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La terza stanza delle torture: Interviste a persone e personaggi
La terza stanza delle torture: Interviste a persone e personaggi
La terza stanza delle torture: Interviste a persone e personaggi
Ebook46 pages30 minutes

La terza stanza delle torture: Interviste a persone e personaggi

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Coccodrillo, traduzione italiana del più noto termine anglofono obituary, è il nome con cui viene definito, in gergo giornalistico, un articolo biografico pronto o in larga parte già scritto prima che il protagonista della biografia sia effettivamente morto. La traduzione si riferisce alle lacrime che il coccodrillo verserebbe in modo ipocrita, dopo aver divorato la vittima… Nel coccodrillo perfetto un aneddoto o una frase attribuita alla celebrità scomparsa hanno il compito di disegnare una parabola umana che spesso ha segnato un’epoca.
Cinzia Donati è una giornalista anomala tanto quanto i suoi coccodrilli. Dichiaratamente allergica alle interviste (!) cerca di trasformarle in piacevoli chiacchierate consapevole però che per gli intervistati possano essere entro certi limiti una tortura. In una ideale stanza delle torture, magari davanti a un caffè, con la prospettiva di raccontarsi al pubblico del quindicinale Paspartu, i torturati dall’autrice sono persone e personaggi che hanno qualcosa da dire. Poiché, per avere qualcosa di più o meno interessante da dire non importa essere famosi, ecco che troviamo nomi noti e meno noti, alcuni mai sentiti nominare! L’importante per l’Autrice, è che, alla fine di ogni intervista, il lettore abbia l’impressione di aver imparato qualcosa di nuovo.
LanguageItaliano
Release dateNov 1, 2019
ISBN9788832925852
La terza stanza delle torture: Interviste a persone e personaggi

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    Book preview

    La terza stanza delle torture - Cinzia Donati

    1969

    Introduzione

    Chi l’avrebbe mai detto che le mie torture potessero un giorno arrivare alla trilogia! Per me, che faccio la giornalista e che sono allergica alle interviste! Vedo gli occhi sgranati dei miei colleghi, quando li informo di questa cosa… Ma non posso farci nulla! Non è un fatto professionale, è un modo di essere del mio dna: non lo posso mica cambiare con un altro più carino!

    Non amo sottoporre le persone alla tortura di rispondere a domande, perciò questo librino, che è la raccolta delle interviste realizzate da me per il quindicinale Paspartu, non poteva che avere come titolo La terza stanza delle torture! Perché terza? Perché la prima e la seconda sono già state pubblicate e contenevano altre interviste realizzate in anni passati.

    Ogni intervista assume la forma di una chiacchierata e i più arguti (ma anche i meno) notano che spesso le domande si ripetono: non è per ignoranza (come qualcuno ha sospettato), ma è semplicemente perché, essendo realizzate per una testata molto diffusa e molto letta da tutti, per scelta le interviste non sono mai troppo erudite né troppo tecniche, perché tutti devono avere la possibilità di comprendere ciò che è scritto e di arrivare in fondo alla lettura con quel sentore Ah! Questa non la sapevo!, che è il sentore che fa rimanere in mente le cose.

    Il coccodrillo che appare in copertina, invece, è un modo per prendermi in giro, visto che in gergo giornalistico il coccodrillo è un articolo/necrologio scritto in anticipo, per averlo pronto al momento del bisogno. Ciò inquadra i giornalisti come persone decisamente poco carine, ma a me piace non prendermi troppo sul serio.

    Come scelgo i malcapitati da sottoporre a tortura? Si tratta di persone che hanno qualcosa da dire, più o meno interessante. Per avere qualcosa di interessante da dire non importa essere famosi! Perciò qui troviamo nomi noti e meno noti, alcuni mai sentiti nominare! In genere, preferisco intervistare gli sconosciuti, perché ho l’impressione, a fine intervista, di aver imparato qualcosa di nuovo. E spero sempre che questa impressione rimanga anche nei lettori.

    Cinzia Donati

    Elena Martinelli

    Di Elena Martinelli sappiamo che ha brevettato, negli anni Ottanta, un metodo di lavoro chiamato Ginnastica personalizzata, quando ancora i personal trainer non esistevano. Poi l’abbiamo incontrata a tante inaugurazioni di mostre d’arte. Cerchiamo di conoscerla meglio.

    Signora Martinelli, in qualche modo ricolleghiamo il suo nome a quello del pittore viareggino Alfredo Catarsini. In questa intervista cercheremo di chiarire il collegamento. Intanto parliamo un po’ di lei...

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