que­sto li­bro; non mi pia­ce fa­re pro­mes­se inu­ti­li, ma pos­so as­si­cu­rar­ti che que­sto scrit­to si­cu­ra­men­te ti da­rà mol­to da pen­sa­re e se lo uni­rai al­la pre­ghie­ra e all’ascol­to di Dio su que­sti te­mi, po­trai ve­de­re un cam­bia­men­to nel­la tua vi­ta.

    Mi pre­sen­to bre­ve­men­te… mi chia­mo Gia­da, ho 22 an­ni e so­no una ra­gaz­za evan­ge­li­ca pen­te­co­sta­le, fre­quen­to la Co­mu­ni­tà Vi­ve­re Cri­sto di Pia­cen­za. Ho qua­si fi­ni­to l’Uni­ver­si­tà, in­fat­ti sto per lau­rear­mi in Scien­ze Po­li­ti­che e del­le Re­la­zio­ni In­ter­na­zio­na­li ... il no­me fa più pau­ra di quel­lo che è in real­tà.

    Pri­ma di co­no­sce­re Dio¹, cioè quan­do ave­vo cir­ca 11/12 an­ni, ero una ra­gaz­zi­na sen­za au­to­sti­ma e odia­vo me stes­sa, spe­cial­men­te il mio cor­po dal mo­men­to che non ri­spet­ta­vo pro­pria­men­te i ca­no­ni so­cia­li dell’idea­le di bel­lez­za. Non ave­vo mol­ti ami­ci, e quel­li che re­pu­ta­vo ta­li al­la fi­ne mi de­lu­de­va­no sem­pre e mi fe­ri­va­no; so­stan­zial­men­te ero in­fe­li­ce e sen­za amo­re, ad ec­ce­zio­ne di quel­lo del­la mia fa­mi­glia (ma pen­sa­vo che fos­se­ro ob­bli­ga­ti in un cer­to sen­so ad amar­mi, dal mo­men­to che era­no la mia fa­mi­glia). In più ero estre­ma­men­te ti­mi­da e non ave­vo co­rag­gio; non di­ce­vo mai ciò che pen­sa­vo e la­scia­vo che l’opi­nio­ne de­gli al­tri con­tas­se mol­to di più del­la mia.

    Do­po aver co­no­sciu­to Dio le co­se so­no cam­bia­te. Non pos­so di­re che il mio cam­bia­men­to è av­ve­nu­to da un gior­no all’al­tro, an­zi è sta­to mol­to len­to e gra­dua­le per­ché Dio vo­le­va fa­re le co­se in­sie­me a me, e spes­so non com­pren­de­vo il mo­ti­vo di quel­lo che mi ac­ca­de­va.

    Pos­so di­re di es­se­re ora una ra­gaz­za con una giu­sta sti­ma di sé; amo me stes­sa, spe­cial­men­te i miei di­fet­ti e amo il mio cor­po, ben­ché an­co­ra non ri­spet­ti i ca­no­ni so­cia­li di bel­lez­za. Ma ho sco­per­to, e que­sto mi ha cam­bia­to la vi­ta, che Dio ci ha fat­ti di­ver­si e non con uno stam­pi­no, e ci ama esat­ta­men­te co­me sia­mo.

    Ora pos­so di­re di ave­re di­ver­si ve­ri ami­ci. Ne­gli an­ni ho pas­sa­to mo­men­ti bui e que­sto mi ha aiu­ta­ta, per­met­te­te­mi il gio­co di pa­ro­le, a fa­re lu­ce su chi era dav­ve­ro al mio fian­co. Non so­no mol­ti, ma non li cam­bie­rei nem­me­no per un la­vo­ro con uno sti­pen­dio da 2000 eu­ro al me­se (e di­co co­sì per­ché mi è ca­pi­ta­ta un’op­por­tu­ni­tà la­vo­ra­ti­va del ge­ne­re, ma l’ho ri­fiu­ta­ta per di­ver­se mo­ti­va­zio­ni, tra cui le mie ami­che).

    Che di­re di al­tro? Ora mi sen­to fe­li­ce di ciò che so­no e di ciò che ho; mi sen­to ama­ta dal­la mia fa­mi­glia, e que­sto amo­re non si fer­ma al­la fa­mi­glia di san­gue. Ho fat­to di­ver­se espe­rien­ze che mi han­no por­ta­ta a sen­tir­mi in fa­mi­glia, a vo­ler be­ne a fra­tel­li e so­rel­le del­la co­mu­ni­tà che fre­quen­to e a con­si­de­rar­li co­me se fos­se­ro par­te del­la mia fa­mi­glia car­na­le. Inol­tre ora non so­no più co­sì estre­ma­men­te ti­mi­da e ho mol­to più co­rag­gio; ma so­prat­tut­to non per­met­to che l’opi­nio­ne de­gli al­tri ri­guar­do a ciò che so­no, o a quel­lo che ho, sia più im­por­tan­te di quel­la di Dio o del­la mia.

    Chi mi co­no­sce sa che quel­lo che scri­vo è ve­ro ed an­che le espe­rien­ze che ho pas­sa­to e che rac­con­to so­no ve­ri­tie­re. Mi pia­ce mol­to scher­za­re, quin­di vi av­vi­so già in an­ti­ci­po che in que­sto li­bro tro­ve­re­te dell’iro­nia. An­che que­sta vo­glia di ri­de­re e scher­za­re, è ve­nu­ta fuo­ri do­po aver co­no­sciu­to Dio per­ché ho im­pa­ra­to che un sor­ri­so non fa ma­le a nes­su­no e

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