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Della guerra e della natura delle cose nelle opere di Leonardo e Picasso
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Ebook48 pages41 minutes

Della guerra e della natura delle cose nelle opere di Leonardo e Picasso

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Nell’anno dedicato a Leonardo da Vinci, Mariella Borraccino, analista, brainworker, editore, propone un testo dal titolo: Leonardo da Vinci e l’invenzione del rinascimento. La Gioconda, l’Adorazione dei Magi, la Cena. E Fabiola Giancotti, ricercatrice, scrittrice, art editor, fa una lettura di due opere: La battaglia di Anghiari e Guernica, Leonardo e Picasso. La guerra intellettuale e la guerra civile.
LanguageItaliano
Release dateDec 24, 2019
ISBN9788897618317
Della guerra e della natura delle cose nelle opere di Leonardo e Picasso

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    Della guerra e della natura delle cose nelle opere di Leonardo e Picasso - Mariella Borraccino

    Giancotti

    Leonardo da Vinci e l’invenzione del rinascimento

    La Gioconda, l’Adorazione dei Magi, la Cena

    MARIELLA BORRACCINO

    Chi arriva al Castello Sforzesco di Milano, venendo da piazza del Duomo (dalla corte di Palazzo Reale), attraverso piazza Cordusio, percorre la stessa strada di Leonardo quando si recava a affrescare le pareti e la volta della Sala delle Asse. In un foglio conservato nel Manoscritto B (f. 17 v), Leonardo scrive il promemoria di una delle sue giornate:

    - Misura Milano e i borghi.

    - Cerca il libro che tratta delle chiese di Milano che ha l’ultimo cartolaio verso Cordusio.

    - Misura la Corte Vecchia [a Palazzo Reale].

    - Misura lo Santo Lorenzo [la basilica].

    - Misura il naviglio e i sostegni delle barche maggiori.

    - Studia i gruppi di Bramante.

    Notiamo che prevale il lavoro di misurazione delle architetture della città. Quando Leonardo arriva a Milano, nel 1482, si descrive a Ludovico il Moro come ingegnere militare e civile. Degli undici punti della sua lettera di presentazione, solo gli ultimi due accennano al Leonardo artista.

    Il rinascimento di cui parliamo non è il rinascimento nell’accezione storicistica, come periodo che riguarda l’arte, la cultura, la politica fra il 1400 e il 1500 in Italia, e in cui situare Leonardo da Vinci, quanto piuttosto il contributo che l’itinerario di Leonardo da Vinci ha dato al rinascimento della vita, della parola, e alla sua industria. Questo rinascimento riguarda ciascuno, perché non sta nei confini di nessun periodo storico, o nei limiti della biografia di questo o di quest’altro artista o scrittore o politico. È il rinascimento di Leonardo, di Machiavelli e di Ariosto. Cito questi tre scrittori perché il loro testo più di altri ha sovvertito l’epoca in cui hanno vissuto, e c’influenza ancora oggi.

    Il rinascimento della vita e la sua industria (e lo diciamo con Armando Verdiglione, che ha dedicato un importante libro all’analisi e alla lettura del testo Leonardo da Vinci) è il viaggio che ciascuno compie parlando, facendo, scrivendo. Viaggio, itinerario e, secondo Leonardo, esperienza, ovvero struttura che si scrive, memoria che si scrive.

    Leonardo scrive che i pittori si distinguono in due categorie: coloro che pensano e dipingono e coloro che dipingono e non pensano. Per Leonardo scrittura è pittura. Così per la notizia del cuore:

    Con quali lettere descriverai questo core che tu non empia un libro e, quanto più lungamente scriverai alla minuta, tanto più confonderai la mente dello ulditore e sempre arai bisogno d’isponitori o di ritornare alla sperienzia, la quale in voi è brevissima e dà notizia di poche cose rispetto al tutto del subbietto di che desideri, integral notizia" (Codice Windsor, 162 r).

    Non c’è conflitto fra dipingere e scrivere. Questo conflitto lo insinua Platone, per il quale poeti e pittori sono tratti da un demone, sono posseduti, invasati. Platone stabilisce una priorità della scrittura rispetto alla poesia e alla pittura, perché la scrittura, come mediazione rispetto all’essere, osserva i postulati, mentre la pittura e la poesia non li osservano. Eppure, in greco, i pittori sono grafici, come gli scrittori e i poeti.

    La prima pubblicazione dei fogli di anatomia conservati a Windsor avviene a fine ottocento. Per tre secoli nessuno vede e legge questi fogli di Leonardo. Se fossero stati a disposizione dei ricercatori, i medici si sarebbero formati in tutt’altro modo. Leonardo sovverte lo schema dei trattati di anatomia, che al tempo erano sopra tutto scritti.

    Come è possibile notare nel quadro di Rembrandt (Lezione di anatomia del dottor Tulp, praelector anatomiae, 1631), nella sala anatomica il trattato veniva letto dal

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