Amore amore a more tanta zente ma ti non te mori mai: L'amore di coppia tra gli esseri umani nel terzo millennio...e non solo
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Amore amore a more tanta zente ma ti non te mori mai - Massimo Rodolfi
La tensione è tale che il Mondo freme. Gli eventi sono in pressione. A tutti i livelli le energie della Luce sono impegnate a fondo per salvarlo dalla distruzione, mentre le tenebre si insinuano, con maschere luminose, decise ad annientare ciò che la Luce crea e, dove possibile, a demolire le basi stesse dell’opera creativa. Nell’epoca grave dell’Armageddon è specialmente necessario sapere quali sono le forze che causano le azioni di ogni singolo giorno, di ogni singolo evento, di ogni fenomeno; poiché è l’ora della decisione, e non ci sono mezze misure sulla via del Mondo del Fuoco.
Maestro Morya
Impaginazione grafica di Simona Murabito
Correzioni bozze Graziano Fornaciari e Antonella Bersani
ISBN: 978-88-6353-053-7
Massimo Rodolfi
Amore amore a more tanta zente ma ti non te mori mai
L’amore di coppia tra gli esseri umani nel terzo millennio... e non solo
deva@dracoedizioni.it
Copyright 2019
INDICE
Premessa
1. L’Amore come forza cosmica della Creazione
2. Il ricordo dell’unione
3. Il bisogno di amare
4. Il desiderio di amare
5. L’innamoramento, scintilla dell’anima…
6. E il sesso?
7. L’omosessualità
8. Voglio veramente amare?
9. Pensavo fosse amore invece era un calesse
10. Il criceto sulla ruota
11. Il potere, il possesso e la fascinazione
12. Le dinamiche di coppia
a. Aspettative e recriminazioni
b. Lo spegnimento della gioia
c. Voglio solo soffrire bene
d. Come fai a sopportare una come questa sempre così felice
e. Lasciala tu prima che ti lasci lei e ti faccia soffrire
f. Tutte le volte che ci siamo lasciati tu stavi meglio
g. Niente risate, niente vacanze
h. Lui mi fa sentire sempre desiderata
i. Perché ci si innamora di due persone?
j. Perché l’uomo non si innamora come una donna?
k. La paura del tradimento
l. La gelosia
m. Il primo amore non si scorda mai
n. Perché gli uomini di una certa età si innamorano di quelle più giovani?
o. Uomini giovani a cui gli piacciono le donne più grandi, o viceversa…
p. Idolatrare una donna
q. Sesso e amore oppure sesso o amore? Lo spegnimento e l’imbarazzo
r. Sta con una compagna di cui non è più innamorato ma non la lascia
s. Il bisogno di essere amata… come dico io
t. La paura di essere abbandonata e la falsa accondiscendenza
u. E il dentifricio come lo schiacci?
13. Speranze per il futuro. Imparare ad amare
Premessa
Quando facevo il liceo ero troppo impegnato nel tentativo di fare la Rivoluzione per poter apprezzare la Divina Commedia, che trovavo particolarmente noiosa e incomprensibile. Ovviamente da quando ho scoperto il significato esoterico dello scritto del Sommo Poeta mi sono pentito della mia incuria giovanile, ma ormai era troppo tardi e solo veramente avanti negli anni sono arrivato a leggere l’ultimo verso del Paradiso di Dante, che in una breve frase sintetizza il senso del volume che mi accingo a scrivere, anche se dal suo titolo non sembrerebbe. L’amor che move il sole e l’altre stelle infatti in poche parole ci rimanda al significato cosmico sia della nostra vita che della vita universale.
Apparirà subito chiaro a chi vorrà leggermi che io non ho un granché da spartire con Dante, perlomeno dal punto di vista della capacità narrativa. Potrei forse competere con il suo naso, ma temo che perderei anche questa disfida. L’unica cosa che penso possa accomunarmi al Sommo è la profonda attrazione per la conoscenza esoterica, per me maturata in una vita di ricerche. Lui ha evidentemente scandagliato aspetti essenziali della vita planetaria, descrivendo piani di esistenza che stanno al di là del piano fisico, mentre io penso di poter dire la mia descrivendo quei mondi interiori che ordinariamente sfuggono alla percezione umana, ma che sono fondamentali nel determinare tutta la nostra vita di relazione, se non tutta la nostra vita.
Comprendere perché viviamo e magari anche come viviamo, di sicuro non è affare da poco, così come non è semplice comprendere le complesse dinamiche delle nostre relazioni col mondo, ed in particolare quelle che sottintendono un legame amoroso. In effetti per cominciare a capirci qualcosa, anche se ordinariamente può apparire assurdo, bisogna compiere una regressio ad infinitum ed addentrarsi, seppur minimamente, in questioni cosmogoniche e cosmologiche. Non fosse altro per il fatto che noi possiamo considerarci in definitiva un ologramma del presente universo, o se preferite perché siamo fatti a Sua immagine e somiglianza, o perché in noi è l’Assoluto, Atman, nella sua forma individualizzata, Jivatman. Questione solo di differenti sfumature linguistiche.
Prometto che farò solo una breve introduzione sulle questioni relative alle forze che regolano l’universo, e che poi mi dedicherò all’analisi delle dinamiche che, partendo dalla necessità d’amore, ci conducono di sovente a conflitti insanabili. Però non posso prescindere dal tentativo di inquadrare moventi prettamente umani, quindi di limitata importanza se considerati individualmente, nel più vasto contesto delle motivazioni cosmiche all’esistenza, alle sue leggi e ai suoi archetipi. Così vuole la conoscenza esoterica, che procede sempre dall’alto, dal piano delle cause, per spiegare ciò che si realizza sul piano degli effetti, un po’ come la storia delle ombre nella caverna di Platone, di cui non possiamo capire la genesi finché non usciamo alla luce del sole. È per questo che devo necessariamente parlare de L’amor che move il sole e l’altre stelle per arrivare a capire perché ti non te mori mai.
Tralasciando il fatto che il non essere non è, come ebbe già a dire Parmenide di Elea, ci dobbiamo necessariamente occupare di ciò che è, ossia di come e cosa si manifesta, come universo creato, a partire dalla condizione potenziale che precede il Big Bang. In quelli che da un altro punto di vista Steven Weimberg definì I primi tre minuti, si sono giocate tutte le dinamiche essenziali alla vita così come la conosciamo. Ovviamente non mi interessa qui fare un’amabile, e magari erudita, disquisizione astrofisica su come ha avuto inizio la creazione, sinceramente mi basta la spiegazione data dalle scritture indiane che parlano del respiro di Brahma, che espirando diede inizio all’universo, il quale sarà a sua volta ritratto quando Brahma inspirerà, dando inizio al Pralaya, la dissoluzione di tutto quello che osserviamo.
Concettualmente questa visione non è molto dissimile dal Big Bang, solo che i Rishi che codificarono il Veda, la Conoscenza, nella loro grande veggenza sintetizzarono la loro visione nel respiro del Creatore, che chissà poi che non sia letteralmente così. D’altronde potremo forse chiarire meglio la cosa quando la nostra visione avrà una portata cosmica. Per il momento possiamo limitarci ad inferire sulla questione dando fiducia alla trasmissione della conoscenza di chi si suppone abbia sperimentato in un qualche modo di persona, ed eventualmente ascoltando se quella conoscenza riverbera nella nostra coscienza. In ultima analisi però, al di là delle digressioni di natura cosmica, pur affascinanti, sarà importante rilevare, ed analizzare nel dettaglio, il gioco delle forze in campo all’interno della coscienza umana, perché è solo lì che possiamo, e dobbiamo, attuare i cambiamenti che ci condurranno alla felicità.
In te ipsum redi di agostiniana memoria rimane dopo tutto la cosa migliore da fare, perché in noi troviamo l’universo, in noi sta l’Assoluto, soprattutto perché noi siamo quell’Assoluto. Molto più prosaicamente poi, salvo casi eccezionali, anche se abbiamo vissuto molte incarnazioni, e ‘movimentato’ un sacco di karma, ossia di esperienze di diversissima natura, non ci ricordiamo assolutamente niente di quelle esperienze. Noi abbiamo a che fare con quello che siamo qui ed ora, per cui volendo, anche se ci piacciono, potremmo tranquillamente prescindere da considerazioni di carattere ‘cosmico’, se non fosse però che ci rendono conto di come funzioniamo nelle nostre quotidiane vicissitudini.
In effetti non è un caso che Ermete Trismegisto nella sua Tabula Smaragdina abbia codificato una massima fondamentale della sapienza esoterica: Verum, sine mendacium certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius. Ossia: È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso: per fare i miracoli di una cosa sola. Per questo motivo la ricerca della Verità può, e deve, vertere solo sull’individualità della mia coscienza, perché io non sono altro che il riverbero della vita universale, che trova espressione in me come un microcosmo, che però contiene tutti gli elementi del macrocosmo. Ecco allora che lo gnōthi sautón, conosci te stesso, scolpito sul tempio di Apollo a Delfi non diviene altro che un’esortazione a ritrovare l’universo dentro di sé.
L’astrofisica della coscienza potrebbe diventare a questo punto scienza del futuro, di sicuro oggi non particolarmente esercitata, anche se per la verità in via di diffusione. E le indubbie ricadute sulla vita quotidiana sarebbero da considerarsi tecnologia della coscienza, utile a comprendere se stessi e a produrre i positivi cambiamenti desiderati. Diciamo che allo stato attuale questo è quello che insegno all’interno dell’associazione Atman, fondata nel 1994 per la diffusione del Raja Yoga e dell’esoterismo, ed in gran parte scopo di questo libro. Non si può cambiare ciò che non si conosce, e per conoscere servono strumenti, anche se la vera conoscenza deriva solo dall’esperienza diretta. Certo è che le indicazioni che un Maestro può dare sono degli utili gradini sui quali posare i piedi.
La relazione amorosa in effetti rappresenta quanto di più complesso si possa affrontare sul Sentiero dell’evoluzione, non c’è conoscenza della sezione aurea che tenga, o struttura segreta della piramide, al confronto delle difficoltà che il rapporto di coppia ci fa affrontare. E sarà anche l’ultima cosa che ci troveremo davanti, e che supereremo, nel nostro cammino verso la Liberazione, come secondo me ha mostrato mirabilmente il regista Martin Scorsese nel suo film L’ultima tentazione di Cristo. Realizzare in sé il Divino Ermafrodita, dimostrandolo nel compimento dell’armonia esteriore, vivendo un rapporto di coppia non conflittuale, si configura realmente come un compito di portata cosmica ed iniziatica. Da questo non si può sfuggire, anche se oggi spesso prevale l’incompletezza e la conflittualità. D’altronde, come ci ricorda anche il cantante Zucchero, Ho bisogno d’amore per dio, Di una donna, di un uomo e di un cane, E dell’amore di dio, per cui sembra proprio che la ricerca dell’anitra gemella, come mi piace chiamarla, sia una necessità imprescindibile.
Sono stato molto criticato dalle persone a me vicine, che hanno anche speso parecchia energia nel tentativo di dissuadermi dall’intitolare questo libro Amore amore a more tanta zente ma ti non te mori mai! L’amore di coppia tra gli esseri umani nel terzo millennio... e non solo, ma la verità è che, oltre ad essere io abbastanza ostinato di carattere, ritengo che l’antico detto veneto che cito nella prima parte del titolo, sia di per sé estremamente esplicativo di quello che possiamo considerare praticamente un archetipo nel campo del comportamento umano. Ti incontro, mi infiammo per te, inizio a conoscerti, ed inizia il degrado dell’entusiasmo esplosivo dell’innamoramento. Mai successo? Perché? Sono sufficienti le nostre recriminazioni, ed il proiettare addosso all’altro le colpe di questo bel risultato per avviarci verso nuove e più armoniose avventure? Io sono convinto di no, e trovo appoggio nella conoscenza dei meccanismi occulti della coscienza umana che ho avuto modo di indagare per almeno quarant’anni durante questa mia incarnazione.
Nel libro cercherò di spiegare il perché, convinto comunque del fatto che l’argomento sia talmente vasto da non poter essere certamente esaurito in queste pagine, ma direi che ci possiamo accontentare così, io di sicuro perlomeno lo farò, perché conosco l’eterno divenire dell’esistenza e non mi cruccio troppo di non riuscire mai a fissare ‘per sempre’ tutto ciò che riguarda un argomento. E a conferma della scelta del mio titolo, ostinatamente voluto, vorrei citare le tante scritte d’amore viste nei luoghi più impensabili, che testimoniano il bruciante innamoramento, poi ripassando di lì qualche tempo dopo possiamo vedere le scritte sovrapposte che ci raccontano ineluttabilmente della delusione amorosa. Da Gina ti amerò per sempre a brutta zoccola non ti voglio più vedere. Funziona così… prima Amore amore, poi a more tanta zente ma ti non te mori mai, che per chi proprio non riuscisse a capire questa facile espressione veneta si traduce con Amore amore, muore tanta gente ma tu non muori mai, solo che in italiano non produce esattamente lo stesso suono e significato, per cui meglio in veneto.
Oh, mi raccomando, non vi ci mettete anche voi a criticare il titolo, tanto ormai il libro è stampato…
1. L’Amore come forza cosmica della Creazione
Quindi Dante ci aveva beccato scrivendo che l’amore muove il Sole e le altre stelle, perché in effetti questa è una delle forze fondamentali alla base della Creazione. Ammettendo che il Big Bang sia l’emissione del respiro di Dio, e trascurando un attimo il versante della fisica contemporanea, da un punto di vista spirituale ed esoterico è abbastanza diffusa la convinzione che tutto ciò che è presente oggi nell’universo sia stato generato da tre forze fondamentali. Dallo stato di non essere, o potenziale se preferite, ciò che è emerso si è caratterizzato immediatamente come una trinità. Una Volontà di Essere che si è tripartita mettendo in campo le forze dinamiche necessarie a quel gran gioco al quale ancora oggi assistiamo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, Brahma Shiva Visnu, Yin e Yang composti nel Tao, Rajas, Tamas e Sattva, oppure il Primo, il Secondo e il Terzo Raggio, altrimenti denominati Volontà e Potere, Amore e Saggezza e Intelligenza Creativa.
In sintesi, la dinamica creativa, riconosciuta poi anche da Hegel come tesi, antitesi e sintesi, la possiamo descrivere come una spinta propulsiva che emerge dallo stato potenziale del Non Essere, la Volontà, la Potenza, che immediatamente si suddivide nelle tre Forze. Lo Spirito ha bisogno del suo opposto, la Materia, o Spirito Santo, e dalla loro interazione nasce il Figlio, o Amore, la Coscienza. Quindi abbiamo un Potere che vuole manifestarsi e una Materia che contiene le potenzialità per la realizzazione di quella Volontà. Dal loro gioco nasce continuamente qualcosa di nuovo, sempre più coeso, l’Amore, che progredisce fino al totale compimento della necessità per la quale il presente universo è stato creato. Ma queste cose non ci interessano particolarmente in questo momento, perché la mia