Romagna 82: Storia di un mondiale
By Paolo Ricci
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Sullo sfondo, in un’eco di richiamo alle atmosfere che furono proprie della riviera romagnola di quegli anni, un campionato mondiale di calcio. Quello di Spagna del 1982. Un torneo incredibile tra le più forti squadre di calcio e i suoi campioni. Un mondiale che custodisce al di là delle battaglie per la vittoria sul campo alcune storie di vita stupefacenti, di interi popoli soffocati da terribili dittature ma anche storie di riscatto e libertà.
Colombo, scettico sul valore della squadra italiana, fa un voto di castità: se l’Italia continua a vincere smetterà di correre dietro alle turiste.
«“Lupo l'amore è la cosa più bella del mondo”.
“Dopo il calcio”.
“Ovviamente dopo il calcio, che discorsi”».
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Romagna 82 - Paolo Ricci
Paolo Ricci
Romagna ’82
Storia di un mondiale
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ISBN 978-88-6155-701-7
Proprietà letteraria riservata
© Giraldi Editore, 2017
Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo
Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale o utilizzato dall’autore ai fini della creazione narrativa.
Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada
incomincia la storia del calcio.
Jorge Louis Borges
Introduzione
Nel 1974 due autori, John R. Gribbin e Stephen H. Plagemann, in un libro che si chiamava The Jupiter Effect, avevano previsto che nel 1982 si sarebbe verificato un raro allineamento di tutti i pianeti del sistema solare. Questi pianeti sarebbero entrati in congiunzione tra di loro come tanti punti di una medesima linea retta. Gli effetti di questa rarissima congiunzione si sarebbero concretizzati in terremoti, rallentamento della velocità di rotazione dell’asse terrestre ed altre catastrofi varie causate dal corrispondente effetto di marea.
Nel frattempo, in attesa delle previste sciagure, la storia si arricchiva di nuovi eventi di significativa importanza.
Il 3 gennaio una rete di diciotto televisioni locali, guidata dall’editore Edilio Rusconi, si univa per trasmettere su scala nazionale il segnale di un nuovo canale televisivo privato che avrebbe presto invaso il salotto degli italiani. Questo nuovo canale televisivo privato si chiamava Italia uno.
Alla 32ª edizione del Festival di Sanremo vinceva Riccardo Fogli con Storie di tutti i giorni, seguito da Al Bano e Romina Power con Felicità.
Terzo arrivava Drupi con Soli che faceva così:
E poi si resta soli e non si canta più
qualcuno prende il volo e qualcun altro cade giù
ma in una notte come questa è facile sbagliare
meglio aprire un’altra porta e non pensarci più
Il 23 febbraio un referendum popolare sanciva la volontà della popolazione groenlandese, con una maggioranza del 53 per cento, di abbandonare la Comunità Europea.
Il 2 aprile l’esercito argentino occupava le isole Malvine/Falkland.
Il 6 giugno, durante l’International Summer Consumer Electronics Show a Las Vegas in Nevada, veniva presentato un nuovo strabiliante computer da casa, il Commodore 64.
Il 13 giugno, durante un prodigioso transito di Marte in Saturno, il generale argentino Mendez, dalle Malvinas, si arrendeva alla corona britannica dopo settantaquattro giorni di guerra e un tragico sacrificio di vite umane. Lo stesso giorno, allo stadio Nou Camp di Barcellona, l’Argentina, con il cuore pieno di dolore, si preparava a sfidare il Belgio nella prima partita del mondiale di calcio in Spagna.
La terra, da qualche parte lungo la penisola iberica, iniziava a tremare.
PARTE I
Eliminatorie
Quando arriva la stagione estiva, la riviera adriatica viene invasa da forme di vita organiche alla febbrile ricerca di radiazioni ultraviolette provenienti dalla luce solare.
Il laborioso popolo romagnolo, ibernato dall’autunno precedente dopo il solitario letargo invernale, inizia lentamente a scongelarsi e a prepararsi per l’estate. Baristi caricano macchine del caffè, albergatori preparano brande e viveri, bagnini piantano ombrelloni e allineano lettini, salvataggi allenano i muscoli sui mosconi, gelatai impilano coni, pizzaioli raccolgono legna per il fuoco, venditori ambulanti di cocco e frutta candita fanno scorte di cocco e frutta da candire, fotografi scelti caricano le proprie unità pronte a scattare, giostrai montano accampamenti.
Tutto il territorio si prepara all’irruzione di festosi villeggianti.
Così succede tutti gli anni, in tutto il litorale. Così succede anche allo stabilimento balneare Colombo
di Bellaria Igea Marina.
– Quando incomincia l’estate – dice Colombo prendendo Lupo sotto il braccio – anzi per essere precisi, non quando incomincia l’estate ma quando finisce la primavera, mentre iniziamo a sistemare le cabine per l’estate, c’è sempre una cabina che sistemo meglio delle altre. In questa cabina, che io chiamo cabina Excelsior, ci sistemo una brandina di tela, che ci sta proprio al pelo, ci metto un frigorifero che è piccolo ma ci sta dentro di tutto, guarda – dice Colombo con orgoglio al suo giovane assistente – c’è il Sangiovese, la birra, lo spumante, poi ci metterò anche le fragole o la frutta fresca quando sarà il momento. Qui di fianco c’è un mangianastri con le cassette, sopra ci sono tutte le cassette, vedi Lupo? Equipe 84, Marcella Bella, Renato Zero, Fausto Papetti, ne ho un sacco che mi registro dai vinili che ho a casa ma qui il giradischi non ci sta, il mangianastri ci sta, il giradischi no invece, e sai perché metto sempre a posto una cabina così più delle altre? Lo sai? – chiede Colombo a Lupo fissandolo intensamente con i suoi occhi azzurri. – Perché ogni estate, anzi ogni fine primavera, quando sai che a breve incomincerà l’estate c’è tutta una speranza particolare nell’aria. C’è una speranza nell’aria che durante i tre mesi di stagione estiva, una qualche turista ci finirà dentro a questa cabina come una farfalla nella tela del ragno, e quest’anno poi, quest’anno ci sono i mondiali, e se devo dirti tutta la verità – dice Colombo, abbassando il tono della voce – io non ho mai trombato tanto come coi mondiali. Non ho mai trombato tanto come quando ci sono i mondiali. Nel ’78 quando giocava la Germania, ad esempio, io mi portavo fuori una tedesca tanto sapevo che suo marito guardava la partita. Quando giocava la Francia io mi portavo fuori una francese perché sapevo che suo marito guardava la partita, quando giocava la Svezia c’erano le svedesi e i mariti guardavano la partita, quando giocava la Polonia c’erano le polacche e queste venivano già senza mariti quindi non importava se giocava la Polonia o non giocava. Quando giocavano Brasile e Argentina guardavo la partita perché di argentine e brasiliane non ce n’erano ma quando giocava l’Italia – sospira Colombo – quando giocava l’Italia avevo campo libero su tutto il litorale in lungo e in largo, dalla ferrovia fino alla scogliera, dal porto canale fino all’hotel Bellavista.
– Oggi gioca l’Italia – dice Colombo uscendo dalla sua cabina Excelsior aggiustandosi i capelli con un colpo della mano, al suo improvvisato auditorio sotto il gazebo della direzione del Bagno 32 – la vedete quella biondina là? Quella biondina tutto pepe, che cammina e fa le mossettine lungo il bagnasciuga? Ecco quello vicino a lei, quel geppetto col cappello di paglia stile Mozambico, è suo marito. Ha più corna lui di un bidone di lumache. Dopo, con qualche scusa che mi invento, la avvicino e la invito per un aperitivo verso le sei al bar Tahiti, tanto quel geppetto di suo marito, sicuro come l’ostia, guarda la partita – dice Colombo alzandosi leggermente gli occhiali da sole per inquadrare meglio la scena – poi a dirvela tutta per me rischiamo di andare a casa subito, non superiamo neanche il primo turno. Abbiamo un girone all’acqua di rose contro Polonia, Camerun e Perù, ma non sono gli avversari che mi preoccupano, siamo proprio noi che siamo scarsi. E Bearzot – dice Colombo continuando a scrutare i movimenti sinuosi della bagnante diavolessa sulla riva. – Queste convocazioni non hanno convinto nessuno, proprio nessuno. Allora abbiamo ventidue giocatori giusto? C’è il blocco Juventus, come al solito, sei giocatori sono bianconeri. D’altra parte se fai l’anagramma di ‘Bearzot’ viene fuori ‘Zebrato’ cosa ti vuoi aspettare? Zoff è una frana. Ha quarant’anni e a quell’età bisogna avere il coraggio di smettere e andare a funghi. Non è buono di tenere una scoreggia figurarsi i tiri da lontano. Non si muove dalla riga di porta, poi avete notato che quando parla non muove le labbra? Ma come fa?
Ivonne! Ivonne! Dove vai Ivonne? Ascolta ti cercava Mussoni, non so per cosa, non lo so, ti cercava.
– Allora – riprende Colombo – allora dicevamo Zoff è un pensionato. Cabrini dovrebbe fare il fotomodello e non il terzino. Scirea ha un gran senso della posizione ma non è Passarella. Passarella lo vediamo in televisione al massimo. Gentile è ruvido come la carta vetrata ma non sa correre con quelle gambette corte, tutte storte. La difesa è un disastro. Poi c’è Collovati, ha fatto un bel campionato nel Milan, infatti sono retrocessi, sta sempre attento ai suoi riccioli a non spettinarsi i suoi riccioli d’oro. All’occorrenza ci sono Baresi, Vierchwood e Bergomi, in caso di necessità. Bergomi ha appena diciotto anni ma ne dimostra quaranta. Il centrocampo è una pena, ma dipende dai giorni. Alcuni giorni è anche peggio di una pena. Conti vuol fare il brasiliano ma era meglio se continuava a giocare a baseball nel Nettuno¹. Antognoni non è né carne né pesce, quando tira una punizione tutta la curva si mette con le braccia avanti a proteggersi il naso perché come minimo tira a dieci metri dalla traversa, con quella bocca a culo di gallina, tutta piccola rivolta all’ingiù che sembra sempre che si debba lamentare di qualcosa. Ma di cosa ti devi lamentare eh Antognoni? Di cosa? Tardelli non si regge in piedi, non è Benetti e neanche Furino. Oriali e Marini sembrano Cochi e Renato, vogliamo risolvere il problema del centrocampo con Cochi e Renato? Starebbero bene qui con me la mattina quando devo rastrellare la spiaggia. Ma veniamo al grande pasticcio, l’enorme e incomprensibile pasticcio, l’attacco. Allora tu hai Paolo Rossi che è fuori da due anni per il calcio scommesse quel ladro, quell’infamone, e ha giocato solo tre partite. Paolo Rossi è il pupillo di Bearzot, ma è una pena, tutto gracilino, tutto agitato, fa piangere solo a guardarlo. Convochi Rossi che è una scommessa, ma come ogni buon giocatore d’azzardo ti difendi se l’azzardo non va a segno. Devi chiamare allora un sostituto all’altezza. Va bene che di giocatori come Rossi ce ne sono diecimila, anche qui a San Mauro mare trovi qualcuno che gioca meglio di Rossi.
Dove vai Lupo? Dove li porti quei i lettini in acqua? Ma lascia ben perdere. Se Rossi dovesse steccare hai pronta un’alternativa coi fiocchi, forse il miglior giocatore italiano che c’è in questo momento. Mettiamo che non sia il tuo giocatore preferito, ma qui parliamo di numeri. Allora, è capocannoniere del campionato da due anni e quest’anno ha segnato quindici gol. Quello che dico io è: vuoi puntare su Rossi? Almeno portati lui di riserva. Se Rossi si fa male, e può capitare, chi fai giocare con Ciccio Graziani? Che tra l’altro ci vuole proprio un bel coraggio a portarsi dietro anche Ciccio Graziani. Lo stop più corto che fa è a venti metri, tornando a noi ma chi fai giocare se Rossi si fa male? ‘Spillo’ Altobelli fai giocare? Per carità ha le stesse caratteristiche di Graziani solo un po’ più malinconico e poi è secco come un ramo. Massaro? Giocava negli esordienti fino a due mesi fa. Selvaggi? Ti rendi conto? Con tutto il rispetto per Selvaggi, ma ti porti in Spagna Selvaggi? Ma ti vuoi far ridere dietro, Bearzot? Selvaggi? Ma ti vuoi far ridere dietro? E poi mi lascia a casa lui. Mi lascia a casa il bomber. Mi lascia a casa Roberto Pruzzo. Ma va’ là Bearzot va’ là, vai a fare delle pugnette.
Italiani brava gente
Qualche antefatto. A metà dicembre 1979, Paolo Rossi, allora centravanti del Perugia, in ritiro pre partita viene avvicinato dal suo compagno di squadra, il difensore Mauro Della Martira, mentre gioca a tombola dopo cena con il resto della squadra. Ti porto a conoscere alcuni amici
gli dice Della Martira. Paolo Rossi lascia di malavoglia le sue cartelle della tombola al rude esterno difensivo Antonio Ceccarini detto ‘il Tigre’ e segue Della Martira nella hall dell’albergo. La sala è semideserta, illuminata a malapena, due loschi individui avvicinano i calciatori. Si stringono le mani. Della Martira introduce i nuovi personaggi. Paolo Rossi si presenta ma rimane sulle sue. L’amico di Della Martira rompe il ghiaccio: Paolo Rossi come te butta?, che se fa domenica?
in perfetto romanaccio. Rossi risponde con diplomazia: Cerchiamo di vincere come al solito
e sorride al suo compagno. L’amico dell’amico non è divertito: Nun sta’ a fa’ er vago ah Paolo Rossi
gli dice l’amico dell’amico, tipo che se invece pareggiaste?
Paolo Rossi non capisce, un po’ per il romanaccio, un po’ perché era nel bel mezzo di una tombola con grandi speranze di cinquina, con la testa ancora alla cartella lasciata al rude esterno difensivo Antonio Ceccarini detto ‘il Tigre’. E diciamo che fai pure una doppietta
continua l’amico dell’amico. Paolo Rossi ci pensa un attimo. Un pareggio non è un brutto risultato, l’Avellino ha un punto meno di noi, ci rimane dietro. Ma loro sono d’accordo?
L’amico dell’amico lo tranquillizza: Nun te preoccupa’ Paolo Rossi, ce pensamo noi
.
Paolo Rossi vuole tornare alla sua tombola, di Ceccarini si fida poco. Magari faccio tombola e lui non me lo dice
. Saluta gli amici di Della Martira e si allontana. Mauro fai tu, a me va bene tutto
gli dice. Gli amici di Della Martira si congedano sventolando la mano nell’aria con un movimento ondulatorio avanti e indietro.
Passano pochi mesi e un commerciante all’ingrosso di ortofrutta, tale Cruciani, presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, sostenendo di essere stato truffato.
Cruciani, attraverso un individuo di nome Alvaro Trinca, proprietario di un ristorante di cui è fornitore, viene in contatto con alcuni giocatori della Lazio che