In India: Cronache per Veri Viaggiatori
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Book preview
In India - Raffaella Milandri
Indice
Il senso del viaggio
Il viaggio: dove e con chi andare
Non una ma mille Indie
India: miniguida per viaggiatori
La mappa del tesoro
Moksha
Oggi è un altro giorno
Don’t worry
Uomini
… E donne
Ciao Gurmeet
Epilogo (o quasi)
Ultimo aggiornamento
Preghiera per Francis
Raffaella Milandri
In India
Cronache per veri viaggiatori
Raffaella Milandri
In India. Cronache per Veri Viaggiatori
Seconda edizione aggiornata e corretta
© 2019 MAUNA KEA EDIZIONI
© 2014 Copyright by Raffaella Milandri
ISBN 978-88-31335-05-8
Le foto contenute sono di Raffaella Milandri
Gli eventi narrati in questo libro sono reali. Alcuni nomi di persone e luoghi sono stati modificati per proteggere i testimoni.
Dedicato alle donne indiane.
Sorelle, che la strada verso i vostri diritti
sia presto spianata,
perché il suo asfalto è già stato composto:
con sangue e lacrime.
Il senso del viaggio
Ogni viaggiatore ha un diverso colore dell’anima, che diffonde intorno a sé come un riflesso: sui luoghi che visita e sulle persone che incontra. Dalle più placide sfumature pastello a irruenti tonalità di blu e verde, da introverse gradazioni di grigio a frenetiche progressioni di rosso. Ogni viaggiatore è affamato e assetato in modo diverso, con un proprio binocolo interiore proiettato verso l’esterno per guardare, percepire e assaporare in modo unico e speciale il mondo. In cerca di aromi straordinari e fuori dal comune, ma anche ordinari e abituali. Per una folta schiera di persone, il viaggio è riposo e relax, in un villaggio turistico o in crociera, con i terminali mentali disattivati e la testa sgombra da pensieri. Chi è abbarbicato alla sicurezza, porta in valigia le abitudini e la routine dei propri riti quotidiani. Per un piccolo esercito di persone, invece, il viaggio è esperienza di vita, opportunità di conoscenza, di esplorazione e di crescita: è un momento di scoperta di se stessi e degli altri, una preziosa occasione per evadere dalla propria realtà giornaliera e dai ritmi usuali. Chi è pronto a mettersi in discussione, stacca il proprio cordone ombelicale sociale e culturale e si incammina su un percorso nuovo e sconosciuto. La poesia Lentamente muore di Martha Medeiros incarna perfettamente il dilemma tra quotidianità ed evasione.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori e ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
chi rinuncia a inseguire un sogno,
chi non si permette, almeno una volta,
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia e pace in se stesso.
(...)
E allora tu — sì, proprio tu — cercherai nel viaggio, ovunque andrai, lo stesso sapore, o ne sperimenterai ogni volta uno diverso?
Il viaggio: dove e con chi andare
La scelta
Dimmi dove vuoi andare e ti dirò chi sei. La mèta di un viaggio è una scelta intima e soggettiva: cosa rapisce la tua immaginazione, cosa scatena la tua curiosità? Il Grand Canyon negli States? Il Taj Mahal in India? Il deserto del Sahara? Il British Museum a Londra? Gli aborigeni australiani? Solo tu puoi porre le basi e innalzare le colonne portanti di un viaggio da sogno che ti riempirà il cuore. Sei tu che, scalpello
in mano davanti alla cartina del mondo, costruisci il tragitto che scolpirà le tue emozioni, scegliendo i luoghi e le attività che preferisci, ma soprattutto aprendoti alle novità e adeguandoti come un camaleonte alle diverse genti, diventando cittadino del mondo. Nella scelta del tuo viaggio, viene prima la decisione del con chi
o del dove
? E come preferisci viaggiare: fai da te
o tour organizzato? La decisione viene spesso — ahinoi — assoggettata al temibile e incombente quanto
: il budget di spesa. Se gli Indiani d’America hanno un amuleto chiamato acchiappasogni, che secondo le antiche usanze serve a tenere lontani gli incubi durante il sonno, il budget potrebbe essere chiamato invece tritasogni
: le fantasie sulla mèta ideale possono essere appallottolate, frantumate, ghigliottinate, quando è il momento di farsi i conti in tasca. Invece di optare per una delle copiose offerte di mutui a rate per le vacanze, è certamente più saggio ritagliare un viaggio sulla base delle tue possibilità economiche, a costo di rinunciare a molte comodità. Non occorre rimandare all’infinito una partenza: basta ridimensionare i comfort e studiarci su, consultando siti internet, guide turistiche, e scambiando idee sui vari gruppi social di viaggiatori. Valuta la soluzione migliore partendo dal presupposto che solo tu sai, davvero, cosa puoi e cosa vuoi fare. Su facebook e via email molti mi chiedono consigli, come Lucio che scrive: Siamo in tre, possiamo visitare l’India per conto nostro, senza tour organizzato, con una spesa di 1200 euro a testa incluso il volo, 15 giorni di tempo, nel mese di ottobre?
. Ottimo quesito, ben formulato e con le idee già chiare. La risposta è sì, si può. Il viaggio indipendente è più economico, pur se soggetto a spese impreviste, e richiede una buona organizzazione e un grande spirito di adattamento, che sono due elementi fondamentali da mettere in valigia.
Con chi andare
Una scelta davvero importante del viaggio è la compagnia. Andrai con il tuo partner? Andrai con gli amici? Parteciperai a un tour di gruppo? Andrai da solo? Io, come sai, viaggio da sola. Ne ho bisogno come dell’aria che respiro. Il viaggio in solitaria, autogestito, è decisionismo puro, senza compromessi. Tutto dipenderà da te. Il budget per l’albergo, il tempo da passare in un mercato, l’idea di fare un allungo improvviso di 500 km sulla rotta prevista per andare a vedere una fiera di cammelli, o un tempio, o un museo. Dipenderà da te — perché no? — accettare l’invito a bere una tazza di the al burro di yak e trascorrere due ore in compagnia di una deliziosa signora tibetana, o decidere che è ora di fare la tua prima esperienza col bungee jumping. Viaggiando in due, invece, devi adattarti a una diligente democrazia che impone a ogni ora e a ogni angolo di consultarsi e trovare un accordo: Che cosa preferisci tu?
; Ti dispiace se io vado?
; Puoi aspettarmi?
. I compromessi quotidiani sono già doverosi con famiglia, amici, colleghi, superiori.
Ma in viaggio, anche no. Partire in solitaria può essere una ventata d’aria fresca e un momento di grande crescita personale. Non si tratta di andare alla ricerca di se stessi: è un training per imparare a cavarsi d’impaccio, a fare le giuste scelte, a sviluppare le capacità di relazione con gli altri e con il mondo. Chi rompe paga, e i cocci sono suoi
: se sbagli qualcosa, i cocci sono tutti tuoi; ma sarai pronto a perdonarti, più tollerante con te stesso che con chiunque altro. Relazioni di amicizia e di amore all’apparenza indistruttibili hanno visto tramontare per sempre il sole, e sono state devastate, divelte e dissacrate, dopo solo pochi giorni di convivenza forzata
in vacanza. La formula per sopravvivere in armonia è ardua da trovare, e l’unica salvezza è il classico patti chiari amicizia lunga
. Onde abbeverarsi a quel dolce nettare che è la condivisione della vacanza, prima di partire è imperativo definire: la filosofia di viaggio, come dividere le spese, le località da visitare. Lasciando qualche spazio libero alle esigenze individuali e decisionali di ognuno.
Con il partner
Occorre una relazione solida per un viaggio fai da te
con il/la tuo/a partner. Devi conoscere la sua resistenza fisica e mentale allo stress degli imprevisti, e i limiti della sua capacità di adattarsi. Una vacanza di due settimane in un villaggio turistico, o di una settimana in una capitale europea, non richiedono molte precauzioni e preparativi, e per le coppie in via di consolidamento non è una vera prova del fuoco. Il viaggio on the road invece lo è, con ritmi pressanti e sbalzi frequenti: esige sangue freddo, l’amore non basta. Potresti tornare da un viaggio con il tuo partner con la amara certezza che non avete nulla in comune: quando vaga per il bazar di Algeri e contratta aggressivamente il prezzo di ogni souvenir, sembra proprio una persona diversa da quella che conosci, che di solito guarda placidamente le vetrine del centro commerciale vicino casa. Quasi una trasformazione da Dottor Jeckill a Mister Hyde. I suoi gusti alimentari macrobiotici o vegani, pienamente appagati a Milano, stonano terribilmente con le avventurose pietanze che trovate a Bangkok, e ti obbligano a lunghe discussioni con il cameriere. Le sue lunghe e irritanti soste in bagno, la mattina, ti hanno rubato ore preziose da dedicare all’esplorazione del Gange all’alba. La sua ricerca in tutti i negozi di Jaipur — uno per uno — di una sciarpa in seta per la mamma ti ha sfinito, tediato, spossato fino all’esasperazione. Ma aspetta, sii paziente, non reagire. Fai decantare le tue emozioni, respira profondamente e rimanda ogni decisione al rientro dal viaggio. Hai buone probabilità che, dopo una ventina di giorni e i vari racconti della vostra vacanza agli amici, tutto ti sembri meno terribile. Troverai il lato divertente. Ci riderai su. L’amore tornerà a trionfare.
Con gli amici
Se vai in vacanza con un solo amico/a, vale quello che è stato detto per la vacanza con il/la partner. Leggi amicizia al posto di amore, e ci siamo. Il gruppo di amici/amiche, composto di tre o più persone, offre la provvidenza di molte soluzioni e alleanze che possono alleviare la convivenza. Nelle decisioni vince la maggioranza, è vero, ma c’è una maggiore libertà: due di voi vanno a fare shopping al mercato dei tappeti, uno va a visitare il museo delle porcellane Biscuit, gli altri due si fermano ad assaggiare un piatto di pizza agli spaghetti. È vitale però avere sempre accordi precisi, la possibilità di comunicare fra voi nelle emergenze, via sms o whatsapp, e un orario e un posto di ritrovo per tutti quando vi sguinzagliate a esplorare una località nuova. La mia prima volta a Delhi, che — ebbene sì — coincide con il mio ultimo viaggio in compagnia, eravamo in cinque e passammo tre — dico tre — ore cercandoci l’un l’altro in Connaught Place, con circa 40 gradi all’ombra, inseguiti da stuoli di venditori ambulanti, e afflitti da un mostruoso mal di piedi. Ognuno aveva ragione e pensava dell’altro che fosse un idiota. Prima di partire è fondamentale accordare un programma di viaggio, tempi e ritmi, stabilire tappe sicure e contemplarne di variabili. Nelle scelte e decisioni bisogna dare spazio a ogni singolo partecipante, perché gli interessi e le necessità possono essere diversi. Questi punti fermi saranno utilissimi per gestire il tempo di tutti. Perché, va ricordato, in vacanza il tempo è denaro, è un patrimonio che va gestito molto oculatamente. Quando spendi 800 euro di biglietto aereo, e passi due ore della prima mattina a Tokyo, scalpitante sotto l’albergo, ad aspettare Giovanni perché non si è svegliato, difficilmente avrai per lui tutta la tua comprensione.
Il rispetto del tempo comune è una regola fondamentale: potresti non riuscire a tornare negli stessi posti un’altra volta nella tua vita, e quei luoghi in dieci anni potrebbero cambiare del tutto fisionomia, diventando irriconoscibili. Un agghiacciante aspetto dei viaggi con gli amici è la famosa cassa comune
, che di solito è un prezioso portafogli, o un sacchettino, nutrito in modo equo dalle tasche di tutti. Ognuno sarà pronto a fare il censore e sorvegliare l’altro: Quello ci marcia
, diranno di Biagio che ha la fama di essere tirchio, e verrà tenuto sott’occhio come un criminale in libertà vigilata. Con la cassa comune si pagheranno le spese uguali per tutti: l’albergo, i biglietti di ingresso per i musei e i parchi, il carburante o il treno. I pasti sono un caso a parte, sorgente sicura di estenuanti discussioni: perché, a Varanasi, Romualda