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Paludi rosso sangue
Paludi rosso sangue
Paludi rosso sangue
Ebook112 pages1 hour

Paludi rosso sangue

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About this ebook

JJ è agente dell’antiterrorismo dell’FBI.

Durante una missione per eliminare una cellula dormiente, un collega viene ucciso e lei vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere.

Costretta a lasciare la sua unità per essere trasferita a New Orleans, incomincerà la caccia a un serial killer che conosce fin troppo bene.

Immersa nelle infidi paludi del Bayou, dovrà guardarsi da un doloroso passato e un pericoloso presente.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateDec 18, 2019
ISBN9788831653299
Paludi rosso sangue

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    Paludi rosso sangue - Ivan Poletti

    633/1941.

    Capitolo 1

    La tuta nera la copriva interamente, dalle caviglie fino alle spalle, slanciandone ancor di più le curve del corpo. Sotto, il giubbotto antiproiettile era perfettamente celato dalla giacca dello stesso colore della tuta.

    Sistema con maggiore cura l'auricolare all'orecchio sinistro, scostando i capelli corvini che arrivano a lambire le spalle.

    «Joggin 1 a Start», parla al microfono grosso come un bottone posto sul bavero della giacchetta, «mi sentite? Passo».

    «Forte e chiaro Joggin 1» rispondono nell'auricolare. «L'Angelo è sopra di te, passo».

    L'elicottero scuro che ronzava 300 metri sopra la sua testa non la rendeva meno ansiosa.

    «Lo vedo» conferma alzando gli occhi. «Countdown, meno 60 secondi, passo» comunica riabbassando lo sguardo all'orologio digitale.

    8:14:02 lampeggia.

    «Delfino in posizione, passo» annuncia Start.

    Un motoscafo incrocia nelle acque del lago, mantenendosi a breve distanza dalla zona dell’operazione.

    JJ guarda davanti a se e ripassa mentalmente per la cento milionesima volta quello che deve fare.

    Il marciapiede che segue l'andamento delle sponde del lago, la strada che lo costeggia, le villette residenziali che si affacciano sulla strada, i terroristi che abitano al numero 233.

    «Countdown 20, passo» dice prendendo forte una boccata di aria fresca.

    «Te la senti di continuare? Passo»

    «L'ho proposto io… tu te la senti?» segue un attimo di silenzio. «Countdown zero, passo».

    Poi inizia a correre lungo il marciapiede.

    Le case sembrano tutte uguali, bianche o crema, con un minuscolo prato davanti e uno spazio più ampio e recintato sul retro.

    Supera di slancio una delle auto civetta ferme ad aspettare il suo comando. Quando arriva all'altezza dell'obiettivo, il suo cuore accelera.

    «10 secondi al contatto, passo» annuncia con un principio di fiatone, non certo dovuto a mancanza di allenamento.

    «Gli uccelli sono ancora nel nido, passo» le confermano dall'elicottero.

    Con la coda dell'occhio sbircia la casa dalle pareti giallo chiaro e le tende nero scuro.

    Tutto tranquillo, calmo, in linea con la quiete del quartiere.

    Appena la strada curva seguendo la linea della costa, JJ la attraversa raggiungendo una villetta ben tenuta, intrufolandosi nel vialetto che porta sul retro.

    Lo steccato di legno colorato di bianco che delimitava il cortile era alto quasi due metri, uno e novantatré per l'esattezza.

    JJ chiude gli occhi per un secondo: la piantina dell'isolato si materializza nella sua mente.

    Il rettangolo rosso del tetto della casa al numero 237, la palizzata che confina con il numero 233 dal lato sud, le due piante che coprono la visuale dal retro della casa e da un secondo fabbricato, forse un garage o qualcosa di simile.

    Vede il punto in cui deve scavalcare, la velocità con cui lo deve fare e dove deve atterrare, dove deve fermarsi dietro la prima pianta, infineil tratto di corsa fino sul retro della casa gialla sbiadita.

    «Joggin 1 all'ostacolo, passo» comunica al centro delle operazioni.

    «Tre al passaggio, zero all'arrivo, passo» replica Start.

    «Ricevuto…» risponde prendendo fiato, «…passo».

    Uno conta mentalmente saltando sullo steccato.

    Due scende con un balzo dall'altra parte.

    Tre si rintana dietro al tronco dell'albero più grosso.

    «Joggin al traguardo» conferma, «nessun corridore in vista, passo».

    Ora ha una visuale diretta della casa.

    L'ingresso posteriore è a una decina di metri dalla sua posizione. Dieci metri di terreno scoperto. Poi i quattro gradini della scala che porta all'ingresso sul retro le possono offrire un riparo.

    Il garage si trova alla sua destra, la porta chiusa e la saracinesca abbassata che danno in direzione della casa.

    JJ armeggia con la giacca della tuta mettendo mano alla pistola.

    Sopra la chioma dell'albero sente distintamente il rumore del suo Angelo custode.

    «Joggin corre, passo» dice nel microfono togliendo la sicura della pistola e partendo di scatto bruciando i dieci metri fino alla scala.

    Si posiziona sotto la finestra più grossa, quella che le dà una buona visuale della sala e dell'intero corridoio che attraversa la villetta.

    Alza gli occhi e questa volta non c'è niente in aria tranne il cielo azzurro di quella bella mattinata.

    «Joggin ha vinto, passo» avverte dando conferma di essere arrivata nel luogo convenuto.

    «Ottimo» plaude Start all'altro capo.«Dentro in 30 secondi, passo».

    «Ricevuto, passo» chiude il contatto, sollevandosi da terra quel tanto che basta per scrutare la situazione all'interno.

    Il corridoio finisce all'interno di unsalotto, dovevede una televisione accesa su un inseguimento tra Tom e Jerry.

    Un uomo si muove nel salotto, subito seguito da un secondo. Si muovono, parlano, gesticolano in maniera tranquilla, rilassata.

    Poi da una delle stanze ne esce un terzo che si avvia in salotto allacciandosi pigramente i pantaloni.

    JJ riesce appena a sentire quello che si dicono. Parlano tra di loro in arabo, scherzando sul programma alla tv che uno di loro sta guardando.

    All'improvviso un cellulare vibra sul tavolo del salotto e subito un altro uomo si precipita a rispondere.

    La pelle chiara, i capelli castani, i lineamenti dolci: non ha le fattezze di un mediorientale, ma quelli di un europeo.

    Legge un messaggio e urla in americano che stanno arrivando.

    «Ma che cazzo…» pensa JJ ad alta voce mentre mitra e pistole spuntano nelle mani dei terroristi.

    «Ferma tutto, ferma tutto» grida nel microfono mentre uno dei terroristi si accorge di lei e inizia a sparare.

    Il vetro va in frantumi inondandola di piccole e grandi schegge.

    JJ aspetta la fine dalla raffica poi si solleva di scatto e fa fuoco centrando l'uomo al petto, che crolla lungo e disteso nel corridoio.

    Gli altri si rifugiano dietro il muro del salotto e aprono il fuoco.

    JJ si accuccia sotto la scala quando un uomo armato sbuca dalla porta del garage.

    E' un attimo: tutti e due hanno una sorpresa improvvisa, tutti e due cercano un riparo, tutti e due tirano il grilletto in un caos di proiettili.

    JJ si lancia sui gradini cadendo sulla spalla e facendo perno per mettersi di schiena, la mano destra con la pistola nella direzione del garage.

    Gira la testa seguendo la canna nera per vedere dove si trova l'uomo. Lui è a terra poco distantedalla porta, esanime.

    Altri spari, grida in arabo e americano, poi l'ingresso secondario esplode in mille schegge di legno che la investono in pieno. JJ si ripara come può con l'avambraccio: un secondo dopo un terrorista sbuca dalla porta distrutta ma lei è ancora la più veloce e lo colpisce più volte al torace.

    L'uomo barcolla pronto a caderle addosso ma chi lo segue lo afferra e lo utilizza come scudo.

    Spara contro di lei, ma troppo in alto, mancandola.

    JJ si butta dall'altro lato della scala mentre il terrorista si dirige verso il garage continuando a sparare.

    "Tre…

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