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Dipingere non è reato
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Ebook51 pages35 minutes

Dipingere non è reato

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About this ebook

Lucio Sartori gestisce una piccola galleria d’arte in via Barbaroux, a Torino, eredità di suo padre, che manda avanti con difficoltà. Un giorno, gli viene recapitato un pacco anonimo, con all'interno un quadro inquietante che ritrae un efferato delitto. Ad accompagnarlo, un biglietto scritto a mano da un misterioso pittore. Lucio non fa in tempo a esporre il dipinto che qualcuno entra e lo acquista senza pensarci. Poi arriva un secondo pacco, e un terzo... i quadri sono uno più tenebroso dell'altro, ma sembrano avere un che di magnetico sulla gente. Pochi giorni dopo Lucio, leggendo il giornale, si imbatte nella notizia di un efferato omicidio che sembra ritrarre esattamente uno dei quadri venduti. Da quel momento la corrispondenza con il misterioso pittore si fa più assidua e le sue notti sono tormentate da strani sogni. Lucio sta impazzendo, o c'è davvero qualcosa di sinistro in quei dipinti?
LanguageItaliano
PublisherNero Press
Release dateNov 25, 2019
ISBN9788885497412
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    Dipingere non è reato - Alberto Rudellat

    Insonnia

    Dipingere non è reato

    di Alberto Rudellat

    Immagine di copertina a partire da: AdobeStock_168571357 by Mihail

    Editing: Simona Focetola

    Produzione digitale: Daniele Picciuti

    ISBN: 9788885497412

    Nero Press Edizioni

    http://neropress.it

    © Associazione Culturale Nero Cafè

    Edizione digitale novembre 2019

    Alberto Rudellat

    Dipingere non è reato

    Indice

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    VII

    VIII

    IX

    X

    XI

    XII

    XIII

    XIV

    L'autore

    I

    Alle nove in punto Lucio Sartori alzò la serranda, come ogni giorno.

    Senza bisogno di accendere le luci, avanzò a memoria nella sala, facendo scricchiolare il legno del pavimento sotto le suole dei mocassini neri. Aprì gli scuri della finestra e la tenue luce del mattino invase la piccola galleria d’arte di via Barbaroux.

    Prese un lungo sospiro, preparò il primo caffè della giornata e lo bevve in piedi, sulla soglia, lasciando vagare lo sguardo per la stretta via lastricata. Poco traffico, qualche passante con l’ombrello sotto il braccio, profumo di brioche e pane caldo. Salutò con un cenno della testa il proprietario del negozietto di antiquariato di fronte e tornò dentro.

    A un volume appena udibile Thelonious Monk gli tenne compagnia mentre spazzava il pavimento e bagnava piante di cui non conosceva il nome.

    Odiava quel posto, non l’aveva mai sentito davvero suo. L’arte era stata la passione del padre, l’unica, che aveva divorato ogni altra cosa, compreso il tempo da passare in famiglia, e lo aveva portato a chiudersi in una bolla inaccessibile, in un mutismo pensieroso e ostinato. Di lui, Lucio ricordava lo sguardo severo e ispirato, l’odore pungente del tabacco da pipa, le mani forti, solcate da vene azzurre, capaci di elargire una carezza soltanto alle tele che occupavano ogni angolo della casa. Eppure si erano voluti bene, a modo loro. E alla sua morte aveva ereditato la galleria, come suo padre prima di lui e così a ritroso, per generazioni. All’alba dei quarant’anni, dopo aver abbandonato gli studi in Legge e una carriera da pianista, morta sul nascere, con una madre inferma da accudire, non aveva visto alternative. Ma Lucio non aveva la stessa passione del genitore, né la stessa competenza, e la galleria si era presto avviata verso un lento declino. I pittori che avevano lavorato per suo padre ormai erano morti o troppo vecchi, come i clienti più affezionati. Tutto ciò che gli restava erano un paio di nomi artisti senza talento e una manciata di quadri di scarso valore, troppo colorati, troppo concettuali, senza mercato.

    Soltanto il nome dei Sartori teneva in vita quel posto, ma anche questo credito si andava esaurendo: erano giorni che nessuno entrava, nemmeno per dare un’occhiata.

    Si rintanò dietro la scrivania all’angolo e aprì il libro dal punto in cui aveva interrotto la lettura.

    II

    Il trillo del campanello lo scosse dal torpore. Stupito, si alzò per aprire la porta. Il corriere gli allungò una ricevuta da firmare e posò ai suoi piedi un pacco

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