Ci sono io e Oggi è così
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Maria Paola Sozio (1950), dopo la laurea in Architettura e un’esperienza come insegnante di Educazione Artistica, si è interessata al settore medico-assistenziale, conseguendo diversi diplomi e ampliando le sue conoscenze in materia, dedicandosi anche alla pubblicazione di diversi volumi.
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Ci sono io e Oggi è così - Maria Paola Sozio
Spa
CI SONO IO
(l’immigrazione e il caporalato-mafia che comanda)
OGGI È COSÌ
(Malattie rare)
Il libro è dedicato agli immigrati adulti e bambini
CI SONO IO
"Vite spezzate umiliate
dal dolore (fisico, morale)
e private della loro dignità"
Maria Paola Sozio
* * *
"I grandi spostamenti di popolazione
rappresentano una forma di riequilibrio
territoriale, della riproduzione"
Maria Paola Sozio
Caporalato
Il Caporalato è un sistema di manodopera reclutata, attuato specie nel Meridione, per mezzo dei caporali. È un’organizzazione del lavoro agricolo, provvisorio, svolto, da una parte di braccianti in un gruppo di lavoro (squadre).
Alcuni titoli di giornali sull’argomento:
Caporalato, due arresti in Sicilia, migranti a pane ed acqua
16 braccianti africani morti in 2 giorni
Lavoro nero – Sfruttamento della terra, non delle persone!
No, alle morti di lavoro nelle campagne
No, allo sfruttamento del lavoro minorile! I minori hanno il diritto di essere solo bambini
.
Ciò disonora il nostro Paese, è una questione di rispetto e di vergogna!
In Pakistan, più di 7.000.000 di bambini vivono come veri e propri schiavi, costretti a lavorare nei campi, nelle fabbriche di tappeti, nelle fornaci. Loro vengono torturati, incatenati, picchiati; i proprietari sono senza scrupoli.
I bambini lavorano continuamente dall’alba al tramonto.
Perché non interviene la polizia? Sa tutto, è corrotta!
I padroni s’arricchiscono, vendendo in Occidente i loro tappeti pregiati. Tuttora i bambini, in tutto il mondo, non acquisiscono i diritti più semplici. Inoltre bisogna evitare le barriere, abbattere i muri, ma costruire sempre ponti. I muri e le barriere discriminano, escludono. Si incontrano le resistenze ideologiche, speculazioni religiose, tra la chiusura e la rassegnazione. Se essi non si possono abbattere, bisognerebbe creare i fori per ascoltare, le voci degli altri, che non vogliono rimanere isolati; inoltre, attraverso i fori, possiamo guardare oltre. I muri con graffiti, indicano la ricerca della libertà, e le pietre di cui essi sono costruiti, parlano, anche nel loro silenzio apparente. È vero che i muri ci difendono, ci proteggono, ma lasciamo un passaggio, con il quale comunicare, con i nostri simili. Ci sono i muri virtuali, divisori, discriminatori, le barriere costruite, per paura degli attacchi terroristici (es. firewall in difesa di internet) essi dividono i confini dei popoli, nel Muro del pianto, invece, esso unisce un popolo (Kotel Gerusalemme). Bisogna rendere i muri penetrabili, come miracolo nel cuore dell’uomo.
La produttività, rispetto alla tutela della vita umana, s’impone sempre più, come esigenza primaria. Da vent’anni la condizione lavorativa degli operai in Italia, non è certo migliore!
I settori a più alto rischio sono: i settori dell’edilizia, e dell’agricoltura. I lavoratori perdono la vita – morti inventate
– risultano avvenute fuori dal luogo, dove prestano servizio sono i clandestini, i lavoratori trasparenti
; ciò per evitare le conseguenze penali e le sanzioni all’impresa.
Il lavoro è irregolare, i lavoratori perdono la vita per le cadute dalle impalcature, per la scarsa padronanza della macchina, la diminuzione dell’attenzione nel lavoro di sorveglianza, lo stress, l’abuso di sostanze: l’alcool, gli stupefacenti (di fine settimana). Non esiste il rispetto delle norme di sicurezza, i lavoratori, non sono addestrati, formati alla prevenzione dell’infortunistica.
Il settore edilizio è composto da manodopera straniera, con i controlli scarsi, insufficienti. Nell’agricoltura, invece, si verifica il ribaltamento del trattore e gli incidenti stradali (per le ore infinite a guidare).
Nel quadrilatero del mattone e della coca – Milano, Bergamo, Brescia, Verona – le imprese riciclano il denaro dai siciliani e dai calabresi (mafia) assumendo gli schiavi
venuti dal sud-est del mondo. Loro sono irregolari, senza permesso di soggiorno, senza busta paga, senza documenti. Gli schiavi del lavoro
, prendono tre euro l’ora e sono ricattabili. Lavorano dall’alba fino a sera e pagano una tangente per non perdere il posto di lavoro. Le imprese si rivolgono al Caporalato per accedere alla bassa manodopera, se poi uno schiavo fuoriesce, c’è sempre un altro che subentra nel giro
.
Se si verificano infortuni, gli schiavi
non possono andare al Pronto Soccorso, né a casa, bisogna stare zitti, ciò equivale a non perdere il lavoro! La cocaina per i muratori è una forma di socialità, con essa diventano potenti, in grado di sopportare orari di lavoro da massacro! I danni che ne derivano sono molto gravi.
Gli operai si drogano per aumentare la produttività, sostenendo così il peso del lavoro, più lavorano, più guadagnano, reperiscono la droga nelle discoteche (sabato sera), comperano grandi macchine. Il Caporalato è l’unico mezzo per reperire i lavoratori a costi bassissimi (operai, manovali, muratori...) il lavoro nero comprende il pagamento della tangente a fine mese il pizzo è di 200-300 euro. Così gli schiavi del lavoro non perdono il posto di lavoro. Per evitare molti rischi circa il 30% dei contratti sono legali (ma con enorme sfruttamento dei lavoratori). Tra i lavoratori ci sono molti moldavi che lavorano per un periodo in Italia. Le imprese italiane hanno sede in Moldavia. Per essere sempre pronti in forza i muratori usano non l’alcool perché dà debolezza, ma gli stupefacenti, lavorano il triplo, resistono alle ore di sonno, non dormite, con la droga, loro alleviano la fatica, ed aumentano la produzione, fenomeno diffuso al nord Italia. Lavorano 15 ore di fila in cantiere, si sentono forti, potenti: diventano così uomini in vendita
. Il lavoro nero è destinato ad aumentare, perché è un affare di lucro, attira le organizzazioni criminali straniere ed italiane.
La vita degli schiavi del lavoro dipende dai caporali (comprati) sono gli schiavi del 21° secolo sono il mercato delle braccia
.
Impegno sociale ed umanitario del pittore (Manifesto)
Il Caporalato sfrutta gli immigrati clandestini; dove vi sono i controlli inesistenti, esiste lo sfruttamento del lavoro minorile. I bambini hanno dai 7 fino ai 15 anni, guadagnano tre euro all’ora, lavorano in segreto, altrimenti la società-impresa, passerebbe guai e sanzioni.
I ragazzini lavorano nelle campagne, nei cantieri, nei mercati, nei laboratori, molti hanno lavorato prima dei 10 anni di età (da parenti) in bar, ristoranti, pizzerie. Gli sfruttati abitano in Campania, Calabria, Puglia, ci sono anche immigrati, diventano adulti e sono vigilati dagli adulti. Per la povertà, loro si sono sottratti all’educazione scolastica sono diventati adulti troppo in fretta!
Anche le donne dell’Est vengono sfruttate, sia per il lavoro nei campi, sia come schiave del sesso, vengono ricattate anche le badanti. I caporali violentano, picchiano le donne lavoratrici. Uomini-caporali possiedono istinti da animali, fuori controllo. Le donne subiscono ogni abuso, per bisogno di lavorare, con ricatto, da parte di imprenditori...
Donne ucraine, moldave, polacche in centinaia che attendono un lavoro. Gli scafisti, portano queste donne in modo clandestino, con la promessa di un lavoro sicuro, loro pagano 5.000 euro per attraversare la frontiera e passaggio con mezzi. Nel lavoro nero
esiste un giro d’organizzazione criminale. I primi euro che guadagnano le badanti vanno nelle tasche del caporale italiano o rumeno, come manager
, che ha comperato le sue braccia lavoro
.
Ma la legge è andata via? E chi deve farla rispettare, dov’è andata?
Le schiave rumene
vengono dall’Est, invece d’assistere gli anziani, i padroni le mettono ad impacchettare anche frutta e verdura (da confezionare).
In Italia il lavoro e lo sfruttamento erano compresi ma almeno non sono costrette a prostituirsi!
Il Caporalato diventa una garanzia di sussistenza, esso è spietato, minaccioso, anche con la polizia. Il lavoratore ed il caporale sono legati a doppio filo, se il lavoratore decide di rivolgersi ad un ufficio del lavoro o sindacati, il manovale è finito! Gli schiavi del lavoro
aiutano ad andare avanti, vengono dall’Europa dell’Est, dall’Africa settentrionale e dal Sud America. Molti sono in regola, ma lavorano in nero: è una possibilità per non fare la fame, in Italia ce ne sono 1 milione e mezzo (uomini umiliati); i lavoratori vengono distribuiti nei campi di pomodori ed anche nelle cave di pietra. Gli immigrati dell’Est europeo lavorano a fianco degli operai italiani,