Dorino e lo specchio dei sortilegi: XV Premio Navile Sezione Narrativa per ragazzi
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Book preview
Dorino e lo specchio dei sortilegi - Teresa Denise Spagnoli
più.
Capitolo 1. Compie gli anni il buon Dorino…..
e riceve un regalino!
Era una tiepida mattina di primavera e il Regno di Fruverlandia sembrava immerso in un’atmosfera incantata. Il sole scintillava, rischiarando l’orizzonte con bagliori dorati e l’aria era frizzante e profumata dai pollini dei fiori appena sbocciati.
Dorino stava trotterellando verso casa, fischiettando un’allegra melodia. Quel giorno il piccolo pomodoro era particolarmente felice. Era stato di primo mattino alla vecchia quercia cava, nel cuore del bosco, ove risiedeva il Gufo Arnufo, un saggio e potente mago che era anche il suo padrino. E aveva ricevuto, per il suo compleanno, un dono davvero insolito. Si trattava di un elisir che gli avrebbe consentito di comprendere il linguaggio degli animali ….. L’effetto dell’elisir sarebbe durato per una sola settimana, svanendo allo scoccare della mezzanotte del settimo giorno. Ma per soddisfare la sua curiosità il tempo concessogli dal Gufo sembrava più che sufficiente. Ecco perché Dorino era così contento.
Il piccolo pomodoro pensò che un dono così originale dovesse essere condiviso al più presto con i suoi genitori e con gli amici più cari, primo fra tutti Carotino.
E così fece una piccola deviazione, per raggiungere la famiglia delle carote, che viveva nella parte più a sud del bosco in una graziosa casetta tutta arancione con un bel pennacchio verde.
Percorrendo il sentiero che attraversava il fitto bosco di querce e castagni, volle subito mettere alla prova l’elisir del mago. Bevve un primo sorso e …… meraviglia …. il cinguettio degli uccellini si scompose in dolci parole e musica.
Dorino ne restò estasiato. I cip cip, …………fiu fiu
erano meravigliosi versi di un’armonia perfetta, che inneggiavano alla primavera e ai suoi colori scintillanti.
Invece gli squit squit degli scoiattolini celavano un mormorio petulante e un po’ fastidioso. Mille toni sovrapposti narravano, con dovizia di particolari, tutti gli eventi del bosco, con un chiacchiericcio dissonante e scoordinato. Dorino fu tuttavia grato a quelle squillanti vocine. Se fosse andato a trovare la famiglia delle carote avrebbe fatto un viaggio a vuoto. Carotino, infatti, si era recato di primo mattino al mercato del villaggio, insieme ai suoi genitori e gli scoiattolini, con i loro squit squit, erano riusciti a diffondere la notizia da un albero all’altro, fino agli estremi confini del bosco.
Passerò nel pomeriggio a trovare il mio caro amico
, disse Dorino tra sé e sé, ora si è fatto un po’ tardi ed è bene che vada a casa a consumare un piccolo spuntino. Anche se ho fatto una buona colazione, la camminata mi ha messo appetito. E poi non vedo l’ora di mostrare a mamma e papà l’elisir del Gufo Arnufo
.
Il piccolo pomodoro si avviò per il sentiero che lo avrebbe portato fuori dal grande bosco. La casetta ove viveva con papà Doro e mamma Dora era a metà strada tra gli alberi e il villaggio. C’era ancora un lungo tragitto da percorrere. Meglio affrettarsi.
Il sentiero era tutto in discesa e così Dorino ne approfittò per ammirare il villaggio in lontananza. I fiori e le luci di primavera conferivano al panorama un fascino particolare. Gli abitanti di Fruverlandia, ortaggi e frutti dai colori più svariati, erano tutti indaffarati, nei loro compiti mattutini.
Nello Ravanello, fuori dalla sua bottega di calzolaio, lavorava alacremente godendosi l’aria tiepida e profumata dai gelsomini. Seduto su uno sgabellino di legno risuolava un paio di scarpe, posizionando con millimetrica precisione i piccoli chiodi e ribattendoli con un martello, ormai consumato dall’uso. I suoi piccini, Nellino e Nellina, danzavano allegramente al ritmo dei Toc, toc, toc
.
Anche nel vecchio forno fervevano alacri preparativi. Anselmo Pompelmo era occupatissimo a sfornare fragranti pagnottelle, che emanavano un aroma davvero invitante. Correva avanti e indietro, tra il forno e il bancone, sistemando le pagnotte nelle ceste, in meticoloso ordine.
Al centro della piazza un brulicare di colori attirò l’attenzione di Dorino. Cocca Albicocca era appena arrivata con il suo carrettino di gelati. Tutta affaccendata, distribuiva coni a destra e a manca, circondata da una miriade di piccoli ortaggi e frutti che facevano a gara per essere i primi ad aggiudicarsi il prelibato spuntino. Dorino osservò la scena divertito; era lontano dal villaggio, ma se fosse stato lì avrebbe anche lui gareggiato con gli altri piccini.
Trotterellando allegramente oltrepassò il muretto in pietra che delimitava il confine tra il bosco e la casetta dei pomodori.
Stava per varcare la soglia di casa quando un’ombra oscurò il sole e per tutta la valle echeggiò un suono assordante, che sembrava provenire dal cielo: