"Quella volta che...": Storie e aneddoti di Ponsacco, ponsacchini e ponsacchine
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Il Ponte Di Sacco
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"Quella volta che..." - Il ponte di sacco
Il Ponte Di Sacco
Quella volta che...
«Quella volta che…»
Storie e aneddoti di Ponsacco,
ponsacchini e ponsacchine
a cura di Valentina Gerini
(foto di copertina di Riccardo Granchi)
© NuovaStampa
Prima edizione dicembre 2019
UUID: 993f915a-21ce-11ea-b8ae-1166c27e52f1
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Introduzione
Quella volta che Diva liquidò Nino Rota con un vaffa
Pubblicato sul numero di ottobre 2019 de Il Ponte di Sacco
di Pier Marco De Santi
Chi non si ricorda della mia zia Diva e del suo negozio di latteria di corso Matteotti, proprio di fronte a piazza San Giovanni? A Ponsacco era considerata una istituzione. Assomigliava a Tina Pica e aveva la stessa rudezza di signorina
mai sposata – diceva lei – a causa della scomparsa di un inesistente fidanzato morto sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale. Non era certo un fior di bellezza la mia zia Diva, secca come un chiodo e fatta di nervi, ma gli volevo tanto bene. Era l’immagine tipica di una burbera zitella. Tutta casa e chiesa, devotissima di don Carlo Scalenghe, allora austero arciprete del paese, e perciò nemica sfegatata dei comunisti, viveva per l’amore verso tutti i componenti di casa De Santi
e non sopportava niente e nessuno che osasse dirne male. Mandare a fare in culo chiunque le si ponesse di fronte come un ostacolo era per la mia zia Diva prassi consolidata e quotidiana.
In quei primi anni Settanta, nell’impostare il progetto della tesi di laurea, avevo pensato di inserire un capitolo espressamente dedicato all’analisi delle colonne sonore dei film di Fellini, da Luci del Varietà
(1951) a Roma
(1970). Per questo, facendomi coraggio con l’entusiasmo e l’incoscienza di uno speranzoso ventenne di provincia, avevo scritto al Maestro Nino Rota, geniale compositore di tutte le musiche dei film del regista, per chiedergli un incontro. Nella lettera avevo inserito anche il numero di telefono della latteria di zia Diva che, nelle mie intenzioni, al bisogno mi avrebbe dovuto chiamare nell’appartamento al primo piano in cui vivevo per scendere a rispondere. Qualche mese dopo, non ricevendo nessuna risposta, avevo rinunciato malinconicamente al progetto e mi apprestavo a portare a rilegare i volumi della tesi, priva del capitolo su Nino Rota e sulle sue straordinarie musiche felliniane
.
In quegli anni era un fatto abbastanza consueto da parte dei ponsacchini fare scherzi al telefono e quello della mia zia Diva era uno dei bersagli preferiti. La signorina Diva
non si parava più da tutti quegli sberleffi e pernacchie che la prendevano in giro, anche pesantemente, più volte al giorno. Me lo ricordo come fosse ora. A tarda sera di un piovoso venerdì di fine gennaio 1972, dopo aver più volte risposto al telefono ricevendo le solite offese, sentii urlare a squarciagola mia zia Diva queste precise parole: «E io sono la puttana della tu’ sorella! Pezzo di merda!». In apprensione e affacciandomi dalle scale, chiesi cosa fosse successo. E la poverina mi rispose tutta trafelata e con il candore schietto che le era solito: «C’era uno al telefono un bischero, che con una voce quasi da donna mi ha detto di essere Nino Rota e che voleva parlare con Pier Marco De Santi. E io l’ho mandato a fare in culo sbattendogli il telefono in faccia. Ho fatto bene?».
Avrei avuto voglia di strozzarla, quella carissima zia paterna, ma naturalmente – seppur disperato - non l’ho fatto. Ora, tutte le volte che ricordo questo siparietto
, anche pensando a come avrà reagito il Maestro Rota, che era un gran signore, mi viene da sorridere. In chiusura, volevo dirvi che quel bischero
di Nino stava chiamando da Los Angeles dove si trovava per la nomination all’Oscar per le musiche del film Il Padrino. Poi è finita bene…
Quella volta che la ricetta venne scritta sulla credenza
Pubblicato sul numero di luglio 2019 de Il Ponte di Sacco
di Pasquale Pirone
Tante storie inedite, curiose, strane, dettate dai momenti difficili e legate alle vicende cittadine hanno arricchito il velato senso di umanità e il costante spirito di solidarietà che aleggiano nel lungo cammino della Misericordia di Ponsacco che, nel segno della carità cristiana, il 21 agosto 1898 è stata costituita da un gruppo di ferventi cattolici ponsacchini, diventando nel tempo una bella realtà nel mondo delle associazioni di volontariato. Un lungo impegno nel sociale che è stato contrassegnato dalla sapiente guida dei dodici Governatori, dalla mano della Provvidenza, dallo spirito di gruppo dei volontari e dalla proverbiale solidarietà dei ponsacchini, espressa anche dalle storie filtrate
dal prezioso libro scritto sulla Confraternita dal giornalista Fausto Pettinelli, dal titolo: Diario di Servizio 1898-1998, un secolo di storia della Misericordia di Ponsacco
.
Elena Gradassi, insignita di medaglia d’oro al merito, è stata per anni una brava infermiera della Confraternita. Nel suo impegno professionale è stata cattiva
per i ragazzi per le punture e medicazioni con lo spirito. Un punto di riferimento e di sostegno per gli adulti e un aiuto insostituibile per i medici. Elena, inoltre, come infermiera ha anche assistito tanti ponsacchini e molti